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Animation History #47: Chi ha incastrato Roger Rabbit

RogerRabbitposterNel 1984 la Disney fonda la Touchstone Pictures, un marchio col quale poter distribuire pellicole dedicate a un pubblico più maturo, come action movie, commedie romantiche o film drammatici. Dopo soli 4 anni dalla sua fondazione però, la Touchstone distribuisce un lungometraggio d'animazione, sicuramente diverso dai Classici Disney e da tutte le altre pellicole animate realizzate finora: si tratta di Chi ha incastrato Roger Rabbit, film in tecnica mista che fonde cartoni animati e attori, con una netta evoluzione del meccanismo rispetto a titoli come Mary Poppins o Elliot il drago invisibile.
Se la tecnica di realizzazione è abbastanza inusuale, si può dire che il tipo di storia raccontata sia qualcosa di ancor più rivoluzionario dato che i buffi protagonisti animati si ritrovano invischiati in un vero e proprio noir dalle tinte cupe, con complotti economici, omicidi e false piste. Il protagonista è Eddie Valiant, disilluso detective che non sopporta i cartoni animati da quando uno di loro ha ucciso suo fratello, schiacciandolo con un pianoforte; ciononostante dovrà indagare proprio nel  mondo dell'animazione, trovandosi anche a stretto contatto con il demenziale Roger Rabbit, coniglio reputato nel settore il re delle gag slapstick. La spalla animata viene presentata nei primi minuti con il corto , uno spassoso concentrato di umorismo in stile Tex Avery in cui Roger Rabbit cerca di salvare un neonato da numerosi pericoli domestici; la magia comincia quando le riprese si interrompono e scopriamo che il cartone è girato su un set con una normale troupe, dal quale ci addentreremo gradualmente nell'universo cinematografico dove coabitano cartoni e umani. Oltre a Roger Rabbit il film introduce personaggi memorabili come Baby Herman, cinquantenne con le fattezze di un bebè, la sensuale Jessica Rabbit o il sarcastico taxy Benny; a spiazzare però gli spettatori e rendere ancor più credibile il mondo di Cartoonia sono i cameo di celebri cartoni Betty Boop, Dumbo, i pinguini di Mary Poppins e molti altri ancora... Questa coesistenza di personaggi provenienti da diversi studi, evento unico nella storia del cinema, è stata fortemente voluta dal produttore Steven Spielberg che ha trattato personalmente con le major per renderla possibile; la Warner Bros ha concesso i suoi personaggi a patto che comparissero sullo schermo per lo stesso tempo dei personaggi Disney, ed è per questo che il film contiene scene di coppia con un personaggio Disney e uno Warner Bros, come ad esempio il duello al pianoforte tra Paperino e Duffy Duck, la caduta aerea con Topolino e Bugs Bunny, o la chiusura del film sancita da Porky Pig e Trilli.

Lo spunto di partenza del film deriva dal romanzo di Gary Wolf "Who Censored Roger Rabbit?" nel quale un detective indaga sull'omicidio del coniglio, per il quale sono sospettati altri cartoni animati; il soggetto della versione cinematografica è completamente diverso, ma sono comunque stati mantenuti l'universo narrativo e alcuni personaggi. La Disney acquistò i diritti del libro all'inizio degli anni '80 intuendone le potenzialità e subito Robert Zemeckis si offre per dirigere il film; all'epoca però il regista aveva girato solo alcuni film di scarso successo, per cui dovrà aspettare qualche anno e l'uscita nelle sale di "All'inseguimento della pietra verde" e "Ritorno al Futuro" perchè la Disney gli affidi la pellicola. Per dirigere tutte le sequenze animate fu scelto Richard Williams, regista che era riuscito a farsi notare dai vertici Disney grazie ad alcune sequenze di The thief and the cobbler, progetto animato personale che riuscirà a completare solo anni dopo Chi ha incastrato Roger Rabbit.
Il budget iniziale era di quasi 30 milioni di dollari, il più alto mai stanziato per un film d'animazione; nonostante questo durante la lavorazione gli investimenti continuavano ad aumentare, ma la Disney era così felice di lavorare con Zemeckis e Spielberg che non bloccò il progetto, arrivando a spendere ben 70 milioni di dollari. Gli sforzi sono stati ampiamente ripagati dal successo di pubblico e critica, che ha saputo apprezzare anche la qualità tecnica senza precedenti: nonostante fossero già stati realizzati film in tecnica mista, nessuno aveva mai reso così credibile l'esistenza dei personaggi animati. Per fare questo il regista e i tecnici decisero che i cartoni avrebbero dovuto interagire il più possibile con gli attori e l'ambiente circostante, nonostante la sfida che questo avrebbe richiesto; ammirevole da questo punto di vista soprattutto l'interpretazione di Bob Hoskins che nei panni di Eddie Valiant si è trovato a interagire con personaggi ed elementi assenti sul set, oggi ormai una pratica all'ordine del giorno, ma all'epoca con pochi precedenti a cui ispirarsi.
L'immersione dei cartoni nei set reali è ancor più credibile grazie ai numerosi strati di luce che sono stati applicati sui personaggi, con effetti come ombreggiature e sfumature che li rendono corente con la fotografia circostante; ammirevole anche il livello di tridimensionalità che gli animatori sono riusciti a trasmettere nel muovere personaggi bidimensionali in scene dove la cinepresa cambia spesso inquadratura e prospettiva.
A gettare un'ombra tenebrosa sulla pellicola c'è il malvagio Giudice Morton, dotato della temibile salamoia, l'unica sostanza in grado di uccidere i cartoni animati; l'ispirazione sembra derivare da Hitler, e dalle sue crudeli operazioni per compiere il genocidio. Durante la fase di scrittura gli autori pensarono addirittura di svelare che fosse il responsabile della morte della madre di Bambi, ma la Disney rifiutò questa scelta narrativa. A interpretare il giudice Morton è stato chiamato Christopher Lloyd, che aveva già lavorato con Zemeckis in "Ritorno al Futuro"; una scelta inusuale vista l'abitudine di Lloyd a recitare in ruoli comici, ma il risultato ha dimostrato la sua versatilità.

Chi ha incastrato Roger Rabbit ha vinto tre Oscar, per il Miglior Montaggio, Miglior Montaggio Sonoro e Migliori Effetti Speciali, oltre ad altri numerosi riconoscimenti. È tutt'oggi considerato il miglior film a tecnica mista mai girato e può vantare l'unica apparizione in contemporanea sullo schermo di due icone dell'animazione come Topolino e Bugs Bunny. Il suo successo spinse la Disney a realizzare negli anni successivi tre cortometraggi animati con Roger Rabbit e Baby Herman, oltre a prendere in considerazione più volte l'idea di un sequel: negli anni '90 si sviluppò il progetto di un prequel ambientato nella Golden Age dell'animazione sullo sfondo di un Europa nazista, un decennio dopo furono fatti test sul protagonista in CGI e un paio d'anni fa Zemeckis annunciò di essere al lavoro su un sequel che avrebbe contrapposto personaggi in 2D e altri in 3D. Nonostante questo costante interesse le idee faticano a concretizzarsi, segnale che una pellicola come questa non necessita di un ulteriore sviluppo, ma è riuscita a imprimere la sua impronta nella storia del cinema, come testimoniano anche successivi tentativi d'imitazione tra cui spiccano Space Jam e Looney Tunes: Back in action.

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