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Cosa ne pensa Batman della questione su immigrati e rifugiati?

  • Pubblicato in Focus

Ultimamente siamo sempre più sommersi dalla questione dei migranti e dei rifugiati che fuggono da Paesi martoriati da guerre e regimi totalitari per poter cercare di costruire un futuro migliore in altre terre. L'America ha da sempre dovuto affrontare questo problema, accogliendo immigrati di qualunque etnia, andando a costituire quel melting pot che poi è anche uno dei punti di forza degli States. Ora le politiche del nuovo Presidente Donald Trump vogliono invertire tale tendenza, mirando a limitare gli ingressi di determinate popolazioni all'interno degli U.S.A..

Di cosa ne pensino gli americani sono piene le pagine dei giornali e i servizi dei telegiornali in questi giorni, ma cosa ne pensano i supereroi? Potrebbe sembrare una domanda un po' bizzarra, se non si tiene presente il forte committment politico che i fumetti americani hanno avuto sin dai loro esordi, si pensi al Captain America degli anni della Seconda Guerra Mondiale per fare un esempio banale.

In particolare, CBR si è trovato tra le mani un Public Service Announcement risalente a Batman #57 del 1949 di Jack Schiff e Win Mortimer, in cui Batman replica ad un giocatore di football che non vuole giocare in squadra con un "non americano": "Sono quelli che la pensano in questo modo a non essere americani! Ragionando in questo modo si danneggia il nostro Paese". Poi, rivolgendosi al bersaglio di queste ingiurie aggiunge: "Non dare retta alle bugie di questi squinternati riguardo a chi ha una diversa religione, a chi ha un colore della pelle differente o ha i parenti nati in un'altra nazione. Ricorda la nostra eredità culturale americana di libertà e uguaglianza".

Di seguito trovate la tavola, per ingrandirla basta cliccarci sopra.

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Il sito ci ricorda poi che negli anni '60, un altro PSA inserito questa volta in un albo di Superman, celebrava la chiusura dell'ultimo campo di profughi della WWII in occasione del World Refugees Year indetto dall'ONU.

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In arrivo un crossover tra Batman e The Shadow di Scott Snyder, Steve Orlando e Riley Rossmo

  • Pubblicato in News

DC Comics, Dynamite e Condè Nast hanno dichiarato ufficialmente che verrà realizzata una miniserie crossover di 6 numeri tra The Shadow e Batman ad opera di Scott Snyder, Steve Orlando e Riley Rossmo.

"Batman è un mito che trascende il fumetto e ci ispira, mentre The Shadow è una pietra miliare della cultura pop e del fumetto odierno. Unire il famosissimo Detective dei fumetti con il Mistery per eccellenza è per me un grande onore", ha dichiarato Snyder. "I due si uniranno per un caso che risale all'origine del tempo, un conflitto generazionale che ridefinisce il concetto di omicidio".

Lamont Cranston è l'indiziato numero uno di un omicidio a Gotham su cui Batman sta indagando. Il problema è che risulta morto da 50 anni! Durante le indagini, Shadow cercherà di impedire che Batman scopra troppo al riguardo.

Il primo numero è in uscita il 26 aprile, di seguito trovate delle pagine dell'albo in bianco e nero e non letterate.

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Il mercato dei fumetti americani è vicino alla saturazione?

  • Pubblicato in Focus

In un lungo articolo, Newsarama ha analizzato l'attuale mercato fumettistico statunitense, concentrandosi in particolare su un fenomeno abbastanza recente. Parliamo della tendenza di alcuni editori a pubblicare una moltitudine di titoli portando il mercato a una saturazione. Se il numero di fumetti è infatti cresciuto, quello delle copie vendute è tendenzialmente costante. La varietà di titoli presenti sul mercato è, a prima vista, un fattore positivo, ma siamo sicuri faccia bene allo stesso?

Secondo alcuni rivenditori e alcuni editori questo aumento delle testate è un problema in quanto ogni titolo diventa meno redditizio. "Abbiamo notato più di un anno fa che il numero di uscite di tutti gli editori più importanti era aumentato nel periodo 2014-2015" ha dichiarato Filip Sablik, presidente editoriale e di marketing dei BOOM! Studios. "Siamo anche noi colpevoli di questo, certo. È facile essere entusiasti di un mercato in crescita, ma quando questo entusiasmo supera di gran lunga quello che il mercato consente, le vendite vengono cannibalizzate".
Per evitare che questo accadeva, dunque, i BOOM! Studios hanno tagliato il 15% delle loro testate, una scelta che ha pagato tanto da far aumentare il loro fatturato.

