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Daniele Croci

Daniele Croci

La cover di Rat-Man Color Special 28

Il sito Rat-Man.org ha pubblicato la cover del prossimo Rat-Man Color Special, ovviamente ad opera del grande Leo Ortolani. Il numero 28 della serie a colori sarà in edicola e in fumetteria il prossimo 10 ottobre.

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Hayao Miyazaki si ritira

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno: durante la conferenza stampa di presentazione del film The Wind Rises - Kaze Tachinu alla 70ma Mostra del Cinema di Venezia, il presidente dello studio Ghibli Koji Hoshino ha annunciato che il film in concorso sarà l'ultimo lavoro di Hayao Miyazaki.

Il grande regista, autore di capolavori del calibro di Nausicaa della Valle del Vento, La Città Incantata, Il Castello Errante di Howl, Porco Rosso e moltissimi altri decide quindi di ritirarsi dal cinema dopo una carriera ricca di successi e soddisfazioni, tra cui un Orso d'Oro, un Leone alla carriera e non ultimo un premio Oscar.

Per i dettagli e informazioni più precise circa la scelta di Miyazaki dovremo aspettare la prossima settimana, quando a Tokyo si terrà una conferenza stampa ufficiale. Dopo l'annuncio è innegabile che il grande pubblico di fan e appassionati, prima a Venezia e poi nei cinema, guarderà con occhio diverso l'ultimo grande, poetico e malinconico lungometraggio del maestro.

La cover di Orfani 1

Orfani 1È stata diffusa sulla pagina Facebook ufficiale della serie la copertina definitiva del primo numero di Orfani ad opera di Massimo Carnevale.

Scritta da Roberto Recchioni e disegnata da Emiliano Mammuccari, sarà la prima serie mensile interamente a colori della Bonelli. Il primo numero uscirà nelle edicole il prossimo 16 ottobre e costerà 4,50€.

Restate sintonizzati per nuovi aggiornamenti su uno dei progetti più attesi degli ultimi anni.

Zombo

Zombie, zombie, fortissimamente zombie. Continua la fortunata serie di prodotti dedicati ai morti viventi, non morti, morti che camminano e amenità decomposte che la stanno facendo da padrone, da più di un lustro a questa parte, nel fumetto anglosassone (e non). Zombo, il volume che andiamo ad analizzare oggi, è pubblicato in Italia da Bao Publishing e arriva direttamente dal Regno Unito, precisamente dalla sempreverde rivista cult 2000AD. Ai testi troviamo il giovane Al Ewing, definito in quarta di copertina “uno dei più acclamati nuoti talenti della scena britannica”, mentre il comparto grafico è stato curato dal bravo Henry Flint, veterano della rivista che si era fatto conoscere con l’immancabile (nel portfolio di ogni autore britannico) serie Judge Dredd.

Il fatto che Zombo non sia una canonica serie sui non-morti appare subito dalla copertina, dove il sorridente e marcescente protagonista domanda “Posso mangiarti, per favore?”, introducendo un fattore di umana cortesia nell’altrimenti scervellata frenesia antropofaga. Infatti Zombo è proprio una storia (in due capitoli) surreale e irriverente in cui il tradizionale ruolo del morto che cammina viene ridisegnato in favore del grottesco e del non-sense a sfondo fantascientifico. In un futuro non molto prossimo, il simpatico e mutandato Zombo è quindi un agente del governo, una superarma biologica senziente e ambulante, che scappa tuttavia al controllo dei suoi creatori per rincorrere i propri sogni di gloria e diventare una star.

A un primo capitolo vagamente più canonico, dai tratti survival-horror e ambientato in un mortifero pianeta vivente, ne fa quindi seguito uno in cui il delirio dello sceneggiatura (e di chi l’ha scritta) raggiunge livelli estremi. Si tratta per l’appunto di una prosa estremamente confusionaria, in cui si fatica a capire cosa sta accadendo e che basa – abbastanza prevedibilmente – la propria forza sul carattere assurdo delle situazioni mostrate, sulla satira (non molto graffiante, a dire il vero) a personaggi di costume e fenomeni dell’immaginario pop (Walt Disney, Susan Boyle, YouTube), su canzoni storpiate in chiave zombiesca (la parte indubbiamente più riuscita di tutto il volume) e, soprattutto, sul folle protagonista. Il problema è che di tutto questo funziona veramente molto poco e spesso il lettore si troverà a chiedersi il motivo per cui sta proseguendo nella lettura del volume. La risposta si può trovare facilmente negli splendidi disegni di Flint, maestro nel rappresentare le convolute situazioni e l’apprezzabilmente altissimo tasso di splatter. Il suo lavoro, già ottimo, è anche impreziosito da un abilissimo uso del colore, in cui i toni di verde e rosso (il colore rispettivamente della pelle e del perizoma del protagonista, nonché del sangue che scorre a fiumi) prevalgono armoniosamente.

In definitiva, Zombo è un prodotto che cerca di inserirsi nel filone più popolare degli ultimi anni, cercando di trovare un'identità e una strada propria nell’intricato e sofferente mondo del fumetto anglosassone. Tuttavia, nonostante l’encomiabile sforzo, l’operazione risulta solo parzialmente riuscita, a causa di una sceneggiatura poco ispirata e a tratti ripetitiva (la gag degli youtuber con tendenze suicide, per quanto riuscita, viene ripetuta davvero troppe volte). Come appena detto, a tenere a galla il tutto c’è l’ottimo comparto grafico di Henry Flint, un autore da tenere sicuramente sott’occhio.

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