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Arriva per 001 Edizioni Fagin L'Ebreo di Will Eisner, anteprima

  • Pubblicato in News

001 Edizioni presenta la nuova edizione italiana di Fagin L'Ebreo, l'opera scritta e disegnata da Will Eisner. Nella gallery in basso trovate una ricca anteprima del volume mentre, qui di seguito, tutti i dettagli.

"Un graphic novel contro gli stereotipi e il pregiudizio

In un momento in cui stereotipi, pregiudizi, fakenews ed episodi di intolleranza occupano drammaticamente lo scenario civile e sociale, 001 Edizioni dà alle stampe Fagin l’ebreo, un graphicnovel scritto e disegnato dal genio americano Will Eisner.

In Fagin, l’ebreo Will Eisner, maestro del fumetto e riconosciuto padre del graphic novel, si confronta audacemente con un gigante della letteratura, Charles Dickens, rileggendo uno dei capisaldi della letteratura, Oliver Twist, dal punto di vista di uno dei personaggi più famosi dell’opera, l'”ebreo” Moses Fagin.

Eisner realizza un’opera rigorosa, animata da un forte impegno civile, dando voce al disprezzato Fagin per mettere in luce le nefaste conseguenze dell’uso degli stereotipi, in questo caso di carattere razziale.

Un'edizione prestigiosa che è partita dalla riscansione ad alta qualità di tutti gli originali delle tavole disegnate e che ha permesso di recuperare tantissimi dettagli persi nelle precedenti edizioni. Dopo L'ultimo giorno in Vietnam, continua l'edizione in grande formato cartonato delle principali opere di Eisner dove grazie alla cura della stampa il bianco e nero del segno dell'autore emerge con forza e carattere.

L'edizione è arricchita da uno scritto di Eisner, da una prefazione di Brian Michael Bendis e da un saggio critico di JeetHeer.


Titolo: Fagin l'Ebreo
Autore: Will Eisner
001 Edizioni
Traduttore: Valerio Stivé
Pagine: 132 | Cartonato
Formato: 22x30 | Bianco e nero
ISBN: 9788871820095
Prezzo di copertina: 24 euro
data di uscita: 8 marzo 2018

Fagin cover

DALLA PARTE DEI VINTI, OVVERO “RILEGGERE” UNA STORIA PER RACCONTARE LA VERITA’…

“Esaminando le illustrazioni dell’edizione originale di Oliver Twist, trovai indiscutibili esempi di diffamazione razziale all’interno della letteratura classica. Il ricordo dell’uso che ne fecero i nazisti durante la Seconda guerra mondiale, circa cento anni dopo, aggiunse prove alla persistenza di certi stereotipi negativi. Combatterli era diventato per me una sorta di ossessione, e non mi rimase scelta: dovevo realizzare un ritratto rispettoso di Fagin, raccontando la storia della sua vita nell’unico modo che mi si addicesse. Questo libro, dunque, non è un adattamento di Oliver Twist! E’ la storia di Fagin l’ebreo”.

(Will Eisner)

“Io sono Fagin, l’ebreo di Oliver Twist. Questa è la mia storia, rimasta sconosciuta e ignorata nel libro di Charles Dickens”.

(Moses Fagin)

La storia dimentica spesso le ragioni dei vinti, mentre le spregiudicatezze dei vincitori si trasformano di solito in abili strategie. Will Eisner non ci sta, vuole ribaltare le regole.

Nel 2003 scrive FaginL’Ebreo, decidendo di raccontare, utilizzando il fumetto, la storia di OliverTwist dal punto di vista del perdente, ovvero di Fagin. Moses Fagin. Fagin “l’ebreo”.

Eisner immagina che Fagin e Dickens, il personaggio e il suo creatore, si incontrino, in carcere, la notte prima che Fagin sia impiccato. Fagin racconta la “sua” versione dei fatti allo scrittore, con la speranza che questi comprenda meglio le sue ragioni e che, finalmente, la verità venga alla luce.

