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Napoli Comicon 2015: Bao, Il Porto Proibito: intervista a Teresa Radice e Stefano Turconi

Fra le varie novità presentate al Comicon di Napoli, ci ha subito colpiti l'opera Il Porto Proibito, scritto da Teresa Radice e disegnato da Stefano Turconi per la Bao Publishing. La coppia di autori, nota principalmente per le loro storie su Topolino, come la saga di Pippo Reporter (recentemente ristampata in volume nella collana Definitive Collection), si cimenta ancora una volta con una storia di mare dopo il recente adattamento de L'Isola del tesoro presentata sulle pagine del settimanale Disney. Approfondiamo l'argomento grazie a un'intervista gentilmente concessaci.

portoproibito1Salve Teresa, salve Stefano e bentornati su Comicus.
Parlateci de Il Porto Proibito, com'è nata l'idea per questo volume e come si è sviluppata?

Teresa: È un'idea che viene da lontano, nel senso che è una storia che vogliamo raccontare da tanto. Ma per trovare il modo, il posto giusto e lo stile giusto per raccontarla c'è voluto parecchio. Dunque, è da molto che ci ronza in testa, ma di lavoro effettivo ci sono voluti un paio di anni. Tutti e due siamo appassionati di storie di mare...

Come per l'Isola del Tesoro, la riduzione del romanzo di Louis Stevenson fatta per Topolino uscita poche settimane fa.
Stefano: Esatto!
Teresa: Tra l'altro le due storie sono state sviluppate in contemporanea, Il Porto Proibito è stata sceneggiata subito dopo e disegnata contemporaneamente.

Magari utilizzando gli stessi sfondi, lo stesso lavoro di ricerca, gli abbigliamenti...
Stefano: Sì, l'ambientazione è molto simile, il lavoro di ricerca per uno vale anche per l'altro.
Teresa: C'è un lavoro di ricerca e di documentazione lunghissimo.

In che epoca è ambientato il racconto?
Teresa: All'inizio dell'800, un filino più avanti rispetto all'Isola del Tesoro. Abbiamo fatto due viaggi in Inghilterra per raccogliere materiale per raccontare la storia. Siamo stati due settimane a Plymouth, il posto dove è ambientato il libro. Anche per decidere dove piazzare una locanda...
Stefano: Infatti, moltissime vignette sono prese dalla fotografie che abbiamo fatto lì, abbiamo usato tanta documentazione presa sul posto.

Ci potete descrive la storia?
Teresa: È una storia di mare, ma anche una storia di viaggio non solo esteriore ma anche interiore. Il protagonista principale è un ragazzino che si ritrova senza memoria e quindi è alla ricerca di sé stesso, e nel cercare sé stesso incappa in indizi che gli fanno scoprire una verità più grande, che riguarda non solo lui ma anche le persone che lo circondano. Ad esempio, c'è una locanda con tre sorelle in cui passa del tempo, scopre delle cose su queste tre sorelle. E la sua guida in questo cammino alla ricerca di sé stesso è Rebecca che è la tenutaria del bordello di Plymouth.

Per quanto riguardo lo stile delle tavole, ho notato un tratto meno definito rispetto a quello Disney, più stilizzato...
Stefano: Il disegno Disney è più infantile, più legato al disegno umoristico. Qui, invece, non c'è un disegno realistico perché non amo particolarmente il realismo esasperato, ma cerco di andare più in quella direzione. Ho usato le matite, è tutto fatta a matite, ho usato 6-7 diverse gradazioni, dalla 2H alla 4B.

Senza chine, giusto?
Stefano: Senza china, avevo fatto delle prove anche con la china però mi trovo più a mio agio con la matita che non con il pennello e con la china, quindi ho preferito utilizzare questa tecnica. Anche perché dovevo cercare il bianco e nero per forza di cose, 300 tavole a colori diventavano un lavoro abnorme. E comunque, il bianco e nero si prestava al tipo di storia e al tipo di ambientazione. E poi cercavo una tecnica che fosse relativamente veloce, in un modo da non metterci troppo tempo. Comunque, sì. Lo stile è più graffiato, alcuni sembrano quasi dei bozzetti. Ho cercato di essere più libero possibile.

portoproibito2

Per quanto riguarda la costruzione delle tavole, anche lì hai fatto un lavoro diverso rispetto a quello che fai di solito alla Disney?
Stefano: Beh, Topolino classico ha una costruzione delle tavole abbastanza schematica. Ovvero, le 6 vignette classiche. Io cerco già di muoverle abbastanza per quanto possibile. Però, chiaramente, Topolino è un fumetto principalmente per un pubblico di bambini/ragazzini ed è giusto che abbia una narrazione più semplice. Qui, invece, si tratta di un fumetto un pochettino più adulto quindi ci può essere una gabbia più libera.

