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Animation History #16: Cenerentola

Cenerentola ha molti aspetti in comune con Biancaneve e i sette nani: l'atmosfera fiabesca, l'ambientazione e l'epoca in cui si svolge la vicenda, i ruoli e la caratterizzazione del cast. Ma la più grande similitudine è il ruolo che i due film hanno rivestito nella storia della Disney, entrambi usciti in una situazione economica degli studi tale da poter risollevarne le sorti in caso di successo, oppure decretarne la chiusura in caso di fallimento. Cenerentola raggiunge infatti gli schermi cinematografici nel 1950, quando il precedente lungometraggio animato (Bambi) era uscito ben 8 anni prima e in quel periodo la Disney aveva prodotto numerose antologie di corti e mediometraggi, oppure film in live-action con inserti animati; questa formula era stata adottata per risparmiare sui costi di produzione, ma a lungo termine si era anche rivelata poco proficua per quanto riguarda gli incassi.
Anche i commenti e le critiche di ogni nuovo film Disney ormai, più che concentrarsi sull'opera in sé, continuavano a domandarsi quando sarebbe finalmente arrivato un nuovo lungometraggio animato con una storia ad ampio respiro, così gli studi decisero di accontentare le richieste; prima della Guerra Mondiale erano in fase di pianificazione tre film d'animazione (Cenerentola, Alice nel paese delle meraviglie, Peter Pan), tra i quali Walt Disney scelse il suo preferito, il progetto commercialmente meno rischioso dato che aveva molti elementi in comune con il film capostipite dello studio.

Così come in Biancaneve e i sette nani, anche qui c'è una netta distinzione tra personaggi realistici e personaggi con fattezze e atteggiamenti meno naturali e più cartooneschi, questi ultimi responsabili di "staccare" dalla vicenda principale per regalare al pubblico momenti di puro intrattenimento.
I personaggi caratterizzati da una recitazione drammatica e un aspetto più vicino al mondo reale sono Cenerentola, il principe e la spietata matrigna; i loro movimenti risultano così credibili anche perché la maggior parte di Cenerentola è stato realizzato con riprese dal vivo, disegnando poi i singoli fotogrammi sulle fotografie di queste performance. Molti animatori però non apprezzavano questo procedimento perché limitava la loro creatività, ma sono poche le scene in cui lo staff si è limitato a "ricalcare" l'interpretazione degli attori dato che gli artisti hanno quasi sempre cercato di migliorare e perfezionare i singoli movimenti.
Questo processo non si è ovviamente potuto applicare per gli animali, tra i quali spiccano i topolini: i piccoli roditori sono i buffi aiutanti della protagonista e le rubano la scena in più di un'occasione, una sorta di contraltare del ruolo che avevano rivestito i sette nani.
Compare però qui una categoria di personaggi assente nei primissimi lungometraggi Disney, una via di mezzo tra le due sopraelencate: le "caricature" umane, disegnate senza rispettare fedelmente la fisionomia reale e con corpi ed espressioni decisamente sopra le righe, come gli studi avevano avuto già modo di sperimentare in diversi episodi animati all'interno di film antologici. In questo caso si tratta di vere e proprie spalle comiche che affiancano i personaggi realistici, potenziandone la funzione narrativa: la matrigna ha le sue figlie Anastasia e Genoveffa, mentre il principe azzurro ha l'irascibile re e l'insicuro Granduca Monocolao.
Anche la vicenda si divide in modo abbastanza netto tra la parte più seria nella quale viene portata avanti la trama principale, e la parte più leggera nella quale ci si concentra sulla sotto-trama dei topolini; questi sono protagonisti di alcune scenette indipendenti che non avrebbero affatto sfigurato come cortometraggi, con gli animaletti impegnati ad affrontare il gatto Lucifero per raggiungere i propri obiettivi. La scelta deriva probabilmente dal periodo appena trascorso nel quale Disney aveva abituato il suo pubblico a brevi episodi, perciò c'era la necessità di una transizione che lo riabituasse ai lungometraggi animati con un'unica storia. A questi svaghi si contrappongono però momenti drammatici che sfruttano al meglio il mezzo cinematografico, come la distruzione dell'abito di Cenerentola da parte delle sorellastre o il suo imprigionamento nella torre per mano della matrigna.

Nonostante Cenerentola sia tecnicamente inferiore a film come Biancaneve e i sette nani o Pinocchio (il budget ridotto non consentiva la medesima cura per i dettagli e per le animazioni), si possono comunque trovare alcune innovazioni come gli effetti luminosi della Fata Smemorina o il complesso riflesso dell'immagine di Cenerentola sulle bolle che fluttuano nell'aria.
L'uscita del film nelle sale fu accolta con entusiasmo, ma il successo economico della pellicola va sommato a quello dei numerosi gadget legati ad essa (più di quanti ne fossero mai realizzati prima di quel momento) e alla colonna sonora: Walt Disney credeva molto nelle canzoni scritte per il film, perciò per la prima volta decise di produrre in autonomia i dischi che totalizzarono circa un milione di copie. "I sogni son desideri" è diventato (assieme a "When You Wish Upon a Star") il manifesto programmatico di Disney, la cui fiducia nei sogni e nel tentativo di farli avverare è anche uno dei cardini della storia di Cenerentola; il vero fenomeno fu però "Bibbidi-bobbidi-bu", divenuto un tormentone per il suo ritmo energico e per il carattere da vispa nonnina con cui la Fata si presenta alla protagonista.
In realtà furono composte altre due canzoni però escluse dal prodotto finale: "The Work Song" (titolo riciclato per il brano cantato dai topolini) doveva essere una sequenza nella quale Cenerentola immaginava di sdoppiarsi per eseguire tutte le mansioni affidatele, mentre "Dancing on a Cloud" avrebbe mostrato Cenerentola e il principe ballare tra le nuvole, idea che Disney inseguiva da tempo e voleva inserire in molti dei suoi film, ma che riuscirà a concretizzare solo con La bella addormentata nel bosco.

L'ottimo risultato finanziario di Cenerentola garantì il proseguimento della produzione di lungometraggi animati Disney, oltre ad aver contribuito a raccogliere il denaro necessario alla costruzione di Disneyworld e alla realizzazione di molte altre opere Disney extra-animazione.
In Italia il film può vantare il primato di essere il titolo Disney ridoppiato più rapidamente: nel 1950 i personaggi animati potevano godere della voce di alcuni tra i migliori attori dell'epoca, ma la recitazione era fin troppo pomposa e in particolare la voce della protagonista non era aggraziata quando il ruolo richiedeva. Così, dopo soli 17 anni si effettuò un altro doppiaggio che è quello con cui Cenerentola è arrivato ai giorni nostri nelle versioni home video.

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