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Redazione Comicus

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Ghost Rider, Superman Return, X-Men 3, V for Vendetta



Benvenuti ad un nuovo appuntamento di MovieComics: torniamo dopo ben tre settimane, avendo lasciato spazio agli speciali su SIN CITY e BATMAN BEGINS, ma ora sono ancora protagoniste assolute di questa rubrica le news su tutti i progetti cinematografici inerenti gli eroi dei fumetti.


IL VOLTO DEL GHOST RIDER

Nelle foto ai lati, potete ammirare l’aspetto finale che avrà lo Spirito della Vendetta nel film GHOST RIDER, le cui riprese si sono appena concluse.
Nelle ultime settimane di lavorazione, molte sequenze sono state ambientate in un “Carnival” (Circo americano itinerante) ricostruito per l’occasione, dove il protagonista Nicholas Cage/Johnny Blaze si esibisce come motociclista stuntman. Il set del “Carnival” è stato allestito nella zona di Bacchus Marsh Road, a 40 chilometri da Melbourne, ed è stato utilizzato per diversi giorni per girare molte scene che avranno il compito di svelare il background del protagonista. Le riprese sono state effettuate verso la fine di Maggio con giornate lavorative massacranti che sono durate anche 17 ore di seguito.
Il “Carnival” è stato anche teatro di diverse sequenze di motociclismo acrobatico che hanno visto in azione diversi stuntman professionisti, impegnati a preparare e realizzare anche il celebre “Salto della Morte” (“The Lap of Death”, attrazione principale del circo) che, tra fiamme ed esplosioni, produrrà conseguenze cruciali nel film per la trasformazione di Johnny Blaze nel Motociclista Infernale. Inoltre, sono state girate diverse scene nella location di un grattacielo a Melbourne, l’ AXA Building in Collins Street, che ha visto molte comparse vestite da agenti della S.W.A.T. impegnate in una sparatoria contro il Ghost Rider (impersonato da una controfigura) e, naturalmente, contro la sua moto infernale in quello che potrebbe costituire il principio del catartico finale della pellicola. Nel corso della manifestazione “The Licensing 2005 International trade show”, svoltasi a New York, è stato presentato il poster ufficiale del film con il look finale del personaggio. Il regista/sceneggiatore del film Mark Steven Johnson ha sottolineato, in alcune sue brevi dichiarazioni, che GHOST RIDER non sarà semplicemente un nuovo film di supereroi bensì un horror d’azione, un vero e proprio thriller sovrannaturale.
Ricordiamo che GHOST RIDER sarà lanciato nei cinema USA il 4 Agosto 2006.




















X-MEN 3 – COUNTDOWN ALLE RIPRESE

Come è stato reso noto nelle scorse settimane, il regista Mattew Vaughn (“The Pusher”) ha rassegnato le dimissioni dalla regia di X3 per motivi personali e questo ad appena tre mesi dall’inizio delle riprese. La decisione a sorpresa di Vaughn ha costretto i produttori della 20th Century Fox a trovare in fretta un degno sostituto in tempo per le riprese programmate per il 2 Agosto, evitando che la produzione si arenasse e che gli attori fossero svincolati dai contratti. Al vaglio della Fox ci sono stati i registi John Moore ("Behind Enemy Lines" ed “il Volo della Fenice”) e Brett Ratner (“Red Dragon” e “Roush Hours” 1 e 2). Ratner, però, si è reso fin da subito disponibile ed, alla luce di un curriculum professionale migliore di quello del collega, alla fine è stato scelto per dirigere la terza puntata cinematografica delle avventure degli X-Men.
Il neo-regista si è messo subito al lavoro, studiando la sceneggiatura e le fasi di lavorazione del film, dichiarando che le riprese cominceranno senza ritardi a Vancouver come precedentemente programmato ed annunciando anche che faranno sicuramente parte del cast sia Patrick Stewart sia Hugh Jackman, James Marsden, Rebecca Romijn ed Halle Berry: la presenza dell’attrice di colore pare finalmente confermata e, nel ruolo di Ororo/Tempesta, è stato reso noto che avrà maggiore spazio rispetto ai primi due film.
Inoltre, Ratner si è affrettato a segnalare ai produttori ed a far assumere il direttore della fotografia Philippe Rousselot con cui aveva collaborato in passato: vincitore di un Oscar, Rousselot è un professionista di consumata esperienza, con lavori in film come “Intervista col Vampiro”, “Larry Flint-Oltre lo Scandalo” e “Tim Burton's Big Fish” (che gli ha fruttato la candidatura all’Oscar) oltre ai recenti “Costantine” e “Charlie and the Chocolate Factory”.
Passando ad altro, in una recente intervista lo sceneggiatore Simon Kinberg ha parlato a riguardo della Bestia, rivelando che il ruolo del personaggio nella sceneggiatura è stato ben delineato e sviluppato, con una caratterizzazione drammatica incentrata su una mente brillante intrappolata in un corpo deforme e scimmiesco che darà la possibilità all’attore Kelsey Grammer di “delineare una grande performance recitativa, facendo trasparire emozioni dallo sguardo”, secondo le parole dello sceneggiatore stesso. Kinberg, inoltre, insieme all’aiuto regista Tom Rothman ha recentemente confermato definitivamente la presenza, oltre che delle “new entry” Bestia e Fenomeno, anche quelle di Fenice Nera, Angelo e Kitty Pryde, il cui ruolo dovrebbe essere incarnato dall'attrice Maggie Grace (star del serial “Lost”), anche se da recenti indiscrezioni sembra che la Grace non sia più coinvolta nel progetto.
Intanto, intervistato sulla possibilità di riprendere il suo ruolo di Magneto, l’attore Ian Mac Kellen ha dichiarato di non aver ancora firmato il contratto visto che sarà impegnato per tutta l’estate sul set del thriller “Il Codice da Vinci” e sarà libero solo a partire da Settembre, data in cui potrebbe aggiungersi al cast di X-MEN 3; non ci sono state ancora dichiarazioni in merito da parte dei produttori.
Purtroppo, accanto ad una partecipazione al cast incerta, si registra anche una defezione certa: l’attore Alan Cumming ha infatti annunciato sulle pagine del proprio sito personale che quasi certamente non apparirà in X3 nel ruolo di Nightcrawler, visto che la Fox non ha esercitato la sua opzione per chiamarlo una seconda volta come Kurt Wagner e né lo ha ancora minimamente contattato per il film.
Nei primi giorni di Giugno si sono poi svolte le sessioni di casting per le varie comparse (bambini ed adulti multirazziali) che appariranno in X3. Il primo giorno del casting, ad uno dei padiglioni dei Vancouver Film Studios dove si svolgevano le selezioni, si sono presentate fin dalle prime ore del mattino ben 700 persone!
Infine, la 20th Century Fox ha reso ufficialmente noto il primo teaser poster che potete vedere qui a fianco, con la data di lancio del film ben visibile.



SUPERMAN RETURNS: WORKING IN PROGRESS

Gli sceneggiatori di SUPERMAN RETURNS, Dan Harris & Mike Dougherty, continuano a lavorare fianco a fianco del regista Bryan Singer durante le riprese del film, apportando continui aggiustamenti e modifiche alla sceneggiatura insieme a Singer, in un vero e proprio “working progress” in continua via di definizione ed aggiustamento. Intanto le riprese continuano, secondo un rigido calendario di produzione che fino ad ora è stato rigorosamente rispettato, con molte recenti scene girate all’interno del set dove sono stati riprodotti gli uffici della redazione del “Daily Planet”. Attualmente, il luogo delle riprese si è spostato in un altro teatro di posa con il set degli interni della Fortezza della Solitudine, il cui look è stato perfettamente modellato su quello apparso nei primi due, classici, film di Superman. Al lato, una serie di immagini promozionali con l’aspetto preliminare che avranno alcune ambientazioni ed alcune sequenze del film. In basso, invece, una carrellata di immagini prese dai due set di SUPERMAN RETURNS.
Nel frattempo, nuovo ingresso nel cast della pellicola, l'attrice Peta Wilson (protagonista del serial "Nikita") è infatti entrata a far parte di SUPERMAN RETURNS in un ruolo non ancora specificato, lo ha annunciato la stessa Wilson tramite il suo sito ufficiale.


















