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Topolino 3000: intervista a Francesco Artibani

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francescoartibaniFra i più apprezzati autori italiani, Francesco Artibani (romano, classe 1968) da vent'anni scrive pagine memorabili per Topolino. Particolarmente apprezzato anche il suo lavoro sulla rivista PK. Fra le sue storie più celebri ricordiamo: Topolino e il fiume del tempo, Miseria e Nobiltà e Topolino e gli esploratori del domani. Per Topolino 3000, Artibani ha scritto la sceneggiatura di Zio Paperone e il Tiranno dei Mari.

Salve Francesco e benvenuto su Comicus!

La prima domanda è rivolta al lettore prima che all'autore. Che ruolo ha avuto Topolino nella tua vita e quale è il tuo primo ricordo legato alla testata?

“Topolino” è stata una rivelazione fondamentale; per me come credo per tantissimi altri è stata una scoperta fatta da bambino, la scoperta della lettura come momento di gioia e di meraviglia, la scoperta dei fumetti e delle suggestioni potenti che questo mezzo di comunicazione è in grado di trasmettere. È stato un imprinting; quei personaggi, quel modo di raccontare e costruire le storie sono stati una vera folgorazione le cui conseguenze le sto scontando ancora oggi… Il ricordo è legato al primo numero letto, un numero del marzo 1974 con due storie per me molto belle come “Zio Paperone e la battaglia monumentale” disegnata da Romano Scarpa e “Zio Paperone e le formiche “rufine” “ disegnata da Pier Lorenzo De Vita.

Se dovessi sceglierne solo una, quali fra le tante storie pubblicate in questi 3000 numeri è particolarmente importante per te?

Tra tanti capolavori pubblicati c’è una storiella di Ezechiele Lupo e i tre porcellini letta da piccolissimo, una storia di poche pagine, non particolarmente significativa ma per me, all’epoca, incredibilmente divertente. Quella storia l’ho ricercata senza trovarla, ho scomodato tutti i sapienti disneyani in circolazione senza esito… ma so per certo che esiste e quello che so altrettanto per certo è che per me è stata una storia importante perché faceva ridere. Quella è stata probabilmente la prima volta che ho riso per un fumetto grazie a una gag meccanica (a base di porcellini che facevano cadere il lupo travestito da garzone del fornaio…).

Che differenze trovi nel Topolino di oggi rispetto al passato e perché credi che sia ancora così popolare?

Il settimanale resta un punto di riferimento anche in uno scenario infinitamente più complesso com’è quello attuale in cui leggere per troppe persone purtroppo non è più una necessità. L’attuale “Topolino” per me è un’ottima rivista, con buoni fumetti - spesso ottimi - e con un apparato redazionale efficace, curato e mai banale. Le infantilizzazioni della precedente gestione sono solo un ricordo e con la direzione di Valentina De Poli il settimanale si rivolge a un pubblico più consapevole ed esigente di giovani e adulti. I personaggi disneyani continuano a essere popolari perché, da sempre, sono personaggi universali. L’importante è mantenerli vivi e vitali e non tramutarli in icone.

Parliamo del tuo lavoro. Ricordi la tua prima storia su Topolino? Cosa ci puoi dire a riguardo?

1940La mia prima storia su “Topolino” non è stata la mia prima storia disneyana, perché prima di arrivare sul settimanale avevo pubblicato su Paperino Mese. Il debutto su “Topolino” è avvenuto nel gennaio del 1993 sul numero 1940 con “Topolino e il fantasma canoro”, una storia scritta a sei mani con Silvano Caroti e Alessandro Bottero per i disegni di Valerio Held. All’inizio dell’attività disneyana lavoravo in gruppo (e del gruppo faceva parte anche Fabrizio Mazzotta); questa è stata un’esperienza per me molto importante perché ci si confrontava su gag, battute e scelte narrative, discutendo e ragionando su ogni scelta (un tipo di lavoro che ho ripetuto con Lello Arena e Tito Faraci nelle storie scritte a quattro mani). L’emozione di vedersi su “Topolino” è stata enorme perché ha rappresentato un traguardo importante, la realizzazione di un sogno cominciato venti anni prima. E venti anni dopo quel 1993 sono contento di poter essere ancora qui a discuterne…

Riguardo alla tua storia su Topolino 3000, Zio Paperone e il Tiranno dei Mari, come è nata e come si è sviluppata questa idea?

La storia è partita con l’invito che la redazione mi ha rivolto qualche mese fa. A me, come a tutti gli altri autori coinvolti, è arrivata una sorta di chiamata alle armi con un messaggio secco in cui erano indicati i personaggi da usare, il numero di pagine a disposizione e un tema. L’invito l’ho accettato al volo e ho subito iniziato a ragionare su come usare gli ingredienti che mi erano stati forniti. Oltre a Paperino e Zio Paperone, con i quali mi trovo a mio agio, c’era anche Pico De Paperis, un personaggio meno semplice di quanto si creda. Non volevo mettere in scena il solito Pico enciclopedico e da qui, un po’ alla volta, la storia ha preso forma. L’altra cosa che volevo evitare era quella di usare nel titolo il numero 3000 e mettere insieme una storia che potesse funzionare anche lontano da questa occasione celebrativa. Mercoledì 22 maggio saprò come è andata ma con i disegni di Corrado Mastantuono mi sento decisamente più tranquillo…

Sappiamo che sei fra gli autori al lavoro sul rilancio di PK, un ritorno molto atteso per un personaggio molto amato dal pubblico. Visto che c'è molta curiosità, cosa puoi dirci al momento su questo progetto?

Questa è una domanda che temevo… su questo ritorno si è detto molto ma l’unica cosa certa è che si stanno sviluppando dei progetti (io personalmente ne ho scritti due). Non c’è ancora nulla di definito e l’iniziativa ha bisogno dei suoi tempi per essere costruita come si deve e come PK e i lettori meritano. I Pkers più accaniti si sono lasciati prendere la mano con congetture e previsioni fondate sul nulla assoluto ma tutto quello che posso dire è di avere fiducia e pazienza. L’obiettivo è conquistare nuovi lettori senza scontentare i Pkers; non sarà facile ma ci proviamo.

Attualmente a cosa stai lavorando? Ti rivedremo presto su Topolino?

Subito dopo il numero 3000 uscirà una versione disneyana di “Moby Dick” disegnata da Paolo Mottura (70 pagine che saranno pubblicate sui numeri 3003-3004 del settimanale). Ci sono poi altre storie di paperi e topi già pronte e sto lavorando in queste settimane a due racconti speciali che dovrebbero vedere la luce entro l’anno. I progetti sono tanti, il tempo a disposizione un po’ meno ma l’entusiasmo non manca…

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