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A Roma la nuova edizione di CRACK! fumetti dirompenti dal 20 al 23 giugno

  • Pubblicato in News

Riceviamo e pubblichiamo:

FORTEPRESSA
LA BAGARRE
presentano
CRACK! FUMETTI DIROMPENTI
CRACK! APERTO

XIV FESTIVAL INTERNAZIONALE
DI ARTE DISEGNATA E STAMPATA

Poster art: SANDRA GHOSN

Crack! è il festival autoprodotto e autoconvocato di fumetto e arte stampata e disegnata più importante del pianeta Terra. Dal 2005 si svolge ogni anno a Giugno a Roma, nel Forteprenestino, il più grande squat d’Europa occupato dal 1986. Non ci sono esclusioni o selezioni, nè stand o partecipazioni di editori che non siano indipendenti. E’ frutto del più grande lavoro di network e interconnessione che sia mai stato messo in moto nell’underground. Si muove in uno spazio di cooperazione e condivisione, nel rifiuto del copyright e a sostegno di pratiche plagiariste e di mash-up. Crack! just take part.

All that
was taken
from me
is still here

Tutto quello
che è stato preso
da me
è ancora qui
- Nayyirah Waheed

Lo spazio è fondamentale in ogni forma di vita comunitaria; lo spazio è fondamentale in ogni esercizio di potere.
- Michel Foucault

In larga misura la colonizzazione consiste in un'opera costante di separazione - da una parte il mio corpo vivente e dall'altra tutti quei corpi-cose che gli stanno intorno; da una parte la mia carne d'uomo per la quale esistono per me tutte quelle altre carni-cose e carni da macello. Da una parte me - struttura senza paragoni e punto zero di orientamento del mondo - e dall'altra gli altri con cui non posso mai fondermi completamente, che posso ricondurre a me ma con i quali non potrò mai avere rapporti di reciprocità e di mutuo coinvolgimento.
- Achille Mbembe


“Sono fuggito dalla mia terra, il Sudafrica, perché la persecuzione razziale ha distrutto la mia famiglia, dilaniato i miei affetti, sconvolto la mia esistenza. Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un'accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barbarie e pregiudizi. E invece sono deluso.
Questo è un Paese in cui avere la pelle scura è un limite alla convivenza civile. Il razzismo è anche qui: è frutto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane contro chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi immigrati del Terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro Paese, ma sembra che ciò non abbia peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato e allora si accorgeranno che esistiamo.
I bianchi ti sfruttano, non ti danno l'acqua per lavarti e ti trattano da sporco negro. Nelle campagne si respira un'aria molto pesante. I padroni sono diventati arroganti, violenti e crudeli. Tirano fuori il fucile per nulla. Nei paesi siamo vittime di aggressioni, rapine, episodi di intolleranza. La polizia non ci protegge, anzi guarda ai negri con sospetto.”

1989, parole di Jerry Masslo, 30 anni. Raccolte in video pochi giorni prima che venisse ucciso a Villa Literno in un assalto di quattro ragazzi incappucciati, piombati nel dormitorio dei lavoratori stagionali per derubarli del mensile appena preso. Masslo era uno studente ribelle contro l’apartheid: costretto a riparare in Italia dopo aver messo in salvo quel che restava della sua famiglia arriva a Fiumicino con un aereo di linea, e chiede asilo. Ma resta sospeso in un limbo, impedito a ripartire per raggiungere moglie e figli in Canada. Immigrato in Italia senza volerlo. Aveva trenta anni e trenta anni sono passati da allora. Il suo funerale fu di stato. Si fece una legge per aprire i centri di accoglienza (prima versione dei campi CIE di oggi). È sepolto in una tomba anonima nel cimitero comunale, un’associazione porta il suo nome e lavora in sua memoria.
Crack!, il festival internazionale di fumetto underground, di arte disegnata e stampata, al Forte Prenestino CSOA di Roma dal 20 al 23 giugno, dedica a Jerry Masslo la sua quindicesima edizione. Il festival affronta il secondo capitolo sul decolonialismo con il tema Aperto, una riflessione sul doppio dello spazio: luogo di vita comunitaria e luogo di espressione di potere.

