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Gianfranco Manfredi


Intervista a cura di Marcello Durante

Gianfranco Manfredi, classe 1948, è certamente noto a gran parte dle nostro pubblico come sceneggiatore e ideatore dell'ottima serie Bonelli Magico Vento, esordita nel 1997 e ad oggi considerata una delle migliori, caratterizzata dalla presenza di disegnatori del calibro di Frisenda e Milazzo e da una omogeneità, una continuity interna, dovuta anche al fatto che il suo creatore ne è anche il principale (quasi unico) sceneggiatore. Ma Manfredi è anche un laureato in Filosofia, un cantautore, un saggista e uno scrittore di romanzi e sceneggiature per cinema e TV. Potete scoprire di più su Giancarlo Manfredi dal suo sito personale.

Iniziamo da una analisi delle tue origini in questo campo chiedendoti: come sei arrivato a scrivere fumetti?


Un po’ per caso ( anche se spesso ho il dubbio che non sia affatto stato un caso) : dopo aver realizzato Valentina per la TV, volevo proporre una serie su Blek Macigno. L’editore di Blek , in contropiede, mi ha chiesto se non avevo voglia di fare un fumetto . Da quel colloquio è nato Gordon Link , e così… una cosa tira l’altra. Dico però che potrebbe non essere un caso perché io sono nato nel 1948, cioè nello stesso anno di Tex, ho conosciuto in gioventù molte persone che lavoravano a Linus, sulla rivista di Controcultura Re Nudo curavo tra l’altro anche la parte fumettistica ( noi siamo stati i primi a pubblicare Filippo Scozzari) e infine Guido Crepax fece la copertina del mio primo LP “La crisi”. Insomma… in qualche modo mi trovavo già a far parte della comunità dei fumettisti.

Pensi che lo scrivere fumetti sia un carattere permanente della tua parabola intellettuale?Quali autori(italiani o stranieri)hanno modellato il tuo stile e quali oggi stimi e leggi volentieri?

Beh., ormai è diventato qualcosa di permanente. E finora non mi sono stancato. Prima di diventare autore di fumetti, ho scritto , come sceneggiatore, molti film. Dunque non posso dire di essermi ispirato a sceneggiatori di fumetti, perché la mia esperienza non veniva da lì. Se devo dire qualche nome di autori che stimo moltissimo, direi senz’altro Leonard Starr ( l’autore di Mary Perkins, eccellente narratore per immagini) e Alexander Jodorowsky , con il quale condivido le propensioni visionarie e nel quale vedo e apprezzo inconfondibili origini stilistiche cinematografiche. Infine devo confessare il mio grande amore per Spirou & Fantasio, un fumetto purtroppo poco conosciuto in Italia, disegnato con mano felicissima su sceneggiature assolutamente impeccabili per ritmo , linguaggio, idee.

Gordon Link lo si può definire il suo primo passo nel mondo dei fumetti da protagonista.Quali erano i punti di forza di questa testata?Cosa ha tratto da questa esperienza principalmente? E' vero che c'è una storia di Gordon adattata per Dylan Dog?

Di Gordon Link rimpiango l’assoluta libertà creativa . Casarotti ( l’editore) mi lasciava campo libero ( anche a suo rischio) . Ma non rimpiango la fretta con cui mi trovavo a dover lavorare e l’approssimazione cui eravamo costretti dalla ristrettezza dei tempi e dalla mancanza di una redazione vera e propria che affiancasse il mio lavoro e quello di Della Monica. Comunque ci siamo divertiti molto, finchè è durata. Non mi ricordo proprio d’aver adattato un Gordon Link a Dylan Dog e del resto non credo sia possibile, vista la natura opposta dei due “eroi”. Quando faccio un lavoro su commissione ( come nel caso di Dylan Dog) io cerco sempre di rispettare molto scrupolosamente le caratteristiche del personaggio e lo stile della serie, anche a costo di limitare molto la mie inclinazioni. Nel caso di Dylan Dog, ad esempio, il personaggio non corrispondeva affatto alla mia natura… io non soffro di alcuna fobia , e per me l’immaginario non è solo un mondo di orrori, ma anche di stupori, meraviglie e rivelazioni. Ciò non vuol dire che io non apprezzi Dylan Dog, anzi ne ero un collezionista assiduo fin dal primo numero e ho sempre considerato Tiziano Sclavi un maestro del fumetto contemporaneo.

Certi autori del calibro di Alan Moore preferiscono interrompere le loro serie prima di farle scadere in trame tirate e banali,iniettando quasi un senso di perfezione che a volte però lascia nel fan un senso di mancanza. Per Magico Vento esiste già un ipotetico finale? O possiamo dormire tranquilli sicuri di poter passeggiare insieme a Ned per albi e albi...e ancora albi....?

Io cerco di fare in modo che Magico Vento sorprenda me per primo, dunque evito di programmare troppo gli sviluppi. Ovviamente ho delle cose molto precise in testa, ma poi mi piace deviare e seguire l’ispirazione del momento. Se per evitare la banalità si interrompesse bruscamente una narrazione ( come molti fanno) per me sarebbe molto deludente, prima ancora di deludere il lettore, sentirei d’aver fallito. Il vero compito ( e scoglio) per uno scrittore di serial è proprio quello di continuare il flusso narrativo senza che diventi prevedibile. Non si possono evitare le difficoltà semplicemente passando ad altro o troncando netto, a meno di non essere degli scrittori velleitari e superficiali: non credo che Alan Moore lo sia, ma certo in molte sue storie
( coma ad esempio nella Lega degli Straordinari Gentlemen) usa mettere un sacco di carne al fuoco, più di quanta se ne possa poi mangiare e digerire. Io sono un generoso e abbondo , mi piacciono gli eccessi, ma l’obesità no, e neanche lo spreco.

