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Le Spose Proibite degli schiavi senza volto nella segreta dimora notturna dell'oscuro desiderio, recensione

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In una notte buia e tempestosa, una fanciulla fugge da una foresta popolata da mostruose creature cercando riparo dentro una vecchia magione che per una fortunata coincidenza si è trovata davanti. Dopo aver bussato più volte tra l’affanno e la paura di essere raggiunta dai mostri, la porta viene aperta da un vecchio e raggrinzito domestico, non meno minaccioso dei pericoli da cui la giovane era scampata. Il maggiordomo sembra conoscere il nome e la storia della fanciulla, Amelia Earnshaw, che costernata si chiede come ciò possa essere possibile: la ragazza viene attraversata dalla consapevolezza che la notte di terrore è appena iniziata. Intanto, nella vecchia villa diroccata di una famiglia nobile decaduta, un giovane rampollo e aspirante scrittore cerca invano di portare a termine il suo romanzo, tra un’ispirazione latitante e la frustrazione di non riuscire a tradurre in prosa la verità della vita vissuta.

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Le Spose Proibite degli Schiavi senza Volto nella Segreta Dimora Notturna dell’Oscuro Desiderio è l’adattamento dell’omonimo novella di Neil Gaiman, contenuta nella raccolta Cose Fragili e pubblicata in Italia da Mondadori. Il racconto è l’opera di un Gaiman appena ventenne, rifiutato all’epoca da vari editori e messo dallo scrittore, letteralmente, in uno scatolone in soffitta. Gaiman lo rispolverò una ventina d’anni dopo, quando gli venne chiesto un contributo per un’antologia di racconti gotici e decise che Spose Proibite potesse fare al caso suo. L'autore lo ritoccò giusto per eliminare alcune ingenuità da principiante e il risultato fu che la novella vinse il Locus Award come miglior racconto del 2005. Lo scorso anno ne è uscito per Dark Horse l’adattamento a fumetti, ad opera dello stesso Gaiman per i disegni di Shane Oakley.

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Pur trattandosi di un’opera minore, in questo breve e divertente sforzo letterario è possibile rintracciare tutti i temi che diventeranno tipici dello scrittore di Sandman: l’urgenza e la vocazione al racconto, attività salvifica capace di decifrare la realtà intima e quella circostante (si pensi alla dimensione boccacesca che sottende a un ciclo di Sandman come La Locanda alla Fine del Mondo o allo straordinario omaggio al mito di Batman rappresentato da Cos’è successo al Cavaliere Oscuro?, se non a tutto il corpus dell’opera gaimaniana); la realtà, o perlomeno quella che i più percepiscono come tale, che cortocircuita continuamente con gli emissari di dimensioni parallele, talvolta da sogno ma più frequentemente da incubo, capaci di determinare il corso della vita degli uomini. Il giovane Gaiman di questo racconto si pone il dilemma morale, sotto forma di riuscita parodia, della vera missione dell’arte: l’artista deve mirare alla riproduzione della vita vera, oppure fuggire da qualsiasi paletto o impedimento come una ragazza che fugge da una foresta stregata nella notte, infestata dai mostri che popolano i nostri incubi? Ed ecco, in chiusura, lo straordinario regalo dello scrittore ai suoi lettori: e se le nostre esistenze, appesantite dall’affanno del vivere quotidiano, fossero il frutto dell’immaginazione di uno scrittore di un altro mondo, dove i corvi parlano e i ritratti nei quadri muovono sinistramente gli occhi? Anche le nostre vite diventano così magicamente parte del mondo incantato dello scrittore di American Gods e Coraline. Il tutto avviene inserendosi magistralmente nella tradizione del romanzo gotico inglese, di cui Gaiman cita apertamente il capostipite, Il Castello di Otranto di Horace Walpole.

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Merita solo applausi, poi, il comparto grafico affidato a Shane Oakley. L’artista traduce alla perfezione l’ambientazione gotica della novella, affidandosi principalmente ad un sapiente uso dei neri e del colore. La dimensione reale, quella in cui opera il giovane scrittore (se reale si può definire un castello in cui una vecchia e mostruosa zia vive incatenata in cantina!), è dominata dai colori, tra cui un viola porpora degno di un film gotico, appunto, alla Mario Bava; la parte immaginaria, quella a cui il giovane scrittore tenta di infondere colore, è in bianco e nero e popolata da figure ricurve e distorte, da cinema espressionista. Tante le influenze e le suggestioni che vivono nelle tavole di Oakley: Murnau, il sopramenzionato Bava, i film gotici della Hammer e, in campo fumettistico, maestri dell’horror come Bernie Wrightson e Kelley Jones. Un lavoro sontuoso da parte di un artista di cui speriamo di vedere altre prove di questo livello in futuro.

Opera minore ma non meno importante della produzione di Neil Gaiman, Le Spose Proibite è un tassello necessario alla comprensione della poetica del più grande cantastorie della letteratura fantastica dei nostri tempi.

Dati del volume

  • Editore: Mondadori
  • Autori: Testi di Neil Gaiman, disegni e colori di Shane Oakley
  • Genere: Fantastico
  • Formato: 17x26, 54 pp, col., C.
  • Prezzo: 17€
  • Voto della redazione: 8
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