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Wonder Woman perde il suo ruolo di ambasciatrice per le donne dell'ONU

Dopo l'annuncio ufficiale avvenuto il 21 ottobre 2016, l'ONU rinuncia dopo poco meno di due mesi alla figura dell'eroina del fumetto internazionale, nonché icona femminile, Wonder Woman, nel ruolo di ambasciatrice per le donne rappresentante delle Nazioni Unite. Una scelta che ha fatto molto discutere, così come non era stata ben vista la sua nomina. Ma perché si è arrivati a tale scelta?

"Dal punto di vista delle Nazioni Unite, non c'è mai stata l'intenzione di prolungare tale incarico più di quanto stato fatto", ci tiene a sottolineare Jeffrey Brez, a capo delle relazioni e del patrocinio delle NGO, adducendo a questa motivazione una serie di esempi passati che hanno visto personaggi fantastici occupare il ruolo di ambasciatore durati ben meno di qualche mese, come successo per esempio con un personaggio di Andry Birds che ha ricoperto il ruolo di ambasciatore per l'ambiente per un solo giorno.

Perché l'ONU non è per nulla nuovo a scegliere personaggi non reali per tali ruoli: Winnie the Pooh nel 1997 è stato ambasciatore onorario per l'amicizia, mentre Campanellino lo è stata per l'ambiente nel 2009.
Ovviamente Warner Bros. e DC Entertainment hanno fatto sapere che sono stati molto onorati di aver avuto uno dei loro personaggi più noti in tale ruolo, anche se solo per poco tempo, soprattutto perchè il 2017 è l'anno del 75° anniversario dalla nascita di Wonder Woman, per il quale sono state annunciate diverse iniziative.

Tuttavia, non si può dimenticare il fatto che numerose sono state le pressioni esercitate da diversi membri delle Nazione Unite e di cittadini alla nomina della supereroina, in quanto non solo è una "figura altamente sessualizzata" ma è anche una delle principali icone degli Stati Uniti, cosa che non è propriamente piaciuta a molti. Già in fase di nomina infatti, alla presenza di Gal Gadot e Lynda Carter in aula, numerose erano state le proteste dei membri partecipanti, che hanno dimostrato sin da subito il loro scontento. Se a questo si aggiunge anche la lettera firmata da 44000 persone che recita: “È allarmante che le Nazioni Unite abbiano anche solo considerato l'idea di usare un personaggio con un'immagine così sessualizzata quando la notizia principale che passa ai telegiornali negli Stati Uniti e nel mondo è l'oggettificazione della donna”, non si può fare a meno di pensare che una spinta in questa scelta possa essere arrivata proprio da queste critiche.

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