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Comic(US) Book #5: La fine di Absolute Power e l'inizio dell'All In e della linea Absolute

  • Pubblicato in Focus

Puntata quasi interamente dedicata alla più recente iniziativa editoriale della DC denominata All In, di cui l’Universo Absolute rappresenta la novità principale. Per l’occasione, recuperiamo anche il finale di Absolute Power, una sorta di prologo del nuovo corso della casa editrice californiana.

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DC Crossover 44
Absolute Power – Capitolo quattro: scontro finale
Partiamo per una volta dal versante artistico e diciamo subito che solo nel primo e nel terzo capitolo ci è parso di vedere il Dan Mora a piena potenza, che abbiamo spesso ammirato su Batman/Superman: i migliori del mondo. Non che in questa quarta e ultima parte del crossover manchino le scene d’impatto e i disegni sopra la media, tuttavia, l’impressione che i troppi progetti assegnatigli dalla DC abbiano indotto il giovane autore costaricano a semplificare il suo tratto, per rispettare le consegne, resta piuttosto forte.
Diverso il discorso da fare per Mark Waid. La resa dei conti con Amanda Waller non offre particolari spunti di interesse. Ma, d’altra parte, non potevamo aspettarci chissà quale trovata a effetto, dato che Absolute Power è sostanzialmente servito a preparare il terreno all’All In di cui dicevamo nell’introduzione. Lo scrittore americano, quindi, si limita a chiudere la vicenda con coerenza anche se, con molto mestiere, riesce pure a donarci qualche passaggio di un certo spessore.
Voto: 6,5
Absolute Power: origini – In gabbia
Anche John Ridley usa il mestiere per concludere il “preludio” ad Absolute Power. Ciononostante, ancora una volta, ogni fase del racconto sa troppo di déjà vu e, soprattutto, Ridley non è Waid.
Non aiutano, come già nei precedenti capitoli, i disegni legnosi e poco espressivi di Alitha Martinez.
Voto: 5,5

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DC Crossover 45
DC All In Special – Alfa
Il nuovo starting point della DC ci viene raccontato in questo flipbook, in cui la storia intitolata Alfa rappresenta la parte ambientata nell’universo canonico dell’editore californiano. Ai testi troviamo Scott Snyder (tornato in DC proprio per gettare le basi dell’iniziativa All In e dell’Universo Absolute in particolare) e Joshua Williamson, che riportano in scena la Justice League, dopo il suo scioglimento di diversi anni fa. Poche tavole di presentazione che lasciano intendere il clima che si respirerà nella nuova serie del supergruppo e, poi, subito spazio all’azione con un devastante Darkseid fuso con lo Spettro e Booster Gold insolito protagonista delle pagine finali. Ad abbellire il tutto, un Daniel Sampere sempre più bravo
Voto: 7
DC All In Special – Omega
Con Darkseid come antagonista, non poteva non esserci un capitolo intitolato Omega, che introduce l’Universo Absolute, più cupo e minaccioso rispetto a quello classico.
Storia ancora di Snyder e Williamson, ma con Wes Craig ai pennelli, il cui tratto sporco e irregolare ben si adatta all’oscurità che il sovrano di Apokolips porta sempre con sé.
Voto: 7

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Absolute Batman 1

Batman – Lo zoo, parte uno di cinque
Se la DC voleva sorprenderci con l’Universo Absolute, non poteva trovare un inizio migliore. Scott Snyder reinventa (letteralmente) la leggenda di Batman, presentandoci un Bruce Wayne molto giovane e lontano dall’essere un miliardario, che pare aver subito un trauma simile - ma non identico - a quello della sua controparte classica. Ancora più importanti le differenze nei comprimari, su tutti un Alfred Pennyworth trasformato in una sorta di agente segreto. Unica costante, la caccia ai cattivi vestito da pipistrello. Il buon Scott, tuttavia, immagina un Cavaliero Oscuro istintivo e brutale - benché non privo di una sua morale – che coinvolge in scontri così violenti, da risultare, a volte, un po’ troppo sopra le righe.
Nick Dragotta si adegua al taglio “muscolare” della sceneggiatura, mostrandoci un Batman possente e strabordante, riuscendo, però, a fare in modo che questa caratteristica non penalizzi l’estrema dinamicità delle inquadrature
Voto: 6,5

