Drama Queen: uno scoppiettante esordio fra tante polemiche
- Scritto da Leo Donnici
- Pubblicato in Focus
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Nelle ultime settimane, il Giappone è stato investito da tonnellate di critiche e disappunto da parte di un nuovo manga approdato sulle pagine online di Shonen Jump Plus, rivista settimanale che ospita le nuove opere degli autori nipponici con traduzione ufficiale.
Stiamo parlando di Drama Queen, manga esordiente di Kuraku Ichikawa, attivo già da alcuni anni ma solo con one shot di breve durata, e che a dicembre ha iniziato la pubblicazione del suo primo manga seriale.
Già dai primi capitoli, quest’opera è stata investita di una valanga di polemiche e indignazione, venendo accusata di sostenere il capitalismo, fomentare il razzismo, di promuovere l’imperialismo, e inserire il fenomeno del cannibalismo su una rivista dedicata ai ragazzi. Dall’altro lato, alcune persone pensano che non necessariamente si rafforzino stereotipi negativi sugli immigrati, ma che sia semplicemente una critica puramente satirica su una ideologia che il Giappone porta avanti già da anni: il Gaijin, il timore dello straniero. Al momento, comunque, è presto per dare un giudizio sulla questione, ma tendiamo a dare il beneficio del dubbio e a considerare l'opera come una denuncia sociale.
La storia ci porta in un Giappone attuale ed alternativo in cui, nove anni prima, gli alieni hanno salvato il mondo dalla minaccia di un profondo asteroide che stava per annientare la terra. I giapponesi, grati e contenti di aver salvato il pianeta, celebrano ogni anno una festa nazionale che gli ricorda l’evento tramite slogan, programmi televisivi e feste di tutto punto.
Non tutti sono contenti però, una tra questi, la protagonista femminile Nomamoto e il suo migliore amico, Kitami. I due sono giovanissimi ragazzi, che lavorano per una paga misera e soffrono continuamente la fame, venendo sfruttati da quelle persone che tutti ringraziano, e che vivono ormai a contatto con loro da anni, ossia gli alieni che li hanno salvati. Essi, non solo vivono perfettamente integrati nella società, ma ne sono anche ai vertici, possiedono società, palazzi e aziende in cui i due protagonisti lavorano.
Il sentimento di odio profondo che Nomamoto cova ogni giorno, le fa stare stretta la società in cui vive, che favorisce gli alieni ma che non le permette nemmeno di mangiare. In una profonda denuncia al mondo del lavoro, la protagonista si lamenta che già a 17 anni è vecchia per avere skill lavorative da presentare e che il suo capo non parli nemmeno la lingua. Allo stesso modo, Kitami, che fa il fattorino, soffre per il fatto che la sua famiglia sia stata uccisa da un incidente stradale, e che la colpa sia di un alieno mai identificato dalla polizia. Per mostrare quanto gli alieni vengano privilegiati, Kitami pensa addirittura che la polizia abbia insabbiato tutto volontariamente.
Inoltre l’autore ci spiega che molta gente in realtà cova un misterioso malcontento, ma che non ne parla per la paura, ed eliminandoli fisicamente verrebbero subito scoperti, dato che i loro corpi generano una sostanza maleodorante che si sente sia sottoterra che in acqua.
È così che i due amici siglano un patto: Kiseki li ucciderà furtivamente, (con un martello per la precisione) e Nomamoto li mangerà, soddisfacendo il suo appetito da un lato, e potendo eliminare gli alieni una volta per tutte almeno dalla sua città, senza farsi scoprire dall’altro.
L’autore ci mette a confronto con il pensiero di Kitami, che si deresponsabilizza dalla sua etica affermando che gli alieni possono essere uccisi se non li consideriamo come esseri umani.
Un inizio incredibile già dal primo capitolo, che ricorda molto l’incipit di Tatsuki Fujimoto in Chainsaw Man. Come Denji, cosi anche Nomamoto cercava un modo per fare soldi e sopravvivere per pagare i debiti del padre, accettando soprusi e delusioni di una società che li ha messi al margine.
Anche lo stile di disegno, bisogna dire che lo ricorda molto, con primi piani ed espressioni divertenti, che giocano su sfondi molto puliti e contrasti nelle tavole molto carichi. Le splash page, liberatorie e cinematografiche, ci trasmettono una passione e una spensieratezza di due giovani ragazzi giapponesi stanchi dell’omertà della gente che da un lato ringrazia i loro salvatori, ma dall’altra paga il prezzo di questa integrazione. L’autore indugia spesso sul cielo, con tavole scure che mostrano le scie dei veicoli degli alieni, che Nomamoto guarda con una velata tristezza e rassegnazione.
Le tavole slice of life, e le fattezze stesse degli alieni ricordando anche in parte il lavoro di Inio Asano, con gli alieni rappresentati in fattezze molto buffe ed antropomorfe.
Drama Queen è disponibile gratuitamente su shonen Jump plus dal primo dicembre 2024, esce settimanalmente ogni domenica, e ad oggi resta in cima alle classifiche dei titoli esordienti più letti.