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Arriva per Bao Publishing Serial, il nuovo fumetto di Terry Moore

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Uscirà il prossimo 28 aprile Serial, il nuovo fumetto di Terry Moore, il fumettista americano noto per opere quali Strangers in Paradise, Echo e Rachel Rising e altre ancora. In occasione dell'uscita del volume, Bao Publishing porterà l'autore in Italia per due date previste per il 9 e il 10 maggio rispettivamente a Bologna e a Milano.

Trovate tutti i dettagli qui di seguito.

"Serial è una storia thriller ricca di suspence. Un nuovo capitolo del mondo narrativo interconnesso del grande fumettista texano Terry Moore, uno dei capostipiti del fumetto indipendente USA, talento immenso esploso con l’imprescindibile Strangers in Paradise e successivamente con Echo, Rachel Rising, Motor Girl e tanti altri.   

L'autore presenta Serial in Italia con due date: il 9 maggio a Bologna e il 10 maggio a Milano presso le librerie laFeltrinelli.

serial

“Tutti, prima o poi, siedono a un banchetto di conseguenze.” − Robert Louis Stevenson
 
BAO Publishing è orgogliosa di annunciare Serial il nuovo libro dell'autore statunitense Terry Moore.

Terry Moore, uno dei capostipiti del fumetto indipendente in USA e talento immenso esploso con l’imprescindibile Strangers in Paradise e successivamente con progetti quali Echo, Rachel Rising, Motor Girl e tanti altri, torna in libreria con un nuovo volume e torna in Italia per incontrare lettrici e lettori.  

La protagonista di Serial è Zoe, ragazzina immortale e feroce che i fan hanno già conosciuto nella saga horror di Rachel Rising, e che ora diventa la protagonista assoluta di una miniserie, in una storia thriller ricca di suspence. 

C’è un serial killer in azione, il cui unico passo falso consiste nel prendere di mira, un giorno, un’amica di Zoe. Le emozioni di Zoe e le motivazioni del killer diventano progressivamente evidenti in un parallelo inquietante e niente affatto scontato, e l’epilogo è tanto repentino, quanto inevitabile.

L'autore arriverà in in Italia per un booktour a maggio, ecco le date per incontrarlo:

Terry Moore presenta "Serial"
Bologna - martedì 9 maggio ore 18:00 presso laFeltrinelli Piazza Ravegnana 1
Milano - mercoledì 10 maggio ore 18:30 presso laFeltrinelli Piazza Piemonte 2-4

la prenotazione è consigliata: https://www.lafeltrinelli.it/eventi?eventName=terry

Serial è disponibile in libreria dal 28 aprile 2023

Terry Moore ha debuttato sulla scena fumettistica americana nel 1993, con il primo numero della sua serie autoprodotta Strangers in Paradise, divenendo da subito una delle icone della rinascita degli autori indipendenti. Occasionalmente ha scritto e disegnato anche fumetti per Marvel e DC Comics. In Italia, le sue opere sono state pubblicate dalla Casa editrice BAO Publishing. Dopo il successo di Strangers in Paradise (con il relativo Sip Kids pubblicato nel 2017), sono usciti Echo (thriller fantascientifico lungo in totale seicento pagine), la saga horror Rachel Rising e la serie Motor Girl, pubblicata in un volume autoconclusivo. Vive in Texas con la moglie Robyn.

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I 13 albi del Free Comic Book Day 2022

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Bao Publishing, Panini Comics, Saldapress, Sergio Bonelli Editore e Star Comics, uniscono le forze per dar vita all'edizione 2022 del Free Comic Book Day 2022 che partirà dal prossimo 1 dicembre. Di seguito potete leggere tutti i dettagli dell'iniziativa mentre, nella gallery in basso, trovate tutte le cover degli albi proposti.

"FREE COMIC BOOK DAY ITALIA

- Un giorno lungo un mese! -

Da giovedì 1 dicembre e per tutto il mese torna l’appuntamento annuale che celebra l’arte del fumetto

Panini Comics, Sergio Bonelli Editore, Star Comics, saldaPress e BAO Publishing propongono 13 albi esclusivi in distribuzione gratuita nelle oltre 330 fumetterie aderenti all’iniziativa

Torna per il settimo anno consecutivo il Free Comic Book Day Italia, l’appuntamento interamente dedicato all’invito alla lettura del fumetto che permetterà di ricevere, nelle fumetterie aderenti in tutta Italia, albi speciali inediti a distribuzione gratuita scelti dalle principali case editrici di fumetto italiane.