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Absolute Superman 1

Superman - L’ultima polvere di Krypton parte 1: faccia a terra
Che la distruzione di Krypton sia una metafora del dissennato utilizzo delle risorse naturali da parte dell’uomo, già lo sappiamo, tuttavia, mai il messaggio è stato così chiaro e netto. Oltretutto, Jason Aaron non si ferma qui e in quella che appare come la serie Absolute più schierata politicamente, troviamo anche una critica feroce delle oligarchie e una severa condanna allo sfruttamento delle masse, a difesa delle quali si erge un Superman “proletario”, ancora segnato dall’emarginazione sociale vissuta sul suo pianeta. Come per Batman, non mancano le sorprese in questo Kal-El alternativo. Finora, però, ogni differenza ci è sembrata legittima e priva di forzature.
Rafa Sandoval si esprime con un tratto classico e senza fronzoli, benché sempre pronto a esplodere quando il tasso di drammaticità supera il livello di guardia.
Vedremo se i due autori saranno in grado di portare avanti la loro missione con la stessa intensità, ma l’inizio è decisamente promettente.
Voto:

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Absolute Wonder Woman 1

Wonder Woman – L’ultima amazzone
La serie più dark di quelle viste finora nell’Universo Absolute. Non solo per i colori spenti e dominati dal rosso, ma anche per le origini di questa nuova Wonder Woman, affidata alle cure della maga Circe e costretta a crescere in un ambiente duro e pieno di insidie. Kelly Thompson tratteggia una Diana indomabile, allo stesso tempo strega e guerriera, più simile a Red Sonja che alla principessa di Themyscira dell’universo classico.
Hayden Sherman, da par suo, sceglie spesso di rinunciare alla prospettiva, usando come riferimento iconografico sia l’arte greca antica, che il Berserk di Kentaro Miura (da cui arriva pure lo spadone brandito dall’eroina). Lo storytelling è magistrale tanto nei momenti intimi, quanto nelle rabbiose battaglie contro i demoni, raffigurati con un aspetto davvero terrificante e così invasivi da sembrare quasi pronti a fuoriuscire dalle pagine.
Voto: 7,5

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Justice League Unlimited 1
Justice League – Justice League Unlimited
La testata cardine dell’All In della DC non poteva che essere governata da coloro che, in questo momento, sono – assieme a Tom King – i suoi autori più rappresentativi, Mark Waid e l’instancabile Dan Mora. Anzi, forse sarebbe meglio dire, i più adeguati. In effetti, solo lo scrittore di Kingdom Come, da profondo conoscitore della League quale è, avrebbe potuto ideare un episodio introduttivo, senza farlo sembrare tale. La vicenda parte subito con i pesi massimi del team in azione in vari scenari e il problema di descrivere cosa aspettarsi dalla serie viene aggirato con un abile escamotage narrativo, in cui Flash fa da tutor alla nuova recluta Air Wave che, alla fine, come ogni debut story che si rispetti, diventa, inevitabilmente, anche il risolutore della crisi.
A proposito di Mora, invece, a dispetto della sua proverbiale velocità nel produrre pagine iper-dettagliate e stracolme di personaggi, le bellissime tavole realizzate per Justice League Unlimited (e - come vedremo - per Superman) probabilmente giustificano le parziali semplificazioni nel tratto prima menzionate in Absolute Power. Un ben piccolo sacrificio, tuttavia, se poi il livello sarà sempre tanto alto quanto in questo primo capitolo.
Voto: 7

