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Buzzkill, recensione: agli esordi di Donny Cates e Geoff Shaw

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Quando ci si avvicina ai primi lavori di un autore, diventato nel frattempo una star, il timore è sempre quello di trovarsi di fronte a qualcosa di acerbo, dove è difficile scorgere quel talento poi emerso nelle opere successive. Pertanto, il fatto che Buzzkill, miniserie di quattro numeri scritta da Donny Cates nel 2013 per Dark Horse e poi raccolta in volume da Image quattro anni dopo, sia arrivata in Italia solo ora in un cartonato pubblicato da Saldapress, ci aveva fatto pensare che un simile ritardo dipendesse proprio da una motivazione di quel tipo. È stata, quindi, una piacevole sorpresa constatare che il titolo in questione mostra, invece, uno scrittore già maturo e dalle idee molto chiare. Mike Richardson, patron della casa editrice di Seattle, deve averlo percepito subito, visto che, prima di lasciare al giovane Cates la possibilità di esprimersi su un progetto a più lungo respiro (proprio la miniserie oggetto di questo articolo), gli è bastato metterlo alla prova con un paio di storie brevi per Dark Horse Presents.

In verità, ai testi di Buzzkill (termine che deriva dallo slang giovanile americano, utilizzato per apostrofare i guastafeste e gli asociali) compare anche il batterista dei Toadis Mark Reznicek, texano e appassionato di fumetti pure lui (tanto da comparire nelle vesti di sé stesso, assieme al resto della band, nella serie X-Men ’92), del quale, peraltro, non si conoscono altre incursioni nella letteratura disegnata. Non sappiamo, quindi, quale sia stato il suo reale apporto alla sceneggiatura, anche perché la miniserie sembra in tutto e per tutto opera del nostro Donny.

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L’incipit è a prima vista banale: abbiamo un giovane che si presenta a una riunione degli Alcolisti Anonimi, per trovare la forza di liberarsi – almeno in apparenza - da una dipendenza che gli sta rendendo la vita un inferno. La verità, però, è molto diversa, perché dopo qualche vignetta scopriamo che Francis, questo il nome del protagonista, benché all’inizio si faccia chiamare Ruben, è in realtà un super-eroe, anche se parecchio sui generis. I suoi poteri, infatti, si manifestano solo assumendo ogni genere di sostanza stupefacente (sono sufficienti semplicemente la caffeina e la nicotina), che, tuttavia, non lo lasciano indenne dagli effetti collaterali, che quei prodotti provocano nelle persone normali. Ed è proprio questo ad averlo spinto a “disintossicarsi”, soprattutto dopo che la sua ragazza Nikki è rimasta scioccata nel vederlo perdere il controllo a seguito dell’abuso di droghe e alcol.

Poche righe di trama, più che sufficienti a far intuire l’originalità del soggetto, ma che, per contro, non rivelano quanto il ventinovenne Cates del 2013 fosse già uno storyteller di alto livello e dallo stile non così differente da quello dell’apprezzatissimo autore che è diventato oggi. L’attuale scrittore di Venom e Thor è, infatti, noto per la grande capacità con cui riesce a contaminare le sue storie con elementi presi da diversi generi narrativi, tanto che Babyteeth e Redneck (forse i suoi progetti creator owned più noti) sono molto più che due serie horror, così come anche i prodotti più mainstream realizzati per la Marvel sono difficilmente etichettabili come semplici fumetti di super-eroi. Considerazione ancora più vera per Buzzkill, in cui gli scontri tra buoni e cattivi hanno una semplice funzione accessoria, necessaria a portare in primo piano i tormenti interiori del protagonista. Paradossalmente, tuttavia, questi ultimi vengono quasi del tutto oscurati da un’ironia distribuita in dosi massicce, caratterizzata, oltretutto, da una forte componente parodistica, che sembra evocare sia l’irriverenza di Garth Ennis (omaggiato con una grottesca reinterpretazione della Justice League, che richiama i Sette di The Boys) che la bonaria demenzialità di Hero Squared del duo Keith Giffen/J.M. DeMatteis (autori anche di una celebre versione scanzonata della vera Justice League, dagli stessi toni), resa esplicita soprattutto dalla figura del Dottor Blaqk (una bizzarra rivisitazione del Dottor Strange della Marvel) e nei pungenti scambi di battute tra i personaggi, utilizzati perlopiù per prendere di mira – sebbene in maniera benevola - molti cliché supereroistici.