Il libro di Dickens (pubblicato per la prima volta nel 1837) descriveva una Londra travolta dalla rivoluzione industriale, incapace di salvaguardare gli orfani e di frenare lo sfruttamento delle fasce deboli. E’ in questa storia di poveri che si colloca il personaggio di Fagin, lo sfruttatore ebreo, avido di ricchezza e incapace di amare, a meno che non sia per il proprio vantaggio. Fagin è il carnefice e il giovane e candido Oliver la sua vittima. Eisner prova, invece, a stravolgere l’immagine losca, ambigua e, tutto sommato, carica di malvagità del personaggio che Dickens offre ai suoi lettori. Lo fa semplicemente ponendosi una domanda: e se fosse Fagin a raccontarla, questa storia? Se fosse Fagin a spiegare come ha fatto a diventare quel turpe personaggio che corrompe l’innocenza di Oliver, avviandolo a una carriera criminale?

SuquestopresuppostoEisnercostruisceilsuoromanzo (che è una vera e propria contro-narrazione), raccontando non solo del passato del vecchio ebreo, ma anche dello scenario storico in cui è ambientata la vicenda: i rapporti tra l’Inghilterra dell’800 e la comunità ebraica, specialmente quella degli Aschenaziti, e suoi tentativi d’integrazione. Eisner non tralascia, ovviamente, il racconto della storia di Oliver, l’incontro tra Fagin e il crudele Sikes, così come tutte le dolorose e tristi vicende che Dickens aveva messo sulla carta. 

Eisner mescola didascalie esplicative con vignette in cui pochi segni bastano a restituire tutta l’emozione dei sentimenti. Le sue tavole non hanno gabbia, le vignette non conoscono spaziature e si possono collegare idealmente e contemporaneamente l’una con l’altra. Ma questa scelta grafica non comporta né caos, né inquadrature ardite. Piuttosto, spesso vi sono grandi vignette a tutta pagina, in cui i personaggi prendono la scena come fossero i protagonisti di una rappresentazione teatrale. Lo sguardo avvincente, nuovo e partecipato di Eisner verso la materia della narrazione sembra donare una straordinaria ricchezza alla sua arte, sempre complessa ed evocativa.

La sua sentita introduzione, così come il ricco apparato iconografico finale sulle rappresentazioni di Fagin nell’800, dimostrano il forte interesse dell’autore rispetto al pregiudizio e alla semplificazione del raccontare.

Dall'introduzione di Will Eisner a proposito di Fagin l'ebreo

“Stavo facendo ricerche sulla narrativa popolare, forse inconsciamente, perché sicuramente contengono il meglio della narrativa più duratura. E lentamente mi resi conto che in questi racconti ai malvagi o ai personaggi ci si riferiva sempre con una connotazione etnica. Per esempio, c’è un italiano? Subito veniva chiamato “l’italiano” o qualcosa del genere, per tutto il racconto, e si smetteva di usare il suo nome. Oppure “il negro”. E questo mi portò a rendermi conto che siamo tutti esposti a stereotipi creati da altri. E che questo ha delle ricadute sulla nostra stessa etica”.

“Rileggendo Oliver Twist di Charles Dickens, con grande stupore scoprii che per tutto il libro Faginveniva chiamato “l’ebreo”, senza che nessun altro venisse indicato o riconosciuto attraverso una categoria. Iniziai così a fare un po’ di ricerche e imparai che all’epoca, attorno al 1740, gli Ebrei immigrati in Inghilterra erano di una stirpe specifica. Le caricature, come quelle dell’epoca di Cruikshank, erano tutte sbagliate e contribuirono a creare un personaggio che in effetti non esisteva. È la stessa cosa che capita negli USA con la Mafia e i fuorilegge italiani; di solito, nella narrativa americana i malavitosi sono italiani. Il che è ingiusto, ma il punto è che abbiamo creato degli stereotipi che, come un virus, si iniettano nel nostro corpo intellettuale”.

“Nel libro, sono stato molto attento a non accusare Dickens di antisemitismo. Dickens non è stato antisemita, è stato cinico. E più tardi si è reso conto delle proprie responsabilità: in una edizione successiva di  Oliver Twist ha corretto alcuni dei riferimenti a Fagin. Sono convinto di avere lavorato in un ambito che in questo linguaggio non era mai stato trattato e spero di riuscire ancora a scoprire nuove strade.”