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Superman 21
Superman – Le molte morti di Doomsday
Pure per Superman inizia il periodo All In e sulla testata americana che porta il suo nome ritroviamo ai testi Joshua Williamson, che abbiamo visto essere uno degli artefici del nuovo corso, ma - con Rafa Sandoval spostato sulla versione Absolute dell’Uomo d’Acciaio - ora affiancato dalla superstar Dan Mora, il quale non impiega molto a far vedere di che pasta è fatto. Anche perché l’opportunità di scatenarsi con le sue tavole spettacolari gli viene offerta dal ritorno di Doomsday (benché in una veste veramente inattesa). In verità, la trama cerca troppo spesso il colpo a effetto e introduce (o forse, in questo caso, sarebbe più giusto dire “reintroduce”) un’eroina con i superpoteri di cui non sentivamo affatto il bisogno, ma non possiamo negare di averla trovata piuttosto interessante.
Voto: 6,5
Superman – Immortale
Prosegue la storyline di Williamson legata alla ricomparsa di Doomsday, con un ritmo ancora più forsennato rispetto alla prima parte, che esalta un Mora assolutamente in forma. I misteri si infittiscono e questo contribuisce a rendere la vicenda decisamente avvincente.
Voto: 7

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Batman 114
Batman – Città morente parti uno e due
La gestione di Chip Zdarsky della testata americana Batman ha diviso critica e pubblico. Sappiamo, oltretutto, che a breve verrà sostituito da Matt Fraction (su Detective Comics, invece, ci sarà Tom Taylor). La nuova saga che comincia in questo numero però – inserita anch’essa nell’iniziativa All In – non dà affatto l’impressione di essere meno ambiziosa di quelle realizzate in precedenza. Colpi di scena a ripetizione (di cui uno che vi farà letteralmente sobbalzare sulla sedia), trama serrata e appassionante, intrighi di ogni genere e persino riferimenti neanche troppo velati all’attualità politica e sociale americana.
Senza considerare l’arte sopraffina di due fuoriclasse come Jorge Jiménez e Carmine Di Giandomenico. Cosa volere di più?
Voto: 7,5

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Wonder Woman 15
Wonder Woman – Che senso ha Steve Trevor?
L’All In per Wonder Woman coincide con il ritorno di Tom King alla storyline del Sovrano, inopinatamente interrotta dai dimenticabili (per quanto gradevoli) tie-in con Absolute Power, che hanno comunque avuto il merito di concedere allo scrittore americano il tempo necessario per cesellare un episodio inseribile a pieno titolo nel novero delle sue opere più riuscite (a cui hanno sicuramente contribuito anche i superbi disegni di Daniel Sampere). In quale altro modo potremmo definire una storia dove i tempi scenici sono calibrati alla perfezione, a dispetto di una narrazione volutamente discontinua, per insinuare nei lettori il dubbio che gli sconvolgenti eventi mostrati nelle prime pagine non siano reali? Quando, poi, il dramma si concretizza, il racconto perde parte della sua irregolarità, arrivando a picchi di lirismo inaspettati. L’autore statunitense ha più volte fatto capire di non avere alcun timore a osare l’inosabile, ma quello che avviene in questo numero va persino oltre l’immaginabile. La grandezza di King, tuttavia, si nota in particolare in ciò che succede in seguito, con una Diana mai così umana e fragile, eppure - contemporaneamente - fiera e risoluta. Passaggi in cui anche un personaggio bistrattato come Steve Trevor riesce a trovare il suo ruolo e che raggiungono il loro climax in una tavola finale che è già leggenda.
Voto: 8

