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4 Words About: Thorgal 37 – L’eremita di Skellingar

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4 Words About, ovvero "Per chi apprezza il dono della sintesi".
L’eremita di Skellingar


Tornano finalmente in fumetteria i volumi inediti di Thorgal, dopo il passaggio dei diritti della serie dalla Panini alla Cosmo. Si tratta del trentasettesimo episodio (in Francia sono già al quarantaduesimo), che vede anche l’esordio come nuovo disegnatore di Fred Vignaux, il quale ha preso il posto del creatore grafico del personaggio, il grande Grzegorz Rosiński. Un incarico da far tremare i polsi, ma bisogna ammettere che l’artista transalpino è riuscito a mantenere una certa continuità stilistica con il suo predecessore, senza farlo troppo rimpiangere. Meno convincente la trama imbastita da Yann, che pur con qualche accenno a possibili sviluppi futuri, si limita a una semplice storia di passaggio, con una caratterizzazione del protagonista non proprio in linea con la tradizione. La scrittura, però, è solida e la lettura comunque piacevole.

Thorgal 37 ITA cover

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Dati del volume
Editore: Editoriale Cosmo / Alessandro Editore
Autori: Testi di Yann, disegni di Fred Vignaux
Genere: Fantasy
Formato: 22,4X30,4 , 48 pp., C., col.
Prezzo: 18,90€
ISBN: 9788892978089
Voto: 6,5

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4 Words About: Undertaker 7: Mister Prairie

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4 Words About, ovvero "Per chi apprezza il dono della sintesi".
Undertaker 7: Mister Prairie


Ritorna in fumetteria Undertaker, serie francofona che ora la Cosmo propone sotto il marchio Alessandro Editore e che racconta le vicende di Jonas Crow, un reduce della Guerra di Secessione, che si guadagna da vivere come becchino. In questo volume inizia una storia in due parti, che vede il protagonista rispondere a una lettera apparentemente inviatagli dal suo amore perduto Rose, finendo, però, per rimanere invischiato in una faida tra gli abitanti di una cittadina in Texas, scatenata dall’arrivo nella comunità di Sister Oz, una fanatica e spietata moralizzatrice. Con i suoi consueti personaggi sopra le righe, che in parte strizzano l’occhio al pulp western di Quentin Tarantino, Xavier Dorison si conferma un abilissimo affabulatore, in cui a un’appassionante avventura infarcita di tutti gli elementi tipici del genere, non fa mai mancare un pizzico di ironia. Ottimi, come sempre, i disegni di impronta giroudiana di Ralph Meyer.

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Dati del volume
Editore: Alessandro Editore
Autori: Testi di Xavier Dorison, disegni di Ralph Meyer
Genere: Western
Formato: 24x32, 64 pp., C., col.
Prezzo: 19,90€
ISBN: 9788892978058
Voto: 7,5

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4 Words About: XIII History 28: Cuba, dove tutto è cominciato

  • Pubblicato in Focus

4 Words About, ovvero "Per chi apprezza il dono della sintesi".
XIII History 28: Cuba, dove tutto è cominciato


Sono passati diversi anni da quando Yves Sente ha raccolto il testimone di Jean Van Hamme come sceneggiatore di XIII e dopo aver svelato alcuni dei misteri che si trascinavano fin dai primi numeri, ha aggiunto nuovi e inaspettati elementi alla trama, tali da garantire al fumetto ancora una lunga vita editoriale. Sente è abile a giocare con le regole del genere, miscelando in modo esemplare spionaggio, fantapolitica e action drama, e bravo a mantenere alto il ritmo della narrazione attraverso dialoghi asciutti ed essenziali. In questo episodio, proseguono gli intrighi nati negli ultimi volume in una vicenda - per buona parte ambientata in una prigione cubana - che come di consueto, vede confrontarsi società segrete, enti governativi e agenzie di intelligence di vari paesi. Iouri Jigounov ai disegni ha un tratto più pulito e lineare rispetto a William Vance, il co-creatore della serie, ma nel complesso riesce a restare ancorato allo stile molto classico del suo illustre predecessore.

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Dati del volume
Editore: Alessandro Editore
Autori: Testi di Yves Sente, disegni di Iouri Jigounov
Genere: Spionaggio
Formato:  23,7x29,4 cm  48 pp., C., col.
Prezzo: 18,90 €
ISBN:  9788892977648
Voto: 7

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Le avventure di Blake e Mortimer: L'ultimo Espadon, recensione: il ritorno di Jean Van Hamme

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All’uscita de L’ultimo faraone – l’albo fuoriserie di Blake e Mortimer disegnato da François Schuiten, pubblicato nel 2019 – erano emerse in maniera piuttosto netta le nostre perplessità riguardo al velleitario tentativo degli autori di voler mostrare i personaggi in una veste contemporanea, pensando in questo modo di avvicinarli alle nuove generazioni e finendo, invece, per stravolgerli così tanto, da renderli quasi irriconoscibili persino agli occhi dei fan. Un errore che nessuno degli sceneggiatori chiamati a sostituire Edgar P. Jacobs dopo la sua scomparsa aveva commesso fino a quel momento. Ciononostante, bisogna ammettere che dopo il 2010, anno di pubblicazione de La porta di Orfeo, l’ultimo episodio scritto da Jean Van Hamme, anche la serie “tradizionale” aveva iniziato una lenta ma inesorabile discesa qualitativa, soprattutto per demerito di Jean Dufaux, la cui saga in due parti Septimus è stata giudicata da molti un seguito poco ispirato dello storico Il marchio giallo. Il problema principale, però, è che pure Yves Sante – cioè colui che ha firmato i testi della maggior parte degli albi del nuovo corso - ha cominciato a mostrare negli ultimi episodi evidenti segni di affaticamento, dopo che, al contrario, all’inizio era sembrato l’autore ideale per avviare un progressivo rinnovamento dei personaggi.

