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H.P. Lovecraft, la musica di Erich Zann e altri racconti, recensione: le inquietudini emotive del maestro di Providence

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H. P. Lovecraft è considerato uno dei maggiori scrittori di letteratura fantastica ed orrorifica. Nonostante, in vita, non abbia avuto il medesimo riguardo, oggi le sue opere sono conosciute in tutto il mondo, tradotte in molteplici e diversificati media e hanno ispirato, condizionato, contagiato numerose storie.
Il fumetto, dunque, non è mai stato estraneo all’opera dello scrittore di Providence. Dino Battaglia, Alan Moore, Alberto Breccia, Gou Tanabe, Richard Corben, sono solo alcuni nomi illustri, di paesi e identità fumettistica diverse, che hanno adattato, rielaborato, rimediato il lavoro di Lovecraft.

Per la NPE, D.D. Bastian e Sergio Vanello, hanno indagato l’opera lovecraftiana attraverso il volume La musica di Erich Zann e altri racconti.
Tre racconti, tre incubi inquietanti, tre espressioni di angoscia. Le storie raccontate dai due autori, fedeli alla matrice che li ha ispirati, non indugiano sul Grand Guignol, sul macabro visivo, quanto sul perturbante del loro motore narrativo.

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La musica di Erich Zann, racconta, difatti, l’inquietante incontro tra l’anonimo protagonista e il misterioso signor Zann, capace di suonare, con il suo violino, melodie non solo di grande bellezza ma di una potenza tale da tenere lontane forze misteriose in agguato oltre una finestra.
Samsara è l’angosciante viaggio – sia fisico per i vicoli di una città che introspettivo – di un uomo che cerca di negoziare con se stesso e con il proprio sentire.
Infine, Un’illustrazione e una vecchia casa, ritorna agli inquietanti setting lovecraftiani, raccontando la storia di un uomo che, colto da una corposo temporale, cerca rifugio in una vecchia casa sgangherata in cui trova un misterioso libro, il cui proprietario è un altrettanto misterioso vecchio.

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Il lavoro di Bastian e Vanello non si traduce in una mera riduzione fumettistica dei racconti dello scrittore, ma in un coerente adattamento non solo narrativo, quanto concettuale dell’opera di Lovecraft. Siamo lontani dai mostri mitologici, dalle divinità ittioformi e dalla geografia fantastica che, maggiormente, viene riconosciuta come matrice horror di Lovecraft. Gli autori aprono uno sguardo sulle inquietudini che si insinuano nel quotidiano, in luoghi riconoscibili e propri dell’essere umano: una casa, le strade, un bosco, i cortili, ovunque può nascondersi l’accesso ad una dimensione “altra”.

Sia Bastian (con la prima e la terza storia) che Vanello (occupatosi dei testi dell’inedito Samsara) scelgono un approccio “romanzesco” per narrare la loro versione del racconto. I dialoghi sono totalmente assenti sia in Erich Zann che in Samsara, mentre sono presenti solo nella seconda parte di Un’illustrazione per una ragione narrativa legata all’inquietante proprietario della baracca nel bosco in cui si imbatte il protagonista. Tale scelta non è mero richiamo alla materia letteraria e allo stile di Lovecraft, quanto un modo per ricostruire il vissuto emotivo, privato, del narratore protagonista. Raccontate in prima persone, difatti, le storie hanno un’imponente fil rouge narrativo che le lega: il lento scivolamento verso l’oblio, quella densa oscurità foriera di innominabili pericoli, proprie tanto dell’animo umano, quanto elemento esterno che prende vita.

