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Animation History #19: Il mio amico Beniamino

Con la fine degli anni '40, la Disney interrompe la produzione di film a episodi per concentrarsi nuovamente su lungometraggi a storia unica. I cortometraggi e i mediometraggi che lo studio d'animazione realizzava per i film antologici dovevano trovare una nuova modalità con la quale essere proposti al pubblico: se c'era già una consistente produzione di corti animati (con Paperino e Pippo protagonisti indiscussi in quegli anni), fino a quel momento non erano mai stati distribuiti autonomamente mediometraggi della durata di circa 20 minuti. Una lunghezza simile era stata sfruttata all'interno dei film a episodi per racconti come "Pierino e il lupo", "La balena Ugoladoro", "Topolino e il fagiolo magico", "Il vento tra i salici" o "La leggenda della valle addormentata".
Si trattava di storie troppo semplici per essere trasformate in un lungometraggio, ma allo stesso tempo elaborate al punto da non poter essere racchiuse nelle tempistiche di un corto; ecco allora che la Disney, per non abbandonare il formato, comincia a realizzare mediometraggi da proiettare al cinema prima di altri film prodotti dallo studio (non necessariamente animati). Il primo di questi mediometraggi animati viene proposto nelle sale nel 1953, prima del documentario naturalistico "Deserto che vive".

Il mio amico Beniamino analizza la figura dell'inventore e attivista americano Benjamin Franklin, dietro i cui successi si cela in realtà un piccolo topo di nome Amos; il topolino è alla ricerca di un impiego per aiutare la sua numerosa famiglia e trova ospitalità nella casa dello scienziato, dove arricchisce il suo lavoro ispirando numerose scoperte. Grazie ad Amos infatti Franklin inventa le lenti bifocali e la stufa, oltre ad ottenere notizie per trasformare un almanacco in un quotidiano che si occupa di attualità. Ma il processo di stampa e gli esperimenti con l'elettricità mettono seriamente in pericolo l'animaletto, al punto che è costretto ad allontanarsi da Franklin, salvo poi tornare dopo aver scritto un contratto fondamentale per la stesura della dichiarazione d'indipendenza americana.
L'importanza delle due figure storiche viene riconosciuta nel presente, come vediamo nel prologo e nell'epilogo dove una scolaresca umana e una "topesca" ascolta le informazioni di una guida, rispettivamente davanti a una statua di Franklin e una di Amos.

Un topo che contribuisce segretamente al successo del suo amico umano è il soggetto alla base del pixariano "Ratatouille"; ben 54 anni prima però dalla stessa idea di partenza nasceva "Il mio amico Beniamino", di cui non ci è dato sapere se sia stato d'ispirazione per il film diretto da Brad Bird. La storia però, nonostante il minor tempo a disposizione, riesce a costruire in modo ugualmente affascinante la relazione tra l'uomo e l'animale, alternando momenti di comicità ad altri più delicati che si concentrano sul legame dei due protagonisti. La vicenda prosegue in modo rapido ed efficace, ispirandosi al libro per bambini "Ben and Me: An Astonishing Life of Benjamin Franklin By His Good Mouse Amos" di Robert Lawson, con un ritmo perfetto per la durata del mediometraggio. Il contesto storico in cui si svolge la trama è un elemento pittoresco, assieme al quale gli artisti possono sbizzarrirsi con l'ambientazione coloniale e i costumi dell'epoca, impagabili addosso al topolino.
L'aspetto di Amos e della sua famiglia ricorda molto quello dei topi di Cenerentola, film diretto dallo stesso regista di questo mediometraggio Hamilton Luske, responsabile anche di altri successi Disney come Pinocchio, Cenerentola, Alice nel paese delle meraviglie o Peter Pan. Ai topi si contrappongono le figure umane, in particolar modo Benjamin Franklin e Thomas Jefferson, entrambi caratterizzati con volti a metà tra il realismo e il cartoonesco e dotati di movimenti molto fluidi.
Questa qualità tecnica è uno dei punti di forza del primo mediometraggio Disney non contenuto in un film antologico, un risultato invidiabile che in futuro non sarà preso ad esempio, preferendo disegni e animazioni più stilizzate.

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