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Reboot cinematografico per La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore

  • Pubblicato in Screen

Tracking Board annuncia che la 20th Century Fox ha intenzione di riportare sullo schermo la serie a fumetti de Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore e Kevin O'Neill dopo il film del 2003 con Sean Connery. L'idea è quella di realizzare un franchising, John Davis (Chronicle, The Man from U.N.C.L.E) è a bordo del progetto come produttore.

Ricordiamo che il gruppo di eroi riunisce alcuni personaggi della letteratura vittoriana quali il capitano Nemo, il dottor Henry Jekyll, Mina Murray, Allan Quatermain, l'uomo invisibile e Mycroft Holmes. Nel 2013 lo scrittore Michael Green (Green Lantern, Heroes, Smallville) progettò un adattamento televisivo della serie, mai andato in porto.

Il fumetto de La Lega degli Straordinari Gentlemen è pubblicato in Italia da Bao Publishing.

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Providence: Alan Moore ci parla di Lovecraft in due video

  • Pubblicato in News

Pochi giorni ancora e finalmente la nuova opera di Alan Moore sarà disponibile per il mercato USA. Esce, infatti, il prossimo mercoledì 27 maggio il primo numero di dodici di Providence, di cui vi abbiamo già parlato in precedenti articoli, terzo capitolo della trilogia ambientato nel mondo di H. P. Lovecraft, realizzato insieme all'artista Jacen Burrows.

Edita dalla Avatar Press, come le precedenti opere The Courtyard e The Neonomicon, anche Providence è ispirata al lavoro dello scrittore horror Lovecraft, di cui Moore ci parla nei video che trovate in basso, realizzati da Mitch Jenkins.

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A settembre vedremo il Miracleman di Neil Gaiman e Mark Buckingham

  • Pubblicato in News

Fin dal suo annuncio, la Marvel aveva promesso che avrebbe proseguito la ristampa di Miracleman con numeri inediti realizzati da Neil Gaiman e Mark Buckingham. Dopo la run scritta da Alan Moore (che in queste edizione è accredito come "Lo scrittore originale", Gaiman e Buckingham presero le redini della testata a partire dal numero 17 e la portarono avanti fino al #24, albo con cui la Eclipse interruppe le pubblicazioni.

Ora, al C2E2 di Chicago, la Marvel è tornata sull'argomento dichiarando che da settembre rivedremo gli albi, in versione ricolorata, realizzati da Gaiman & Buckingham. A questo punto, è facile intuire che per la primavera/estate del 2016 dovrebbero esordire gli inediti.

Il numero #1 avrà una variant realizzata da Simone Bianchi, che potete vedere qui di seguito, e una variant "jam" illustrata da Garry Leach, Alan Davis, John Totleben e Rick Veitch, tutti artisti che hanno lavorato con Moore durante la sua run su Miracleman.

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Swamp Thing di Alan Moore: 1 - Grandi Opere Vertigo

Corre l’anno 1983 e la scena dei comics americani è dominata dalla Marvel. La cura di Jim Shooter, eccentrico e dispotico editor in chief,  iniziata alla fine del decennio precedente, ha sortito i frutti sperati partorendo cicli fondamentali nella storia del fumetto americano come Uncanny X-Men di Chris Claremont & John Byrne, Daredevil di Frank Miller, Fantastic Four di Byrne e Thor di Walt Simonson. I fumetti DC, ancora realizzati da vecchie glorie della Silver Age come Curt Swan o da vecchi leoni come Gerry Conway, Gene Colan e Don Heck, transfughi dalla Marvel a seguito dell’instaurazione del regime Shooter, appaiono inevitabilmente in ritardo se confrontati con le memorabili run sopra citate. Ma è solo la quiete prima della più grande tempesta che sconvolgerà il fumetto americano degli anni '80 e che passerà alla storia come British Invasion: apripista di questa vera e propria rivoluzione stilistica e di contenuti sarà un giovane scrittore dal futuro luminoso, Alan Moore.