Il numero cento si avvicina sempre più,sarà una buona occasione per rafforzare lo spirito dei protagonisti e la loro già ottima caratterizzazione,scavando nel loro affascinante passato o ne vedremo delle belle ancor prima?

Secondo me è un errore riservare il numero 100 “al passato”. Il n.100 è da un lato un coronamento, dall’altro un numero di per sé speciale dove ci si possono permettere cose ( per esempio il lavoro sul colore) diverse da quelle che si fanno sugli altri numeri. Ho già in testa una storia , ma non voglio anticipare niente.

La maggior parte dei lettori richiede a gran voce Albi Giganti o speciali, ne arriveranno?

La situazione sta migliorando. Abbiamo nuovi disegnatori in pista e forse tra poco potremo mettere in cantiere qualche storia extra. Da anni ho in testa una storia giusta per un Gigante e prima o poi mi ci metterò a lavorare. Però prima di vedere in edicola queste cose , bisognerà aspettare almeno un paio d’anni.

Chi tra i disegnatori che collaborano più frequentemente alla testata riesce davvero a interpretare al meglio la tua creatività (inutile dirlo,frutto di studi appassionati e di una vasta cultura)? Crescerà il supporto tecnico di altri sceneggiatori di lusso?

Cercheremo di allevare giovani , più che acquisire “maestri”. Non voglio fare classifiche tra i disegnatori, ciascuno dà un contributo necessario e fondamentale. Non è comunque un mistero ( l’ho già dichiarato un sacco di volte) che io quando penso al personaggio di Ned lo penso come lo disegna Goran Parlov e quando mi immagino degli scenari “gotici” cerco perlomeno di intuire quanto farà Pasquale Frisenda. D’altro canto mi appaga anche il lavoro molto attento ( e rispettoso delle sceneggiature) di Ramella, Barbati, Biglia ecc. E non c’è bisogno di aggiungere che spesso il tratto sintetico di Ivo Milazzo, nelle sue tavole più felici che sembrano uscite di getto dalla sua mano in totale facilità creativa, mi esalta. Ma il rapporto con i disegnatori è comunque molto dialettico: tutte le volte che mi ritrovo deluso per qualcosa lo dico francamente, e allo stesso modo accetto senza problemi critiche e modifiche se loro mi fanno notare che certe soluzioni che io propongo potrebbero essere visivamente più efficaci se interpretate diversamente. Di solito mi incazzo se vedo in vignetta qualcosa che non c’entra niente e distrae l’attenzione dal focus point , cose gratuite magari messe per riempire o abbellire e che invece per me sono pure dispersioni dell’attenzione del lettore e comode vie di fuga rispetto alla vera difficoltà di un fumetto realistico: cioè quella di far recitare i personaggi e lavorare all’estremo sulle sfumature delle espressioni e dei movimenti. Alle volte la “belluria” fine a se stessa, toglie emozione invece di aggiungerla. L’illustrativismo tende a distruggere la narrazione. Tanto per essere chiaro, da ragazzo potevo anche perdermi nelle tavole di Druillet, però alla lunga il suo decorativismo mi pareva fastidioso e totalmente vuoto di autentici valori espressivi.

Per finire,ci sveli qualche possibile e nuovo progetto? E' vero che la Panini le ha chiesto di scrivere un fumetto come quello che sta per uscire con Faraci/Cavazzano? Verrà mai alla luce l'interessante progetto fantasy/medioevale che hai dichiarato non solo di aver preso in considerazione,ma di aver già sviluppato?

Nessun altro editore ( forse conoscendo il mio affetto per Bonelli e anche la quantità dei miei impegni extra-fumetti) mi ha più proposto dopo MV, altri lavori. Ogni tanto mi arriva qualche voce che questo o quell’editore vorrebbe propormi questa o quella cosa, però poi le proposte non arrivano , dunque o le voci erano false, oppure non c’è poi tutto questo interesse nei miei confronti, al di là dell’apprezzamento e della stima di cui gode MV. Io peraltro non frequento l’ambiente e non mi attivo affatto per cercare altre cose, visto che ne ho già tante da fare. Non nascondo che avrei voglia di fare fumetti diversi , per impostazione, genere, linguaggio, da quelli avventurosi di Sergio Bonelli , ma temo che nell’attuale situazione di mercato nessun editore mi consentirebbe “sperimentazioni d’avanguardia”… mi chiederebbero casomai d’essere più “commerciale” . Quanto al mio progetto di eroic fantasy aveva a che fare da un lato con le crociate, dall’altro con un’ambientazione “cecena”, e dunque, se fosse uscito, sarebbe stato anche di qualche attualità sotto il profilo politico, ma non si è realizzato e io non sono abituato a tornare sulle cose , non mi piace tenere progetti a muffire nel cassetto. Se una cosa si fa nel momento più caldo ( cioè quanto è appena sorta alla mente, fresca e promettente), bene, se no la depongo e ne faccio un’altra senza troppi pentimenti. Le idee nuove incalzano sempre e scalzano le precedenti.

Grazie mille, Gianfranco!
Un ringraziamento speciale a Planetary, Umbe, Beaumont, Gonzo Kent, utenti del forum che hanno proposto delle domande che sono state scelte per questa intervista.




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