V FOR VENDETTA: RIPRESE A LONDRA

Procede a tutto vapore la lavorazione di V FOR VENDETTA, l’adattamento cinematografico dell’omonimo fumetto di Alan Moore, scritto e prodotto dai fratelli Wachowski ("The Matrix") e che, ricordiamo, tra i suoi protagonisti conta i nomi di Natalie Portman, Hugo Weaving, Stephen Rea, Stephen Fry, John Hurt, Tim Pigott-Smith e Sinead Cusack. Attualmente la produzione del film si è spostata dalla Germania all’Inghilterra, con alcune scene recentemente girate nella zona di Westminster a Londra dove, nella pellicola, vi è la sede del Parlamento oscurantista che il misterioso giustiziere anarchico V combatte. Le scene filmate riguardano anche una sequenza composta da molte comparse mascherate da V nelle cui file il protagonista si confonderà per sfuggire alle milizie statali. Ricordiamo che la Warner Bros distribuirà il film a partire dal prossimo 4 Novembre.

































BATMAN BEGINS: SEQUEL ALL’ORIZZONTE

In un’intervista al giornale The Lacenby News, il regista Christopher Nolan ha parlato del suo lavoro nel nuovo film dell’Uomo Pipistrello menzionando anche la possibilità di dirigere uno o due sequel di BATMAN BEGINS, probabili episodi di una nuova trilogia. Il crescente successo che il film sta avendo in tutto il mondo, a cui si aggiungono anche le recensioni positive fatte al lavoro di Nolan da parte della critica specializzata, rendono queste possibilità più che concrete e fattibili, dando anche carta bianca al regista e gli sceneggiatori per storie e sviluppo. Nell’intervista Nolan non disdegna l’impegno di girare altri film di Batman, confessando anche di stare riflettendo su un possibile –o meno- esordio di un nuovo Robin.



IL RITORNO DI ASTERIX ED OBELIX

Dopo “Asterix ed Obelix contro Cesare” e “Asterix ed Obelix: Missione Cleopatra”, arriverà nel Natale del 2007 il terzo film dal vivo basato sulle avventure del famoso personaggio a fumetti francese creato da Goscinny ed Uderzo. Le riprese del nuovo film inizieranno a Maggio 2006 in Francia, Morocco e Tunisia per la regia di Frederic Forestier. Nel cast, oltre ai protagonisti dei precedenti film Gerard Dépardieu e Christian Claver (la cui partecipazione è ancora in forse), novità del nuovo film sarà la presenza di ben due star internazionali: il divo del cinema francese Alain Delon, che interpreterà Giulio Cesare, e quello americano di tante pellicole d’azione Jean Claude Van Damme in un ruolo non ancora rivelato. Inoltre, sarà presente nel cast anche la bellissima attrice indiana Aishwarya Rai (“Matrimoni e Pregiudizi”). Il film sarà basato sulla storia a fumetti “Asterix alle Olimpiadi”.



MARVEL MOVIES: PARLA (ANCORA UNA VOLTA) AVI ARAD

Il sito americano SuperheroHype ha recentemente intervistato il vulcanico ed onnipresente Avi Arad, il quale ha confermato la pre-produzione di SPIDERMAN 3 senza però dare una risposta sulle domande a riguardo dell’identità top secret del nuovo avversario dell’Uomo Ragno (Elettro? Il Camaleonte? L’Uomo Sabbia? Mysterio?) che interpreterà l’attore Thomas Haiden Church. Arad si è limitato a confermare per il nuovo Spiderman tutto il cast dei due precedenti film, menzionando anche i nomi di Elizabeth Banks nei panni di Betty Brant e di Dylan Baker in quelli del Dr. Curt Connors. Anticipando poi che i film HULK 2 e IRONMAN sono in fase di sviluppo e pianificazione, Arad ha anche parlato della sceneggiatura di THE PUNISHER 2 che dovrebbe essere completata –secondo le sue parole- nel giro di tre/quattro settimane. Inoltre ha rivelato che è stato scritto uno script preliminare molto interessante (Arad lo definisce “incredibile”) per il film DEATHLOK. A riguardo poi di una probabile, futura, produzione di HULK 2, l’attrice Jennifer Connelly ha dichiarato di non aver avuto ancora nessun contatto da parte della major Universal e che si augura che per il sequel ci sia ancora alla regia Ang Lee. Inoltre, in un’altra intervista concessa ad MTV, Arad ha dichiarato di voler assolutamente l’attore Ian Mac Kellen protagonista del film MAGNETO, ammettendo che le cose per i film SILVER SURFER (la cui nemesi Arad ha rivelato sarà naturalmente Galactus) e CAPTAIN AMERICA sono ancora in alto mare ma si dichiara comunque fiducioso.



WONDER WOMAN: PRIME INDISCREZIONI

In un’intervista al giornale Usa Today, lo sceneggiatore/regista Joss Whedon ha reso alcune dichiarazioni sul film “Wonder Woman” al quale sta lavorando. Whedon ha fatto intendere che la caratterizzazione cinematografica della protagonista del suo film sarà quella di una guerriera armata di spada e corazza, piuttosto che quella della supereroina seminuda dei fumetti. L’approccio narrativo del film non sarà prettamente supereroistico ma fantasy/epico, secondo la caratterizzazione data al personaggio dal disegnatore George Perez nel lontano 1986, quindi si suppone che non dovrebbero esserci elementi da comic book come l’aereo invisibile oppure il lazo energetico oppure il ridotto costume blù-rosso-oro. Secondo alcune indiscrezioni non ancora confermate, sembra che l’attrice favorita per la parte di Wonder Woman sia Morena Baccarin [nella foto al lato], star delle serie televisive "Serenity" e "Firefly".



THE FANTASTIC FOUR: ECCO LA SOUNDTRACK

La 20th Century Fox e la Marvel Enterprises hanno annunciato che avverrà il 5 Luglio il lancio della colonna sonora del film “The Fantastic Four” (film che, ricordiamo, sarà distribuito in Italia a partire dal 16 Settembre). I venti brani che compongono "Fantastic Four – The Album" sono tutti inediti, composti e registrati esclusivamente per la colonna sonora con contributi dei Velvet Revolver, Joss Stone, Ben Moody featuring Anastacia, Sum 41, Taking Back Sunday, Simple Plan, Chingy, e Ryan Cabrera. Ecco la lista delle canzoni:

1. Velvet Revolver –"Come In Come On"
2. Taking Back Sunday – "Error Operator"
3. Chingy – "Relax"
4. Joss Stone – "Whatever Happened to the Heroes"
5. Omnisoul – "Waiting (save your life)"
6. Ryan Cabrera – "Always Come Back To Me"
7. Ben Moody f/ Anastacia – "Everything Burns"
8. Miri Ben-Ari f/ P. Monch – "New World Symphony"
9. Megan McCauley – "Die For You"
10. Sum 41 – "Noots"
11. Simple Plan – "Surrender"
12. T.F.F. – "I'll Take You Down"
13. Lloyd Banks – "On Fire"
14. Megan McCauley – "Reverie"
15. Breaking Point – "Goodbye To You"
16. Alter Bridge – "Shed My Skin"
17. Submersed – "In Due Time"
18. Loser – "Disposable Sunshine"
19. Miss Eighty 6 featuring Classic – "Now You Know"
20. Orange Range – "Kirikirimai (Fantastic Four Remix)"

Nei giorni scorsi numerose sono state le novità sul film del quartetto diretto da Tim Story, non solo l'uscita di un nuovo trailer internazionale della durata di 1 minuto ma con molte scene inedite, ma anche 5 video featurette dedicati ai 4 membri del gruppo e alla loro nemesi. Senza dimenticare il trailer giapponese di Fantastic Four, anche in questo caso denso di sequenze inedite, un video "dietro le quinte" con interviste e scene dal film della durata di ben 10 minuti e per finire, un aggiornamento all'interno del sito ufficiale con un tour guidato all'interno del Baxter Building.




BREVISSIME


L’attore Mark Hamill (l’ indimenticato Luke Skywalker della prima trilogia di Star Wars) interpreterà il personaggio principale di “The Black Pearl”, un film che si propone di scardinare tutti gli elementi narrativi ed i cliché dei film supereroistici, ambientando la sua storia nel mondo reale di tutti i giorni dove la figura di un eroe mascherato -contrariamente a tutti gli altri film del genere- sarebbe perseguito dalla polizia alla stessa stregua di un criminale per la sua attività di vigilantismo, attività che -ricordiamo- la legge prevede come reato.

La rivista Variety riporta la notizia che la casa di produzione cinematografica Venture Management ha opzionato la graphic novel “Dioramas” dello scrittore/disegnatore Mark Ricketts (attualmente autore del fumetto “Ironman”), pubblicata dalla Image comics. Nella GN si racconta del rapporto telepatico-onirico che si instaura tra una ragazza ed un serial killer che dispone le sue vittime come se fossero le figure in miniatura di un diorama.

Si intitola "Truth, Justice, and the American Way" il progetto cinematografico sulla vita, carriera e morte di George Reeves, la star della televisione americana che interpretò il serial “Superman” a cavallo degli anni ’40 e ’50. Secondo alcune voci, ad interpretare Reeves dovrebbe esserci l’attore Ben Affleck. George Reeves si suicidò in circostanze mai chiarite nel 1959.