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Moore, inglese di Northampton, nel 1983 è pressoché uno sconosciuto per il mercato americano, ma il suo lavoro sulle celebri riviste antologiche inglesi 2000AD e Warrior, attira l’attenzione di Len Wein, editor della DC. Wein, con un passato importante di scrittore alla Marvel (sua l’ideazione, tra gli altri, del personaggio di Wolverine), è preoccupato per le sorti di The Saga of The Swamp Thing, testata dedicata al personaggio della Cosa della Palude, character dalle storie a tinte horror da lui stesso creato un decennio prima per le matite di Bernie Wrightson. Nonostante un film dedicato al personaggio diretto da Wes Craven uscito l’anno precedente, le vendite colano a picco, nel disinteresse generale. Wein, all’epoca editor della testata, si mette alla ricerca di uno scrittore che possa portare nuova linfa vitale alla serie e la scelta ricade sul giovane Moore. L’editor americano era infatti un sincero estimatore del lavoro seminale di Moore su serie come Marvelman (dove aveva iniziato il discorso del revisionismo dei supereroi, successivamente ampliato nei lavori americani) e V for Vendetta. Siamo lontani dall’epoca di Internet e dei Social Network, ma Wein riesce a procurarsi il numero di telefono di Moore e a formulargli la fatidica proposta. Dopo un’iniziale incredulità, Moore accetta e il resto è storia.

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Il primo volume della nuova edizione Deluxe, curata da Rw Lion, contiene gli episodi 20-27. Con l’episodio 20, spesso saltato nelle prime raccolte della saga, Moore chiude le trame sviluppate dal precedente sceneggiatore: l'episodio 21, la seminale Lezione di anatomia, è unanimemente considerato lo starting point dello sceneggiatore di Northampton. In sole 23 pagine Moore sconvolge completamente il mondo della Cosa della Palude, operando un ribaltamento di prospettiva mai visto fino ad allora nel fumetto supereroistico americano. Alla fine dell’episodio Swamp Thing non è più un essere umano tramutato in mostro da un esperimento scientifico andato storto, ma l’avatar di una forza primordiale, il Verde, contrapposto al Rosso, il mondo animale. La sua ricerca non è più quella dell’umanità perduta (o, come scoprirà, mai posseduta perché innesto artificioso di ricordi non propri) ma, alla luce di questa drammatica scoperta, quella del proprio posto nel mondo. Swamp Thing di Moore è probabilmente il primo fumetto mainstream ad avere una fortissima connotazione ecologista e ambientalista, anticipando di pochi anni l’Animal Man di Grant Morrison. Memorabile la rappresentazione della Justice League, ritratta come un consesso di semidei che discute delle cose degli uomini con distacco, chiusi nel loro satellite in orbita intorno alla Terra: menzione speciale per la descrizione di Flash, che Moore definisce in poche parole “un uomo che si muove così velocemente che la sua vita è una galleria infinita di statue”.

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Sono stati scritti saggi sulla prosa di Alan Moore e non ci dilungheremo ulteriormente nell’analisi, ma a una rilettura di queste storie dopo tanti anni appare evidente il motivo di un impatto tale da cambiare il corso della storia del fumetto americano: una scrittura simile, che non è azzardato paragonare allo stream of conscioussness della letteratura Joyciana, non aveva mai nobilitato le didascalie di un fumetto prima di allora. Quindi ecco perché Swamp Thing, ecco perché oggi: i volumi di questa nuova edizione deluxe ci danno l’occasione di riscoprire l’opera che ha importato negli States il discorso del revisionismo supereroistico, cominciato da Moore in patria col celebre Marvelman/Miracleman, e che porterà da li a pochi anni al trionfo di Watchmen, allo sbarco nel mercato americano di altri giovani sceneggiatori inglesi come Neil Gaiman, Grant Morrison, Peter Milligan e Jamie Delano, e alla conseguente creazione di una sottoetichetta dedicata ai loro lavori, la Vertigo.

Non si possono non citare le matite dettagliate di Stephen Bissette e le chine ombrose ed evocative di John Totleben, che si amalgano alla perfezione alla prosa di Moore nella sua rappresentazione di un mondo fatto di paludi, misteri e strani incontri.
Una ristampa preziosa per un’opera imperdibile, che non ha perso nulla del suo impatto dirompente.

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