Anche quest’anno il Free Comic Book Day Italia durerà un mese intero: da giovedì 1 e per tutto dicembre, fino ad esaurimento scorte, le fumetterie aderenti all’iniziativa distribuiranno gratuitamente gli albi inediti pensati esclusivamente per l’evento, importanti preview di volumi in uscita nei prossimi mesi.

Il Free Comic Book Day (nato negli USA nel 2001 e arrivato per la prima volta nel nostro paese nel 2016) coinvolge 5 tra i principali editori di fumetti in Italia: Panini Comics, Sergio Bonelli Editore, Star Comics, saldaPress e BAO Publishing. Una partnership che rafforza un’iniziativa che vede importanti team editoriali in prima linea per la promozione del fumetto e dei suoi autori.

Le proposte del Free Comic Book Day Italia di quest’anno sono: Crisi Oscura sulle Terre Infinite, Marvel Voices, Grendel, Deadpool Samurai e Speciale Zio Paperone (Panini Comics); Dragonero: Gli Eroi (Sergio Bonelli Editore); A Couple of Cuckoos, Welcome to the Ballroom, The God of High School, Tokyo Aliens (Star Comics); Newburn Volume 1 e Sex Volume 1 (saldaPress); Il Mito del Frutteto di Ossa (BAO Publishing).

Sono oltre 330, un numero in grande crescita rispetto alla scorsa edizione, le fumetterie che aderiscono al Free Comic Book Day Italia, pronte ad accogliere nel mese di dicembre tutti i lettori. Un’iniziativa di successo che si conferma anno dopo anno come una data speciale da segnare in calendario per i lettori di fumetti affezionati e un modo per le fumetterie di attirare i curiosi che vogliono scoprire (o riscoprire) la nona arte.

La lista completa è consultabile online, sul numero 375 del mensile di informazione per fumetterie Anteprima, nonché su tutti i canali social di Panini Comics, Sergio Bonelli Editore, saldaPress, Star Comics e BAO Publishing.

Buona lettura e viva il fumetto!

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No Sleep Till Shengal, il nuovo libro di Zerocalcare

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Sul nuovo numero di Preview, il catalogo Sergio Bonelli Editore e Bao Publishing, è stato annunciato il nuovo graphic novel di Zerocalcare dal titolo No Sleep Till Shengal.
Previsto per ottobre, il libro avrà la tiratura record per l'editore di 230.000 copie.

La sinossi, riporta:  Il reportage di Zerocalcare del suo viaggio nel 2021 in Iraq sulle tracce degli Ezidi, per comprendere come anche solo la gratitudine verso il popolo curdo renda un popolo condannato da turchi e iracheni. Con il suo stile inconfondibile e la sua voce capace come poche altre di filtrare le molteplici sfumature della nostra società moderna, Zerocalcare compie un viaggio che si rivelerà doloroso e necessario per capire meglio il mondo che ci circonda. Un nuovo capolavoro, in edizione cartonata come ormai tutto il resto della sua library BAO Publishing, di uno degli autori più amati da pubblico e critica a livello mondiale."

I toni di grigio e i colori della voer, al momento non mostrato, sono a cura di Alberto Madrigal.

Trovate di seguito tutti i dettagli da Preview.

No Sleep Till Shengal

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La tempesta. La lega degli straordinari gentlemen, recensione: la fine della saga di Alan Moore e Kevin O'Neill

la tempesta

Chi, come noi, ha sempre ammirato il genio di Alan Moore, che lo ha costantemente appoggiato nei suoi eccessi contro Marvel e DC o nei suoi atteggiamenti un po’ altezzosi verso le major hollywoodiane, che ha accettato come semplici stramberie di un autore fuori dagli schemi la sua misantropia o il suo bizzarro interesse per magia e occultismo, un articolo del genere non avrebbe mai voluto scriverlo. Sapevamo che il momento prima o poi sarebbe arrivato, ma lo sconforto che in questi ultimi due anni ha seguito ogni annuncio di un ulteriore rinvio per l’uscita de La Tempesta (capitolo finale de La Lega degli Straordinari Gentlemen, la serie che può ormai essere considerata – almeno in ambito fumettistico – il testamento artistico dello scrittore inglese), veniva presto sostituito dal sollievo di sapere che sarebbe passato ancora del tempo prima di avere tra le mani il volume che avrebbe segnato l’addio definitivo del bardo di Northampton alla Nona Arte. Non ce ne vogliano i grandi maestri tuttora in attività, ma non possiamo fare a meno di pensare che, senza un gigante come Alan Moore, il nostro amato mondo delle nuvole parlanti non sarà più lo stesso.