Walt Disney Pictures e Spyglass Entertainment co-produrranno la trasposizione cinematografica dal vivo del cartone animato “Underdog”, un cane supereroe protagonista di una serie Tv andata in onda dal 1964 al 1973. Le riprese inizieranno il prossimo Gennaio in Canada.

Problemi per il film “Watchmen”, tratto dall’omonimo fumetto di Alan Moore, la cui produzione è stata bloccata dalla Paramount Pictures a causa di un budget complessivo giudicato troppo alto dalla major e consistente in ben 100 milioni di dollari. Il progetto del film, che ricordiamo sarebbe dovuto essere diretto da Paul Greengrass (“Bloody Sunday” e “The Bourne Supremacy”), potrebbe passare direttamente alla Universal Pictures.

Prachya Pinkaew, il regista di “Ong Bak”, sta producendo un fantahorror che sarà anche il primo film supereroistico taiwanese: “Mercuryman”. A dirigerlo ci sarà Punna Ritikrai, regista della pellicola “Born To Fight” e coreografo delle scene di combattimento di “Ong Bak”. Al contrario di quanto viene riportato di solito su questa rubrica, l’eroe di questo film sarà poi protagonista anche di una serie a fumetti, in fase di realizzazione postuma.






Paolo Pugliese (testi, traduzioni ed immagini)
Valeria Marinaccio (download e supporto tecnico)

Potete trovare il nostro sito OCCHI SUL CINEMA
al seguente indirizzo: http://xoomer.virgilio.it/occhisulcinema


Carlo Coratelli

Movie Comics: Fantastic Four, Spider-Man 3, X-Men 3, Superman Returns

Dopo oltre due mesi di assenza dovuti a impegni di studio, rieccomi di nuovo qui a riprendere le redini della rubrica gestita in queste settimane dall'amico Greenberg, che ringrazio nuovamente per la disponibilità e l'impegno profuso nell'informarvi sulle produzioni legate ai personaggi Marvel e Dc.
Movie Comics quindi ricomincia la sua corsa, e fra pochi giorni a questa rubrica ne sarà affiancata un altra totalmente nuova che si occuperà delle produzioni animate dedicate ai nostri amati supereroi. Bando alle ciance, e via con le news.


Fantastic Four: ottimi incassi, pessime critiche

Uscito venerdì in ben 3602 sale cinematografiche degli Stati Uniti, la pellicola dedicata al fantastico quartetto ha incassato nei primi tre giorni di programmazione ben 56 milioni di dollari, diventando il terzo più grande incasso del 2005 e il quinto più grande incasso di sempre nel mese di Luglio, superando le più rosee aspettative degli analisti del box office, che avevano predetto un incasso di 40 milioni di dollari, e dei dirigenti della Fox.
Se il risultato al botteghino è più che buono, lo stesso non si può certamente dire con le valutazioni date dalla critica, che non ha risparmiato alla pellicola diretta dal regista Tim Story pesanti stroncature, mentre i fan del quartetto nei vari forum presenti su internet si sono divisi sul giudizio da dare al film, è certo però che la discussione verta sulla questione del tono da commedia che Story avrebbe impresso alla pellicola, e che già da un anno animava le discussioni tra gli appassionati degli FQ.
Aspettando anche noi appassionati italiani di valutare il risultato il prossimo 16 settembre, regista e protagonisti discutono già del sequel di "Fantastic Four", in un intervista apparsa nell'edizione australiana della rivista Empire, il regista Tim Story ha parlato del probabile sequel: "Essendo un film sulle origini, vi è un illimitata possibilità di fare sequel - ha dichiarato Story - spero vivamente di tornare a girare un altro film sul quartetto, e anche se attualmente non abbiamo niente in mente su cosa narreremo nel seguito, l'unica cosa certa è che Reed e Sue si sposeranno nel numero 2".
In un intervista rilasciata al sito Comics Continuum, il produttore di "Fantastic Four" Ralph Winter si è detto contento del risultato ottenuto dalla pellicola nei primi tre giorni di programmazione: "Siamo felici del responso positivo che la pellicola ha avuto da parte del pubblico, è la dimostrazione più bella di quanto molte persone abbiano lavorato duramente a questo film".
Intanto, quelle che vedete qui accanto sono alcune delle foto scattate durante la premiere della pellicola, tenutasi il 6 Luglio presso Liberty Island, e in cui potete vedere i cinque protagonisti della pellicola, mentre un altra foto raffigura la bella Jessica Alba ospite del Tonight Show di Jay Leno, in cui ha parlato del film.



Spider-Man 3: novità

La rivista di spettacolo Variety ha annunciato che le riprese di "Spider-Man 3" inizieranno ufficialmente il 2 Gennaio 2006, nel frattempo nuove aggiunte al cast tecnico della pellicola che vedrà nuovamente alla regia Sam Raimi e come protagonista Tobey Maguire, il designer Harald Belker ("Spider-Man", Minority Report", "Stealth") è stato chiamato a realizzare i gadgets che compariranno nel terzo capitolo sull'arrampicamuri, lo ha annunciato lo stesso Belker sul suo sito ufficiale (www.haraldbelker.com), è da sottolineare che Belker aveva già collaborato con Raimi in "Spider-man", realizzando le bombe zucca utilizzate da Goblin nel primo film.
Altre aggiunte sono quelle dell'art director Chris Burian-Mohr ("Amistad", "L'ultimo samurai") dello scenic designer Zack Bunker, della coordinatrice degli effetti speciali Danielle Costa ("Matrix Reloaded", "Matrix Revolution", "Alexander") e di Rachelle Lewis ("Ghost Rider") entrate entrambe a far parte della squadra coordinata da Scott Stokdyk, mentre una conferma è quella dello Storyboard artist Ryan Woodward, che aveva già lavorato a "Spider-Man 2".
In un intervista al sito iesb.net, il compositore Danny Elfman ha ufficialmente confermato che non potrà realizzare le musiche di "Spider-Man 3", perchè impegnato nella stesura della colonna sonora del film "Charlotte's Web".

Superman Returns: novità

Continuano in Australia le riprese di "Superman Returns", nei giorni scorsi, e per la precisione il 9 Luglio, alcune sequenze sono state girate dalla seconda unità della troupe diretta da Dan Bradley, presso la cattedrale di St.Mary a Sidney con la presenza di molte comparse (nella foto). Alle riprese non erano presenti gli attori principali della pellicola. Nel frattempo la Warner Bros. ha reso noto che la lavorazione di "Superman Returns" termineranno ufficialmente alla fine di Settembre.



X-Men 3: novità

Il sito IGN Filmforce ha ufficialmente confermato l'indiscrezione trapelata nei giorni scorsi, e cioè che l'attrice Maggie Grace ha dovuto abbandonare il ruolo di Kitty Pride in "X-Men 3" per un conflitto di date con la ripresa della popolare serie televisiva "Lost", di cui la Grace è interprete, in alcune dichiarazioni apparse sulla message board del suo sito, il regista e sceneggiatore Joss Whedon, che fino a qualche settimana fa era in corsa per dirigere il terzo capitolo dei mutanti Marvel, ha rivelato che la giovane attrice Summer Glau, protagonista dell'ultimo film di Whedon, "Serenity", sarebbe entrata nel cast di "X-Men 3" in sostituzione della Grace.
Questa indiscrezione non è stata finora confermata ufficialmente dalla Fox. Sul resto del cast di "X-Men 3", in un intervista rilasciata nel week-end a margine dell'uscita di "Fantastic Four", Avi Arad ha reso noto che l'attore che interpreterà il ruolo di Angelo nel film è stato scelto, ma che un annuncio ufficiale sarà fatto alla Comic-Con di San Diego.
Nel frattempo, il sito xmenfilms.net ha reso noto che alcune riprese di "X-Men 3" dovrebbero iniziare con qualche settimana di anticipo a Hatley Castle (Royal Roads University), location già utilizzata nei primi due film come residenza della "Scuola Xavier per giovani dotati", e situata a Victoria (Canada), alla fine di questo mese. La notizia, non ancora confermata, si scontra con le indicazioni date in precedenza, e che indicavano nel 2 agosto la data ufficiale di inizio della lavorazione. Intanto, il giornale Honolulu Advisor ha reso noto che il coreografo Nito Larioza, che ha già lavorato con Halle Berry in "Catwoman", allenerà Kelsey Grammer per le evoluzioni animalesche della Bestia.

Brevissime

Alla sua quarta settimana di programmazione "Batman Begins" ha incassato nello scorso week-end altri 10.2 milioni di dollari portandosi a un totale di 172 milioni di dollari.

