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Spider-Man: Dimensions: Recensione

Casa di produzione: Activision - Sviluppatore: Beenox Studios
Genere:
Action - Versione recensita: PS3

spider-man-shPer gli appassionati, uno dei pregi maggiori di un videogame basato sui nostri personaggi preferiti è interpretarli compiendo le loro azioni più caratteristiche. Batman attacca nell’ombra e sferra cazzotti, l’Uomo Ragno svolazza tra i grattacieli di New York in cerca di cattivi a cui piombare addosso.
Se Spider-Man: Web of Shadows faceva proprio del free-roaming il suo punto di forza, permettendo acrobazie di buon livello (nonostante i bug), il nuovo videogame dedicato all’Uomo Ragno, Spider-Man: Shattered Dimensions (in italiano Dimensions, vai a capire perché), pur facendo notevoli passi in avanti nella grafica elimina proprio questa parte intrigante e - lo ammettiamo - nerd-friendly. Certo, Spider-Man: Dimensions compensa con altre strizzate d’occhio agli appassionati legate alla struttura del gioco.

Il filmato iniziale (con Stan Lee come voce narrante) racconta di come la storica "tavoletta dell’ordine e del caos" venga mandata in frantumi durante uno scontro tra l’Arrampicamuri e Misterio, e i vari pezzi finiscano sparsi tra quattro dimensioni. Avremo quindi la possibilità di guidare l’Uomo Ragno “classico”, quello Ultimate (in realtà semplicemente Spidey con il costume nero), quello della versione “noir” ambientato negli anni ’30 e Miguel O’Hara, lo Spider-Man del 2099. Quattro diversi gameplay, quattro ambientazioni molto diverse, tutte graficamente molto riuscite. In particolare il Ragno noir dovrà muoversi nell’oscurità, ricordando un po’ proprio il Batman dell’acclamato e meglio riuscito Arkham Asylum. Lo Spider-Man del 2099, forse il più atteso dai fan duri e puri, gode invece di uno scenario intrigante, un futuro fatto di palazzoni e velocità, ma resta anche in questa dimensione uno dei problemi più evidenti del gioco, ossia la difficoltà a seguire la telecamera nelle scene d’azione o quando si cammina sui muri.

Come detto, pur essendo vario il gameplay, purtroppo presto il gioco targato Activision si riduce a una sequenza di scazzottate con nemici pur interessanti (su tutti Kraven il Cacciatore e il Deadpool Ultimate). Sostanzialmente in ogni capitolo Spidey viene indirizzato da Madame Web verso un villain, segue l’inevitabile scazzottata talvolta quasi a livelli di un picchiaduro, e un secondo round con il cattivo potenziato dalla tavoletta. Almeno si varia tra gli incontri ravvicinati e le sfide a tempo, ma risulta pur sempre una struttura troppo schematica. Interessante invece la possibilità di prolungare la longevità del gioco con le sfide della “Ragnatela del destino”, che permettono anche di conquistare punti per potenziare il personaggio e acquistare costumi alternativi.
Eppure, per un titolo che poteva risultare ancora meglio riuscito, visto anche il buon precedente, la bella grafica e le potenzialità della trama, ci aspettavamo di più.

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