Menu

Hiroya Oku: genio e follia dell'autore di Gantz

  • Pubblicato in Focus

Sin dai suoi albori, il panorama fumettistico giapponese ci regala autori dotati di un talento e di una versatilità straordinari. Ne è un perfetto esempio uno tra i più grandi esponenti del genere erotico/sci-fi, che già dalla fine degli anni 80 ci regala dei titoli capaci di tenerci a bocca aperta, tra tutti, il suo più famoso: Gantz

Si parla appunto di Hiroya Oku, autore classe 1967, nato a Fukuoka, nell’isola di Kyushu. Già da giovanissimo manifesta il suo interesse nel manga e nel disegno, e diventa in breve assistente di Naoko Yamamoto, autore di manga erotici. Da lui imparerà durante tutti gli anni 80, ciò che diventerà il suo tratto distintivo: la sua contrastante tecnica in bianco e nero, che userà poi, per disegnare in digitale già dai primissimi anni 2000. 
Inizia ad approdare sulle prime riviste nel 1988, quando presenta Hen (trad. insolito), un manga erotico-slice of life, che narra di Chizuru Yoshida, una giovane liceale che scopre la sua bisessualità. Un tema particolare in Giappone, sia ai tempi sia oggi, che si districa tra la vita scolastica e la vita sentimentale di un gruppo di ragazzi alle prese con un progetto cinematografico.

hen
 
Oku lavorò a Hen per quasi 9 anni, e nonostante sia una delle sue opere minori vinse il Premio Tezuka nel 1997. Un inizio niente male per lui. Lo stile di disegno è comunque alle prime armi, le fisicità delle ragazze, quasi anoressiche, sono ancora longilinee e poco marcate, ben lontane da ciò che saranno i suoi lavori dall’inizio del secolo in poi.

zeroone
 
Il 1999 vede la pubblicazione di due raccolte di storie brevi: Oku Hiroya tanpenshū Aka e Kuro, che presentano brevi racconti mai arrivati in italia. 
Ciò che lo terrà impegnato per un anno invece è la pubblicazione del successivo Zero One, manga in tre volumi che si incentra invece sui videogiochi. La storia narra del tentativo di un giovanissimo ragazzo, Neru, di radunare un gruppo di giocatori per partecipare alla sfida di un nuovo videogioco, e cercare lo scopo della sua vita. Nonostante sia stato abbandonato dopo 3 volumi, e al suo cult, Zero One ha avuto l’occasione di essere disegnato in computer grafica, una novità ai tempi, e possiamo notare come molti dei suoi personaggi siano identici a quelli che vedremo poco dopo in Gantz.
 
Il nuovo secolo lo vede impegnato nel suo capolavoro assoluto, uno dei pilastri del genere sci-fi: Gantz.
Qui, ci viene presentato un liceale, Kei Kurono, che aspetta la metro e viene riconosciuto dal suo compagno di scuola, Masaru Kato. Nel tentativo di salvare un barbone sulle rotaie, i due protagonisti vengono travolti dal treno e si ritrovano in una stanza vuota con altre persone. E’ L’inizio del gioco.

gantz1
 
Una pubblicazione su Weekly Young Jump durata 13 anni, iniziata nel giugno 2000, consente a Oku di esplorare l’animo umano, di parlare di vita, morte, destino ed etica nel modo più cupo e oscuro possibile. 
Il suo tratto si affina molto, con una serie di contrasti tra bianco e nero sempre più marcati, primi piani sui personaggi, scene sempre più spinte e una cura dei dettagli maniacale, soprattutto nei mezzi di trasporto. Qui, il gioco della sfera nera di Gantz trasforma le persone in mostri, o alleati, si affinano amicizie, si definiscono rivalità, si chiede una risposta all’ignoto. Ci si chiede se gli alieni siano i mostri che sconfiggiamo o siamo noi che abbiamo perso l’umanità, se la vita ha un valore o è governata solo da una manciata di persone che ci usano come pedoni sacrificabili su una scacchiera. Vuoi vivere? Prendi questa valigetta e usane le armi per uscire da qui, o muori soccombendo alle tue paure.
Gantz unisce tutto questo creando un fumetto diviso in tre parti, che corre sempre più verso il finale, e agli albori dei social ci mette già in pericolo su cosa sarebbero diventati. Un aiuto per tenerci in contatto o una secchiata di sterco che sminuisce ogni tuo progresso? Da leggere una volta nella vita.
Gantz fino al 2011 era uno dei manga più venduti e ha superato le 16 milioni di copie. Opera ormai di culto, ha vari spinoff tra cui: Gantz G, Gantz E, due romanzi: Gantz Exa e Gantz Minus, e uno special su Gantz Osaka.