In un intervista a MTV l'attore Djimon Hounsou ha dichiarato che la Warner Bros. non lo ha ancora contattato per la ripresa del suo ruolo di Papa Midnite nel sequel di "Constantine", confermando però di essere ansioso di tornare in un sequel.

Avi Arad ha smentito le voci circolate alcuni giorni fa su internet che indicavano in David O. Russell il regista dell'adattamento cinematografico di Silver Surfer, "Questa è nuova per me", ha dichiarato Arad.

In un intervista a Sci Fi Wire l'attore Thomas Jane ha dichiarato di avere iniziato a prepararsi per il sequel di "The Punisher", le cui riprese, sempre secondo quanto detto da Jane, dovrebbero iniziare prima della fine dell'anno, per un uscita prevista nei cinema per l'autunno del 2006.

Carlo Coratelli

Speciale BATMAN BEGINS



Dopo anni di assenza, il cavaliere oscuro di Gotham City ricompare sul grande schermo, con il volto di Christian Bale, in un lungometraggio che, attraverso il talento del regista Christopher Nolan ne narrerà le origini, in un percorso che ci porterà nell’anima del giovane Bruce Wayne e nei tormenti che hanno dato vita all’uomo pipistrello














Un nuovo inizio

Nell’estate del 1997, l’uscita nei cinema di tutto il mondo del film “Batman & Robin” decretò quella che sembrava la conclusione definitiva della saga cinematografica dell’uomo pipistrello.
Ricreato per il grande schermo da Tim Burton, l’eroe creato da Bob Kane nel lontano 1939 non riuscì a sopravvivere alla deriva umoristica e fracassona orchestrata dal regista Joel Schumacher con il delittuoso contributo di Akiva Goldsman e del suo interprete, quel George Clooney che di lì a poco avrebbe ammesso pubblicamente di essere tra i principali responsabili della morte su celluloide di Batman.
Quel tracollo infatti, determinò una sorta di esilio della Dc Comics da Hollywood, e un silenzio tombale cadde sulle produzioni cinematografiche legate all’uomo pipistrello, un silenzio che in molti hanno cercato di rompere, i dirigenti della Warner Bros. infatti erano ancora convinti delle potenzialità e del fascino racchiusi nel personaggio di Batman, e intenzionati a dare un forte segnale di discontinuità con le pellicole precedenti, per anni hanno tentato in diversi modi di far rinascere dalle ceneri un nuovo capitolo della saga dell’eroe di Gotham.
Nel 2000 la major cinematografica commissiona infatti al talentuoso regista Darren Aronofsky l’adattamento cinematografico di “Batman Year One”, un progetto che purtroppo, a seguito dei continui rinvii dello stesso Aronofsky non vedrà mai la luce, e uguale sorte toccherà anche a “Batman Vs. Superman” di Wolfgang Petersen, naufragato dopo poche settimane.
Nel 2003 finalmente avviene la grande svolta, la Warner infatti sceglie il regista-culto di “Insomnia” Christopher Nolan, per narrare sullo schermo la pagina più avvincente e allo stesso tempo misteriosa della vita di Bruce Wayne: l’origine di Batman.




Un cast stellare


Con Nolan al timone, la questione primaria per la dirigenza della Warner Bros. e per lo stesso regista era quella di trovare un attore che sapesse, oltre a ridare nuova linfa al personaggio, trasmettere al pubblico i dolori e i dubbi di Bruce Wayne, una scelta infine caduta su Christian Bale, che molti ricorderanno ancora ragazzino in “L’impero del sole” di Steven Spielberg, e che negli ultimi anni si è fatto apprezzare come interprete di film quali “American Psycho” e soprattutto del recente e bellissimo “L’uomo senza sonno”, pellicole che hanno dimostrato in tutto e per tutto che l’attore aveva il fisico, l’attitudine e l’abilità di calarsi nei recessi più oscuri del lato umano, la persona adatta per disegnare sullo schermo la figura di un uomo spinto dalla rabbia e dal rancore per la morte dei genitori e ossessionato dal bruciante desiderio della vendetta, e che sapesse allo stesso tempo ricreare l’uomo pipistrello, esprimendo così i due volti, entrambi oscuri, dello stesso personaggio.
A differenziare ancora di più “Batman Begins” dalle precedenti pellicole è stata inoltre la composizione del resto del cast, ad affiancare Christian Bale infatti nomi illustri come quello del premio Oscar Michael Caine (“Le regole della casa del sidro”), che ricoprirà il ruolo del mitico maggiordomo Alfred, mentre Liam Neeson sarà Henri Ducard, mentore di Bruce Wayne e importante figura nel viaggio iniziatici intrapreso del protagonista, mentre Morgan Freeman, altro vincitore della famosa statuetta con “Million Dollar Baby”, comparirà nella parte di Lucius Fox, dirigente delle Industrie Wayne, altre presenze quella di Gary Oldman nel ruolo di un giovane tenente James Gordon, mentre la bella e brava Katie Holmes (“The Gift”) interpreterà Rachel Dawes, assistente del procuratore distrettuale nonché fiamma del giovane Bruce Wayne.
Ma cosa è un film sull’uomo pipistrello senza i proverbiali cattivi? A minacciare la tranquillità di Gotham City e del suo protettore saranno questa volta il letale Spaventapasseri, interpretato dal 29enne Cillian Murphy (“28 giorni dopo”), inizialmente proprio assieme a Bale uno dei candidati principali per la parte del protagonista, mentre Ken Watanabe (“L’ultimo samurai”) sarà Ra’s Al Ghul, nemesi principale di Batman.
Nomi importanti quindi che hanno dato fin da subito agli appassionati un segnale del cambiamento radicale, del letterale “ritorno alle origini” operato da Nolan assieme allo sceneggiatore David Goyer; un cast interessante, denso di veterani del cinema e di giovani talenti che potesse dare forza a una pellicola il cui primo intento è quello di entrare nel profondo dei personaggi, per dipingere un potente affresco capace di fare conoscere al pubblico più da vicino il mondo di Bruce Wayne.