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Fantastici Quattro 27 (461)
Fantastici Quattro – Segnati dal destino
Questo episodio del Favoloso Quartetto ci permette di chiarire meglio ciò che pensiamo di Ryan North. Non lo riteniamo assolutamente un autore poco dotato, semplicemente non è lo sceneggiatore adatto a portare avanti la serie della prima famiglia della Marvel. E non ci riferiamo al fatto che non perde occasione di mostrare un’incredibile superficialità nel mescolare stregoneria e tecnologia (vi pare accettabile descrivere la cupola metallica che avvolge Latveria come un costrutto magico e non come il frutto del genio scientifico del Dottor Destino?), ma al non volere minimamente provare a incidere nella storia dei personaggi. Si limita a realizzare tanti racconti, essenzialmente scollegati l’uno dall’altro, nei quali di tutto quello che abbiamo imparato in oltre sessant’anni della Cosa e soci non si scorge quasi nulla. Passi (si fa per dire) la mancanza di sense of wonder. Chiudiamo pure un occhio (anche se sarebbe meglio chiuderli entrambi) sullo stile da telefilm anni Settanta (un incrocio tra La famiglia Bradford e Ralph Supermaxieroe) della sua scrittura. Vedere, però, la testata dove sono nati gli Skrull, gli Inumani, Pantera Nera, Silver Surfer (e potremmo continuare ancora a lungo) ridotta a una sequenza infinita di fill-in (perché è ciò che sono di fatto) è davvero difficile da digerire.
Emblematico, dicevamo, questo numero, in cui non neghiamo la presenza di idee brillanti, dialoghi ben congegnati e passaggi commuoventi. Cosa c’entri, tuttavia, l’impossibile storia d’amore tra la Torcia Umana e una bizzarra creatura femminile non umanoide con i Fantastici Quattro, proprio non lo capiamo. Certo, abbiamo l’ennesima soluzione fantascientifica di Mister Fantastic a risolvere la vicenda. Ma è veramente troppo poco.
Ciononostante, per sottolineare che il nostro non è un atteggiamento pregiudiziale, valuteremo questo episodio facendo finta che si tratti realmente di un fill-in ben riuscito. Se, però, non vedremo cambiamenti sostanziali con l’inizio di One World Under Doom (sempre scritto da North) e l’arrivo di Humberto Ramos ai disegni, saremo sicuramente molto meno indulgenti.
Voto: 6,5

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Wolverine: Vendetta 3

Wolverine – Vendetta parte 4 e conclusione
Lo avevamo già scritto per il primo capitolo e il resto della miniserie non ha cambiato il nostro giudizio di una virgola. Non basta unire due celebrità del fumetto americano come Jonathan Hickman e Greg Capullo per rendere una saga memorabile, in special modo quando l’intento è solo quello di creare un evento per vendere qualche copia in più. L’artista statunitense, oltretutto, si è pure vantato di aver adottato il famoso “metodo Marvel”, quindi, a quanto pare, non ha seguito una vera e propria sceneggiatura, prendendosi parecchie libertà nella realizzazione delle tavole. Ce lo vedete, però, un autore meticoloso e perfezionista come Hickman mettersi a scrivere dialoghi sulla base di disegni su cui non ha quasi avuto voce in capitolo? No, appunto. E il risultato è una storia insulsa, buona soltanto per dare a Capullo la possibilità di divertirsi con sbudellamenti ed efferatezze di ogni tipo.
Ancora peggio, poi, se degli albi è stata realizzata un’inutile versione red band, che di sicuro non vale i 2€ in più da pagare rispetto all’edizione standard.
Voto: 5

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4 Words About: Elon Musk: Inchiesta Sul Nuovo Padrone del Mondo