Un’amarezza che ha accompagnato anche la lettura di questa saga conclusiva, dato che, fin dalle pagine iniziali, l’intenzione dell’autore britannico di voler tirare le fila alla sua lunga - e spesso travagliata - carriera, di esaltare i temi a lui cari e, soprattutto, di celebrare l’intero immaginario che ha contribuito in maniera determinante a influenzare il suo lavoro è apparsa più che evidente. E chi conosce la cura maniacale per i dettagli con cui Moore ha sempre caratterizzato la sua scrittura, comprenderà facilmente come, con un preambolo di questo tipo e con poche righe a disposizione, pensare di arrivare a un’analisi accurata de La Tempesta sia un’impresa destinata al sicuro fallimento. Siamo altrettanto certi, tuttavia, che pure una semplice descrizione dei suoi tratti essenziali sia perfettamente in grado di fare emergere la grande ricchezza di contenuti del testo. Un’affermazione che trova immediato riscontro nella trama – al solito acuta e raffinata - che riprende esattamente dal punto in cui si era interrotta nel finale di Century, il precedente capitolo della serie. Vediamo, infatti, Mina Murray, Orlando ed Emma Night giungere a Kor, in Uganda, e immergersi nella sorgente di Ayesha, grazie alla quale l’ormai anziana Night recupera la sua giovinezza e acquisisce il dono dell’immortalità, come successo parecchi anni prima alla stessa Murray. La scena si sposta, quindi, a We nel 2996, dove la soldatessa geneticamente modificata Satin Astro riesce a fuggire nel passato, nel tentativo di impedire gli eventi che hanno portato al suo distopico futuro. E mentre a Londra l’autoproclamato M dei servizi segreti si mette sulle tracce della latitante Night, questa assieme alle sue due nuove compagne prova a trovare rifugio presso l’Isola Lincoln, governata dal pirata Jack Dakkar, pronipote del leggendario Capitano Nemo.

la tempesta 1

A coloro che conoscono la Lega degli Straordinari Gentlemen per sommi capi, magari solo per aver visto il (brutto) film che la 20th Century Fox le ha dedicato nel 2003 o a chi si è appassionato alla serie televisiva Penny Dreadful, che riprende alcuni meccanismi narrativi del fumetto, questo breve accenno alla storia raccontata nel volume potrebbe far credere di essere di fronte a qualcosa di simile. In effetti, quando la collana fu concepita nel 1999, come parte del progetto America’s Best Comics, per la Wildstorm di Jim Lee, la premessa sembrava essere proprio quella. All’epoca, Moore, ispirandosi nel nome al film inglese The League of Gentlemen del 1960 - conosciuto in Italia con il titolo Un colpo da otto - e nei contenuti alla Wold Newton Family di Philip José Farmer, ideò un brillante mix tra il fumetto supereroistico (non sfuggirà l’utilizzo del termine “league” come probabile riferimento alla Justice League della DC) e la letteratura di fine Ottocento, immaginando che l’Impero Britannico, per recuperare la preziosissima cavorite (fittizia sostanza in grado di far volare le macchine, menzionata per la prima volta nel romanzo I primi uomini sulla Luna di H. G. Wells), avesse deciso di riunire un gruppo di individui dotati di abilità fuori dal comune. Della formazione facevano parte Mina Murray (ex moglie di Jonathan Harker, uno dei protagonisti del Dracula di Bram Stoker), l’esploratore e abilissimo cacciatore Allan Quatermain (un personaggio di Henry Rider Haggard), il Capitano Nemo (il noto comandante del Nautilus, apparso in Ventimila leghe sotto i mari), il mostruoso Edward Hyde (alter-ego del Dott. Henry Jekill, dal racconto di Robert Louis Stevenson) e Hawley Griffin (l’uomo invisibile dell’omonimo romanzo di H.G. Wells). In altre parole, lo scrittore di Watchmen suggeriva che il concetto di superuomo, diventato popolarissimo negli Stati Uniti alla fine degli anni Trenta, ma già intravisto qualche anno prima in alcuni degli eroi dei pulp magazine, discendesse da una naturale tendenza dell’uomo a immaginare esseri eccezionali, che in un’intervista per CBR del 2007, l’autore ha fatto addirittura risalire alla mitologia greca.