Buzzkill 2

Lo sceneggiatore texano, però, ci ha abituato a commedie dal sapore agrodolce, una caratteristica che scopriamo essere già presente in Buzzkill e che trova il suo compimento nello struggente e, per certi versi, inaspettato finale. Quest’ultimo, se da un lato conferma l’abilità con cui Cates riesce a cambiare più volte registro nella stessa storia, dall’altro mostra un ulteriore tema ricorrente delle sue opere. Infatti, a dispetto di scenari dark popolati da vampiri, demoni e mostruosità di ogni genere, con cui il cartoonist americano sembra avere un feeling particolare, raramente nei lavori da lui firmati si respira un clima disperante, in quanto i suoi “eroi” sono sempre dei personaggi positivi e - benché dotati di una buona dose di ambiguità -  capaci, nel momento opportuno, di mostrare il lato migliore di sé stessi, anche a costo di rimetterci. È questo il caso di Francis, consapevole delle conseguenze che comporta il consumo di stupefacenti, ma più interessato al bene che ne può derivare per il resto della comunità. La reale dipendenza del giovane protagonista, pertanto, non è verso droghe e alcol, bensì verso gli atti di eroismo, di cui proprio non riesce a fare a meno.

Una costrizione psicologica che scaturisce dalla volontà di distinguersi in maniera netta dall’ingombrante figura paterna, che ha segnato in negativo la sua infanzia. Si tratta, in sostanza, di una brillante rilettura del motto “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” che se per Peter Parker nasce dal rimorso per aver causato indirettamente la morte di suo zio Ben, per Francis diventa il desiderio di essere quella persona che suo padre non è mai stato. Quindi, anche lo strampalato programma dei dodici passi seguito dal protagonista si rivela, di fatto, un tortuoso percorso per riaffermare con forza il proprio modo di essere, fino alle estreme conseguenze. Una tematica complessa che testimonia la predisposizione di Cates a voler far convivere costantemente nei suoi testi leggerezza e profondità, sebbene difficilmente questa caratteristica venga percepita nelle sue storie per la Marvel, dove a prevalere è spesso il semplice aspetto ludico.

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Passando ai disegni, se Buzzkill ha rappresentato il primo vero banco di prova per Cates, lo stesso si può dire per Geoff Shaw, che prima di questa miniserie, poteva vantare solo una breve storia per Batman e poco altro. Diventato poi complice dello sceneggiatore texano in diversi altri progetti, in questo si può già apprezzare quel segno spigoloso e fortemente graffiato (una versione anarcoide e più sporca del tratto di Sean Murphy che ricorda parzialmente anche il Sam Kieth delle origini), ulteriormente affinato nel successivo God Country, ma parecchio smorzato nei suoi lavori per la Marvel. L’artista che nella minisaga Thanos vince e, ancora di più, nel primo ciclo dei Guardiani della Galassia di Cates, è sembrato un po’ indeciso sullo stile da adottare – anche se capace di mantenere un certo dinamismo nelle scene d’azione e una discreta espressività nei personaggi - in Buzzkill mostra che, all’epoca dell’uscita della miniserie, padroneggiava già piuttosto bene la costruzione delle tavole e sapeva lavorare in perfetta sinergia con i testi del suo partner creativo, modellando il proprio tratto in base al grado di drammaticità degli eventi. Nei due titoli Marvel citati prima, infatti, a essere tenuto maggiormente sotto controllo era l’elemento caricaturale dei suoi disegni, ma in questo modo anche la carica umoristica della sceneggiatura tendeva ad affievolirsi, facendo passare quasi in secondo piano quello che è uno dei punti di forza dello scrittore americano.

Una curiosità prima di chiudere: Cates ha più volte dichiarato che, allo stesso modo di Stephen King - che ama avere il Maine come scenario delle sue opere - a lui piace ambientare le sue storie in Texas, stato dove è nato e cresciuto e dove tuttora vive. In Buzzkill, però, fa addirittura di più, perché in alcune vignette fa comparire il bar Posse, locale che esiste realmente, dove il nostro Donny ha lavorato per circa cinque anni, prima di iniziare la sua carriera nei fumetti.

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Saldapress: in uscita Buzzkill di Donny Cates, Mark Reznieck e Geoff Shaw

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Uscirà il prossimo 1° aprile per Saldapress Buzzkill, graphic novel targato Image Comics ad opera di Donny Cates, Mark Reznieck e Geoff Shaw. Trovate di seguito tutti i dettagli del volume.

"Dei supereroi è stato ormai raccontato tutto?

Verrebbe da rispondere di sì, pensando alle decine di migliaia di storie uscite da quando sono stati creati per la prima volta e considerando l’eccezionale successo ottenuto negli ultimi dieci o quindici anni dai cinecomic.

Eppure, proprio questa eccezionale vitalità testimonia il fatto che le cose da raccontare continuano a essere moltissime. E gli autori che si cimentano con l’impresa sempre nuovi. Tra quelli che si sono imposti con più forza negli ultimi anni c’è sicuramente Donny Cates e saldaPress ha deciso di portare in Italia da giovedì 1 aprile uno dei suoi lavori più interessanti.

