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John Doe Year One: Intervista a Lorenzo Bartoli

Speciale JOHN DOE YEAR ONE

Dopo le prime esperienze su Tiramolla e l'Eternauta (che ha diretto per un anno), Lorenzo Bartoli si è fatto notare con alcune opere quali Arthur King, Uomini e Topi e Il Dono di Eric, imponendosi presto come uno dei più promettenti giovani autori del panorama italiano. Dal 1994 collabora con l'Eura Editoriale, ha scritto due romanzi di fantascienza con lo pseudonimo di Akira Mishima e ha lavorato per cinema e TV. Lo scorso anno, insieme all'amico Roberto Recchioni, ha dato il via alla sorprendente serie John Doe.


CUS: Ciao Lorenzo e benvenuto sulle pagine virtuali di ComicUs! Per una volta non inizio la nostra chiacchierata con la solita domanda rompighiaccio in cui chiedo, alla vittima dei miei sproloqui, di presentarsi, parlandomi di sé … salto, invece, immediatamente, all’argomento che più mi sta a cuore: JOHN DOE numero 12. Perché questo albo può essere definito cruciale per la serie del nostro fuggitivo?

LORENZO BARTOLI: Perché chiude il primo anno. Perché riunisce i protagonisti della serie. Perché mette in campo Entità mai apparse finora. Perché Riccardo Burchielli l'ha disegnato in uno stato di grazia davvero notevole. La storia, poi, è andata giù dritta e serena. A Rrobe piace un sacco, mentre il mio parere in questo caso non fa testo: per esempio, devo dire di essermi divertito parecchio a scrivere le battute del numero 10 "Il re del mondo", cercando di trovare quella misura dei comici americani che a noi non fanno ridere quasi mai. Molti commenti in Rete suonavano così: "Le battute del protagonista... non fanno ridere!", e io ero soddisfatto come una Pasqua

CUS: Parlando a proposito del progetto alla base di John Doe, Roberto Recchioni ha più volte dichiarato che è vostra intenzione strutturare la serie in archi narrativi da dodici episodi, con una struttura simile a quella utilizzata per produrre le serie televisive d’oltreoceano. Come nasce questa idea?

LB: Il format televisivo dei telefilm americani crea affezione e permette di sovvertire in corsa le regole che hai impiegato un'intera stagione per seminare. In sostanza, chi ha la pazienza di aspettare viene premiato... e chi si affeziona troppo agli stilemi e ai protagonisti può rimanere un po' deluso. Noi ci sentiamo più simili a esploratori più che a guide: non sappiamo a che lettore vogliamo rivolgerci, ogni volta è una scommessa... e ogni 12/24 numeri raddoppiamo la posta.

CUS: Se ho capito bene è nelle vostre intenzioni cercare di dare una sterzata alla serie al termine di ogni arco narrativo, e per di più è vostra intenzione dare questa sterzata in un episodio contenuto al di fuori regolare, all’interno di uno speciale annuale … non temi che questa “dinamicità” delle avventure di John Doe possa alla lunga risultare ostica per il lettore medio degli albi “formato Bonelli” (storicamente conservatore e poco avvezzo alle novità) e provocare un calo di vendite?

LB: Hai ragione. Ma la controprova non esiste se qualcuno non si dà la pena di cercarla. Credo che le miniserie che usciranno a breve in casa Bonelli siano un tentativo abbastanza vicino a John Doe, almeno nello spirito, per allargare o ricompattare qualitativamente il pubblico che può essere stanco di personaggi - per quanto molto validi - abbastanza stagnanti. Prendi un lettore, sbalestralo un po'... magari, all'inizio ti guarda male. Ma poi potrebbe decidere di stare al tuo gioco.

CUS: Il primo speciale fuoriserie ti vedrà nuovamente in coppia con Massimo Carnevale, eccelso copertinista ed illustratore di tante storie brevi scritte da te per i settimanali dell’Eura, come ti sei trovato a collaborare con Massimo su una storia lunga?

LB: Male! Mi spiego: Massimo non si è mai cimentato su storie più lunghe di 30 tavole. Anche "Uomini e topi" (in totale, due Euracomix... circa 120 tavole), era concepito con episodi autonclusivi di 10/12 pagine ciascuno. Quando si è trovato di fronte al malloppone di pagine dello speciale (sempre 94, non una di più!), ha avuto dei cali di concentrazione. Ma poi, quando si è messo sulle tavole, ha tirato fuori degli autentici capolavori. Conclusione. lo speciale numero 1 slitterà un po'... ma sarà un'autentica gioia per gli occhi!

CUS: Per quando è prevista la pubblicazione di questo speciale?

LB: Non mi sbilancio più!

CUS: Ci puoi rivelare, anche solo approssimativamente, quali saranno gli eventi che sconvolgeranno la vita di John e cosa dovremmo aspettarci nel secondo story arc?

LB: Purtroppo devo rimanere sul vago. Vi dico solo che non sarà tanto la vita di John a essere stravolta. Cambierà l'ordine delle cose, il contenitore, e parte dei contenuti. Spero di avervi incuriosito senza aver troppo svelato!

CUS: Su John Doe ti alterni, mese dopo mese, alle sceneggiature con Roberto Recchioni … Tu e Roberto avete uno stile di scrittura molto differente ed imponete un continuo cambio di ritmo al flusso delle avventure. Al lettore più fedele viene immediatamente voglia di paragonare i vostri stili e la vostra tipologia di approccio al personaggio; come vivete questa, anche inconscia, sfida cui vi sottoponete puntualmente? C’è rivalità tra te e Roberto?