lamiamaetel
 
Tra il 2006 e il 2007, comunque, Oku si lancia nel pubblicare anche una storia breve, con soli 3 volumi: La mia maetel.
Shintaro Koizumi si presenta al lettore come un uomo di mezz’età, che ha appena perso la madre e a breve, perderà anche suo padre. Non sa però, che si è appena risposato, e alla sua nuova compagna verrà affidato il compito di tirare fuori questo ragazzo dalla sua vita da Hikikomori. In questa storia, Oku ci sorprende mettendo da parte il lato erotico e creando una storia sentimentale che ci fa riflettere ed emozionare, esplorando un altro dei grossi tasti dolenti del Giappone: l’invisibilità di un Hikikomori. Oku abbandona anche il suo tratto marcato e deciso, e riproponendoci un po' l’aria che si respirava ai tempi di Hen ma con una matita decisamente più morbida. Questa storia carica d’affetto verso il lettore sembra una parentesi affacciata da Gantz, una piccola occhiata dell’autore che sembra comunicarci: “Ehi, c’è anche questa parte di me”.

Inuyashiki
 
Un anno dopo la fine di Gantz, Oku torna con una nuova opera: Inuyashiki. Perno di questa storia, è un uomo questa volta più anziano: Ichiro Inuyashiki. 
Ichiro si trasferisce in una casa più grande, ma sperando che i suoi sforzi vengano riconosciuti, tutto ciò che riceve dalla sua famiglia è solo indifferenza. La sua condizione sprofonda sempre più quando gli viene diagnosticata una malattia che lo avrebbe ucciso a breve. Cosi, tra un pensiero di sconforto, e una passeggiata con il cane, Ichiro arriva su una collina dove incontra un ragazzo in lontananza. Poco dopo, una grossa astronave precipita uccidendoli. I due non sono morti, gli alieni infatti ricostruiscono i corpi dei due, rendendoli dei cyborg con qualsiasi tipo di capacità. 
In questo manga, Oku calca molto il dolore umano, un personaggio ormai maturo che cerca una via d’uscita dalla quotidianità.L’autore non si dimentica di omaggiare nemmeno Tezuka, e dota il protagonista di propulsori esattamente come li aveva Astro Boy. L’antagonista in questo caso, è un giovane ragazzo, che usa le sue abilità per scopi personali. Il tema della famiglia è molto centrale in Inuyashiki poiché riflette il dolore dei due protagonisti che si sentono abbandonati.
 
Le tavole chiare e pregne di azione, ci mostrano un Oku ormai maturo e lanciato, con spazialismi ampi e tavole ricchissime di dettagli, dagli edifici alle microespressioni.
A differenza di altre sue opere, Inuyashiki si concentra molto sui problemi personali e sui personaggi, che sperano sempre di fare la cosa giusta, e quel senso di famiglia a volte dimenticato che deve essere sempre messo in primo piano.

gigant
 
Subito dopo la fine di Inuyashiki, Oku si mette subito al lavoro sulla sua ultima opera, ovvero Gigant. Rei Yokoyamada è uno studente delle superiori e, un po' per gioco del destino, si imbatte nella conoscenza della sua attrice Jav preferita: Papiko. Questa ragazza ha tutto ciò che vuole dalla vita, soldi, fama, e persino un fidanzato, ma le manca quella leggerezza che aveva da ragazza, e lotta con un gran senso di solitudine.
Nemmeno a dirlo, Rei si innamora subito di Papiko, la quale lascia il suo fidanzato violento, e si mette con lui, anche se ancora minorenne. La situazione precipita quando un alieno del futuro, poco prima di morire, impianta a Papiko un meccanismo sul polso che le dà i poteri di ingrandirsi, volare e avere una forza sovrumana. 
Antagonisti di questa opera, un software chiamato ETE collegato a un sito che crea tramite i desideri delle persone, qualsiasi cosa decisa su votazione.
Cominciano quindi ad apparire in giro per Tokyo dei mostri demoniaci che fanno danni enormi, e solo grazie a Papiko la situazione sembra volgere al meglio per gli umani. Non il miglior lavoro di Oku, che comunque diverte e appassiona, e in cui sembra aver ritrovato quel tratto erotico che aveva accantonato da qualche anno. Oku ci dà alla fine, nonostante le spinte scene di sesso e azione, un finale dolce e soddisfacente.

