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SUPERMAN - 65 anni più veloci di un proiettile Parte 6

GRAN FINALE

A metà degli anni ’80 la maxiserie CRISIS ON INFINITE EARTHS cancellò la continuity dei fumetti DC, eliminando tutte le terre parallele che erano state create nel corso dei decenni e uccidendo molti personaggi storici, tra i quali Flash II (Barry Allen) e Supergirl.



Il rilancio di Superman fu affidato a John Byrne, in fuga dalla Marvel, ma di questo parleremo tra poco. Prima di far ripartire Superman dal numero 1, infatti, la DC volle dare alla sua saga un degno finale, la famosissima Cos’è successo all’Uomo del Domani? (SUPERMAN 423 e ACTION COMICS 583, 1986), di Alan Moore e Curt Swan, qui al suo ultimo incarico regolare sul personaggio a cui ha dedicato quasi 30 anni di carriera (ma più volte ha ripreso la matita in mano per alcune storie speciali). Moore si era già occupato dell’Uomo d’Acciaio in due occasioni (SUPERMAN ANUAL 11 e DC COMICS PRESENTS 85, 1985) e in questa storia, una delle più belle dell’era pre-Crisis, dimostrò tutto il suo amore per il personaggio in costume rossoblu, rendendo omaggio a lui e a tutto l’ampio cast delle sue avventure, mentre Swan disegnò alcune delle tavole più belle della sua carriera.
Il designato per scrivere la storia doveva essere Jerry siegel, ma alcuni problemi legali gli impedirono di concludere la saga del suo personaggio, onore che toccò quindi allo scrittore inglese, da sempre appassionatissimo di Superman. Da notare che nella copertina della seconda e ultima parte Superman non era salutato solo dagli eroi DC, ma anche da chi aveva contribuito in modo essenziale alla buona riuscita delle sue avventure dagli anni ’70: Julius Schwartz, Jenette Kahn e Curt Swan.



In questa storia in due parti Superman affrontava tutti i suoi nemici, divenuti ancora più sanguinari del solito (persino gente relativamente innocua come il Burlone), per poi scoprire che si trattava dell’ultimo e più pericoloso piano di Mr. Mxyzptlk. Superman riuscì a sconfiggere il folletto della Quinta Dimensione solo uccidendolo e per questo si autopunì, privandosi dei poteri con la Kryptonite oro e facendo poi credere di essere morto al resto del mondo.
Così, con tutti i suoi nemici morti e una vita normale con sua moglie Lois e il figlioletto Jonathan, Superman salutava i suoi lettori dopo 48 anni di avventure. Era l’inizio dell’epoca post-Crisis.


Francesco Vanagolli
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