Censurate le vignette di un autore palestinese che raffiguravano Maometto
- Scritto da Pasquale Gennarelli
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All'indomani dei tragici eventi che hanno colpito la redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo lo scorso 7 gennaio, durante i quali 12 persone hanno perso la vita a seguito di un attentato, tante sono state le manifestazioni a sostegno della libertà di espressione e di pensiero. Tra queste va segnalata la marcia dei leader mondiali che hanno camminano uniti e abbracciati contro la violenza.
Era bello poter vedere Benjamin Nethanyahu, presidente israeliano e Mahmud Abbas, presidente dell’Autorità palestinese, camminare gomito a gomito nonostante l'annoso conflitto che vede contrapposti i i rispettivi paesi. Eppure, proprio quell'Abbas che era lì per manifestare il proprio disappunto rispetto a questi eventi drammatici, ha nominato una commissione che avrà il compito di giudicare alcune vignette di Mohammed Sabaaneh, vignettista palestinese 36enne, che presta la sua arte per il giornale ufficilae dell'Autorità, al-Hayat al-Jadida.
La colpa di cui si è macchiato il disegnatore è quella di aver rappresentato il Profeta Maometto che spande semi d'amore, prendendoli da una sacca a forma di cuore, sul mondo. "La mia idea è che se si vuole difendere l'Islam dalle vignette, lo devi fare disegnando vignette, non uccidendo i vignettisti. Se si vuole difendere l'Islam dagli articoli di giornale, scrivi articoli di giornale. Se si vuole difenderlo dalle idee, usa le idee". Queste le parole di Sabaaneh rilasciate durante un'intervista a The Indipendent.
Sabaaneh, il cui intento, quindi, era quello di mostrare al mondo intero la vera natura dell'Islam, non solo tagliatori di teste, ma anche portatori di valori positivi, è stato già arrestato per precedenti attività pro Palestina, costategli anche 5 mesi di carcere in Israele. Inoltre, sempre l'Autorità palestinese, aveva già bloccato alcune sue vignette a tema politico, come quelle che raffiguravano il presidente egiziano al-Sisi, sull'Olp e su lo stesso Abbass.
Insomma, finita l'onda emotiva per le dodici morti e per il gesto condannato da tutti, ogni cosa è tornata al suo posto. Critica e satira sono armi pericolose e devono essere disinnescate, quindi meglio zittire ogni possibile voce fuori dal coro.