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Sergio Bonelli: Un uomo un'avventura

Sergio Bonelli: Un uomo un'avventura

bruno_brindisi_bonelliPoche cose sono in grado di sconvolgere un intero mondo, poche persone. La scomparsa di Sergio Bonelli, avvenuta come un fulmine a ciel sereno appena una settimana fa, è una di quelle.
Una morte inaspettata, arrivata dopo una breve malattia. Una morte che lascia tutti tristi, per la perdita di un grande uomo, intelligente, lungimirante e al tempo stesso disponile e appassionato come pochi. Ma anche la perdita di un grande scrittore e di un grande editore.
Con Bonelli si è spenta la voce del più importante personaggio del mondo dei fumetti italiano. Non ce ne vogliano tanti autori, deceduti o in vita, che hanno con il loro contributo migliorato e rivoluzionato il nostro fumetto. La rivoluzione di Bonelli è stata qualcosa di così eclatante, nel mondo del fumetto italiano, da non avere paragoni.

Nato nel 1932 a Milano, Bonelli cresce fra i fumetti. Li divora come lettore e può vantare un fratello minore come quel Tex Willer a cui il padre Gianluigi diede i natali nel 1948.
Tex è una bandiera del nostro fumetto. Sembrava un personaggio come tanti altri che, dopo la guerra, doveva allietare lo spirito di una nazione distrutta da decenni di oscurità. Inaspettatamente si rivela un successo senza precedenti.
Sergio da giovanissimo prende le redini di quella realtà editoriale succedendo alla madre Tea e, con la sua innata capacità, riuscirà negli anni a imporla come il punto di riferimento del fumetto italiano. Una casa editrice ancora oggi sulla cresta dell'onda. "La politica editoriale di Bonelli è stata un esempio di come si può riuscire ad unire economia e creatività senza rinunciare ai principi" dirà Lorenzo Jovanotti ricordando l'editore su Twitter.

Verso la fine degli anni '50 Bonelli si cimenterà con la scrittura sotto lo pseudonimo di Guido Nolitta, per differenziarsi dal padre, e lo farà per quella constante voglia di mettersi alla prova, di scatenare la propria immaginazione.
Nel 1961 creerà uno dei suoi personaggi più celebri, Zagor, insieme al disegnatore Gallieno Ferri.
Zagor è un eroe moderno, è diverso dallo "zio" Tex. Ma quello che è diverso è sopratutto il mondo di Zagor che attinge da ogni genere ed ogni eroe passato racchiudendoli in una sintesi perfetta. Il pubblico di riferimento sono i ragazzi, a differenza di Tex rivolto ad un pubblico più adulto, e qui Bonelli può sviscerare tutta la sua verve. La differenza con Bonelli sr. si vede anche nello stile, nei siparietti comici che Bonelli amava imbastire grazie a Cico.
Ma è nel 1975 che nascerà il suo figlio più vero: Mister No.
Jerry Drake, alias Mister No, è un antieroe, è un personaggio complesso che vive le sue avventure in un contesto storico reale e non nelle sconfinate (e spesso immaginarie) praterie del West.
Ma sopratutto, Mister No è l'alter ego letterario di Bonelli che, attraverso questo personaggio, ci fa rivivere le sue avventure in giro per il Brasile, per l'Africa. Mistero No è un personaggio sentito, reale.

L'amore che Bonelli aveva per il fumetto ha fatto sì che dalla sua casa editrice nascessero personaggi e serie memorabili. È stato lui che ha dato fiducia e spazio ad una serie infinita di scrittori e disegnatori.
Dobbiamo a lui Ken Parker, Dylan Dog, Martin Mystére e tutte le recenti miniserie.
La grandezza di Bonelli è stata quella di far maturare ed evolvere il fumetto popolare italiano.
Prima di lui già esisteva un fumetto popolare. Ed anche oltre lui, oltre la sua casa editrice, basti pensare ai tanti autori che hanno sfornato indimenticabili personaggi. Ma è stato grazie a lui che il nostro fumetto si è evoluto, è cresciuto. Grazie alla sue testate che è nata una tradizione popolare nuova e costante nel tempo capace di rinnovarsi a seconda delle varie epoche. Un nuovo fumetto che è diventato lo standard nazionale.
Quando la nostra nazione non è più riuscita a dare simboli letterari all'altezza, è stato Bonelli che ha codificato il nostro DNA culturale grazie ai vari Tex, Zagor etc. Senza un'ossatura popolare, il fumetto è destinato a fallire. Le nazioni che non possono vantare una trazione popolare forte ne risentono enormemente.
Di volta in volta, a seconda dei decenni, testate e personaggi nuovi (Nathan Never, Dylan Dog), innovativi (Orient Express, Un uomo un avventura, Napoleone, Caravan, Gea) e adatti ai tempi (Julia, Dampyr) sono entrati nella nostra vita, nella nostra cultura. Anche oltre il mondo degli appassionati dei fumetti.
Perché Bonelli è riuscito a mantenere il fumetto fuori da quella nicchia ristretta di lettori. È riuscito a far vivere i suoi eroi oltre le pagine strette dei suoi albi.
Se gli eroi popolari sono la coscienza del popolo, i personaggi di Bonelli non fanno eccezione. Entrati in una mitologia completamente nuova, le loro gesta appartengono ad un'epopea degna degli eroi classici.

Come si accennava, la capacità di creare personaggi figli dei loro tempi, ha permesso a Bonelli di rinnovarsi e di accogliere nuove generazioni di lettori. Zagor, Ken Parker, Dylan Dog, Julia, sono continue evoluzioni di quella tradizione fumettistica inaugurata con Tex e che, grazie al fermento creativo mostrato negli ultimi anni, siamo sicuri che andrà avanti ancora per molto.
Perché gli eroi non possono morire. Perché l'unico modo per diventare immortali è attraverso l'arte. Bonelli l'ha fatto, regalandoci un pantheon di eroi immortali entrati nelle nostre vite per sempre. Bonelli era un eroe e un artista e non andrà mai via. Mai per davvero.

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