Lo storico Diamond Comic Distributors ha dichiarato bancarotta
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Diamond Comic Distributors, Inc. ha ufficialmente richiesto il fallimento sotto il Chapter 11, un'azione legale che permette alle aziende di ristrutturarsi mentre continuano a operare. Questa notizia arriva in un momento in cui molte case editrici, tra cui BOOM! Studios, Image, Marvel, DC, IDW e Dark Horse, hanno deciso di interrompere i contratti di esclusiva con Diamond (che per decenni aveva una sorta di monopolio) per distribuire i loro fumetti attraverso altri canali. Questa tendenza ha messo sotto pressione Diamond, una delle principali distributrici di fumetti negli Stati Uniti.
Il presidente di Diamond, Chuck Parker, ha inviato una lettera a negozi di fumetti e editori per confermare la dichiarazione di bancarotta e l'intenzione dell'azienda di vendere se stessa e le sue consociate a Universal nei prossimi mesi. La decisione di dichiarare bancarotta è stata preceduta dalla chiusura del centro di distribuzione di Plattsburgh a inizio dicembre, una mossa che ha creato preoccupazione tra editori, proprietari di negozi e lettori. La chiusura di Plattsburgh, che era un pezzo fondamentale dell'infrastruttura di Diamond, è avvenuta senza preavviso, poco prima dell'inizio della stagione natalizia, periodo cruciale per le vendite. Questo ha creato disagi nelle consegne e ha reso evidente che Diamond stava affrontando gravi difficoltà nel gestire la propria rete distributiva.
Chris Powell di Diamond ha riconosciuto pubblicamente che il processo di distribuzione non stava funzionando come previsto e che era necessaria una ristrutturazione. Tuttavia, ha anche sottolineato che apportare modifiche richieda tempo, con l'azienda che ha dovuto testare nuove strategie per adattarsi alle esigenze del mercato, cercando di ridurre al minimo l'impatto sui rivenditori.
La situazione di Diamond riflette un cambiamento più ampio nel settore del fumetto, in cui le case editrici cercano maggiore indipendenza e accesso a una rete di distribuzione più ampia, senza legarsi esclusivamente a un unico distributore. Questo movimento ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità del modello di distribuzione tradizionale e sull'evoluzione del mercato dei fumetti in Nord America.
(Via CBR e Bleeding Cool)