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Batman: Il Lungo Halloween

Batman: Il Lungo HalloweenQuesta è una genesi. Questa è la storia di un uomo che voleva raggiungere un obiettivo, e che per farlo aveva due strade divergenti: ma per seguirle entrambe, finì con lo spaccarsi in due. Questa è la storia di Harvey Dent e di come il suo mondo crollò e si duplicò.
Harvey è però un protagonista segreto, che riaffiora dalle oscure pieghe e dalle lunghe frange del mantello di Batman, potente e tenebroso come non mai.

La trama imbastita da Jeph Loeb si configura in sostanza come un giallo. Il filo conduttore sono gli omicidi compiuti dal serial killer Holiday, che, a partire da Halloween e per un anno, colpisce in occasione delle varie festività gli esponenti della malavita organizzata di Gotham City. L’operato di questo individuo va così a intrecciarsi e scontrarsi con l’azione concertata di Batman, del capitano Jim Gordon e del procuratore Harvey Dent, impegnati nell’abbattimento dell’impero mafioso di Carmine “il Romano” Falcone. E, a complicare le cose, interviene gran parte dei più pericolosi nemici del Cavaliere Oscuro domiciliati al Manicomio Arkham. Lungo tutta la vicenda, una quantità di indizi ambigui e fuorvianti tiene il lettore sul chi va là fino all’ultima pagina. L’epilogo, sia per la risoluzione del giallo e la scoperta dell’identità di Holiday, sia per le “ricadute”, sarà quanto mai tragico.

Nel caso de “Il Lungo Halloween” è difficile parlare di scrittura e illustrazione come due processi distinti. Come è ovvio, in realtà furono tali; ma nel risultato finale i due momenti si amalgamano con rara naturalezza, fino ad apparire un unico passaggio. La sintonia tra lo scrittore Jeph Loeb e il disegnatore Tim Sale è in effetti uno dei veri punti di forza dell’opera: si ha la netta impressione che testi e disegni viaggino sulla stessa identica lunghezza d’onda. Su entrambi i fronti, la storia segue una struttura solida ed è ricca di rimandi e allusioni. La sinergia tra parole e grafica è efficace anche nelle caratterizzazioni dei personaggi, che hanno pieno successo proprio per la particolarissima raffigurazione che ne offre Sale. Questa chimica tra penna e matite è piuttosto evidente in alcuni personaggi: in particolare Catwoman, dipinta come una “predatrice giocosa”, e Harvey Dent, la cui doppiezza è sempre sottilmente sottintesa. Lo stesso Batman è presentato come un essere statuario e potente, a tratti un non-uomo, una implacabile creatura delle tenebre colma di furia e determinazione. Un merito di Loeb è proprio quello di aver compreso la potenza dei disegni di Sale, e di aver lasciato spazio alla loro capacità di raccontare, utilizzando una prosa scarna ed essenziale. Sale è efficacissimo nella costruzione delle inquadrature e nella “fotografia”: con le sue chine nette, fa un uso di luci e ombre di grande impatto che restituisce tutta l’oscurità della storia e della città in cui si svolge. La resa deformata ed espressionistica dei personaggi, in particolare dei villain, anche grazie al fondamentale apporto del colorista Gregory Wright, è già di per sé narrazione della loro essenza.

“Il Lungo Halloween” non è tanto una storia su Batman. È piuttosto sul suo mondo: un mondo che lo riflette e che ne è a sua volta riflesso. Un tema tipico per l’Uomo Pipistrello, che si evidenzia nella classica domanda se non sia in realtà Batman a catalizzare la follia e la violenza crescenti nella città di Gotham. E appunto la vicenda non ha il suo unico fuoco sul protagonista, bensì si concentra anche sui vari comprimari, ognuno dei quali è figura di qualcos’altro, come lo sono le feste che scandiscono il procedere degli eventi. Ne risulta alla fine un quadro tragico in cui la salvezza è impossibile senza un sacrificio forse troppo costoso. Il medesimo dilemma che si propone all’etica dei due veri protagonisti della vicenda: oltrepassare o meno quel limite che porterebbe al successo dei propri propositi, ma a costo dell’“anima” che si era posta quei propositi. E la soluzione non è chiara o univoca, ma doppia e ambivalente.

Un’ultima parola sul volume che contiene questo grande affresco batmaniano: nonostante alcune imperfezioni nella traduzione (ben lontane dagli orrori visti altre volte sulle pagine Planeta), l’edizione è davvero meritevole, e contiene in coda alcuni extra non fondamentali, ma di discreto interesse. Un volume compatto e ben confezionato.


Valerio Coppola
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