L’AUTORE

Will Eisner (1917-2005) è riconosciuto internazionalmente come una leggenda del fumetto e come il padre del graphicnovel. Eisner è stato uno dei primi veri autori di fumetti, attivo sin dalla nascita dell’industria fumettistica americana, e i suoi traguardi professionali hanno segnato ogni passaggio significativo della maturazione del medium come espressione letteraria e artistica. E’ stato un innovatore nell’arte del fumetto, creando molti personaggi e serie memorabili, tra cui The Spirit, che debuttò nel 1940, e ha influenzato un’intera generazione di giovani fumettisti con il suo storytelling e il suo design innovativo. The Spirit, capitolo imprescindibile del canone letterario del fumetto, ha continuato a ispirare generazioni di lettori di fumetti. Nel 1978, il seminale graphicnovel di Eisner, Contratto con Dio, ha rivoluzionato il fumetto, aprendo la strada al cambiamento da intrattenimento periodico usa e getta a una forma culturale innovativa e duratura.

Eisner ha realizzato in seguito altri venti libri a fumetti durante i suoi anni di “pensionamento”, collezionando vari premi sia negli Stati Uniti che all’estero, e affermando il graphicnovel come forma letteraria dalla vita propria. I premi più importanti del mondo del fumetto nordamericano, i Premi Eisner, sono intitolati in suo onore.

Nel 2002 Eisner ha ricevuto dalla Jewish Society il LifetimeAchievement Award per “avere contribuito all’apprezzamento della cultura ebraica nella società”."

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Portfolio: Le spettacolari title page di The Spirit di Will Eisner

  • Pubblicato in Focus

Il 2 giugno 1940 fa il suo esordio sui quotidiani americani un nuovo personaggio. Parliamo di The Spirit di Will Eisner, fumettista che diventerà, anche grazie a questa sua ideazione, una delle figure più importanti e influenti del mondo del fumetto. Pubblicato dal 1940 fino al 1952, la serie parla di Denny Colt, criminologo creduto morto dopo uno scontro con lo scienziato Dr. Cobra e che ora combatte il crimine nell'ombra a Central City nei panni di The Spirit. Di seguito potete vedere la tavola di esordio della serie.

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Inizialmente, The Spirit, pur spiccando per qualità, non era molto diversa da altri fumetti dell'epoca, ma la situazione migliorò andando avanti a un ritmo e una velocità incredibile. Eisner, infatti, lavorò molto sul suo stile che diventò sempre più personale e ricco di idee e soluzioni. Le stesse storie avevano sempre trovate interessanti e spesso il protagonista restava ai margini della vicenda per consentire ai comprimari di avere il giusto spazio. In poco tempo, dunque, la serie divenne un appuntamento irrinunciabile proiettandosi fra i capolavori indiscussi dei fumetti in grado di influenzare generazioni di artisti successivi.

Uno dei tratti distintivi di The Spirit erano le title page di apertura in cui l'artista ideava soluzioni grafiche sempre più particolari e originali. Celebre divenne, in particolare, il modo in cui di volta in volta il titolo della serie si integrava all'interno del disegno diventando elemento centrale della tavola e non marginale come accadeva altrove. Se, all'inizio, la prima pagina non era differente dalle altre, ora fungeva da sorta di copertina che anticipava i temi della storia.

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Potete ammirare una ricca selezione di queste title page, sia in bianco e nero che a colori, nella gallery in basso.

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Brubaker, Phillips, Aragones e molti altri su The Spirit per il centenario di Will Eisner

  • Pubblicato in News

In occasione del Lakes International Comic Art Festival, verrà presentato un progetto di 12 pagine con altrettanti nuovi fumetti di The Spirit, realizzati da artisti di fama internazionale in occasione del centenario dalla nascita di Will Eisner, celeberrimo fumettista nonché padre proprio di Spirit.

La pubblicazione dal titolo The Spirit of Eisner verrà realizzata in stile newspaper, proprio per rendere omaggio al formato originario delle strip create da Eisner, e ci lavoreranno artisti e autori del calibro di Ed Brubaker e Sean Phillips, Sergio Aragones, Michael Cho, Duncan Fegredo, Jason Latour, John M. Burns, Seth, Brendan McCarthy, Simon Thorp e Peter Milligan.