Randy Stradley, vice-presidente editoriale di Dark Horse, ha detto che anche la sua azienda ha notato i problemi causati da un numero crescente di titoli.
"La Dark Horse ha avuto un periodo in cui le uscite mensili erano praticamente il doppio di quelle degli anni precedenti, ma è diventato evidente che i nostri profitti non erano raddoppiati", ha dichiarato. "Una cosa che è certa è che più non è necessariamente meglio. Si può avere la quota di mercato migliore del mondo e fallire. La quota di mercato non è la stessa cosa del profitto."

Alcuni negozianti puntano il dito contro gli editori di supereroi, come la DC ma in particolare la Marvel. Se infatti, come riporta Ryan Seymore, di Comic Town in Ohio, la DC ha mantenuto fisse 52 uscite al mese con 2 spedizioni mensili, la Marvel pubblica diversi titoli per ogni personaggio o gruppo, lanciando eventi continui e vari spin-off, rendendo difficile reggere il passo.
"La Marvel è l'unica azienda colpevole di un eccesso di saturazione", ha dichiarato Charlie Harris, proprietario di Charlie's Comic Books, Tucson (Arizona). "Dynamite e IDW spesso sono un po' fuori controllo con i loro titoli in licenza e crossover, ma sono gli innumerevoli primi numeri della Marvel che si ammucchiano invenduti nel mio negozio. E ultimamente la Marvel ha spedito copie gratis in più dei loro titoli, spesso raddoppiando il mio ordine! Non potendo vendere il doppio di quello che ho ordinato, ho messo da parte questi fumetti per regalarli durante il Free Comic Book Day."

Joe Field, promotore del Free Comic Book Day, ha detto che ci sono scelte difficili da fare con tutti gli editori:
"Posso dire che fino a poco tempo fa, vendevo un minimo di 35 copie di qualsiasi primo numero Marvel. Tuttavia, ci sono state una serie di fumetti usciti negli ultimi due mesi di cui ho avuto difficoltà a venderne 10 copie, nonostante la mia ordinazione per vendite potenzialmente migliori. La risposta della Marvel è stata quella di spedire molte più copie dei fumetti che non hanno venduto la prima volta. Apprezzo le loro prospettive rosee, ma le cose per me sono molto diverse a livello della strada."

Seymore fa notare che la qualità media tende a scendere quando si pubblicano troppi titoli influenzando negativamente sulle vendite ed elogia editori come la Image che pubblicano meno titoli, ma di qualità maggiore e genere differenti. Un pensiero condiviso da Dinesh Shamdasani, CEO e chief creative officer della Valiant Entertainment per cui pubblicando meno titoli ognuno riceve "l'amore che merita". Lo stesso Shamdasani sottolinea come sia consapevole che un numero maggiore di testate dia maggiore visibilità sugli scaffali, ma mina seriamente la qualità degli stessi. Anche Stradley della Dark Horse è consapevole che l'enorme quantità di fumetti Marvel e DC possono tagliare gli ordini alla sua casa editrice e togliere spazio sugli scaffali. È evidente che questo prima o poi abbassi il profitto, che le uscite sono sproporzionate al reddito e dubita che i rivenditori vogliano sostenere un mercato solo con Marvel e DC.

Tuttavia, alcuni negozioanti ritengono positiva la crescita di titoli disponibili, perché si traduce in una maggiore varietà da cui scegliere. Ad esempio, Jesse James, proprietario di Jesse James Comics in Glendale, Arizona, ha detto che dal punto di vista di un rivenditore, la selezione consente ai diversi negozi di personalizzare i loro ordini in base ai loro clienti aumentando la loro audience offrendo titoli per tutti.
Bret Parks di Ssalefish Comics in Winston Salem, North Carolina, ha detto: "Non tutti i fumetti avranno un pubblico in ogni negozio, ma non è bello avere questa opzione?".
Joe Field di Flying Color ha detto che se anche conosce i rischi di sovra-saturazione, l'aumento di varietà può soddisfare la fame di tutti: "Le persone si lamentano di avere troppe scelte per la TV, dove abbiamo 500 canali, Netflix, Hulu, On Demand, streaming? I fumetti non sono diversi." Field aggiunge che l'offerta oggi è più vasta e non si limita solo ai fumetti, ma anche ai magazine, ai graphic novel, ai videogiochi e a tutto il resto e che oggi servono semplicemente più titoli per vendere lo stesso numero di fumetti di un tempo. "Uno degli assiomi veri e provati della vendita a dettaglio è che ci sono sempre troppi fumetti quando non vendono e mai abbastanza quando si vendono." Inoltre, gli editori non potranno che aumentare il loro numero se possono permettersi di farlo. "Sembra che ci siano troppi [fumetti adesso], ma sarà poi il mercato in ultima analisi a decidere."

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Universo DC - Rinascita

Attenzione: l'articolo può contenere spoiler.

“Ci hanno colpiti al cuore, Barry”.
Wally West

Nel 2011 la DC Comics fece una mossa clamorosa ed impensabile quando avviò un massiccio reboot del suo universo, l’operazione conosciuta come New 52. L’editore avvertiva la necessità di alleggerire la sua pesante continuity, contenente elementi risalenti addirittura alla Seconda Guerra Mondiale (come nel caso della Justice Society Of America), che poteva impedire un facile accesso dei nuovi lettori alle proprie testate. Il bisogno di semplificazione ha attraversato gli ultimi 30 anni di storia della DC, a partire da quel Crisis On Infinite Earths che nel 1985 distrusse le infinite terre parallele del Multiverso DC per riorganizzare il parco personaggi in un’unica terra, rendendo più facile la comprensione dei neofiti che non avrebbero saputo districarsi tra versioni dello stesso personaggio provenienti da terre differenti. Ma il fascino dell’universo DC risiede da sempre nella sua intrinseca complessità, e il Multiverso non tardò ad affacciarsi nuovamente nelle vicende di Superman, Batman e soci. L’idea di un azzeramento definitivo della continuity cominciò quindi a farsi strada nella mente della dirigenza DC, e l’occasione più ghiotta venne fornita da Flashpoint, l’evento del 2011 in cui Barry Allen, Flash, torna indietro nel tempo per impedire che sua madre venga assassinata dalla sua nemesi Eobard Thawne, l’Anti-Flash.

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L’iniziativa di Flash provoca una lacerazione nel tessuto temporale e dà vita ad una realtà alternativa, una distopia da incubo in cui il mondo è sull’orlo della terza guerra mondiale e gli eroi sono molto diversi da come li conosciamo. Una volta ottenuto l’aiuto del Batman di questa realtà, il Dr. Thomas Wayne, convinto dal Velocista Scarlatto che il suo mondo non è altro che un riflesso distorto di quello reale, Flash sconfigge Thawne e riporta la linea temporale alla normalità… o almeno così crede. La terra nella quale fa ritorno Barry Allen è comunque diversa da quella di partenza, è un mondo nel quale gli eroi sono comparsi solo cinque anni prima e il bagaglio di relazioni frutto di decenni di collaborazioni non esiste più, così come eventi fondamentali della continuity pre-Flashpoint sono stati rimossi dalla realtà. L’universo DC New 52 si presenta quindi snello e reader friendly, perfetto per l’ingresso di nuovi lettori, ma privato di tutti quegli elementi che lo avevano fatto amare a generazioni di lettori, come i legami di amicizia e stima che univano eroi passati insieme attraverso mille battaglie, rapporti sentimentali importanti cancellati dalla nuova realtà (Superman e Lois Lane, Green Arrow e Black Canary), ma soprattutto l’elemento che lo contraddistingue da sempre: la legacy, l’eredità eroica che ha visto più volte i sidekicks sostituire i propri tutor per periodi anche piuttosto lunghi, come nel caso di Wally West, sostituto di Barry Allen nei panni di Flash per oltre un ventennio di vita editoriale.

L’esordio dei New 52 è stato bagnato da un successo di vendite istantaneo, riportando la DC nelle zone alte delle classifiche di vendita dopo molto tempo e dando il via ad alcuni cicli di altissima qualità come il Batman di Scott Snyder e Greg Capullo, sebbene fin dall’inizio i fan avessero lamentato un distacco troppo netto dalla caratterizzazione originale di alcuni personaggi e la scomparsa di altri. Il fallimento dell’iniziativa DC YOU e un repentino calo delle vendite ha convinto la DC che forse le proteste dei vecchi lettori erano fondate spingendola ad un passo indietro, una parziale retromarcia dal nome DC Rebirth. E quando in casa DC si parla di “rinascite”, lo specialista è Geoff Johns,“l’architetto” dell’universo DC, scrittore demiurgo della casa editrice di Burbank promosso Presidente e Direttore Creativo. Solamente a Johns, custode della storia e dello spirito dell’universo di Superman e soci, poteva spettare il compito di lanciare la nuova iniziativa che, fin dal titolo, ha il compito di riportare l’intera linea editoriale della casa editrice su sentieri più classici, senza però rinnegare del tutto quanto prodotto negli ultimi 5 anni.

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Lo starting point è costituito da Universo DC: Rinascita, albo che funge da apripista all’evento. Johns dispone sulla scacchiera i protagonisti e le storyline delle varie serie e comincia subito col botto, riportando in scena il Wally West originale, l’amatissimo Kid Flash divenuto poi Flash che non era mai stato riportato in scena durante gli anni del New 52. Johns fa di Wally West il simbolo di tutto quello che era stato perduto col reboot del 2011, emblema del retaggio eroico a cui si accennava prima e collante tra le varie famiglie di eroi, grazie alla militanza nei Teen Titans. Scopriamo che, col collassare della linea temporale classica, Wally era stato risucchiato nella forza della velocità scomparendo: come un fantasma, appare ai suoi vecchi alleati sperando che si ricordino di lui ancorandolo così alla nuova realtà, ma i suoi tentativi non ottengono il successo sperato. Solo Barry Allen, Flash, si ricorderà del suo pupillo, ormai rassegnatosi a scomparire per sempre e lo trascinerà fuori dalla forza della velocità, salvandolo. Wally spiega a Barry che qualcuno di molto potente ha operato dietro le quinte fin da Flashpoint, rimodellando la realtà in modo che eroi esperti tornassero ad essere principianti e eliminando legami e retaggi tra di loro, indebolendoli così tutti. Nel frattempo, nella sua caverna, Batman raccoglie un oggetto che luccica al buio, facendo una scoperta clamorosa: è la spilla del Comico, il simbolo iconico di Watchmen, l’opera di Alan Moore e Dave Gibbons che, sebbene appartenga al catalogo della DC, non era mai stata associata all’universo classico di Batman e soci. La scoperta di Batman, unita alla citazione di un celebre passo dell’opera di Moore e Gibbons a chiusura di albo, attribuirebbe al Dottor Manhattan la responsabilità del rimodellamento della realtà e del New 52, scagionando così un buon numero di creativi che non avevano saputo dare seguito alle premesse iniziali del reboot.

Old is new again, così si potrebbe riassumere Universo DC: Rinascita: trattatello su come si scrive un fumetto di supereroi ed ennesima prova da maestro per Geoff Johns, il vero custode della fiamma dell’universo DC. Dopo gli anni di spaesamento dovuti alla non perfetta riuscita di New 52 bastano poche righe dello script di Johns per avvolgere il lettore con la sensazione di una coperta calda, la certezza di essere tornati a casa. L’autore approfitta delle peregrinazioni di Kid Flash per fornire al lettore una panoramica dell’Universo DC e lanciare trame che poi verranno approfondite nelle singole serie, per sussurrare nell’orecchio del lettore misteri intriganti che dovranno trovare soluzione, per suggerire il ritorno di eroi perduti come la Justice Society Of America e la Legione dei SuperEroi. Il grande motivo di interesse dell’albo è senz’altro il coinvolgimento dei personaggi di Watchmen e del Dottor Manhattan in particolare nelle trame di Rinascita e per quanto sarebbe interessante conoscere l’opinione di Alan Moore in merito, è indubbio che narrativamente si tratta di un colpo di scena da manuale, di quelli che fanno balzare sulla sedia. La scelta offre inoltre a Johns la possibilità di portare tutto l’evento Rinascita nel territorio del metatestuale, con gli eroi DC a simboleggiare la luce e gli anti-eroi di Watchmen un’oscurità da combattere.

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A far compagnia a Johns in un albo dalla qualità stellare troviamo alcuni collaboratori storici dello scrittore, artiglieria pesante messagli a disposizione dalla casa editrice: l’aristocratica eleganza e la cura del dettaglio della matita di Gary Frank si alterna con la potenza visivamente spettacolare del tratto di Ethan Van Sciver e con lo storytelling classico, ma notevolmente efficace, di Ivan Reis e Phil Jimenez, quattro fuoriclasse della matita che si sfidano pagina dopo pagina in un tripudio grafico di altissimo livello che contribuisce a fare di Universo DC: Rinascita il primo, vero must-have a fumetti di questo 2017.

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