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Fight Club 2

Bao Publishing porta in Italia il sequel ufficiale della famosa opera di Chuck Palahniuk, Fight Club. L’autore cambia mezzo e approda nell’universo comics e lo fa con la sua opera più famosa, vuoi per esigenze personali (volersi scrollare il peso di un personaggio che è al di sopra di tutto e di tutti e che ha influenzato due generazioni) vuoi per sfruttare l’opportunità presentatosi, il controverso Chuck decide che il fumetto è il modo migliore per raccontare le vicende. Gli eventi si svolgono 10 anni dopo quelli del libro (sì è il sequel del libro e non del film come lui stesso ci tiene a precisare). Scopriamo già dalla prima tavola il fantomatico nome del protagonista mai pronunciato fin ora: Sebastian. Vive con Marla Singer e il loro figlio. Tyler ormai è scomparso nella sua psiche grazie a farmaci inibitori, ma le cose non sono così rose e fiori. La prima a risentire della sua mancanza è la stessa Marla che rivuole indietro l’uomo di cui si è innamorata (Sebastian/Tyler?) e inizia il suo piano di riacquisizione. Abbassa e sostituisce i dosaggi delle pillole così che il protagonista inizia ad avere i primi sintomi di dissociazione. Il mondo anche è andato avanti, ma il piano mayhem è andato oltre ormai (divenendo Rize or Die), Tyler è un dio venerato e il suo manifesto e propaganda si sono diffusi in tutto il pianeta. Da qui parte l’intreccio creato dall’autore che si svolgerà su diversi piani, nel senso che verrà abbattuto il concetto di meta-narrazione per passare ad una sovra-meta-narrazione. L’idea è geniale, la strutturazione un po’ meno. I capitoli iniziali filano liscio ma da metà opera inizia una fase un po’ confusionale. L’intreccio metanarrativo risente poco di problematiche fino a quando iniziano i riferimenti sovra-meta-narrativi. Lì è il caos o volendo esagerare meno, un po’ caotico.

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Spieghiamo meglio. Oltre ad una narrazione sulla narrazione, si inserisce la narrazione del narratore che narra della narrazione nella narrazione. Sembra uno scioglilingua ma la strutturazione è questa. In poche parole l’autore crea un parallelismo tra la narrazione nel romanzo e quella sul romanzo ovvero il fenomeno culturale che ha scatenato. Una creatura sfuggita al suo autore divenuta ormai un’entità alla mercé e controllo dei suoi fan. Tyler Durden ormai è un prodotto delle persone, una proprietà della cultura, non sottostà più al suo creatore. La mossa di Palahniuk è stata inaspettata, quasi a voler riprendersi quel potere ormai perso. La realtà però è che i suoi personaggi sembrano ormai irrimediabilmente sfuggiti al suo controllo.

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Superato lo scoglio centrale inizia ad essere chiaro l’intento dell’autore. Il problema però è qui. Lo stile sincopato di Palahniuk lo si riconosce ma si nota che è un approccio narrativo più da romanzo che da fumetto. La sua inesperienza con una sceneggiatura da comics purtroppo è palese. Non che sia grave nel senso che pur essendo la sua prima opera fumettistica, pur affrontando un onere di quel genere essendo un'opera cult non da poco, fa il suo dovere meglio di parecchie opere in circolazione. Ha una core story buona ma tessuta non al massimo della sua potenzialità. Le vicende di Marla in Africa hanno senso all'interno del racconto (come Palahniuk stesso dice in modo intelligente ma strutturato non in maniera del tutto geniale) solo come aiuto alla sottotrama dove l'autore sfonda la quarta parete.