L’ingresso di nuovi efficaci comprimari (tra cui diverse donne, quasi un tabù per i benpensanti francesi ai tempi delle prime storie di Jacobs), qualche casto accenno agli interessi amorosi presenti e passati dei due protagonisti e l’introduzione di scenari ancora inesplorati, erano, infatti, tutti elementi che, senza mancare di rispetto al suo creatore, avevano contribuito a ridare vigore alla serie. In tutto questo, un ruolo importante lo avevano svolto anche i disegni di André Juillard (partner artistico di Sente in gran parte degli episodi scritti da lui), che proprio nel tratteggiare le figure femminili aveva indicato come poter far evolvere la ligne claire di Blake e Mortimer verso nuove direzioni. Forse l’autore belga ha pagato il suo eccessivo impegno su titoli di forte richiamo (oltre ai personaggi di Jacobs, in questi anni Sente ha portato avanti le vicende di altri due pesi massimi della bande dessinée come Thorgal e XIII), ma resta il fatto che a risentirne è stata soprattutto la sua creatività, una qualità imprescindibile per una collana che ha fatto del perfetto mix tra archeologia misteriosa, fantascienza e spy-story il suo tratto distintivo.

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Quando eravamo ormai rassegnati a doverci sorbire chissà quanti altri episodi poco più che convenzionali, ecco che la serie ha visto il ritorno ai testi del buon Van Hamme, con la pubblicazione de L’ultimo Espadon, sorta di seguito de Il segreto dell’Espadon, la prima celeberrima avventura di Blake e Mortimer (che Alessandro Editore - in contemporanea all’uscita dell’ultimo albo - ha ristampato in tre volumi, raccolti in un bellissimo cofanetto), che attendevamo con ansia fin dal suo annuncio negli ultimi mesi del 2018. Nel racconto, essendo ormai lontani i tempi in cui i lettori potevano accettare che il cattivo della storia fosse un dittatore da romanzo d’appendice come Basam-Damdu (sebbene proprio l’autore brussellese lo avesse fatto ricomparire ne Lo strano appuntamento, terza avventura post-Jacobs), il nostro Jean, basandosi su fatti realmente accaduti, sostituisce i piani di conquista del fantomatico Impero Giallo con le cospirazioni di nazisti scampati alla cattura e combattenti dell’IRA, pronti a unirsi per compiere un clamoroso attentato avente come obiettivo Buckingham Palace e la famiglia reale britannica. Per riuscire nella folle impresa, i complottisti pianificano di impossessarsi di uno degli Espadon (i formidabili aerei anfibi ideati da Philip Mortimer) custoditi a Makran in Pakistan, approfittando del loro spostamento nella base inglese di Scaw-Fell, deciso dal Supreme Headquarters e dal MI5, ora guidato da Francis Blake.

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Van Hamme, a dispetto della sua non più tenera età (ha da poco spento ottantatré candeline), con L’ultimo Espadon è parso uno scrittore ancora molto ispirato e capace di imbastire una trama non solo ricca di ritmo e colpi di scena, ma anche caratterizzata da diverse scelte narrative piuttosto ardite, tanto da far sembrare le innovazioni di Sente, descritte in precedenza, semplicemente dei timidi tentativi di modernizzazione, appena sufficienti a scalfire i tratti essenziali dell’opera. Ne sono un esempio tutti quei passaggi in cui emerge l’ironia ricca di maliziosi doppi sensi e sarcastiche prese in giro del pensiero perbenista, facilmente rintracciabile in altre sue creazioni, ma praticamente mai vista in precedenza sulla serie. Oppure la messa in scena insolitamente fredda e cruenta degli eventi più drammatici, che fa il paio con l’assenza di filtri nel portare alla luce gli aspetti sgradevoli e cinici dei servizi segreti. Cionondimeno, l’autore belga si guarda bene dall’uscire fuori dai canoni del racconto di avventura di stampo jacobsiano, utilizzando queste novità solo come naturali alleggerimenti della tensione nei momenti più concitati o come necessari adeguamenti al marcato realismo che caratterizza la fiction contemporanea.

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Per quanto riguarda i disegni, invece, il lavoro di Teun Berserik e Peter van Dongen (al ritorno su Blake e Mortimer dopo La valle degli immortali) non mostra un’originalità tale da meritare un’analisi più accurata. I due artisti olandesi si limitano a imitare nel miglior modo possibile la ligne claire di Jacobs, riuscendo perfettamente nel loro intento senza, tuttavia, far intravedere un minimo accenno di personalità nel tratto. Probabilmente sarebbero piaciuti a Hergé (il creatore di Tintin e noto “integralista” dello stile grafico di cui è stato l'esponente più illustre), ma non agli esigenti lettori di oggi.

Ora non resta che augurarsi che Van Hamme non si fermi qui, anche perché non sembra proprio essergli passata la voglia di scrivere (recentemente abbiamo visto la sua firma sul primo volume di una trilogia dedicata agli antenati di Largo Winch), sebbene appaia evidente che le probabilità che questo accada diminuiscono di anno in anno. Oltretutto i prossimi due albi della serie sono già in lavorazione: uno vedrà di nuovo all’opera la coppia Sente-Juillard, mentre il secondo si avvarrà dei testi del duo francese Jean-Luc Fromental/José-Louis Bocquet, per i disegni di Antoine Aubin.
Mai disperare, comunque. Come detto all'inizio, già nel 2010 il maestro belga pareva aver abbandonato i personaggi. Poi, però, abbiamo visto come è andata a finire.

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