Stiamo parlando di BUZZKILL - IL POTERE DELL'EBBREZZA (pagg. 108, cartonato, euro 19,90), un graphic novel di caduta e rinascita scritto da Donny Cates insieme al musicista Mark Reznicek e disegnato dal talentuoso Geoff Shaw.

Ruben è un supereroe assolutamente non convenzionale dato che i suoi poteri derivano dal consumo di alcol e droghe illegali. Ma un giorno, di fronte a una minaccia in grado di porre fine al mondo, Ruben beve così tanto da svenire. Quando si riprende, scopre di aver salvato il mondo, ma non ha assolutamente idea di come abbia fatto nè ricorda il perché.

E così, anche se ciò significa rinunciare ai suoi super poteri, Ruben decide di iniziare un percorso di disintossicazione. Una scelta questa che lo aiuterà a mettere insieme non solo gli eventi di quel blackout ma anche i frantumi della sua vita di alcolizzato e tossicodipendente. Comico e tragico al tempo stesso, BUZZKILL è sia una metafora della dipendenza che una nuova e originale rilettura della figura del super eroe.

Appuntamento dunque giovedì 1 aprile con BUZZKILL in fumetteria, in libreria e nello shop online del sito saldapress.com."

Buzzkill cover sito

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I dettagli dell'edizione italiana dell'evento Marvel King in Black

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Sul nuovo numero di Anteprima, Panini Comics ha annunciato l'edizione italiana dell'evento Marvel Comics King in Black di Donny Cates e Ryan Stegman. La saga verrà presentata a partire dal 15 aprile sulla collana Marvel Miniserie in albi da 48 pagine spillati. Disponibile, inoltre, una versione variant da 25€ con t-shirt.

"La marcia mortale di Knull arriva sulla Terra e, peggio ancora, non è venuto da solo!" recita la sinossi diffusa dalla Marvel. "Con un esercito di centinaia di migliaia di draghi simbionti al suo comando, il "Re in Nero" è una forza diversa da tutte quelle che gli eroi della Terra abbiano mai affrontato. Eddie Brock, aka Venom, ha visto in prima persona il caos che anche solo uno dei mostri simbiotici di Knull può provocare: sopravviverà a un incontro con lo stesso Dio dell'Abisso? Donny Cates, Ryan Stegman, JP Mayer, Frank Martin e Clayton Cowles di VC realizzano il capitolo definitivo della loro saga di Venom durata due anni e che ha cambiato tutto ciò che pensavi di sapere sui simbionti!"

Knull, ricordiamo, è il dio malvagio dei Simbionti, ovvero la razza aliena a cui appartiene Venom, che l'autore ha creato insieme a Stegman e che già scritto per le serie di Venom - appunto -, Silver Surfer: Black e Guardians of the Galaxy. Il personaggio si scontrerà con i principali eroi Marvel, fra cui i Vendicatori, gli X-Men e naturalmente, Eddie Brock/Venom.

Di seguito tutti i dettagli di King in Black #1 annunciati su Anteprima.

Panini MARVEL A354 02

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Donny Cates e Ryan Stegman salutano Venom col numero 200

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Dopo la conclusione dell'attuale crossover King in Black della Marvel, lo sceneggiatore Donny Cates e il disegnatore Ryan Stegman concluderanno la loro run su Venom il numero 200 in uscita ad aprile.

Venom #200, come riportato da IGN, sarà un doppio albo speciale e, oltre a Cates e Stegman, ospiterà un elenco di artisti ospiti al momento non annunciati.

"Sia King in Black che i tie-in di Venom sono strutturati per dare davvero, davvero, davvero un nuovo status quo, per restituire o aggiungere cose al panorama Marvel", spiega Cates.

"Finora siamo stati piuttosto distruttivi. Finora abbiamo portato via le cose. Quindi, senza dire troppo, la trama di Venom che segue gli eventi di King in Black è davvero un'occasione per essere un po' più introspettivi e per ottenere qualcosa di un po' più "surreale" - è forse la parola giusta per questo - e andare nelle profondità del vuoto, nell'abisso di Knull, e vedere cosa c'è dentro e sentire davvero la sofferenza."

Cates afferma che la fine della sua run era già prevista da tempo ed è quasi un caso che si allinei con il numero 200 della serie.

"Questa è la nostra storia e siamo davvero molto orgogliosi di quello che abbiamo realizzato e di vederla proseguire. Lasciare che qualcun altro abbia la possibilità di raccontare la sua storia. Questo non è un funerale, ma è una celebrazione. Ryan e io stiamo preparando alcune cose che pensiamo che la gente apprezzerà davvero".

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