Un eroe ossessionato

“Quando indossa il costume, Bruce diventa una creatura totalmente diversa, cessa di essere umano, e del resto per me era una necessità, perché mi sarei sentito un idiota a restare una persona normale con indosso il costume. Devi rimanere concentrato. Devi mantenere il controllo. Devi restare focalizzato. Su un ossessione, l’ossessione di Batman. Il quale è ossessionato da un evento accaduto vent’anni prima, ma ancora al centro dei suoi pensieri”.
Così Christian Bale, in una delle numerose interviste rilasciate negli ultimi mesi, ha descritto il suo personaggio, un uomo la cui vita ruota interamente attorno alla morte dei genitori (interpretati nel film dagli attori Linus Roache e Sara Stewart), l’evento che nella pellicola di Christopher Nolan sarà il motore principale del viaggio iniziatico intrapreso dal protagonista per scoprire non solo quale sia il suo destino, ma per trovare risposta anche alle sue paure più nascoste, ai suoi tormenti e ai suoi sensi di colpa, nascosti nel profondo del suo animo.
Un animo diviso e lacerato che Bale ha saputo rendere perfettamente sul grande schermo, dai trailer usciti in queste ultime settimane si coglie il conflitto interno e la disperazione muta e feroce che dilania Bruce Wayne, un conflitto che riguarda la sua stessa ossessione, in lui vi è sempre la lotta tra la spinta a prendere quella ossessione e trasformarla in qualcosa di buono e la voglia di spaccare ossa e quindi di vendicarsi.
Un viaggio psicologico quindi ma anche fisico, a cui il protagonista si è preparato riprendendo i 30 chili persi per “L’uomo senza sonno” ma anche aggiungendone altri al suo peso forma per calarsi nel ruolo del muscoloso supereroe della Dc Comics, addetrandosi anche nell’arte marziale della Keysi, una fra le più brutali e violente, a cui Bale si è preparato intensamente con ore e ore di allenamento e riguardando per interi giorni i filmati dei suoi allenamenti.
Una preparazione al ruolo non del tutto indolore come ha confessato lo stesso Bale in un intervista a Sci Fi Wire di qualche mese fa: “Ho terminato ‘L’uomo senza sonno’ nel luglio del 2003, e abbiamo comiciato a filmare‘Batman Begins’ alla fine di Febbraio del 2004. Mangiavo, mangiavo come un matto, solo nel tentativo di mettere su chili e chili. E sono andato un po’ oltre. Quando arrivai in Inghilterra, Chris (Nolan, n.d.r.) mi ha guardato sconvolto e mi ha detto ‘Oddio, sembri quasi un grizzly’. Mi ero presentato con capelli lunghi e barba, e la mia figura, per così dire, riempiva la stanza. All’epoca avevo preso una quarantina di chili dalla fine delle riprese di ‘L’uomo senza sonno’ all’arrivo in Inghilterra, in Gennaio. E non è stata una cosa molto salutare. Decisamente no. Potevo sollevare dei pesi, ma se mi avessi chiesto di correre per la stanza, sarei finito esausto. Quindi quando arrivai, fu il momento in cui dovetti cominciare sul serio ad allenarmi, fare molte corse e altre cose, e ho rimesso in sesto il mio peso.”
Per entrare nel personaggio inoltre Bale ha iniziato a leggere diverse storie a fumetti e graphic novel dell’uomo pipistrello, confessando di non essere mai stato un appassionato di fumetti, scoprendo però un eroe differente da quello che aveva sempre conosciuto dalla serie televisiva degli anni ’60 con Adam West e Burt Ward: “Quando Nolan mi ha coinvolto nel progetto ho iniziato a leggermi alcuni fumetti di Batman e ho avuto modo di scoprire qualcosa di completamente diverso dalla serie Tv, e anche dai film finora realizzati. In quelle pagine c’è un personaggio incredibile che finora nessuno ha mai saputo sfruttare. Ma noi ci abbiamo provato, abbiamo fatto un film in cui vi è la forza di quelle storie meravigliose, senza fare alcun riferimento ai film precedenti.”
E infatti “Batman Begins”, il cui budget si aggira intorno ai 140 milioni di dollari (4 milioni solo per la Bat-mobile, del peso di 2 tonnellate e completamente corazzata) è una pellicola differente, non è un sequel, non è un prequel, ma l’inizio.
“Ero molto interessato all’idea di creare un film di Batman – ha dichiarato Nolan - con quello che pensavo non fosse mai stato fatto, che in un certo senso ti saresti aspettato ci fosse stato nel primo film, ovvero la storia delle sue origini e il percorso del personaggio da una persona normale a Batman, e volevo creare una visione che fosse del tutto inedita e diversa”.
Un percorso che ha visto la troupe e il cast effettuare la lavorazione in gran parte del globo, prima in Islanda, nelle gelide location di Öræfasveit, Vatnajökuls e Svínafellsjökuls, in cui sono state girate alcune sequenze che si svolgono sul monte Himalaya e che vedono protagonisti Christian Bale assieme a Liam Neeson, per poi trasferirsi in Inghilterra, dove le riprese sono state effettuate in gran parte in un enorme hangardella seconda guerra mondiale a un paio di ore da Londra, dove Nolan e i suoi collaboratori, tra cui il direttore della scenografia Nathan Crowley, hanno ricreato diversi quartieri di Gotham City, inclusi palazzi di otto piani, oltre ai bassifondi di Gotham.
Una lavorazione che è continuata anche a Chicago, Tokyo e nei sobborghi di Hong Kong, il tutto per ricreare non solo l’ambiente in cui Bruce Wayne affina le sue tecniche per divenire l’uomo pipistrello, ma anche per riportare sullo schermo una Gotham City oscura come nei precedenti film, ma allo stesso tempo completamente diversa, circondata da strade e linee della metropolitana, e da vecchi e tetri quartieri, atmosfera adatta per le nuove avventure dell’uomo pipistrello, che dal 15 Giugno finalmente rinascerà.




Il regista: Christopher Nolan

Christopher Nolan nasce a Londra il 30 giugno del 1970 e poco più che ragazzino inizia già a realizzare brevi film amatoriali con la super 8 del padre.
Dopo aver trascorso tre anni a Chicago con la famiglia, Christopher torna in Inghilterra per frequentare l'University College di Londra ed è proprio in questo periodo (la metà degli anni Novanta) che inizia a muovere i primi passi nel mondo del cinema.
Realizza infatti due cortometraggi molto interessanti, “Lanceny” e “Doodlebug”, e poi debutta nel lungometraggio con “Following” (1999), inquietante noir che cattura immediatamente l'interesse del pubblico e della critica, e di cui Nolan firma, oltre che la regia, anche la sceneggiatura, la fotografia e il montaggio.
Nel 2000 il regista ottiene un discreto successo grazie a “Memento”, film dall'originale costruzione a ritroso, che ottiene diversi riconoscimenti, nonché una nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Due anni dopo il successo di “Memento”, Nolan torna dietro la macchina da presa con il thriller “Insomnia”, remake dell'omonimo film norvegese diretto da Erik Skjoldberg, con Al Pacino e Robin Williams nei ruoli principali. “Batman Begins” è la sua prima produzione ad alto budget.





























Il cast:



Christian Bale

Per leggere l'intervista a Christian Bale clicca qui.

Christian Morgan Bale è nato a Pembrokeshire, in Galles, il 30 gennaio 1974, ed è cresciuto in Inghilterra, Portogallo e Stati Uniti. Il padre era un pilota civile e la madre lavorava in un circo come ballerina e clown.
Christian ha fatto il suo esordio in teatro all'età di dieci anni, con l'attore inglese Rowan Atkinson (meglio noto come Mr. Bean), e nel 1986 ha debuttato in televisione nella miniserie 'Anastasia: The Mystery of Anna'. In seguito, Christian Bale è scelto tra oltre quattromila ragazzi per impersonare Jim Graham, il figlio di un diplomatico inglese internato in un campo di prigionia giapponese durante la seconda guerra mondiale, nel film che Spielberg ha tratto dal romanzo autobiografico di James G. Ballard “L'impero del sole”.
Lo stesso anno, Bale è protagonista del film svedese “Mio min Mio” (1987), mentre nel 1989 appare nell' ”Enrico V” diretto ed interpretato da Kenneth Branagh. L'anno dopo è Jim Hawkins in L'isola del tesoro (1990), un film girato per la televisione, con Charlton Heston nel ruolo di Long John Silver.
Nel 1992, Christian Bale è protagonista del musical di Kenny Ortega “Gli strilloni”, prodotto dalla Disney, e l'anno successivo è con Robert Sean Leonard e Kenneth Branagh in “Swing Kids - Giovani ribelli” (1993), per la regia di Thomas Carter.
Poi, Bale è nel cast del film di Gilliam Armstrong “Piccole donne” (1994), con Winona Ryder, in seguito ha un piccolo ruolo in “Ritratto di signora” (1996), di Jane Campion, ed è il protagonista di “Metroland” (1997), di Philip Saville.
Dopo “Velvet Goldmine” (1998) e “All the Little Animals” (1998), Christian Bale è stato Demetrius in “Sogno di una notte di mezza estate” (1999), accanto a Kevin Kline, Michelle Pfeiffer e Rupert Everett. Nel 2000, Bale ha interpretato Patrick Bateman nel film di Mary Harron “American Psycho”, ed è stato a fianco di Samuel L. Jackson nel remake di “Shaft”.
Christian Bale è vegetariano e ha l'abitudine di adottare tutti gli animali abbandonati che incontra,è un sostenitore di molte organizzazioni come Greenpeace, il WWF e il Dian Fossey Gorilla Fund.
Dal 29 gennaio del 2000 è sposato con Sibi Blazic.



Katie Holmes

Nata il 18 Dicembre 1978 a Toledo (Ohio), Katherine Noelle Holmes è' la più giovane dei cinque figli di Marty (avvocato) e Kathleen (casalinga) Holmes. Inizia a recitare negli spettacoli allestiti dalla sua scuola, la Notre Dame Academy (un istituto femminile cattolico) e contemporaneamente frequenta la Margaret O'Brien's Modeling School. Nell'estate del '95 partecipa all'annuale convention "Hooray for Hollywood" a New York, dove viene notata da un talent scout che le propone di andare a Los Angeles per tentare la carriera di attrice.
La prima apparizione è per il grande schermo in "Tempesta di ghiaccio" (1997) di Ang Lee. Successivamente viene scelta per il ruolo principale della serie TV "Buffy, l'ammazzavampiri" ma decide di rifiutare per prendere il diploma e torna nella natia Toledo per l'ultimo anno di scuola. Venuta a conoscenza delle audizioni per un nuovo serial, insieme alla madre realizza una videocassetta che manda come provino al regista Kevin Williamson. Questi ne rimane impressionato e decide di affidarle il ruolo di Joey Potter nella serie "Dawson's Creek" anche se deve aspettare la fine dell'estate per averla sul set, poiché Katie è la protagonista dello spettacolo di fine anno scolastico "Damn yankies" e non se la sente di abbandonare i suoi compagni fino alla fine delle esibizioni estive. Grazie al fortunato telefilm, il suo volto diventa ben presto molto noto ai telespettatori di tutto il mondo e viene chiamata a recitare nei film "Generazione perfetta" (1998) di David Nutter, "Go - Una notte da dimenticare" (1999) di Doug Liman, "Killing Mrs. Tingle" (1999) di Kevin Williamson, "Wonderboys" (2000) di Curtis Hanson e "The Gift" (2000) di Sam Raimi, in seguito compare come protagonista in “Abandon – misteriosi omicidi” (2002), mentre nello stesso anno è accanto a Colin Farrell in “In lina con l’assassiono” per la regia di Joel Schumacher, mentre recentemente ha preso parte alla commedia sentimentale “Firts Daughter” (ancora inedito in Italia).
Dopo essere stata legata sentimentalmente all’attore Chris Klein, è da pochi mesi la nuova compagna di Tom Cruise.



