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Intervista a Steve McNiven

Steve McNiven è certamente uno dei disegnatori più apprezzati e seguiti del momento, con una carriera partita in quarta alla Crossgen e poi proseguita alla Marvel, dove Joe Quesada gli ha dimostrato la sua stima affidandogli progetti sempre più prestigiosi.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarlo, in questa lunga chiacchierata che prossimamente verrà in parte pubblicata anche su Ultimates, il fumetto della Paninicomics dove viene serializzato in questi mesi uno degli ultimi capolavori di McNiven, Ultimate Secret.

Vi lasciamo all'interessantissima intervista, condotta via email da Stefano Perullo e tradotta da Fausto Colasanti. Si ringrazia Cristiano Grassi.

Ciao Steve, benvenuto sulla pagine di ComicUs! Che ne diresti di iniziare questa chiacchierata presentandoti ai nostri lettori?

Sono nato prima dell’avvento di Internet negli Stati Uniti d’America, in Michigan per la precisione, ho abbandonato tutti i miei hobby nel tentativo di riuscire a rispettare le scadenze… Ho una moglie che si chiama Lisa ed una bimba di cinque anni di nome Emma che conosce fin troppo riguardo Star Wars.

Come hai cominciato a lavorare nel mondo dei Comics?

Mi ero trasferito a Toronto, in Canada, con mia moglie che lì aveva avuto un’offerta di lavoro nel mondo della Televisione. Non conoscevo nessuno, e non avevo nulla a cui aggrapparmi. Vagabondando per le strade della città mi imbattei in un negozio di fumetti frequentato da un gruppo di ragazzi che avevano costituito uno studio e stavano provando a sfondare nel mondo dei fumetti. Avevo studiato arti visuali ed essendo da sempre un appassionato di fumetti (per non menzionare il fatto che cercavo disperatamente qualcosa a cui aggrapparmi) mi unii a loro. Ed anche quando lasciai lo studio, perché nel frattempo avevo cominciato a lavorare come insegnate alle scuole superiori, continuai a disegnare per loro. Mia moglie, nel frattempo, mi attaccava perché non mi decidevo a mostrare i miei lavori a nessuno e così mi comprò un biglietto per andare alla San Diego Comicon del 1999 e lì fui preso dalla Crossgen. Mi trasferii in Florida, dove lavorai all’interno degli uffici della CrossGen, ho incontrato molti grandissimi personaggi (Hey Andrea!! [Di Vito – NdStefano]) ed altri non altrettanto grandi (niente nomi!) a dopo più o meno un anno lasciai lo studio e continuai a lavorare come freelance dalla mia casa di Halifax, in Nova Scotia. Dopo alcuni problemi contrattuali ho lasciato la CrossGen e sono passato alla Marvel, per merito di C.B. Cebulski, una persona meravigliosa che mi ha affidato Marvel Knights Four.

Cosa mi puoi raccontare dei tuoi giorni alla CrossGen? Cosa ti è rimasto di questa esperienza professionale?

E’ una storia lunga, ma è stato un colpo di fortuna esserne coinvolti, ed un colpo di fortuna lasciare quando l’ho fatto io. Durante la mia permanenza negli uffici della CG ho assorbito tutto quello che potevo e mi sono fatto alcuni amici, compreso Andrea Divito, un maestro del’arte del fumetto! L’esperienza dello Studio è stata di grande aiuto per un neofita come me ma aveva insiti una serie di problemi che mi hanno costretto a lasciare.

Cosa puoi raccontarci riguardo le famigerate lezioni di Italiano che si impartivano all’interno degli uffici della CrossGen?

Bene, io non ho potuto usufruire delle lezioni perché sono state fatte prima che io mi trasferissi alla CrossGen, però prima che lasciassi la Florida ho convissuto per alcuni mesi con Andrea Divito e lui ha provveduto ad insegnarmi alcuni parole fondamentali. Per circa tre settimane, poi, ho viaggiato attraverso l’Italia (le città che mi hanno maggiormente colpito sono state Firenze e Roma) e mi sono decisamente innamorato del vostro paese. Quando ho ottenuto l’incarico con la Marvel, mia moglie ed io quasi ci siamo trasferiti a Firenze, avevamo intenzione di restarci per almeno sei mesi, poi abbiamo trovato una gran bella casa ad Halifax e se non ci fossimo impegnati subito l’avremmo persa, così l’occasione di quel viaggio è andata persa. Spero comunque di avere l’occasione di fare questo viaggio il prossimo anno (Devo informarmi per sapere se c’è qualche buona Cominvention interessata ad avermi come ospite! :-)

Dopo la brusca conclusione della tua esperienza lavorativa alla CrossGen cosa ti ha convinto a lavorare sui personaggi della Marvel?