La colonizzazione è una matrice di potere che consiste in un'opera costante di separazione e coinvolge i corpi, come abbiamo discusso nella passata edizione del festival, e lo spazio dove i corpi esistono. Campi di rifugiati, campi profughi, accampamenti di migranti, campi per stranieri, aree di sosta per persone in attesa, zone di transito, centri di identificazione e detenzione, centri di accoglienza per richiedenti asilo, centri di accoglienza provvisoria, villaggi per profughi villaggi di inserimento migranti, ghetti, giungle, alloggi, case per migranti: con qualunque nome il campo è una forma di governo del mondo e la misura della negazione della possibilità di movimento che il capitale e i governi operano sui corpi razializzati e colonizzati. In un mondo dove il Mercato è la sola nuova Nazione che unisce tutto, gli stati generano muri, separazioni, e zone d’ombra al di là da queste, campi grigi dove i corpi sono carne da macello, spogliati di vita e soggettività.

Aperto è prima di tutto una domanda e un diritto, l’abolizione delle separazioni. Aperto è per la riconnessione di sé all’altro, per una ricerca profonda di rapporti di reciprocità e di mutuo coinvolgimento. Ora la bolla che ci avvolge emana sempre più numerose spore neocolonialiste che si trasformano in comportamenti più crudeli, arroganti e violenti. Ora si produce sfruttamento di ancora più densa ferocia. Ora è necessario per ciascun autore e per ciascun autoproduttore, mettersi in discussione, operare un’autocritica profonda. Decidere come suggerisce Gloria Anzaldùa di sganciarsi dalla propria “cultura dominante, cancellarla come causa persa una volta per tutte, e attraversare il confine per entrare in un territorio completamente nuovo e separato” nello spazio ristretto che sta al di là di ogni muro. E rompendo la separazione colonialista, rivedersi e ritrovarsi per costruire estese prospettive di condivisione con la forza collettiva che possiamo sprigionare. Questo può cambiare le Borderland e le terre protette del Mercato per sempre. “Il futuro apparterrà alla mestiza. Poiché il futuro dipende dalla capacità di stare a cavallo fra due o più culture”.

“PER SOPRAVVIVERE NELLE TERRE DI CONFINE
DEVI VIVERE SIN FRONTERAS
ESSERE INCROCIO”

Programmazione:

Giovedì 20 giugno 2019
19:00 - VODKATHEDUCK ERZULIE & LADY MARU JOOKLO DUO BEAT SOUP CRISTIANO CAROSI CHRISTIAN MUELA COBOL PONGIDE

Venerdì 21 giugno 2019
18:00 - EVA GEIST RUI SILVA / TROPICAUSTICA LUA PRETA KARIMA 2G PRODUKKT BEAT SOUP TESTA CODA MAGIC MOMENT BACK FROM TH

Sabato 22 giugno 2019
17:00 - GNOZO LAB URBANO STREGONI IBAAKU ALEXA D SASTER POL G AMANDA LUNA FIESTA EN EL VACIO DRYWUD DJ BALLI

"Dove voi vedete confini,noi vediamo orizzonti" 22 giugno performance live dalle ora 17:00 con Amin Nour E Diana Pesci #notoracism
https://www.facebook.com/csoaforteprenestino/photos/a.942518752530792/2216020875180567/?type=3&theater

Domenica 23 giugno 2019
17:00 - LAB HIP HOP METICCIO - NEMA GIOCHI PENOSI - POL G

C.S.O.A. Forte Prenestino
via Federico Delpino - Centocelle – Roma
Web: www.forteprenestino.net
Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
tram 5-19-14 - bus 542-544 - metro C: fermate Gardenie e Mirti

Il Forte Prenestino è un centro sociale occupato e autogestito dal 1986. E’ un centro sociale, un luogo di socialità, incontro, divertimento e organizzazione del tempo collettivo, di scambio di idee, visioni, energie e di saperi. Il Forte sperimenta un'organizzazione del proprio spazio e delle proprie attività basata sulla libera associazione di individui uniti/e da una progettualità e da un'etica condivisa. E' per questo che il forte sperimenta il non-lavoro e modelli di vita autogestiti, sperimenta un’altra socialità e un'altra economia perché è parte una realtà immensa e variegata, di chiunque combatta ogni giorno perchè sia possibile un altro mondo, fatto di individui liberi/e uguali e solidali. Per questo il forte è antifascista, antisessista, antirazzista, antiproibizionista.

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