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Vanello ha il compito di descrivere visivamente tutte e tre le storie, rafforzando, così, la coerenza narrativa con quella grafica. L’acquerello dell’artista si presta con straordinaria efficacia alle atmosfere nervose e cupe dei racconti anche là dove la luce del giorno sembra essere predominante. Dopotutto sono le ombre, i punti scuri, l’oscurità stessa, a dare forma al mondo di Lovecraft. Persino l’evidente porosità della carta utilizzata da Vanello diventa strumento per rendere materica l’atmosfera del racconto. Le tavole, nonostante concedano spazi a virtuosismi grafici e ad ardite inquadrature, riescono a catturare il concetto di percorso obbligatorio intrapreso inconsapevolmente dai protagonisti verso gli incubi lovecraftiani.

In un’edizione cartonata di grande pregio, il volume NPE, grazie anche al corposo e puntuale editoriale, magnifica il lavoro di Bastian e Vanello. Un’opera, dunque, perfetta per tutti i fan del maestro di Providence ma anche per gli amanti dell’horror elegante e psicologico, capace di vivificare le inquietudini emotive tanto care a H.P. Lovecraft.

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The Black Cat, recensione: il racconto di Edgar Allan Poe rivisto da Nino Cammarata

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Il nome di Edgar Allan Poe è stato uno dei più grandi nomi dell’immaginario orrorifico dal diciannovesimo secolo fino ad oggi. Lo scrittore di Baltimora è stato l’autore che, forse, meglio è riuscito ad incarnare le tensioni sociali a lui contemporanee con grande acutezza, tanto da essere capace di delineare traiettorie pisco-emotive proprie dell’identità dell’essere umano.
Questa è proprio una delle ragioni per cui, dopo quasi due secoli dalla sua morte, l’opera di Poe è ancora un terreno fertile per autori di qualsiasi media.
Il fumetto, come medium, non poteva, dunque, non intercettare le nevrosi letterarie del maestro dell’horror. Uno sposalizio, questo tra il mondo dei comics ed Edgar Alla Poe, di lunga data e capace di attraversare i confini natii dello scrittore.

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La NPE, per la sua collana horror, pubblica The Black Cat, adattato e disegnato da Nino Cammarata. Il Gatto Nero è probabilmente uno dei più conosciuti racconti di Poe: un uomo, di indole buona, scivola lentamente verso la follia e la brutalità ferina, ossessionato dal suo gatto nero a tal punto da perdere ogni aderenza con la realtà circostante, commettendo, così, atrocità.

Se il luogo comune vuole “tradurre è tradire”, Cammarata opera in modo da non rischiare di alterare o condizionare l’adattamento del racconto. Il testo di Poe, infatti, è la matrice narrativa della versione fumettistica dell’autore italiano. Anche lì dove un dialogo sarebbe stato coerente con il linguaggio del medium, Cammarata lo riporta, con un elegante trovata grafica, desunto dal testo originale.
Una scelta, questa, assolutamente ideale per permettere al lettore di assistere al lento ed inesorabile precipitare del protagonista nella follia. Emotivamente, per i gesti violenti e nevrotici dell’anonimo personaggio, chi legge è distaccato ma, come su di una terrificante giostra, non può che assistere impotente agli eventi che si svolgono davanti i suoi occhi.

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Grazie a tale struttura narrativa, Cammarata è libero da griglie e schemi obbligati. Le tavole spaziano tra dettagli serrati e ricche composizioni grafiche a tutta pagina, in una continua rielaborazione delle unità compositive proprie del medium fumetto. Come la mente del protagonista, anche le tavole sono scomposte, prima ricche e poi scarne, creando un’altalena di immagini che, costantemente, plasmano un cortocircuito visivo che vivifica le nevrosi del personaggio principale.

Riguardo la colorazione, Cammarata sceglie di ottenebrare l’intera storia con neri scuri e grigi. Quello di The Black Cat è un racconto popolato di ombre, in cui sono le tonalità fredde a trovare maggiore spazio. Quando, invece, sono i colori caldi a dominare l’impianto coloristico, questi sono sempre legati al sangue, al fuoco, all’alcol. Elementi che fungono o da caratteristiche del protagonista o da elemento narrativo determinate la storia.