Riguardo l’animazione, solo 3 delle sue opere ne hanno ricevuto un adattamento: Hen ha avuto un oav, Inuyashiki 12 puntate da parte di Studio Mappa, e Gantz 26 puntate da parte di Studio Gonzo che racchiude solo la prima parte del manga.
 
Leggendo i lavori di questo autore, ciò che se ne deduce è la sua grande maturazione; Oku gioca molto su moltissime tematiche, spaziando a più non posso su vita, morte, amore, famiglia, erotismo, senso del dovere, coraggio, passione e sforzo. La sua firma distintiva è sicuramente quella del cagnolino. Tutte le opere infatti, hanno uno o più personaggi a contatto con un piccolo cane, cosa che sembra gli sia molto cara. 
Non mancano difetti nei manga e il ritmo narrativo delle sue storie non è sempre allo stesso livello; anche lui stesso in un'intervista ammise che la sua passione negli anni era calata e che amava ancora disegnare personaggi femminili. Tuttavia, ci ha regalato opere che intrattengono, ci emozionano e ci fanno riflettere e, soprattutto, ci ricorda di aiutare qualcuno quando ci si trova in difficoltà. Che sia un amico, un familiare, o uno sconosciuto.
 
Leggi tutto...

Sony Pictures al lavoro sul film di Gantz

  • Pubblicato in Screen

Deadline riporta in esclusiva che, dopo aver recentemente concluso la produzione di Bullet Train, Sony Pictures adatterà in live-action un'altra nota IP giapponese. Julius Avery (Overlord), infatti, è stato incaricato di dirigere un adattamento di Gantz, basato sull'omonimo manga di Hiroya Oku.

Marc Guggenheim (Arrow) scriverà la sceneggiatura del film con la produzione di Temple Hill. Il progetto, tuttavia, è ancora nella fase iniziale di sviluppo e non c'è ancora alcuna data di inizio produzione.

Pubblicata fra il 2000 e il 2013 su Weekly Young Jump della Shūeisha, l'opera è composta da 383 raccolti in 37 tankōbon. La serie, ambientata in una Tokyo dei giorni nostri, racconta le vicende di Kei Kurono e Masaru Kato, entrambi vittime di un incidente ferroviario e diventati - loro malgrado - parte di un gioco violento e mortale, le cui condizioni sono generate da una misteriosa sfera nera nota come Gantz, in cui dovranno dare la caccia e uccidere alieni armati utilizzando armi e gadget futuristici.

Gantz ha avuto due spin-off manga, un light novel, una serie anime e due film live-action prodotti in Giappone. La serie in Italia è pubblicata da Planet Manga.

Leggi tutto...

Inuyashiki 1

Hiroya Oku è uno dei mangaka più famosi degli ultimi anni, pressoché esclusivamente noto per Gantz, fumetto fantascientifico dalle tinte forti che ha diviso pubblica e critico sia in patria che all’estero; per via del calo di qualità che ha contraddistinto l’opera nella parte centrale, cosa che accade frequentemente quando si prolunga molto un determinato lavoro, ha ricevuto numerose critiche, diffusesi soprattutto in rete tramite hater che hanno cercato in ogni modo di affossare la reputazione della stessa, spesso ingiustamente e senza basi su cui poggiare le proprie accuse, causando un bizzarro fenomeno che proprio nella parte finale di questo primo volume l’autore si riserva di affrontare in un capitoletto abbastanza auto propagandistico che analizzeremo più avanti.

Parliamo ora più approfonditamente di questo nuovo manga, Inuyashiki, serializzato sulle pagine di Evening di Kodansha a partire dal gennaio del 2014 e pubblicato da Planet Manga nel classico formato economico da 4,50 €, 13x18, sempre più sfruttato dalla casa editrice italiana. Oku torna a cimentarsi con il fantascientifico, con le civiltà aliene tecnologicamente avanzate che interferiscono con la razza umana, con la società giapponese, aspramente criticata anche questa volta, con le nuove generazioni sempre più frivole e approfittatrici, prive di uno scopo e irrispettose nei confronti del resto dell’umanità, soprattutto dei più anziani.