Semplice… avevo avuto alcuni problemi contrattuali con la CrossGen, problemi che mi spinsero a decidere di lasciare la Compagnia, così inviai alcune prove alla Marvel ed alla DC. La Marvel mi contattò per prima e mi fece un’offerta molto generosa, e così sono finito lì. La Marvel continua a trattarmi molto bene ed io mi considero una persona fortunata.

Joe Quesada ha incluso il tuo nome tra gli Young Guns, una lista di autori di grido sulla quale la Marvel punta davvero molto. Cosa significa per te questa iniziativa?

Far parte degli “Young Guns” per me è stato un onore. C’è un gran numero di spettacolari artisti alla Marvel che avrebbero meritato di essere inclusi in questa lista prima di me, ma io non mi lamento. Questo è certo.

Il tuo primo incarico alla Casa delle Idee è stata la realizzazione del primo ciclo narrativo della collana Marvel Knights 4. Cosa ricordi di questo tuo primo lavoro?

Marvel Knights Four è stato il mio primo incarico super eroistico ed è stata la cosa più divertente che io abbia disegnato sin da quando all’età di cinque anni mio padre mi comprò “Come disegnare fumetti nello stile della Marvel” (un volume che spiegava agli aspiranti illustratori i trucchi del mestiere e permetteva ai giovani disegnatori di cimentarsi con alcune storie di prova che potevano essere inviate alla Case delle Idee, fu così, ad esempio, che la Marvel scoprì e reclutò Marc Bagley – NdStefano). Ricevere l’incarico di lavorare sui fantastici quattro immediatamente dopo il mio ingresso in Marvel per me è stato un grande onore! Non vedevo l’ora di recarmi al mio tavolo di lavoro al mattino e non riuscivo a lasciare finchè la matita non sfuggiva dalla mia mano intorpidita.

Non avevo riflettuto su questo particolare: Marvel Knights 4 è stato in assoluto il primo fumetto di super eroi che tu hai disegnato. Qual è stata la principale difficoltà che hai incontrato nel disegnare super-eroi? Qual è stata la principale differenza tra il disegnare un serial fantasy, come Meridian, ed una classica serie di super uomini come i Fantastici Quattro?

Iniziare a lavorare suoi super eroi è stato come cimentarsi in un gioco totalmente nuovo. Lo story telling è lo story telling, così non ci sono molti cambiamenti a livello narrativo se non il crescente livello di azione che le storie di super eroi richiedono. Il design rimane un aspetto predominante di entrambi i tipi di storie, il fantasy ha una maggior presenza di presenze organiche rispetto alla maggior presenza di dettagli meccanici che caratterizzano la fantascienza degli FQ. Ho iniziato a lavorare su entrambe le serie quando le caratteristiche dei personaggi erano già state stabilite, ma per me è stato molto più divertente lavorare sui fantastici quattro forse perché sono da sempre (e continuano ad esserlo) uno dei miei gruppi di eroi preferiti.

Qual è stato l’aspetto più stimolante del disegnare la miniserie Ultimate Secret?

Cercare di fare del mio meglio per rendere giustizia alla incredibile sceneggiatura scritta da Warren Ellis.

Ultimate Secret rappresenta il tuo primo approccio ad un nuovo universo narrativo. L’universo ultimate rappresenta qualcosa di nuovo, di differente rispetto al classico Universo Marvel di “Terra 616”. In questa miniserie tu ed Ellis avete inserito nuovi personaggi… cosa ti ha ispirato per “inventare” il loro look?

Ho ricevuto alcune indicazioni sia da Ellis che dagli uffici della Marvel riguardo quello che loro desideravano ottenere ed ho lavorato con loro, tenendo sempre a mente l’estetica delle uniformi che Brian Hitch ha dato ai suoi Ultimates. Tutti desideravamo, ad esempio, che Capitan Marvel conservasse il vecchio stile del suo costume originale con l’elmetto e tutto il resto. Per altri personaggi meno sfruttati come Carol Danvers ho aspettato di leggere la sceneggiatura di Warren per comprendere appieno che tipo di personaggio desiderava.

Purtroppo non hai concluso la miniserie Ultimate Secret, come mai?

Sono insorti alcuni problemi di programmazione dovuti alla gamma di progetti che erano pianificati per essere disegnati da me ed altri che eventualmente avrei potuto fare. Fortunatamente Tom Raney ha potuto darmi una mano, e benché non sia stato facile lasciare a metà Ultimate Secret, ho deciso di farlo per garantire un risultato migliore. E adesso non vedo l’ora di scoprire come si evolverà la storia!

Parliamo un po’ dei New Avengers, il tuo incarico attuale, sui quali stai collaborando con la superstar degli scrittori Brian Bendis. Cosa puoi raccontarci riguardo questo ciclo narrativo?