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Il volume editato dalla NPE magnifica il lavoro di Nino Cammarata grazie ad un cartonato di grande formato e di grande qualità, corredato dall’editoriale di Paolo Di Orazio, interessante compendio per comprendere il fecondo rapporto tra Poe e il medium fumetto.
The Black Cat è, senza dubbio, un felice esperimento romanzesco-fumettistico di grane ricercatezza visiva e narrativa, apprezzabile da più fedeli estimatori di Poe e godibile per gli amanti dell’horror dal sapore letterario.

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Edizioni NPE pubblica Finché Vivrai di Sergio Toppi: anteprima

  • Pubblicato in News

È in uscita per Edizioni NPE il quinto volume della collana dedicata al maestro Sergio Toppi dal titolo Finché Vivrai. Trovate tutti i dettagli e un'anteprima nella gallery in basso.

"Già disponibile sul sito di Edizioni NPE e in libreria e fumetteria a partire dal 18 aprile.
Torna la collana "Sergio Toppi" con la sua quinta uscita: questa volta va in scena il grande Nord degli Stati Uniti, con i suoi indiani ed i suoi trappers.

Attraverso tre storie, il grande Sergio Toppi mette in scena il grande Nord degli Stati Uniti, con i suoi indiani ed i suoi trappers, ossia cacciatori ed esploratori.

Finché Vivrai
Un indiano ci racconta della morte di suo padre, che aveva scambiato le sue pelli e pellicce per un pistola e dell’alcool, e del suo incontro con la persona che gli insegnò le cose che lo avrebbero reso un uomo: riconoscere le orme, accendere un fuoco, le astuzie della caccia...

Naugatuck 1757
Farquharson è uno scozzese, abile suonatore di cornamusa, che rammenta come l’Inghilterra conquistò le sue terre ed uccise il suo clan, insieme a suo padre.
Ora vive in America del Nord e serve proprio quella Inghilterra che voleva fuggire, e obbedisce proprio a quegli ufficiali che in Scozia sparavano contro di lui.
Ma una profezia percorre come un filo rosso la storia della sua famiglia: «Quando sotto i colpi del nemico, la nostra cornamusa avrà una nuova voce, saremo capaci di tutto!».
E mentre suona in piedi su di una palizzata, mentre gli indiani lanciano contro di lui frecce e proiettili, uno di questi pratica un nuovo foro nel suo strumento, donandogli così una nota diversa...

Little Big Horn 1875
Di ritorno dalla caccia un indiano trova sua figlia assorta. Dopo averla interrogata scopre che uno spirito le è apparso e l’ha messa incinta. All’inizio ha paura che qualcuno l’abbia drogata e violentata, cercando poi di coprire il misfatto con questa menzogna, ma ben presto si rende conto che quel ragazzo che sarà suo nipote sarà destinato a qualcosa di grande, a schiacciare l’Uomo Bianco. Anche se non si nomina esplicitamente nella storia, è chiaro che ci si riferisce al generale Caster ed al tragico destino della battaglia di Little Big Horn, in cui fu trucidato con i suoi soldati dalle tribù riunite di Sioux ed Apaches."

 

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Edizioni NPE pubblicherà la rivista Scuola di Fumetto

  • Pubblicato in News

Edizioni NPE ha annunciato, tramite un comunicato su Facebook, che da quest'anno pubblicherà i nuovi numeri della rivista Scuola di Fumetto.

Fondata da Laura Scarpa nel 2002 sotto Coniglio Editore, la rivista è passata poi sotto le cure di ComicOut nel 2012 fino alla chiusura annunciata lo scorso anno.
NPE ha dichiarato che pubblicherà nel corso del 2019 tre numeri di Scuola di Fumetto, di cui il primo ad aprile. Non è chiaro, almeno al momento, il ruolo che avrà Laura Scarpa in questa nuova incarnazione, a cui potrebbe partecipare solo esternamente.

Di seguito trovate il comunicato dell'editore:

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