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Messaggerie e la distribuzione: un sogno che si avvera?

Da quando si è diffuso il rumor che Messaggerie Libri sarebbe entrato nel mercato della distribuzione fumettistica abbiamo provato a contattare la catena di distribuzione libraria per ottenere qualche dettaglio in più, anche in maniera ufficiosa, per meglio capire cosa sarebbe cambiato nel variegato e complesso panorama delle fumetterie italiane. Al momento in cui scriviamo non abbiamo avuto alcuna risposta e i dettagli continuano a rimanere fumosi. Ciononostante vogliamo comunque azzardare qualche previsione in base alle poche informazioni che abbiamo.

Innanzitutto i dati: allo stato attuale Messaggerie risulta il distributore per librerie di varia più importante in assoluto, con un parco editori di 150 elementi (!) e 4000 punti vendita. È anche il distributore, sempre nelle librerie di varia, di numerose case editrici fumettistiche, anche se queste vi fanno riferimento spesso in modo parziale o attraverso un intermediario.

È quindi evidente che Messaggerie ha certamente dalla sua una notevole esperienza nel campo della distribuzione, oltre alla possibilità di attingere a risorse consistenti e ben collaudate. Tutto questo, ovviamente, nel campo delle librerie di varia e non delle fumetterie. Come potrà quindi questo distributore storico affrontare un mercato così differente da quello a cui è abituato?

La differenza di cui tutti stanno parlando è la possibilità di reso ("conto vendita", in gergo tecnico). Per chi non lo sapesse il "conto vendita" è la possibilità che una libreria ha di prendere dei libri ed esporli al pubblico per la vendita con la facoltà di restituirli se questi non dovessero essere venduti. In pratica le librerie pagano i libri effettivamente venduti (più le copie che, per vari motivi, decidono di mantenere comunque nel loro negozio e di non restituire). Naturalmente i dettagli sono decisamente più complessi, ma il succo è sostanzialmente questo. Le fumetterie, attualmente, non hanno questa possibilità. Sempre per sommi capi possiamo tranquillamente dire che una fumetteria paga "in anticipo" tutti i fumetti che il distributore gli fornisce, sperando poi di rientrare in quei costi vendendoli ai lettori. Eventuali copie invendute rimangono sempre in carico alla fumetteria stessa.

È quindi ovvio che in questa situazione, e soprattutto in questo periodo di crisi, con un forte difetto di liquidità, le fumetterie sono poco propense a rischiare di comprare un prodotto dalla vendibilità incerta, puntando a poche copie, se non addirittura nessuna. Questo è uno dei punti cardine della richiesta da parte delle fumetterie dell'introduzione del reso da parte dei distributori (e quindi degli editori). Gli editori da parte loro obiettano che il conto vendita di fatto comporterebbe un notevole aumento delle spese (vale a dire un numero maggiore di copie stampate e distribuite) a fronte di un incasso solo teoricamente maggiore e di un rientro praticamente certo di copie invendute che l'editore difficilmente potrà piazzare nuovamente sul mercato e che spesso comportano un impiego di un servizio di immagazzinamento che molti piccoli editori non possono permettersi.

Entrambe le fazioni del "reso" (conto vendita) e del "non reso" (conto assoluto) hanno delle valide motivazioni dalla loro, e indicare chi ha ragione e chi no è un esercizio futile oltre che meramente teorico. E comunque, per quanto se ne sia discusso, e a parte alcuni rarissimi esempi, nessuno dei distributori fumettistici ha introdotto ufficialmente il diritto di reso. Fino ad ora.

Allo stato attuale ignoriamo se Messaggerie Libri (se davvero entrerà nel mercato distributivo fumettistico) introdurrà questo benedetto conto vendita. Se lo dovesse però fare cosa accadrebbe? Le fumetterie chiedono da anni questo strumento: possibile che un numero consistente di esse passino in blocco e di corsa a stipulare un contratto con Messaggerie anche solo per questa proposta? Perché occorre considerare che allo stato attuale alcune fumetterie fanno riferimento sostanzialmente ad un solo distributore (almeno in linea generale), che le fornisce delle uscite di tutte le case editrici, con sconti differenti a seconda degli accordi che il distributore stesso ha con tali case editrici. Davvero assisteremmo ad un numero significativo di fumetterie che rescinderebbero i contratti attuali, con tutto quello che ne consegue (conti in sospeso da pagare all'istante, la possibilità di cause legali, sconti probabilmente limitati per i grandi editori degli altri distributori, ecc. ecc.)?

