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DC Comics e la polemica sulle t-shirt sessiste

Il processo di revisione che sta interessando le figure femminili nell’universo dei comics è ancora in una fase iniziale, e a renderlo tortuoso, il più delle volte, sono proprio le due principali case produttrici americane di fumetti (la DC Comics e la Marvel), capaci di commettere errori talmente grossolani da rendere vano ogni sforzo creativo teso al raggiungimento dell’obiettivo.

Abbiamo parlato ampiamente e dato il giusto risalto sia alle polemiche nate intorno alla variant cover, realizzata da Milo Manara, di Spider Woman #1, che alle successive illazioni scaturite a seguito della posticipazione di altre due variant sempre a firma del maestro italiano.
 
Adesso, invece, durante l’ultimo Long Beach Comi-Con, sono trapelate alcune foto di due t-shirt, legate questa volta alla DC, che hanno fatto scoppiare forti discussioni sui social media.

La prima ritrae Superman e Wonder Woman in un appassionato abbraccio e la didascalia che recita “Incredibile! Superman ci è riuscito ancora!”, mentre la seconda porta la frase “Mi sto allenando a diventare la moglie di Batman”.
 
In entrambi i casi il messaggio è inequivocabile: una delle eroine più iconiche vista come preda sessuale del supereroe per antonomasia, e la formazione di una donna finalizzata esclusivamente a diventare la moglie di qualcuno. Concetti e idee vecchie, anacronistiche, che fanno a botte con quanto dichiarato in recenti eventi, vedi il SDCC, in cui si cerca un’apertura verso il pubblico femminile, con storie che ne rivalutino la figura, provando a cancellare quell’odiosa etichetta di fumetti dedicati ad un solo pubblico maschile.
 
Va segnalato che questo non è il primo caso, in quanto già nel 2013 alcune t-shirt della Marvel finirono nella bufera. Mentre quelle designate per gli uomini riportavano la didascalia “Essere un eroe”, quelle dedicate al gentil sesso, invece, ritraevano gli Avengers con scritto dietro “Ho bisogno di un eroe”.
 
È vero che molto spesso le case editrici consentono a terzi lo sfruttamento dei propri diritti di immagine, ma un controllo preventivo dovrebbe comunque essere eseguito prima dell’immissione sul mercato di questi prodotti. Dovrebbero essere dettate delle linee guida a cui attenersi, così da evitare questi autogoal che mortificano gli sforzi degli autori, e, di fatto, svuotano di ogni credibilità le dichiarazioni rilasciate dagli editor, scrittori e disegnatori.

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