Michael Caine

Nato a Bermondsey (Londra, Inghilterra) il 14 Marzo 1933, Maurice Joseph Micklewhite è figlio di un pescivendolo e di una casalinga. A quindici anni lascia gli studi, va a lavorare e in seguito si arruola nell'esercito britannico e va a combattere in Korea. Inserito nella classificadi Forbes, tra le 50 star di tutti i tempi, sceglie di chiamarsi Caine a 21 anni perchè affascinato dal film "L'ammutinamento del Caine", con Humphrey Bogart. Calca i più importanti palcoscenici teatrali inglesi (il suo autore preferito è Shakespeare) e nel 1957 debutta sul grande schermo, non accreditato, con il film "Sailor Beware!" di Gordon Parry. Ma è nel 1966, con il film "Alfie", interpretato dopo alcune produzioni televisive, che si fa conoscere dal grande pubblico conquistando una candidatura all'Oscar e il premio della critica cinematografica di New York. Attore poliedrico, in grado di recitare commedie brillanti e film d'azione, raggiunge la popolarità negli Stati Uniti con il film d'avventura "L'uomo che volle farsi re" (1975), diretto da John Huston, e recitato con Sean Connery. Vincitore del premio Oscar come miglior attore non protagonista nel 1987 con il film "Anna e le sue sorelle" (1986) di Woody Allen, è un attore che ha investito i propri guadagni (derivanti da oltre 100 film all'attivo) in produzioni cinematografiche e in ristoranti (ne possiede 5 in Inghilterra e uno a Miami).
Nel 2000, grazie all'interpretazione nel film "Le regole della casa del sidro" (1999) di Lasse Hallström, vince il secondo Oscar come migliore attore non protagonista. Nel 2003 riceve la sesta candidatura (quarta come miglior attore protagonista) agli Academy Awards grazie al ruolo del giornalista Thomas Fowler in "The Quiet American" (2002) di Phillip Noyce.
Nel 1958 divorzia dall'attrice Patricia Haines (sposata nel '55, da cui ha avuto la figlia Dominique) e nel 1973 sposa Shakira Baksh (Miss Guyana 1967), da cui ha avuto la figlia Natasha.
Nel 1992 scala le classifiche americane editoriali con la sua autobiografia in cui rivela particolari della sua infanzia povera e difficile.
Nel 2000 è stato insignito dalla regina d'Inghilterra del titolo di cavaliere.


Gary Oldman

Nato a New Cross (Londra, Inghilterra) il 21 Marzo 1958, Gary Leonard Oldman è figlio di Leonard e Kathleen Oldman, dopo l'abbandono della famiglia da parte del padre - lui ha solo sette anni - cresce con la madre e le due sorelle (una delle quali è anch'essa attrice con lo pseudonimo di Laila Morse, anagramma di 'mia sorella' in italiano). A diciassette anni abbandona gli studi e dopo un primo amore per la musica - deciso a diventare pianista, impara da autodidatta a suonare il pianoforte - grazie all'incontro con Roger Williams si appassiona alla recitazione. Fallito il tentativo di entrare alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra, frequenta icorsi di Williams al Greenwich Young People Theatre. Ottenuta una borsa di studio per il Rose Bruford College of Speech and Drama, si diploma nel 1979. Dopo essersi messo in evidenza come uno dei più dotati attori del panorama teatrale britannico - ha recitato anche con la compagnia del Royal Court Theatre e con la prestigiosa Royal Shakespeare Company - e per l'interpretazione dello skinhead Coxy nel film tv "Meantime" (1981) di Mike Leigh, nel 1986 debutta al cinema con "Sid e Nancy", film biografico sull'ex leader del gruppo punk dei Sex Pistols, diretto da Alex Cox. Abile nel trasformare sia il suo corpo che il suo accento, dà vita sullo schermo a una vasta serie di personaggi, molti dei quali particolarmente 'cattivi': Lee Harvey Oswald in "JFK - un caso ancora aperto" (1991) di Oliver Stone, il Conte Dracula (1992) nel film di Francis Ford Coppola, il poliziotto corrotto e tossicomane Norman Stansfield in "Léon" (1994) di Luc Besson, Ludwig Van Beethoven in "Amata immortale" (1994) di Bernard Rose (sul set è scoccata la scintilla con Isabella Rossellini), il perfido Zorg in "Il quinto elemento" (1997) ancora una volta diretto da Besson, il capo dei terroristi Ivan Korshunov in "Air Force One" (1997) di Wolfgang Petersen. Gli anni '90 lo vedono protagonista non solo in veste di attore ma anche di produttore e regista. Fondata con Douglas Urbanski la casa di produzione SE8 Group (il nome deriva dal codice di avviamento postale della cittadina natale di Oldman) nel 1998 produce il suo film d'esordio come regista e sceneggiatore "Niente per bocca", presentato al Festival di Cannes.
I successi sul lavoro non vanno però di pari passo con la vita privata. Dedito all'abuso di alcolici (vizio 'ereditato' dal padre), a metà degli anni '90 si sottopone a una cura disintossicante e conosce la fotografa Donya Fiorentino. I due si sposano nel '97, anno in cui nasce anche il loro primogenito Gulliver Flynn, mentre nel 1999 nasce il secondo figlio Charles John. L'attore è al terzo matrimonio dopo quello con le attrici Lesley Manville, da cui ha avuto il figlio Alfie, e Uma Thurman, sposata nel '90 e da cui ha divorziato due anni dopo. In entrambi i casi la rottura pare sia legata proprio ai suoi problemi con alcool, così come il divorzio dalla Fiorentino, avvenuto nell'aprile 2001.



Morgan Freeman

Nato a Memphis (Tennesse, Stati Uniti) il 1 Giugno 1937, Morgan Freeman durante gli anni '40, si trasferisce con i suoi genitori a Chicago, e Morgan cresce con i nonni a Charleston. Si diploma in un liceo di Greenwood, Mississipi. Il cinema è un suo grande amore fin da ragazzo, ma poiché anche l'idea di volare lo aveva sempre ammaliato, a 18 anni si arruola nell'aviazione. Rimane nelle forze armate cinque anni, trascorsi in gran parte chiuso in un ufficio. Deluso, decide allora ditentare la carriera di attore. Senza arte né parte, si trasferisce a Los Angeles, dove comincia a studiare recitazione. Nel 1967 fa il suo debutto a Broadway, in una versione di "Hello Dolly!" in cui recitano da protagonisti Pearl Bailey e Cab Calloway. Poco tempo dopo, si apre per lui la strada della televisione: entra a far parte del popolare show educativo per bambini "The Electric Company" in cui crea il personaggio di 'Easy Reader'. Durante gli anni '70 e per buona parte degli '80, continua a barcamenarsi tra teatro, televisione e marginali ruoli cinematografici ("Brubacker", "Teachers", "Harry & Son"). Poi, nell'87, gli viene offerto in "Street Smart" di Jerry Schatzberg il ruolo di Fast Black, un protettore violento e senza scrupoli, e quel ruolo, che lo porta alla sua prima nomination all'Oscar (come attore non protagonista), basta a far sembrare lontanissimi i tempi grami dei programmi per bambini. Comincia a trovare con facilità parti più importanti, come quella che due anni dopo ottiene in "A spasso con Daisy": quella di Hoke, l'autista saggio e paziente di una inizialmente scontrosa e prevenuta Jessica Tandy, della quale si conquisterà tuttavia rispetto e simpatia. "A spasso con Daisy", un film che gli vale la seconda nomination all'Oscar (stavolta come migliore attore) e che di Oscar ne ha vinti quattro, dà a Freeman una fama che non aveva mai conosciuto prima. Ne approfitta per lasciare la sua impronta in vari film di grande successo, come in "Robin Hood principe dei ladri" (con Kevin Costner) o come in un altro film vincitore di Oscar, "Gli spietati", di Clint Eastwood. Nel 1993, si cimenta anche nella regia con "Bopha!", ambientato nel Sudafrica dell'apartheid. L'anno dopo, ne "Le ali della libertà", è Red, compagno di prigionia di Tim Robbins in un dramma carcerario a lieto fine, tratto da un racconto di Stephen King: è la terza nomination all'Oscar (ancora come migliore attore). Seguono nel '95 "Seven" - in cui è un detective alle prese con un serial killer che uccide ispirandosi ai sette peccati capitali - e nel '97 "Amistad", di Steven Spielberg. Nel 1998, in "Deep Impact", Freeman si è tolto la soddisfazione di vestire i panni del presidente degli Stati Uniti (benché in un film di fantascienza), in quella che è stata la prima volta in cui questo ruolo, come ruolo principale, è stato affidato ad un attore afro-americano. Un'ulteriore conferma, per lui, di appartenere ormai a quella ristretta cerchia di attori neri che Hollywood ha davvero accettato all'interno del suo star-system.



Liam Neeson

William John Neeson è nato a Ballymena (Irlanda del Nord) il 7 Giugno 1952, Fisico possente (è alto più di 1 metro e 90) prima di fare l'attore ha lavorato nella fabbrica della Guinness, come autista di camion e senza mai trascurare la sua passione per la boxe che ha praticato a livello amatoriale.
Diplomatosi al Queens College di Belfast, nel '76 inizia la sua carriera di attore teatrale al Lyric Players Theatre della città e due anni dopo si trasferisce a Dublino, all'Abbey Theatre, dedicandosi ai classici.
Notato da John Boorman, viene scelto per "Excalibur" nel 1981 che rappresenta l'esordio sul grande schermo per l'attore britannico. Seguono una lunga serie di film per la televisione e soltanto nove anni dopo arriva il suo primo ruolo da protagonista in "Darkman" di Sam Raimi; nel '92 ha il suo primo "approccio" con il fascismo in "Vite sospese" con Michael Douglas e Melanie Griffith e l'anno dopo entra di diritto nel gotha di Hollywood grazie alla sua interpretazione in "Schindler's List" che gli valela nomination all'Oscar.
Lo stesso anno debutta a Broadway in "Anna Christie" al fianco di Natasha Richardson ottenendo la nomination per il Tony Award e l'anno dopo sposa proprio la Richardson nonostante la sua fama di autentico dongiovanni (gli sono stati attribuiti flirt con Helen Mirren, Julia Roberts, Brooke Shields, Barbra Streisand e la cantante Sinead O'Connor) e dalla quale ha avuto due figli.
Dopo arrivano altri film di successo come "Nell", e ruoli da eroe come lo scozzese "Rob Roy" e l'irlandese rivoluzionario "Michael Collins", mentre tra i suoi film più recenti ricordiamo "Guerre stellari: Episodio I - La minaccia fantasma", "Haunting - Presenze", "Gun shy", “Kelsey” e “Le Crociate” di Ridely Scott, accanto a Orlando Bloom.




Carlo Coratelli - Testi

Paolo Pugliese - Immagini & Download














Carlo Coratelli

Speciale Sin City

a cura di Giorgio Venturati

La guida turistica

Se state leggendo queste righe, è probabile che conosciate già piuttosto bene i vicoli di Sin City.
Vi siete già nascosti nelle sue ombre, il sangue di qualche teppista sfigato è già schizzato sul vostro viso ed avete già respirato il profumo seducente delle donne di Old Town.
Se invece questa è la vostra prima visita qui, ci sono soltanto alcune cose che dovete sapere, prima di mettervi in viaggio. Il resto è giusto che lo scopriate da voi, sfogliando sullo schermo le storie dicrome della Città del Peccato e prestando ascolto alle voci roche dei loro protagonisti.
Un killer senza nome, che uccide semplicemente perché una donna l’ha pagato per farlo e, come recita il titolo italiano dell’episodio ispiratore, “Il cliente ha sempre ragione”.
Un bestione dal cervello in pappa ed il grugno stilizzato, che uccide perché l’unica donna che abbia mai dato un senso alla sua vita viene assassinata mentre dorme accanto a lui.
Un ex-fotografo ricercato che dovrebbe star lontano dai guai e che invece uccide perché le prostitute di Sin City possano continuare ad esercitare il mestiere più vecchio del mondo senza essere massacrate in un bagno di sangue.
Un poliziotto dal cuore a pezzi (in tutti i sensi), che uccide perché una bambina possa crescere senza essere stuprata ed uccisa da un intoccabile bastardo.
A Sin City, gli uomini (i duri) uccidono per le donne (le pupe).
E’ romanticamente maschilista, o forse grossolanamente femminista, fate voi. E’, in ogni caso, molto semplice, almeno quanto il contrasto tra il bianco e il nero.


La messa in scena
Dal punto di vista prettamente visivo, il film si conferma un capolavoro.
Rodriguez pianta la sua bandiera un miglio più in là rispetto agli standard di regia attuali e aspetta che il mondo del cinema lo raggiunga, lo studi ed infine lo replichi.
In Sin City, il computer assolve la stessa funzione svolta, nei film di cinquant’anni fa, dai fondali disegnati e dalle vecchie scenografie di cartone. Gli attori sono posti al centro di un palcoscenico vuoto, costretti a fare esclusivo ricorso alla propria capacità di finzione e d’immedesimazione, obbligati ad offrire (e a mettere a nudo) ogni dote recitativa e direttamente coinvolti nel quotidiano processo di pura creazione. Un riferimento (una porta, una finestra, un volante), e nulla più. Nessuno degli spazi bianchi e neri in cui entrano ed escono i protagonisti è reale (se si eccettua l’interno del Kadie’s) e, nonostante tutto, la coordinazione dei movimenti risulta semplicemente perfetta.
Il ruolo della tecnica digitale è ormai sovvertito: non le si chiede più di inserire elementi fittizi in un contesto reale, ma di creare, al contrario, un contesto (reale e fittizio al tempo stesso) al quale sovrapporre gli attori quali unici elementi materiali indispensabili.
Non è sbagliato sostenere che ci si trovi al cospetto di una vera e propria evoluzione in codice binario dell’espressionismo. Forse il cerchio si sta chiudendo ed è ora che il cinema ricominci da dove è partito, risorgendo da nuove ceneri fatte di pixel.


La fedeltà al fumetto

L’aderenza all’opera originale di Frank Miller è assoluta, nel bene e nel male.
Le inquadrature riprendono nel minimo dettaglio la composizione delle vignette, per il sublime appagamento dei fan del fumetto. Basta pensare alle scorribande di Marv in cerca di informazioni, al volo di Miho sul tetto della macchina di Jackie Boy o alla prima apparizione del Bastardo Giallo.
In alcune circostanze si ha addirittura la sensazione che lo schermo amplifichi la suggestività di certe tavole, come in occasione del lungo primo piano insistito sul viso di Dwight, mentre tiene la testa di Jackie Boy nel water. Quattro pagine che, se possono essere sfogliate distrattamente su carta, riacquistano su schermo tutta la loro silenziosa potenza.
Anche i momenti più crudi trovano la stessa edulcorazione cartoonistica del fumetto: mentre il sangue che schizza da fuori campo all’interno dell’inquadratura (quale mera conseguenza di una violenza che non vediamo) è rosso, liquido e realistico, ogni qualvolta sullo schermo la morte viene inscenata contestualmente alla sua causa, il sangue diviene bianco, denso e grottesco come quello disegnato (si pensi alla mano mozzata di Jackie Boy, o alla canna di pistola che gli si conficca nella fronte), e gli attori vengono trasformati in silhouette bianche, in grado di neutralizzare la brutalità di ciò che mimano (il suicidio di Hartigan).
Gli inserti di colore, sebbene più frequenti rispetto all’originale, sono comunque ispirati dalla medesima poetica del fumetto, portando spesso in evidenza quei dettagli femminili, seducenti e magnetici, che fanno da presagio e da motore alla violenza maschile: gli occhi della donna sul balcone, durante il prologo, si tingono di vita per un istante prima di essere chiusi per sempre; l’azzurro glaciale degli occhi di Becky anticipa l’abbuffata di morte che sta per scatenarsi su Jackie Boy e la sua gang, mentre la luce emanata dai capelli e dalla pelle di Goldie illumina la schermo con un candore celestiale di breve durata, di cui Marv può tornare a godere solo al compimento del suo percorso di vendetta.