Questa convinzione ha trovato via via sempre maggiore spazio all’interno della serie, cominciando a concretizzarsi nel Black Dossier, sorta di intermezzo tra la seconda avventura della Lega (quella che si rifà alla Guerra dei mondi di Wells) e Century, in cui Moore, libero dalle restrizioni della DC - dove, nel frattempo, si era accasata la Wildstorm - in seguito all’ennesimo litigio con i suoi vertici, allargò di molto il campo delle sue fonti, iniziando a includere pure il teatro, il cinema, la televisione e il fumetto stesso, attraverso una prosa più cervellotica e una narrazione, a tratti, davvero difficile da seguire. Inoltre, anche la sua caustica irriverenza, tenuta parzialmente a freno nei primi due capitoli, cominciò a manifestarsi con forza, fino a esplodere proprio nel finale di Century, nel quale il campione della cultura pop di allora, il maghetto Harry Potter, veniva trasformato nientemeno che nell’Anticristo, destinato, per giunta, a soccombere per mano di una manifestazione di Dio con le fattezze di Mary Poppins.

la tempesta 2

Ed eccoci, infine, a La Tempesta, dove l’inno che l’autore inglese ha scelto di comporre per glorificare la fantasia dell’uomo raggiunge il suo apice. La vicenda è, se possibile, ancora più complessa e stravolge del tutto l’assunto di base della serie, abbattendo definitivamente la già esile barriera che separava realtà e finzione, tanto che, dopo poche pagine cominciamo a vedere le opere di William Shakespeare condividere lo spazio con semplici filastrocche per bambini, i romanzi di Virginia Woolf mescolati alle canzoni dei Beatles, il feuilleton di fine Ottocento trasfigurato nelle avventure di misconosciuti supereroi britannici del secondo dopoguerra, i protagonisti dei viaggi straordinari di Jules Verne confondersi con gli alieni di Star Trek e avanti così fino al deflagrante finale, certi di aver perso chissà quanti altri dettagli o riferimenti nascosti. Ciò nonostante, quello che lascia davvero stupefatti, non è l’enorme numero di personaggi coinvolti o tutti gli scenari messi in campo, ma il fatto che Moore riesca sempre a rimanere saldamente ancorato alla trama, senza dare mai l’impressione di perdersi in divagazioni fini a sé stesse. Ogni rimando, omaggio, allusione mostra costantemente di avere una sua ragion d’essere, pur essendo parte di una fantasmagorica allegoria, dove le tavole liberty di Little Nemo si uniscono alle scenografie in 3D del Mondo Fiammeggiante o dove le patinate immagini dei fotoromanzi arrivano a convivere con l’umorismo scorretto di strip inglesi ormai dimenticate.

E in questa magnificazione della creatività, perfino la crescente disillusione dello scrittore nei confronti del fumetto contemporaneo sembra attenuarsi, relegando il suo livore verso la cupidigia dei grandi editori al ricordo di alcuni cartoonist britannici finiti nell’oblio (ai quali è dedicata una rubrica all’inizio di ogni episodio), mentre il suo sarcasmo e il suo gusto per lo scherno vengono dirottati nell’esilarante finta pagina della posta che chiude ogni albo, in cui Moore prende amabilmente in giro le improbabili missive dei giovani lettori di una volta. L’autore inglese, tuttavia, non resiste alla tentazione di mostrare cosa pensi dell’utilizzo continuo di tematiche strabusate o dell’eterno sfruttamento dei soliti character, così come non esita a evidenziare con enfasi a quali personaggi vadano le sue preferenze, sulla base di quanto aveva già fatto trasparire nel Black Dossier. Esemplare, in proposito, è lo scontro finale tra James Bond (mai chiamato con il suo nome per intero, per ovvi motivi di copyright, ma solo Sir James o Jimmy) ed Emma Night (ovvero la Emma Peel di Agente Speciale), dove è la seconda a prevalere e a cui Moore fa dire: “Jimmy… hai avuto una bella vita, ma è finita da tempo”, lasciando intendere di non gradire affatto il continuo apparire di nuove incarnazioni dell’agente 007, tanto da spingersi a ridicolizzare platealmente i sei attori che finora ne hanno vestito i panni al cinema. Alla fine, però, è il richiamo nostalgico a predominare su tutto, nella consapevolezza che il fumetto che lui ha tanto amato e con il quale è cresciuto non esiste più. Da qui le copertine degli albi che omaggiano alcune storiche testate inglesi (similmente a quello che lo scrittore britannico aveva già fatto con i comic book in Tom Strong – di cui La Tempesta ne raccoglie e ne espande le intenzioni – e ancora prima con la stravagante miniserie 1963) o le schede in stile Who’s Who dedicate ai membri dei Seven Stars, poste nella quarta di copertina di ogni numero. Fino ad arrivare alle battute conclusive, dove, con le nozze tra Capitan Universo ed Electro-Girl, Moore cita apertamente uno dei più noti matrimoni di casa Marvel, quello tra Mr. Fantastic e la Donna Invisibile, riproponendo la celebre gag meta-fumettistica nella quale a Stan Lee e Jack Kirby non veniva permesso di partecipare ai festeggiamenti.