Al tempo, stiamo correndo troppo e stiamo dando troppe cose per scontate, come spesso accade in editoriali di questo genere. Innanzitutto nessuno ci garantisce che Messaggerie si voglia proporre come alternativa assoluta ai distributori esistenti, proponendo contratti di esclusività alle fumetterie. Esiste la possibilità che la sua strategia sia quella di affiancarsi ai distributori già esistenti, presentando un proprio catalogo di case editrici queste sì in esclusiva. L'ipotesi che vogliamo avanzare è che le case editrici esclusiviste di Messaggerie possano essere distribuite solo da Messaggerie e non dagli altri distributori, che a condizioni normali si rifornirebbero proprio da Messaggerie. Le fumetterie che volessero procurarsi le uscite di tale case editrici sarebbero quindi "costrette" a rifornirsi da Messaggerie per tali case editrici e dal distributore ordinario per tutto il resto (o da Messaggerie stessa). Ciò non toglie che Messaggerie possa fornire entrambi i servizi, magari puntando sul cambio di distributore esclusivo quando le singole fumetterie concluderanno il contratto con gli altri distributori in maniera del tutto naturale, puntando quindi sulla qualità del proprio servizio nel periodo di "affiancamento".

Cosa ci fa suppore che questa sia una strategia realistica da parte di Messaggerie? Indizi vari, ma nessuna prova purtroppo, quindi considerate quello che avete letto una mera speculazione che potrebbe tranquillamente essere smentita nel giro di qualche giorno. Ma gli indizi rimangono.

Innanzitutto sono sparite le uscite di alcune case editrici dalle pagine di Anteprima, la rivista di PAN Distribuzione, perlomeno nel numero del mese scorso. Stiamo parlando di case editrici medio-piccole ma anche di un neo-colosso come la GP Publishing, che sta iniziando ad avere un notevole volume di vendite. I lettori che volessero quindi ordinare le novità di queste case editrici devono trovare attualmente altri metodi per procurarsi le informazioni necessarie per ordinare tali fumetti. È quindi possibile, per estensione e sempre speculando, che a breve la PAN Distribuzione non distribuisca più le uscite di queste case editrici. E se ciò dovesse avvenire è decisamente probabile che la causa sia un contratto di esclusiva tra tali case editrici e l'eventuale nuovo distributore che potrebbe quindi distribuire tali fumetti in maniera esclusiva senza rifornire i rivali.

Altro indizio è il cambio di distributore per le librerie di varia da parte della Panini Comics, che è passata da Messaggerie Libri a PDE proprio qualche settimana fa. Naturalmente potrebbe essere una coincidenza e Panini potrebbe aver cambiato distributore per ben altri motivi, slegati da una del tutto ipotetica acredine nei confronti del potenziale concorrente della PAN Distribuzione. Ma è pur sempre un altro indizio.

La separazione quindi che sta avvenendo tra tutte le divisioni del gruppo Panini da una parte e Messaggerie Libri e le case editrici che questa distribuirebbe dall'altra possono essere chiari indizi della complementarità dei ruoli distributivi, portando quindi le fumetterie a dover avere a che fare con più di un distributore, con tutto quello che ne consegue, maggiorazione di spese in primis.

Il reso, in tutto questo ragionamento, dove è finito? Come si colloca? Ottime domande. Non lo sappiamo senza fare previsioni ancora più azzardate, così come non sappiamo se il ragionamento fatto finora sia corretto. Potrebbe essere un valore aggiunto per Messaggerie per irrompere nel mercato. Potrebbe essere un'imposizione ai propri editori esclusivisti dovuta ai propri meccanismi interni. Potrebbe, potrebbe, potrebbe. Solo condizionali al momento, in attesa di dettagli che dipanino questa intricata e fumosa matassa. Ad esempio allo stato attuale non sappiamo nemmeno se Messaggerie presenterà un proprio catalogo ad hoc come Mega o Anteprima, o se utilizzerà il catalogo generale di Messaggerie Libri.

Di certo c'è solo che siamo alle porte di una svolta importante nel mercato della distribuzione fumettistica. Quanto importante lo sapremo presto. Speriamo.

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