Menu

 

 

 

 

New 52: Green Arrow e Mr. Terrific

Per tornare allo speciale, clicca qui.

Green Arrow #1

green-arrow-1Partenza piuttosto impacciata per Green Arrow. Calato in un'atmosfera a metà tra il pulp e il supereroistico, l'esordio di Oliver Queen manca dell'entusiasmo e del coinvolgimento che si ritiene necessario per il primo numero di una testata.
Un numero molto ordinario, dal sapore vagamente retro, in cui si pongono le basi per la serie in modo tradizionale: viene da subito specificata la doppia vita di Ollie Queen, vengono introdotti alcuni dei suoi più stretti collaboratori e una manciata di villain.

JT Krul fa rimpiangere i tempi di Judd Winick, consegnandoci un Green Arrow più giovane e irruento, diviso a metà tra le Queen Industries e la loro tecnologia all'avanguardia e la sua chiamata alla lotta contro il crimine. Il Green Arrow tratteggiato dallo scrittore, quindi, sembra più un Batman meno cupo e tormentato. Per essere un numero introduttivo di un fumetto supereroistico basato sull'azione (a quanto si può dire da queste prime diciotto pagine di storia) Krul non lesina sui dialoghi, rallentando laddove la serie imponeva un certo brio. Brio che manca anche a livello grafico, laddove il lavoro congiunto di Dan Jurgens e George Pérez (alle chine) non riesce a conferire agli scontri il giusto dinamismo, così che l'agilità del Robin Hood DC (il cui nuovo look lo fa apparire troppo simile alla versione alternativa di un ben noto arciere della scuderia rivale) manca di spontaneità. Non mancano le sviste, come quella legata al villain Dynamix, che nelle prime pagine combatte Green Arrow in abiti civili e quando viene arrestato indossa invece, sul corpo e sulle braccia, delle bande borchiate.

Più che un reboot viene da pensare a un ritorno agli anni Novanta.

Alfredo Goffredi

Mister Terrific #1

COVER-Mister-Terrific-1Dimenticata, almeno per ora, la JSA, fra i nuovi 52 numeri uno la DC ha pensato di dedicare una testata ad un membro del gruppo, a titolo forse di "risarcimento" per tutti coloro rimasti delusi dal non vederlo tornare nel rebbot.
Curioso come fra tutti i personaggi che avevano a disposizione, la scelta sia caduta proprio su Mr. Terrific: maliziosamente si potrebbe pensare al necessario raggiungimento della "quota nera", ma sicuramente ci sono altre motivazioni di tipo creativo e narrativo.

Il personaggio non mancherebbe di potenzialità ed interesse, dimostrati ampiamente nella sua passata incarnazione, ma in questo nuovo esordio dimostra un carisma quasi nullo, sepolto sotto verbosissime didascalie ed una narrazione delle origini grondante banalità, fallendo nel creare empatia e qualunque curiosità nel lettore per il proseguo delle sue vicende, riuscendo a rendere finanche odioso il protagonista. Leggendo la storia scritta da Eric Wallace, si ha la sensazione di trovarsi davanti ad un Tony Stark con la simpatia di Amadeus Cho.
I disegni di Gianluca Gugliotta certamente non aiutano, ricordando pericolosamente il Larry Stroman visto qualche tempo fa su X-Factor, alternando tavole passabili ad altre davvero pedestri con anatomie deformate a caso, tendenti a coprire un'assenza di talento con una supposta ricerca di stile.

Assieme a Static Shock, un'altra testata che a meno di un rapido cambio di registro non avrà probabilmente vita lunga, finendo rapidamente nel dimenticatoio e rischiando di segare anzitempo il futuro non solo del personaggio, ma anche dei suoi vecchi compagni.

Lamberto Lamarina

Torna in alto