Durante la manifestazione, che si terrà dal 13 al 15 ottobre, verranno anche esposte le tavole originali al Brewery Arts Center di Kendal, Inghilterra.

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The Spirit 01

L'importanza di Will Eisner per la crescita del fumetto è nota a tutti. Una crescita intesa in termini di maturità, naturalmente. Già dai suoi primi lavori si poteva intuire le qualità del cartoonist newyorkese, ma fu con la nascita di The Spirit che avvenne la svolta. Eisner si mise in gioco per dar vita al personaggio, rinunciando ai sicuri incassi del precedente incarico e rischiando a favore di una maggiore libertà artistica. Una scelta che poi lo porterà ad abbandonare il fumetto negli anni '50 e a ritornarci su nei '70 iniziando la sua seconda vita fumettistica con Contratto con Dio, manifesto d'intenti del fumetto d'autore.

Ma torniamo a The Spirit. Il personaggio nasce nel 1940 inserito all'interno degli inserti staccabili a fumetti dei quotidiani della domenica. L'eroe presentato da Eisner, potremmo definirlo piuttosto un antieroe, non è infallibile come molti suoi colleghi, e ha ormai solo la sua identità "mascherata" in quanto il suo alter ego, il criminologo Denny Colt, è ritenuto morto da tutti dopo uno scontro con lo scienziato Dr. Cobra. Quello che però rende diverso The Spirit è la carica innovativa che emerge da una forte deriva autoriale avanti di decenni sui tempi. Ancora oggi, non a caso, le storie di Spirit sono non solo godibili, ma fresche, avvincenti, moderne. Il confronto, da questo punto di vista, con altri fumetti suoi contemporanei è impietoso. Non sembra di star leggendo un fumetto scritto negli anni '40, ma un comics scritto ai nostri giorni, con storie ricche di spunti, d'avventura e di umorismo, con grande diversità di tematiche e stili. Basta solo sfogliare questo volume per rendersene conto. La creatività di Eisner non ha limiti. Il tutto in 7 pagine, di cui la prima è generalmente una (spettacolare, aggiungiamo) splah-page.

E poi, c'è il tratto dell'autore, estremamente dinamico ed espressivo. I personaggi comunicano con i loro volti, le loro espressioni, come se fossero vivi. Anche la composizione di ogni singola tavola è da analizzare, da studiare, per quanto minuziosa. Il volume recensito raccoglie la prima parte delle storie del 1948, quando ormai la serie era rodata e al massimo del suo successo.
Quello che ci interessa ora particolarmente approfondire è l'edizione di RW Lineachiara. Partiamo dal primo punto a favore, il prezzo decisamente economico se comparato alle costose edizioni cronologiche del precedente editore (Kappa Edizioni). Ovviamente, in quel caso i volumi erano di particolare pregio, cartonati con sovraccoperta e a colori, ma l'edizione Lineachiara si presenta esteticamente elegante pur se con un formato brossurato più agile.

Il colore, però, è il grande assente di questa edizione. Una scelta contrastante in quanto, se questo fa innanzitutto abbassare il prezzo della proposta, è vero che l'opera è stata presentata storicamente a colori e dunque una proposizione integrale e di livello dovrebbe tenerne conto. È d'altro canto vero, però, che siamo abituati a vedere i lavori di Eisner, in particolare nella seconda parte della sua carriera (quella dei "graphic novel"), in bianco e nero e le tavole qui presenti non perdono il loro fascino, tutt'altro.
Curiosa, infine, la scelta di un formato più lungo di un normale trade paperback americano che costringe ampi margini di bianco nella parte superiore e inferiore delle tavole. La scelta di non inserire la numerazione, ma l'anno e i mesi, sulla costola, fa sì che l'opera possa essere messa in libreria secondo l'ordine che si preferisce, magari come prosecuzione della precedente edizione. Ad ogni modo, con pregi e difetti, se non avete mai letto The Spirit, almeno un volume dovete recuperarlo. Ve ne innamorerete.

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