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Ci sarebbe ancora moltissimo da dire sulla sceneggiatura, ma così facendo, rischieremmo di non dare la giusta importanza ai disegni di Kevin O'Neill, pure lui all’ultimo lavoro importante della sua carriera con La Tempesta (dopo la quale si è limitato a realizzare qualche copertina e a illustrare alcune pagine del libro di magia che, nel frattempo, il buon Alan ha realizzato in coppia con Steve Moore), alla cui riuscita, è bene sottolinearlo, il suo contributo è risultato più che determinante. Se, infatti, nei primi due capitoli, pur continuando a rappresentare i personaggi attraverso le sue tipiche figure oblunghe, distorte e spigolose - con un occhio inevitabilmente rivolto anche all’iconografia vittoriana -, le tavole abbracciavano distintamente le atmosfere steampunk volute da Moore, già nel Black Dossier e ancora di più in Century, avevamo assistito a un progressivo mutamento del suo stile, per adattarlo al nuovo assetto deciso dallo scrittore per la serie. Ne La Tempesta la metamorfosi giunge a compimento e O’Neill recupera del tutto la sua propensione per il grottesco e per la caricatura. Inoltre, le vignette si riempiono di dettagli surreali, improbabili geometrie, effetti a metà tra il cubismo e l’espressionismo (e per quanto riguarda questo aspetto, complimenti ai grafici della Bao Publishing per essere riusciti nel non facile compito di mantenere nell’edizione italiana le suggestioni dell’opera originale), e il tratto del disegnatore di Marshal Law si trasforma spesso in maniera radicale, pur di emulare quello dei numerosissimi autori evocati dal suo partner creativo, preda, come detto, di un furore citazionista senza limiti. Un cambiamento che di frequente diventa così repentino e vorticoso, da rendere inevitabile la presenza di alcune incertezze e semplificazioni nei personaggi, di cui a farne le spese sono soprattutto le tre protagoniste, le quali, a volte, se non fosse per i diversi abiti che indossano, sarebbero quasi indistinguibili. Un’approssimazione che ci sentiamo tranquillamente di perdonargli, anche perché non influenza minimamente la qualità complessiva del suo lavoro, dove, peraltro, è evidente il divertimento con cui l’artista britannico ha assecondato ogni idea balzana passata per la testa di Moore. Anzi, a volte si ha persino l’impressione che O’Neill ci abbia messo molto del suo. Basti vedere, per esempio, la vignetta che mostra l’emergere del Signore di Marte, nella quale si riconoscono tutti i più importanti “marziani” della fiction, compresi quelli delle figurine di Mars Attacks!, riportati in auge da Tim Burton nel film omonimo del 1996.

la tempesta 4

E con quest’ultima annotazione è giunto anche per noi il momento di calare il sipario. Inutile dire che sarà difficile, per qualche tempo, non provare un pizzico di malinconia ogni volta che vedremo i fumetti di Moore spuntare dalla nostra libreria, oppure resistere all’impulso di rileggere qualche pagina di V for vendetta all’apparire della maschera di Guy Fawkes dopo l’ennesimo attacco informatico messo a segno da Anonymous. Eppure – lo confessiamo – ancora più arduo sarà, in entrambi i casi, riuscire a trattenerci dal rivolgere gli occhi verso il cielo, sperando di poter arrivare con lo sguardo fino alla Nube di Oort e di scorgere Edward Hyde e Mina Murray impegnati nel loro ballo senza fine.

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