Buona parte del merito dell’opera va a Cameron Stewart che con le sue tavole rende un più agevole benvenuto ai comics a Chuck. Stewart sa come fare il suo mestiere e lo fa in maniera egregia. Tavole che mandano in tilt con vignette semicoperte da petali o pillole quasi come se fossero effetti con realtà aumentata. Scelta che rende bene l’idea della metanarrazione dai toni distopici. Altre finezze sono i baloon con sovralettering, che rende la lettura di parole e frasi impossibile, ovviamente tutto è voluto e fatto in maniera perfetta, per dare l’idea della confusione e del caos della mente dei personaggi. Le illustrazioni di David Mack sono puro spettacolo. Sintetizzano perfettamente ogni capitolo con un’immagine ad hoc che esalta lo spirito un po’ confusionario della trama. Solo le sue cover valgono l’intero volume.

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L’edizione di Bao è curatissima sotto ogni punto di vista. Un cartonato sia regular che variant (solo per Feltrinelli e a tiratura limitata) che esalta perfettamente la portata dell’opera.
Fight Club 2 è un’opera necessaria ai lettori accaniti di Palahniuk e godibile per gli amanti sia del genere che di storie metanarrative. Non all’altezza di esperti in materia quali Grant Morrison e Alan Moore ma di esempio per come la tecnica sia importante (e purtroppo a Palahniuk manca ancora) per costruire una trama metanarrativa di spessore, indipendentemente dall’idea geniale o meno.

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Anteprima di Jessica Jones #1 di Brian Bendis, Michael Gaydos e David Mack

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Vi abbiamo già parlato del ritorno di Jessica Jones con una serie regolare realizzata dal team originale della storica Alias, ovvero creatori Brian Bendis, Michael Gaydos e David Mack.

È stata ora diffusa un'anteprima del #1 di Jessica Jones, che potete vedere nella gallery in basso. L'albo uscirà ad ottobre, ecco la sinossi:
Lei è tornata dopo un decennio! Molto è cambiato nel Marvel Universe e ci sono ancora molti segreti che si nascondono nelle ombre. Segreti solo una donna speciale come Jessica Jones può sperare di scoprire. Scopri i segreti inquietanti del passato di Jessica in questa nuova serie. Alias ​​investigazioni è aperta.

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Nuova serie di Jessica Jones di Brian Bendis, Michael Gaydos e David Mack

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Che la Marvel avesse in cantiere una nuova serie con protagonista Jessica Jones che coinvolgesse l'originale team creativo, lo sapevamo da mesi. Oggi però, grazie a IGN ne abbiamo la conferma.

Brian Michael Bendis, Michael Gaydos e David Mack torneranno a scrivere nuove avventure di Jessica Jones a ottobre per il nuovo ciclo Marvel NOW!

A IGN Bendis racconta che tutti i rapporti di Jessica sono alterati e che scopriremo pian piano perché. Ecco la sinossi completa dell'albo:
"Lei è tornata dopo un decennio! Molto è cambiato nel Marvel Universe e ci sono ancora molti segreti che si nascondono nelle ombre. Segreti solo una donna speciale come Jessica Jones può sperare di scoprire. Scopri i segreti inquietanti del passato di Jessica in questa nuova serie. Alias ​​investigazioni è aperta.

 

Jessica Jones 001 by David Mack

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Jessica Jones: Bendis, Gaydos e Mack tornano su Alias

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Come riportato da CBR, Alias, la serie che ha lanciato il personaggio di Jessica Jones, sta per tornare con il team di autori originale, ovvero Brian Michael Bendis ai testi, Michael Gaydos alle matite e David Mack alle cover.

Al panel "Next Big Thing" all'Emerald City Comic Con, Bendis ha confermato che un seguito della sua saga con Jessica Jones è in cantiere. Alla domanda su un potenziale sequel di Alias, infatti, Bendis ha risposto: "Questo non è un annuncio ufficiale, ma ti dirò, in attesa di esso: sì."

Bendis ha rivelato che sta aspettando che Michael Gaydos finisca un graphic novel, perché vuole farlo con il team originale, incluso David Mack sulle copertine. L'autore aggiunge, inoltre, che inizierà a lavorarci dopo Civil War II e che resteremo sorpresi dal primo numero, così come è rimasta colpita Melissa Rosenberg, che gestisce il programma televisivo, quando ha parlato con lo sceneggiatore.

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