inuyashiki-01

La trama segue le vicende di un vecchio padre di famiglia, Ichiro Inuyashiki, colletto bianco giapponese che lavora dalla mattina alla sera a testa bassa, si lascia maltrattare e affossare, subisce ingiustizie senza mai reagire, pur di portare a casa la paga, sfamare e concedere delle buone condizioni di vita ai due figli e alla moglie, totalmente ingrati nei suoi confronti, non curanti delle sue condizioni di salute precarie e disgustati dalla sua stessa presenza, di cui si vergognano apertamente con gli altri. Insoddisfatto della propria esistenza e ormai stanco di provvedere all’esistenza parassitica del suo nucleo familiare, ad Inuyashiki viene diagnosticato un tumore incurabile che segnerà la sua inevitabile spirale discendente nella disperazione e nell’oblio. Ma improvvisamente accade qualcosa di inaspettato e del tutto impensabile: degli alieni tecnologicamente avanzati, interagendo accidentalmente con il nostro pianeta, annientano due vite umane, quella di Ichiro e quella di un giovane presente nel luogo della deflagrazione. Per porre rimedio a tale intrusione, gli extra terrestri ricostruiranno le fattezze dei due malcapitati sfruttando delle unità da combattimento a loro disposizione dal potenziale bellico estremo, realizzando degli involucri totalmente identici agli originali con la coscienza delle stesse persone uccise. Al loro risveglio, immemori di ciò che è successo, i due riprendono le loro vite inconsapevoli di essere stati radicalmente modificati. Per quanto riguarda il giovane, non molto viene mostrato in questo primo volume, dovremo infatti aspettare il successivo per ottenere maggiori informazioni, mentre per Ichiro, la presa di coscienza di questo cambiamento avviene quando un gruppo di giovani teppisti attaccano un clochard per divertimento, con l’intento di torturarlo e ucciderlo. A questo punto, l’anziano si oppone temerariamente a tale abominio, attivando inconsciamente i dispositivi offensivi contenuti nel suo nuovo corpo, sbaragliando i criminali, arrivando addirittura a mostrare al mondo intero tramite i canali televisivi le nefandezze commesse da questi individui, smascherandoli una volta per tutte.
Comprendendo quindi la grandezza della potenza racchiusa in lui, a Ichiro non resta che scegliere se accettare e farsi carico delle “grandi responsabilità che derivano da grandi poteri” o meno. Sicuri della scelta dell’anziano, dato il senso di giustizia che lo muove da sempre, non resta che scoprire quale sarà la scelta del giovane.

inuyashiki-02

L’incipit della storia ricorda molto Il cane che guarda le stelle di Takashi Murakami, di cui vi abbiamo parlato qui, anche se a differenza di quel volume, il tratto più realistico dell’autore di Gantz mette meglio in luce la condizione di incapacità di reazione quando il mondo crolla addosso al protagonista, rimuovendo qualunque appiglio solido a cui aggrapparsi, con una cappa ansiogena e una spietatezza più marcate.
Oku ancora una volta armeggia con la tematica della moralità e dell’azione/inazione che segue l’acquisizione di un particolare potere in grado di portare su di un nuovo livello la potenza e l’incisività dell’uomo nella società. Prevarranno l’egoismo e il tornaconto personale oppure i sentimenti che ci legano agli altri, l’altruismo, quando si viene posti di fronte a questo bivio?

inuyashiki-03

Riprendendo il discorso della dialettica di accusa e difesa di Gantz presentata a termine del volume, in un capitolo che ci introdurrà il giovane mutato dagli alieni, l’autore cerca di mostrare come chi parla male della sua opera spesso non l’ha neanche mai letta, basandosi unicamente sul giudizio di altri e portando avanti una poco nobile campagna di odio priva di fondamenta, che viene destrutturata dal mangaka. Sinceramente è la prima volta che ci capita di vedere una presa di posizione di questo tipo in un’opera fumettistica, in cui si introduce il precedente lavoro dell’autore cercando di riabilitarlo agli occhi del mondo: ci sembra un’operazione abbastanza discutibile, quantomeno evitabile, che rischia di ridicolizzare ulteriormente la faccenda, sebbene venga introdotta anche una componente citazionale che rimane molto in linea con le tematiche trattate nel nuovo lavoro.

inuyashiki-04

Dal punto di vista artistico, ritroviamo la cifra stilistica che ha reso famoso Oku, quelle tavole eclettiche, pulitissime, spettacolari ed evocative, con un immaginario florido e ricercatissimo, che sfrutta programmi di grafica e modellazione tridimensionale come Photoshop o Poser per conferire una nitidezza artistica unica, ma che, come in Gantz, rischia di portare all’orgasmo la tecnica lasciando fredde o assenti le emozioni trasmesse.

Insomma, un volume bizzarro con una storia anomala sotto ogni punto di vista, per quanto rimandi ad altro di già visto, non separandosi troppo dal “modello Gantz”, che però scorre velocemente e senza impegno, invogliando al proseguo dell’opera.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS