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Crowdfunding per il Pinocchio di Sandro Dossi e Alberico Motta

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Comunicato stampa:

Squillo di trombe! Rullo di tamburi! Cliquot è lieta di annunciare il ritorno di Pinocchio di Sandro Dossi e Alberico Motta nella collana Segni n.1

pinocchio-dossi1Un incontro con Napoleone, una gita a Venezia, un viaggio in un futuro popolato da robot… Se siete ultraquarantenni probabilmente ricorderete le avventure incredibili e anche un po’ bislacche del Pinocchio a fumetti dell’Editoriale Metro, altrimenti… non potete immaginare quello che combinerà il burattino di legno assieme agli altri celeberrimi personaggi collodiani.

Se volete scoprirlo, però, potete partecipare alla raccolta fondi per il volume di 192 pagine che raccoglie le migliori storie fra quelle pubblicate nella metà degli anni Settanta dalla compianta casa editrice di Renato Bianconi (la stessa di Braccio di Ferro, Geppo, Felix), selezionate direttamente dai due autori Sandro Dossi e Alberico Motta, e curata da Federico Cenci e Andrea Leggeri, con la prefazione di Luca Boschi.

E oltre al volume cartaceo, potete anche scegliere l’edizione ebook limited con 2 storie extra, e prenotare disegni con dedica e tavole originali!

Dal 23 settembre su www.produzionidalbasso.com
Info e dettagli su www.cliquot.it

Alberico Motta (Monza, 1937) inizia l'attività di fumettista nel 1952, ancora studente, collaborando con l'Editrice Dardo dove ha occasione di crescere professionalmente realizzando copertine di Blek e Miki, fino a esordire con storie comiche su Cri-Cri e Chicchirichì. Firma poi alcune storie di Cucciolo e Tiramolla per l'Alpe prima di accasarsi stabilmente presso le Edizioni Il Ponte di Bianconi. Per l'editore milanese Motta crea suoi personaggi (Pierino, Napoleone Sprint, Nerone, Ursus e altri) e scrive sceneggiature per innumerevoli personaggi, da Geppo a Braccio di Ferro, da Soldino a Trottolino, da Felix a Tom e Jerry, lanciando successi come Provolino e Pinocchio. La sua ultima creazione per Bianconi è la serie di culto Big Robot. Negli anni Ottanta collabora con la Disney per Topolino e altre testate, realizzando poi anche fumetti per l'estero (Fix und Foxi) e collaborando a varie testate di giochi ed enigmistica.

Sandro Dossi (Monza, 1944) ha iniziato la carriera di disegnatore nei primi anni Sessanta inchiostrando le tavole di Pierluigi Sangalli per l’editore Bianconi, passando poi a realizzare storie del Gatto Felix. A partire dal 1966 diventa uno degli autori di punta di Braccio di Ferro e Geppo, collaborando contemporaneamente a innumerevoli altre testate della casa editrice milanese, da Chico a Pinocchio, fino a Tom e Jerry. Nel 1980 entra nello Staff di If, tramite il quale inizia a lavorare per le pubblicazioni Disney, collaborazione terminata nel 2006 dopo circa 200 storie a fumetti. Negli anni Novanta ha disegnato per Il Corriere dei Piccoli, Tiramolla, Topo Gigio, Prezzemolo. Più recentemente ha realizzato albi gioco per l'infanzia per DeAgostini, Play Press e altri editori.

Un approfondimento sul personaggio

— C’era una volta...
— Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori.
— No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

pinocchio-dossi2Questo l'incipit del più celebre testo della letteratura italiana per ragazzi, anche se al Pinocchio di Carlo Collodi questa etichetta sta decisamente stretta. Perché se il noto burattino ha superato i confini nazionali vantando centinaia di traduzioni in tutto il mondo e innumerevoli trasposizioni cinematografiche, teatrali e televisive (a cartoni animati e non), divenendo una vera e propria icona per il mondo dell'infanzia, l'opera di Collodi è un romanzo dagli infiniti livelli di lettura, fotografia di una poverissima Italia preunitaria in cui fame e miseria segnano l'esistenza delle classi più umili, in cui il Potere con la P maiuscola è spesso tiranno e in cui i sogni e la speranza sono talvolta tutto ciò a cui ci si può aggrappare.


Anche il Pinocchio a fumetti firmato da Alberico Motta e Sandro Dossi, pur essendo stato realizzato espressamente per un pubblico di ragazzi negli anni Settanta, offre un intrattenimento non privo di spunti apprezzabili dal lettore adulto che può cogliere, tra le pieghe di un racconto fatto di avventura e comicità, cenni di critica sociale e politica sull’Italia di allora accanto a tematiche universali quali il confronto tra il mondo dell'infanzia e quello degli adulti, le difficoltà dell'educazione e della crescita in una realtà quasi mai a misura di bambino.


Fu l'editore Renato Bianconi (lo stesso di personaggi umoristici molto popolari come Geppo, Braccio di Ferro, Provolino, Soldino, Felix e tanti altri) a portare in edicola Pinocchio nel 1974, affidandone la realizzazione ai principali autori della sua scuderia. Oltre ai citati Motta (che firmò tutte le sceneggiature) e Dossi (disegnatore di moltissimi episodi) ricordiamo Tiberio Colantuoni (che definì graficamente il personaggio), Pierluigi Sangalli e Umberto Manfrin, più Nicola Del Principe che qualche anno più tardi, su volere dell'editore, mutò radicalmente lo spirito e la linea grafica della serie.


Quello proposto in questo volume è il Pinocchio bianconiano più autentico, quello che coniuga uno sguardo disincantato sul reale a un sano “ribellismo giovanile”, quello capace di trasportare il protagonista in luoghi ed epoche lontane dal contesto originario del romanzo mantenendone intatto lo spirito libertario, anzi esaltandolo agganciandolo a temi attuali tanto negli anni Settanta quanto oggi.
Abbiamo scelto 9+2 storie firmate da Motta e Dossi tra le più significative nella loro vasta produzione, per proporre una selezione apprezzabile sia dai bambini di oggi che da quelli di allora.


Ristampare il Pinocchio delle Edizioni Bianconi nel 2015 significa riportare alla vita editoriale un fumetto assente dalle edicole da oltre vent'anni, ricercato dai collezionisti (che hanno riscoperto negli ultimi tempi altri eroi di culto dell'editore come Geppo e Nonna Abelarda), mai proposto prima in veste libraria.
Cliquot lo fa, coerentemente con la sua linea editoriale votata al recupero e alla riproposta di gemme letterarie del passato, con un volume in bianco e nero di 192 pagine di formato leggermente più ampio dell'originale, per meglio apprezzare il tratto degli autori (tutte le tavole sono state scansionate e restaurate da Motta e Dossi partendo dagli originali dell'epoca), arricchito da un ampio apparato storico-critico, testimonianze degli autori, illustrazioni, riferimenti bibliografici.

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Lùmina

Lumina è un progetto tutto italiano finanziato tramite il crowdfunding su Indiegogo e nato ormai quasi un anno e mezzo fa. Era aprile del 2014 quando la campagna di raccolta fondi cominciò e dopo un mese si era giunti al 136% della quota di 40 mila euro inizialmente prevista, sfiorando quindi i 60 mila euro. Un successo che ha avvicinato in seguito tantissimi lettori incuriositi da questa sorta di novità nel panorama fumettistico italiano, oltre che, se non soprattutto, dalle magnifiche tavole e illustrazioni di Emanuele Tenderini e Linda Cavallini, gli autori del graphic novel, con un curriculum lungo un chilometro. Una vittoria che in qualche modo ha contribuito a dare maggior risalto al fenomeno del crowdfunding in Italia, dando poi il via a numerosi altri progetti di genere, tra tutti Atomico, ora Radium. Un inizio quindi originale e di certo non consueto per un fumetto nostrano, anche se, soprattutto all’estero, questa soluzione è tra le più adottate per poter portare a compimento un progetto qualsiasi, facendosi aiutare da contribuenti in tutto il mondo.

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Ma sin dall’inizio, l’arte di Lumina ha colpito profondamente. Le prime tavole, i primi artwork, le prime illustrazioni che venivano diffuse per la rete avevano qualcosa che nel panorama fumettistico, soprattutto nostrano, se non rappresentavano un unicum, di certo ci andavano vicinissimi. Una pulizia, un contrasto, una cromia che lasciavano incantati. Un design totalmente futuristico unito ad una sapiente disposizione degli elementi nella tavola, una fantasia creativa ben sfruttata e un character design moderno, per quanto possa richiamare ad altre opere. Una commistione di generi che solo a impatto visivo lasciava di stucco. Una distillazione calibrata e armoniosa che fa uso delle favole di Hayao Miyazaki, di una padronanza di colori e luci che ricorda a tratti Makoto Shinkai, a tratti Tron, di un fantastico universo e di una capacità visionaria che ricordano quella di James Cameron in Avatar.

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La trama a dire il vero non è chiarissima, o almeno alla lettura di questo volume; vengono aperti molti spiragli narrativi, si gettano le basi per quella che potrebbe essere una nuova saga interminabile anche se non sappiamo se e come verrà proseguito questo cammino. L’universo narrativo c’è eccome, con grandissime potenzialità, e sarebbe davvero bello potersi perdere nei suoi meandri per scoprire cosa si potranno mai inventare i due autori, ma al momento abbiamo tra le mani solo l’incipit, solo il capo di un filo di cui non conosciamo estensione e morfologia. E questo forse è un po’ il limite di questo lavoro. Se per ottenere il primo volume è servito tutto questo, e dopo 80 pagine ancora non è chiaro dove vuole andare a parare la storia, in cui tutto rimane avvolto nel mistero di termini e personaggi a malapena introdotti, senza avere particolari informazioni ad ora su come verrà sviluppato il progetto successivamente, sinceramente, si fa un po’ fatica a comprendere come porsi nei confronti di Lumina.

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Comunque sia, i protagonisti sono due giovani fratelli, Kite e Miriam, due normalissimi studenti come tanti, lui scanzonato e poco dedito allo studio ma abile nel parkour, lei geniale prima della classe. Dopo misteriosi incubi, i due si ritrovano catapultati su Lumina, scoprendo di essere i portatori di un potere sconosciuto e divino, il Fej-Farok. Lì verranno coinvolti in uno scontro tra due fazioni non meglio specificate che vogliono usarli per i loro scopi, non ben chiari.
Lo storytelling è rapido, non eccezionale, intrigante ma fin troppo criptico. Valgono le osservazioni fatte in precedenza sulla difficoltà di giudizio su questo primo e unico, al momento, volume dell’opera. Diciamo che è abbastanza chiaro che è dal punto di vista artistico che Lumina sfiora vette celestiali.

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Pulsione scopica. Non servirebbe aggiungere altro. Queste due parole descrivono alla perfezione la morbosa e magnetica attrazione che esercitano la gran parte delle pagine del fumetto. La maggior parte delle tavole sono prodigi della grafica, dell’illustrazione digitale. Un tripudio di colori al neon, una pulizia di tratto affascinante, impressionante. Tavole chirurgiche, ambientazioni futuristiche rese con una supremazia tecnico-grafica da far paura. Ipercinetica e geometrie astratte dominano la scena. Solo a volte l’anatomia umana distorta mediante prospettive assurde perde di naturalezza, ma d’altronde lo stile sin da subito è abbastanza cartoon-like. I colori sono veramente luminosi, ma raramente densi, sempre sfumati, impalpabili con un alto tasso di trasparenza. Sebbene spesso ad una prima occhiata la tavola possa sembrare minimale, è popolata da una miriade di dettagli meticolosamente realizzati.
Anche la disposizione dei balloon con il testo è strettamente funzionale all'architettura della pagina.
Questo sinteticamente è lo stile Hyperflat creato da Tenderini, dopo anni e anni di perfezionamento, che anche solo nella versione digitale (quella da noi recensita) è davvero un bel vedere. Figuriamoci nella versione cartacea stampata in in Hexachrome della Pantone, con sfumature metalliche e quant’altro.

Molto affascinante questo Lumina, c’è poco da discutere. Un videogioco su carta che ci ha fatto sognare. Che dire. Chapeau.

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Nuova tavola in esclusiva di Quebrada: seconda caduta

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Mancano 4 giorni alla chiusura del crowdfunding di Quebrada - Seconda Caduta, miniserie di 80 pagine in 4 numeri scritta da Matteo Casali e disegnata da Michele Bertilorenzi. Vi mostriamo in esclusiva, qui di seguito, una nuova tavola delle serie che, vi ricordiamo, potete sostenere cliccando qui.
Nella gallery in basso troverete, invece, la variant cover di Giuseppe Camuncoli e un'ulteriore tavola diffusa nei giorni scorsi.

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Sguardo esclusivo alla variant di Paolo Bacilieri per 'O Malamente

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Vi abbiamo già parlato della campagna crowdfunding di ‘O Malamente, il volume che raccoglie tutte le storie a fumetti del personaggio di Lorenzo Bartoli e Luca Bertelè pubblicate a fine anni Novanta per l’Eura Editoriale. I ricavi del libro, che potete sostenere qui, saranno devoluti alla famiglia di Lorenzo Bartoli, sceneggiatore romano scomparso nell’ottobre 2014.

Oggi, noi di Comicus vi offriamo una sguardo esclusivo della variant cover del volume realizzata da Paolo Bacilieri:

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Per partecipare alla campagna: http://goo.gl/KLWXdH.
Di seguito, un riepilogo del progetto.

Caratteristiche del volume:

180 pagine in bianco e nero.

Disponibile in due versioni:

- Regular: Brossurato con alette con copertina inedita realizzata da Luca Bertelè.
- Variant: Cartonato con copertina inedita realizzata da Paolo Bacilieri.

L'edizione Variant sarà firmata e numerata.

Contenuti del volume

- Un'introduzione di Roberto Recchioni, co-creatore con Lorenzo Bartoli di Napoli Ground Zero.
- Le 13 storie di 'O Malamente pubblicate su Skorpio. Riscansionate e riletterate per l'occasione.
- Le tavole di 'O Malamente pubblicate sul volume Skorpio 25 anni con voi.
- Una storia inedita di 'O Malamente realizzata esclusivamente per questo volume.
- Una galleria di omaggi di autori che hanno collaborato con Lorenzo Bartoli: Giacomo Bevilacqua, Riccardo Burchielli, Cristiano Cucina, Luca Genovese, Davide Gianfelice, Massimiliano Leomacs Leonardo, Riccardo Torti, Walter Venturi.

Ricompense del crowdfunding

Oltre al volume in edizione regular e variant:

- Una tra le tavole originali di 'O Malamente presenti nel volume.
- Stampe numerate e firmate degli omaggi presenti nel volume.
- L'illustrazione originale della copertina regular realizzata da Luca Bertelè.
- Le illustrazioni originali presenti nel volume.
- Disegni su commissione personalizzati a vostra richiesta.

Uscita prevista:

Lucca 2015.

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