Si tratta di una ciclo di quattro storie incentrato sul personaggio di Sentry, è una storia ricolma di folle azione, con una miriade di eroi che partecipano nel ruolo di ospiti speciali e caratterizzato dal tipo di trame e dialoghi che hanno fatto di Bendis uno dei migliori tra gli scrittori presenti sul mercato.

Con il tuo lavoro su Ultimate Secret e sui New Avengers tu hai disegnato sia i Vendicatori moderni che quelli classici… che tipo di differenze hai riscontrato tra i due gruppi di eroi?

Dal punto di vista grafico adoro i costumi creati da Brian Hitch, sono molto divertenti da disegnare perché hanno un senso, sono realistici, anche se i vecchi hanno avuto un posto particolare nel mio cuore nella mia infanzia! E’ stato anche strano passare a disegnare i F.Q. Ultimate dopo quelli della versione regolare nello stesso anno.

Nel suo sito web Millar ha dichiarato che spera che sarai tu il disegnatore per il suo progetto su Ultimate Cap. C’è qualche possibilità di leggere questa miniserie? Quale sarà il tuo prossimo lavoro dopo il tuo ciclo su New Avengers?

Mark ed io abbiamo parlato per un po della questione di Cap e spero di avere la possibilità di lavorarci, anche se non ce l’ho in programma per quest’anno. Sono un grande fan di Mark! Penso che sia sicuramente uno degli scrittori che preferisco attualmente attivo e non vedo l’ora di lavorare con lui.

In questi giorni dagli uffici della Marvel è stato reso noto quale sarà il prossimo progetto a cui lavorerai, sarai il nuovo disegnatore regolare di Ultimate X-Men. Un incarico molto importante, se pensi che il co-scrittore sarà Bryan, Singer, il regista degli X-film. Cosa ne pensi di questa nuova esperienza?

Sono molto eccitato all’idea di disegnare Ultimate X-Men da quando ho saputo che Bryan Singer aveva scelto me specificatamente per questo progetto. Posso prendere le cose con calma. La Marvel ha previsto l’uscita per questa estate, così ho il tempo di dedicarmi ad un altro story-arc dei New Avengers! Lavorare con Brian Bendis sul ciclo di Sentry è stata la cosa più divertente che abbia mai disegnato! Abbiamo in programma altri sei numeri dopo il ciclo su Spider-Woman disegnato da Frank Cho, che introdurrà un nuovissimo supercriminale nel Marvel Universe!

Quali sono le tue aspettative riguardo questo lavoro?

Mi aspetto che il ciclo di Singer su Ultimate X-Men sia un grande divertimento, una volta che avrò superato questa mia sensazione di inadeguatezza

Hai letto il soggetto di Ultimate X-Men? Puoi dirci qualcosa in proposito?

Non ho ancora letto nulla perché in questo momento sto lavorando sui New Avengers e voglio rimanere concentrato su di essi.

Quando uscirà il tuo primo numero di Ultimate X-Men?

Sembra che sia previsto per l’estate.

Quali sono i piaceri più grandi nel disegnare supereroi? E quali gli aspetti più difficoltosi?

Per me il disegnare comics rotea tutto intorno allo storytelling, che ci siano eroi in costume oppure no. Essere capaci di raccontare visivamente una storia ha così tante difficoltà e dona così tante soddisfazioni che ti rende difficile pensare di smettere. Ovviamente il disegnare dell’azione supereroistica ti pone il problema di doverla rendere realistica e scorrevole, cercando di catturarne il movimento e l’energia, ma può anche essere divertente aggiungere delle sottigliezze allo storytelling che passano relativamente inosservate al lettore ma che aumentano la profondità al lavoro.

Qual è il tuo tipo di soggetto preferito?

Mi piace lavorare su soggetti completi. Se dovessi lavorare con il vecchio “metodo Marvel” preferirei scrivere io stesso la storia.

Hai lavorato con Sacasa, Ellis, Bendis e presto con Singer/Vaughan… quale di questi scrittori usa scrivere soggetti completi?

A parte Singer/Vaughan (con cui devo ancora iniziare a lavorare) tutti gli altri mi hanno sempre dato soggetti completi, che è la cosa che preferisco.

Cosa ne pensi riguardo l’allungare una storia per renderla più adatta ad essere ristampata in TP?

Penso che ci sia spazio per qualunque formato, e non dobbiamo aver paura di sperimentarne diversi.

Ci sono attualmente comics che ti diverti a seguire come lettore?

Leggo Ultimates e Daredevil, Planetary e sto rileggendo Elektra Assassin e Dark Knight Returns. Un altro titolo che amo in questo momento è Scott Pilgrim di Brian Lee O’Malley. Dagli un’occhiata!

Per me è tutto, c’è qualcosa che desideri dire ai tuoi lettori italiani?

Grazie per il vostro sostegno e interesse nel mio lavoro. Cercherò di non deludervi!
Grazie Stefano!

Grazie a te, Steve!


Stefano Perullo
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