Passando all'Isola del Tesoro, che tipo di lavoro è stato fatto? Immagino sia stato innanzitutto un lavoro di sottrazione rispetto al romanzo. Come hai deciso cosa narrare e in che modo? E sopratutto i ruoli dei personaggi, sono venuti in maniera abbastanza naturale?
Teresa: Credo che i ruoli siano la prima cosa che mi sia venuta. Silver prima di tutti e quindi, di rimando, un Topolino ragazzino che però voleva essere più scapigliato, più spettinato e rocambolesco rispetto al Topolino normale, quindi un pelo più giovane, col ciuffetto... Tutto il resto è venuto un po' di rimando, in realtà ho cercato di essere il più fedele possibile al romanzo. Infatti, più che una parodia la vedo più come un adattamento in realtà. Ho cercato di cambiare il meno possibile e di togliere quelle cose che davvero erano in più e che comunque non avrebbero danneggiato la storia se tolte. Per il resto, ho proprio seguito l romanzo di Stevenson, a parte quelle cose che non erano prettamente disneyane e che quindi in qualche modo andavano tolte.

Per quanto riguarda invece Pippo Reporter, so che gli ultimi due episodi della saga sono già pronti. Cosa potete anticiparci a riguardo?
Teresa: Che la serie chiude col 15, questo lo sapete (ride). Che il penultimo episodio è una storia su una poesia, siccome alla fine ogni puntata di Pippo Reporter racconta un po' una parte di quel mondo, io sono appassionata di Macchia Nera e quindi torna anche un pochino qualcosa di lui, del suo aspetto meno "cattivone". L'ultima è proprio una super-chiusura, sarà una puntata in due tempi che invece ha per protagonista l'opera. Chiusura, dunque, in grande stile con teatro.

Naturalmente chiuderà tutte le vicende della serie.
Teresa: Sì, chiuderà tutto quello che c'è da chiudere.

Una domanda per Stefano: mi confermi che la tua fonte d'ispirazione per Pippo sia quello dell'animazione dei vecchi cartoon?
Stefano: La mia ispirazione è il Pippo dell'animazione. Ai tempi dell'accademia avevo guardato molti cortometraggi di Pippo - che sono bellissimi - e per me Pippo è quello lì. Io non riesco a immaginare Pippo in nessun altro modo se non quello dell'animazione e cerco dunque, per quanto possibile, di metterlo nel Pippo del fumetto. Mi ero studiato le posizioni dei personaggi di quel Pippo, l'avevo disegnato tantissimo. Quindi la mia ispirazione è quella lì.

Un'ultima domanda, quella classica: progetti per il futuro? Sia Disney che non.
Teresa: Per Disney abbiamo in ballo varie cose. Una è già avviata ed è una miniserie ambientata negli anni '70 con i paperi. Le storie le ho scritte quasi tutte, mi manca l'ultima.
Stefano: E io ho iniziato a disegnarle.
Teresa: Speriamo che sia, anche visivamente, diversa dal solito. Poi, siamo al lavoro su un'altra opera d'adattamento di un romanzo ottocentesco però aspetto a dirtelo perché siamo ancora in fase di progetto, stiamo preparando i materiali da inviare in questi giorni.

Extra Disney, invece?
Teresa: Extra Disney, abbiamo qualcosa per quanto riguarda i libri illustrati, invece. Però, per ora, è qualcosa che probabilmente partirà solo in Spagna. E poi, dopo Il Porto Proibito abbiamo bisogno di prenderci un po' di tempo perché è stata una storia molto intensa anche dal punto di vista emotivo.

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