LB: Io credo che il lettore medio (quello che non scrive sui Forum e non va alle fiere) non si accorga nemmeno del cambio di autore (e nemmeno di disegnatore, anche se questa forse è una teoria un po' troppo estrema). Chi se ne accorge, esprime le proprie preferenze. Molti lettori apprezzano entrambi, alcuni preferiscono lui, altri seguono le mie storie con più passione. Questo ci riguarda poco. Le due voci alternate fanno bene alla serie e non creano rivalità tra di noi, che siamo troppo amici per cadere in questi tranelli. Io scrivo da più tempo, ma vivo il rapporto col mondo del fumetto in maniera più defilata. Roberto è l'esperto, quello sempre in prima linea, e spesso risponde al posto mio ad attacchi e critiche positive che mi riguarderebbero più o meno direttamente. Ed è giusto che sia così. Io mi faccio sentire solo quando l'attacco va troppo sul personale o quando viene da persone che vorrebbero tanto scrivere, hanno "...un'ottima idea nel cassetto che Carnevale disegnerebbe alla perfezione, altro che le storie che gli scrive Bartoli...". Io sono in giro dal 1988 e porto a casa un bel po' di storie al mese. Ho una qualità media decorosa, con qualche caduta e qualche vetta, e faccio il lavoro che più mi piace. Sono fortunato. Del resto, effettivamente, mi interessa poco...

CUS: Come giudichi il lavoro di Roberto?

LB: Ottimo e abbondante. Scrive storie che apprezzo e che faticherei a scrivere io. A volte si innamora di gag o situazioni che verrebbero comprese solo da una minoranza di pubblico ed è solo allora che cerco di mediare, di rendere il suo linguaggio più "esopiano", capace di parlare a più livelli. E' bravissimo sui soggetti e sulla continuity ma non persegue l'originalità a tutti i costi e credo che questo sia un pregio, anche se personalmente cado spesso nella trappola di cercare troppo la situazione spiazzante o il taglio d'autore. A volte, butto la palla nella mia porta. Altre volte, invece, riesco a fare il buco nella ciambella. In sostanza: lui è forse più "solido" e io più "etereo". Per questo motivo, lui parla allo stomaco e io al cuore, ma a volte ci scambiamo più o meno inconsciamente i bersagli.

CUS: In giro si sente dire che il successo di John Doe avrebbe convinto l’Eura ad affidarvi la realizzazione di una nuova collana monografica … è solo una diceria o c’è qualcosa di concreto? E, nel caso che sia vero, cosa ci puoi dire in proposito?

LB: E' tutto vero. Ormai è ufficiale, e devo dire che cominciano a tremarci i polsi. Curare un mensile è già difficilissimo. Ci vogliono un'organizzazione ferrea e grande capacità di improvvisazione. Con due mensili, ci vogliono le due qualità sopracitate più una spiccata predisposizione all'autodistruzione. Sarà un monografico da 94 pagine. Sarà un noir. E sarà bello. Per ora, è anche abbastanza sicuro che verrà esaurito in un arco narrativo ben definito... abbastanza lungo per sviscerare tutta la storia ma con una "data di scadenza" prefissata e definitiva.

CUS: Scrivi un’infinità di storie brevi e sei albi di John Doe all’anno … quante ore lavori al giorno? Come è strutturata la tua tipica giornata lavorativa?

LB: Dunque... sveglia alle 8.30, vestizione di mia figlia Greta (3 anni, quasi 4), colazione. Il computer si accende alle 9.15. Zingarate su Internet: siti di fumetti, nonché l'unico sito che mi vede postare con una certa assiduità: FLP, www.fumarelapipa.com ; ebbene sì, ho una grande passione per la pipa! Poi inizio a lavorare e vado dritto fino all'ora di pranzo. A quel punto, visto che mia figlia torna a casa da scuola e il livello di inquinamento acustico sale di intensità fino a raggiungere decibel da segheria industriale, mi sposto a studio. Come forse qualcuno sa, collaboro un po' di tempo con la RED WHALE, soprattutto come sceneggiatore, per cui il pomeriggio mi dedico un po' a Monster Allergy e un po' alle traduzioni dei fumetti per Lanciostory e Skorpio. Ritorno a casa verso le 19 e allora ridivento papà e marito a tutti gli effetti; cucino, gioco, guardo un po' di televisione. Dalle 23 fino a stanchezza, mi dedico alla lettura... e poi devo confessarvi una cosa: a un certo punto, mi addormento!

CUS: A detta di molti, per poter scrivere fumetti bisogna avere una fantasia maledettamente fertile e bisogna continuamente sfamare la sete di conoscenza e di ispirazione della propria mente. Tu cosa fai per saziare questa sete?

LB: Leggo molto, vedo film e le solite cose. Ma il segreto, almeno il mio, è un altro. Sono incuriosito dalle persone, raccatto le loro storie come un mendicante di emozioni. Faccio domande, mi interesso, telefono, scrivo, incentivo i rapporti umani, organizzo il calcetto due-tre volte alla settimana, e così facendo, mi capita di rimanere in contatto ogni giorno con svariate decine di persone. Quello è il mio serbatoio. Inesauribile, o almeno spero.



Stefano Perullo
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