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Valter Buio: Sergio Gerasi

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Ciao Sergio, benvenuto su Comicus.
Parlaci un po' di Valter Buio. Quando sei entrato nel progetto, a che fase e che ruolo hai avuto?

Ciao. Sono entrato nel progetto Valter Buio quasi subito, dato che Alessandro Bilotta aveva in mente di affidarmi il numero uno; ma già in precedenza, prima ancora di essere contattato da Alessandro, Dario Gulli, editor Star Comics, mi aveva parlato del progetto.
Mi sono stati subito forniti degli studi sul protagonista Valter che ho seguito e cercato di sviluppare in maniera personale e mi sono poi occupato di visualizzare i comprimari principali: il conte Balestra e la segretaria Cecilia.

Dal punto di vista grafico, che approccio hai avuto su questa serie?

Ho cercato di seguire lo stile che da un po' di tempo caratterizza i miei lavori, sperando si noti, anche in questo albo, una piccola evoluzione rispetto al precedente. Bilotta non mi ha parlato di particolari o stravaganti approcci grafici, la gabbia doveva essere lineare e classica, senza stravolgimenti, quindi era evidente che si puntava a qualcosa di pulito, leggero ma elegante, con personalità ma senza fuochi d'artificio, caratteristiche che si ritrovano nella sceneggiatura di Alessandro e che rendono Valter Buio, secondo me, un fumetto di spessore.

Parlaci del protagonista, che tipo è? Come è stato disegnarlo?

Sul mio sito, per annunciare l'imminente uscita del primo numero, l'ho definito così: Valter Buio sarà un fumetto horror elegante pensato ironico controverso intelligente saporito metropolitano.
Direi che questa è l'impressione più completa che vi posso riportare, anche perché ovviamente, il personaggio nella sua completezza, ad oggi, l'ha in mente solo il suo ideatore, Bilotta. Io ho potuto assaporarne alcuni aspetti realizzando il primo numero, ma da quanto ho visto, il personaggio è complesso. Sarà divertente scoprirlo numero dopo numero.
Nel disegnarlo mi sono trovato benissimo, doveva essere tutto basato sull'espressività e la recitazione dei personaggi, uno degli aspetti del fumetto a cui tengo maggiormente.

Valter Buio è ambientato a Roma. Che approccio della città si avrà? Com'è lavorare su una serie ambientata in Italia?

Molto spesso, nelle conferenze di presentazione, Bilotta definiva Roma come una vera e propria co-protagonista della serie. E così è infatti.
Alessandro conosce benissimo la sua città e ne è molto affascinato (come non esserlo d'altronde, è Roma!) e riversa nelle pagine di Valter Buio tutta questa passione per la Città Eterna. Non saranno quindi fondi e sfondi riconoscibili o "da cartolina" ma si sentirà, spero, l'aria che si respira nelle zone più evocative della città.
Lavorare su una serie ambientata in Italia presenta inevitabilmente dei pro e dei contro. Bisogna necessariamente documentarsi molto bene e nel dettaglio, perché è plausibile che ci siano dei lettori che comprano il fumetto o lo leggono e abitano proprio nelle strade in cui è ambientato: se sgarri non fai di certo una bella figura. Detto questo poi, dal mio punto di vista, si ha la piacevole possibilità di raccontare e disegnare persone, ambienti, situazioni che si conoscono, comportamenti che vediamo quotidianamente.

Sei il disegnatore del primo numero di Valter Buio, una bella sfida. Come l'hai affrontata? Quali altri numeri disegnerai?

L'ho affrontata con il solito entusiasmo che mi assale ogni volta che si inizia un progetto nuovo. Frizzante ed elettrizzante. Il personaggio mi è subito piaciuto e mi ha anche molto colpito la precisione e serietà del lavoro di Alessandro Bilotta con il quale c'è stata grande intesa sul modo di raccontare la storia.
Disegnerò poi il dodicesimo numero.

Parlaci del tuo rapporto con Alessandro Bilotta. Come avete lavorato insieme su questa storia?

Come ho già in parte detto c'è stata grande partecipazione e intesa. È anche ovvio che quando si parte su un lavoro totalmente nuovo ci si lanci con grande trasporto e grandi aspettative. Conoscevo già da tempo il lavoro di Alessandro, ma come spesso capita a chi fa questo mestiere, non ci si conosceva di persona.
Il lavoro su Valter Buio è stato e sarà (per tutti i disegnatori) molto "complice" della sceneggiatura, proprio perché, come scrivevo prima, molti passaggi delle storie sono basati su frizzanti e intensi dialoghi serrati, che necessitano una narrazione grafica molto forte, fatta di espressioni e gesti precisi e di una recitazione attenta.

Qual è la tua opinione su questa tendenza abbastanza recente, almeno in maniera così strutturata, del fumetto popolare italiano di proporre ormai esclusivamente miniserie?

Credo sia una tendenza del mondo. Non vorrei esagerare ma se le cose intorno a noi cambiano, è giusto che anche il fumetto si accorga della realtà che lo circonda.
Tecnicamente e lavorativamente, poi, credo sia una ricchezza e che fornisca molto più movimento ad un ambiente che ne ha bisogno: si creano più possibilità per tutti gli autori, anche per i giovani e giovanissimi.
Detto questo bisogna sempre stare attenti (è un discorso forse più rivolto alla parte editoriale del settore) a mantenere una certo livello qualitativo e di "professionalità" – altrimenti l'aumento di possibilità che elogiavo prima potrebbe in poco tempo tramutarsi in hobbismo.

Attualmente, su cosa sei al lavoro?

Sto chiudendo i lavori con ReNoir Comics su un progetto molto particolare: un libro a fumetti con dentro un disco, io lo chiamo disco a fumetti. Si intitola le Tragifavole e verrà presentato a fine aprile, al Comicon di Napoli.
Tornando all'ambito più "popolare" e rimanendo in casa Star Comics posso anticipare che ci saranno ulteriori novità e che sarò coinvolto in un secondo progetto di cui vedrete alcune anticipazioni sempre al Comicon (non credo di poter anticipare di più…).
Faccio anche parte dello staff di Harry Moon, nuova proposta di Federico Semola per Planeta, sto realizzando il secondo episodio di Jonah Martini, sempre per ReNoir, su testi di Alex Crippa, e, dopo il successo di G&G su Giorgio Gaber, con Davide Barzi stiamo architettando altro.


Gennaro Costanzo
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