Gli interpreti

Nonostante la strumentalità dei loro volti e delle loro performances, gli attori di Sin City riescono ad infondere un’anima ai propri personaggi, regalando (globalmente) prove di ottima recitazione.
C’era il rischio concreto che l’entusiasmante operazione di casting potesse risolversi in una vacua ricerca dell’impersonificazione fine a sé stessa, destinata a soddisfare soltanto il piacere estetico della rassomiglianza e a precludere ogni prospettiva di reale interpretazione.
Il risultato finale, al contrario, appare particolarmente apprezzabile: pur nella totale aderenza visiva e letterale alle caratterizzazioni del fumetto originale, è possibile cogliere il sottile contributo di ogni attore alla materializzazione del proprio personaggio.
Mickey Rourke è Marv, letteralmente. I suoi occhi, l’unica cosa che veramente gli appartiene in quel muso deforme, tradiscono la spontaneità di chi sembra semplicemente recitare se stesso.
Clive Owen è, probabilmente, la sorpresa più piacevole: senza tradire l’essenza estetica di Dwight, riesce a corredare il proprio character di una espressività nuova ed ulteriore rispetto all’intrinseca staticità del fumetto. E ciò vale a renderlo uno dei personaggi del film più accattivanti in assoluto. I suoi sguardi e la sua mimica accompagnano il fluire dei suoi monologhi con perfetta complementarietà, seducendo lo spettatore grazie ad alcune sequenze indimenticabili (una per tutte, la conversazione surreale in auto in compagnia di Benicio Del Toro).
Un altro plauso speciale lo merita proprio l’interprete dell’odioso Jackie Boy, personaggio non memorabile nel fumetto (almeno sino alla sua morte), trasformato qui in un viscido perdente, reso arrogante solo dal proprio distintivo. Il make up apre gli occhi normalmente fatti ed assonnati di Del Toro, per dare risalto a due pupille nere e imprevedibili come quelle di un squalo disorientato dalla cattività.
Indecifrabile, invece, la prova di Bruce Willis: il suo Hartigan appare monocorde, stanco e privo di vitalità (come richiesto dalla parte), ma a tratti si ha come l’impressione che a soffrire dei medesimi difetti sia la sua stessa recitazione. Si tratta certamente di un’interpretazione meno appariscente delle altre, più contrita ed introflessa, ed è per questo che non deve essere fraintesa, meritando l’approfondimento di una seconda visione in grado di renderle (eventualmente) giustizia.
Tra gli altri interpreti maschili, spicca la breve apparizione di un invecchiatissimo Rutger Hauer, capace di offrire un intenso Cardinale Roark, mentre scorre via senza lasciare particolari tracce l’esibizione di Michael Clarke Duncan nel ruolo dell’armadio Manute.
Colpiscono nel segno i due veri villains del film: Kevin il cannibale, sinuosamente interpretato da Elijah Wood, ma soprattutto il Bastardo Giallo, il cui fisico ripugnante viene perfettamente rimodellato sul corpo e sul viso di Nick Stahl.
Se al primo bastano pochi sguardi per incutere un freddo e sgradevole senso di disagio, grazie al bianco accecante delle sue lenti o all’azzurro asettico dei suoi occhi inumani, il secondo impone la sua presenza aberrante come fosse una massa putrescente, disturbando la vista dello spettatore con un giallo malsano capace di corrompere la purezza ed il rigore del bianco e del nero. Si ha quasi la sensazione che quella pelle e quel sangue denso puzzino davvero di marcio, ammorbando la sala cinematografica.
Sul fronte femminile, l’interpretazione più efficace è sicuramente quella di Rosario Dawson, che si aggira per i vicoli e sui tetti della città come una pantera seducente e pericolosa, con un sorriso bianco e feroce da mettere soggezione.
La bella Brittany Murphy spalanca gli occhioni da cerbiatta e stropiccia le labbra con fare sensuale, aggiungendo interesse e simpatia ad un personaggio (la cameriera Shellie) poco più che comprimario.
Probabilmente un po’ sprecata la bellezza di Jessica Alba, sulla cui esibizioni al Kadie’s ci si sofferma forse troppo poco per permetterle di conquistare la scena e di togliere completamente il fiato al cliente/spettatore.
Perfettamente aderenti ai loro personaggi la Goldie/Wendy di Jaime King e la Lucille di Carla Cugino, mentre stupisce l’interpretazione di Alexis Bledel, che, grazie ai bellissimi occhi blu con cui attira in trappola Benicio Del Toro, riesce ad esaltare l’espressività della Becky fumettistica (si veda, ad esempio, lo sguardo di finta sorpresa e di compassione con la quale guarda Jackie Boy estrarre la propria pistola).


La regia

Nonostante la compresenza di Frank Miller dietro la camera digitale, e nonostante la dichiarata volontà di Robert Rodriguez di limitarsi a realizzare un’ossequiosa traduzione dell’opera originale, sarebbe ingiusto e limitativo affermare che il regista tex-mex abbia messo da parte per l’occasione ogni traccia del proprio stile, sacrificandola in nome del suo stesso rigore.
Tanto più che si rivela quanto mai difficile ricondurre forzatamente i suoi precedenti lavori ad un unico, ben definito, stile. Ciò che accomuna El Mariachi, C’era una volta in Messico e Spy Kids, infatti, non è tanto un particolare movimento di camera o un determinato uso del montaggio: ciò che li lega è il gusto per la sperimentazione totale, la tensione pionieristica verso la scoperta di nuovi modi di fare cinema, l’uso creativo dei mezzi a propria disposizione.
Benchè Sin City sia senza dubbio la sua opera meno personale, e che meno lo ha impegnato nel processo creativo iniziale, Rodriguez non si lascia imprigionare dalla meccanica della clonazione e riesce ad intridere tutto il film con il proprio talento e la propria versatilità, dimostrando per l’ennesima volta di essere molto di più che un semplice director di attori.
La traduzione cinematografica di Sin City, per come è stata concepita e realizzata, rappresenta, semmai, l’apoteosi di Rodriguez come film maker a tutto tondo. Nessun altro regista al mondo sarebbe stato in grado di produrre questo film. Forse qualcun altro avrebbe tratto dal fumetto di Miller uno script più compatto, ricavandone un ottimo adattamento. Ma non sarebbe giunto a questo risultato. Il Sin City “di Frank Miller” è, in realtà, figlio altrettanto legittimo del genio di Rodriguez, rappresentandone allo stesso tempo la gloriosa coronazione ed il supremo banco di prova. Le conoscenze e le invenzioni accumulate nei dieci anni di una carriera votata alla costante ricerca sono qui integralmente messe al servizio della storia da raccontare; vengono esaltate dalla loro applicazione sempre funzionale e mai gratuita.
Degno di nota il piccolo contributo di Quentin Tarantino, nella scena (incidentalmente tra le migliori) in cui Dwight conversa col cadavere di Jackie Boy. C’è un certo non so che, nelle luci, nelle riprese e in un paio di zoom in primo piano, che lascia trasparire la presenza di un’altra mano esperta sulla camera. Un bel segno di personalità, per cinque minuti fissi su due passeggeri di un’auto.


I difetti

Un’opera sperimentale non può essere esente da imperfezioni e Sin City non fa eccezioni.
Se, dal punto di vista prettamente visivo, i movimenti degli attori all’interno delle inquadrature non sembrano in alcun modo essere ingabbiati dalla riproposizione pedissequa della costruzione delle vignette, è la scansione ritmica delle stesse a riflettersi, a tratti, sul buon andamento del film, imponendogli accelerazioni che possono apparire stonate e disarmoniche.
Un altro elemento che condiziona (forse in maniera più evidente) il ritmo della narrazione è costituito dalla presenza dei lunghi monologhi fuori campo recitati dai quattro protagonisti maschili, nella maggior parte dei casi ripresi in forma integrale dalle pagine dei fumetti. Se quella prosa secca ed evocativa funziona perfettamente alla lettura, vi sono sequenze (benché non frequenti) in cui il film risulta eccessivamente appesantito da un fluire di pensieri ridondante e tedioso, mentre la camera indugia troppo a lungo su certe inquadrature, magari al solo scopo di consentire all’Io narrante di terminare la propria frase.
E’ certo il ritmo, nella sua irregolarità, ad essere il vero punto debole di Sin City (ma non lo è forse in tutti i film di Rodriguez?). Anche il montaggio, che pure avrebbe potuto soccorrere, si rivela inefficace: laddove ci si sarebbe potuti aspettare (anche sulla base delle dichiarazioni degli autori) un più auspicabile intersecarsi delle tre storie, capace di tenere costantemente sollecitato l’interesse dello spettatore, ci si ritrova invece con una costruzione ad episodi assai canonica, in cui la tensione è costretta a seguire una andamento sinusoidale anziché parabolico. Manca, in ogni caso, la circolarità d’insieme di Pulp Fiction, nonostante il tentativo scoperto (e non particolarmente riuscito) di chiudere il film con il ritorno del killer iniziale, nell’unica scena originale scritta appositamente per l’occasione.


Giorgio Venturati


Francesco Farru
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