  • Pubblicato in Focus

4 Words About, ovvero "Per chi apprezza il dono della sintesi".
Elon Musk: Inchiesta Sul Nuovo Padrone del Mondo


Negli ultimi anni abbiamo assistito alla parabola di Elon Musk da semplice imprenditore a uomo più ricco del mondo, fino a diventare una delle persone più influenti del pianeta. Non c'è giorno in cui le testate giornalistiche non parlino di lui, delle sue uscite e delle sue vicende. A raccontarci la sua vita, a partire dalla sua famiglia d'origini fino al suo apice, ci pensa Darryl Cunningham in un agile volume di 184 pagine che svela tutti i retroscena, in maniera dettagliata ed esaustiva, dell'imprenditore a capo di Tesla, SpaceX e X.com (l'ex-Twitter).
Un'opera di graphic journalism a metà fra libro e fumetto che evidenza tutte le criticità di Musk in maniera chiara e ben documentata.
Per ovvie ragioni, la narrazione si ferma a inizio 2024 e non include quindi tutta la vicenda del sostegno di Musk a Donald Trump, il suo ruolo nella campagna elettorale e quello nella prima parte dell'esecutivo fino all'attuale rottura. Materiale, magari, per un'appendice futura o un secondo libro.

MUSK 1

MUSK 2

Dati del volume
Editore: Panini Comics
Autori: Testi e disegni di Darryl Cunningham
Genere: Graphic journalism
Formato: 16X21 cm, 184 pp., C., col.
Prezzo: 25€
ISBN: 9791221914269
Voto: 8

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Märchen Crown, recensione: una nuova fiaba oscura che approda e conquista Shonen Jump

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Cosa succede quando uno dei migliori scrittori contemporanei incrocia la penna con uno dei più grandi disegnatori della nostra epoca? Una formula semplice e straordinaria: Märchen Crown.
Dopo il successo planetario di Kaguya-sama: Love is War e l’inquietante introspezione di Oshi no Ko, Aka Akasaka torna alla scrittura con il suo nuovo manga annunciato già poche settimane dopo la fine delle avventure della sua idol che ha spopolato in ogni parte del mondo. Ad affiancare questo maestro incisivo e raffinato troviamo Azychika, un gruppo già affermato di autrici che è sbarcato in occidente con Shuumatsu No Valkyrie, noto da noi come Record of Ragnarok.

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Märchen Crown è un'opera che intreccia magia, destino e romanticismo fiabesco, e che ha catturato i lettori già dal primo capitolo. La protagonista è Rapunzel, lontana dall’immagine ingenua delle fiabe classiche. Chiusa in una torre non solo fisica ma anche esistenziale, la sua vita prende una svolta improvvisa con l’arrivo di Mikel, un ragazzo misterioso che si arrampica fino a lei portando un mondo di possibilità mai immaginate. Non è solo una storia d’amore: è il risveglio di un’identità sopita, la rottura di catene invisibili, in un contesto che miscela elegantemente mistero, avventura e introspezione.
Un lieve tono Horror però si aggiunge alla storia lineare che tutti conosciamo: Rapunzel segue Mikel nel suo villaggio, ma scopre che non è tutto come sembra. Le storie che il ragazzo di cui si è innamorata sembrano risvegliarla da un torpore quando si scopre che la sua casa in realtà è piena di zombie piantiformi, e non sembra cosi tutto idilliaco come pensava.
Ad aggravare le situazione, delle guardie reali che sembrano amichevoli a prima vista, ma che nascondono perversi e strani desideri, spingendo Rapunzel alla fuga... davvero aveva ragione la strega che la relegava nella torre? Il mondo quindi è un posto cosi pericoloso?

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La scrittura di Akasaka si conferma sottile e multilivello, con dialoghi ricchi di sottintesi e una costruzione narrativa che sa giocare con le aspettative del lettore. La seconda disegnatrice, Aoi Kujira, già nota per i suoi lavori delicati ma intensi, porta un equilibrio emotivo che bilancia il tono malinconico della trama. Azychika, invece, dà corpo al tutto con tavole dal tratto preciso, gotico e drammatico, capaci di evocare tanto le atmosfere cupe delle fiabe dei Grimm quanto i fasti visivi di un film di
Hayao Miyazaki.
Märchen Crown affronta tematiche forti – il libero arbitrio, la solitudine, il desiderio di fuga – con una maturità narrativa che lo colloca ben oltre il target adolescenziale tipico dello shonen. È un manga che parla a un pubblico adulto, sensibile alla bellezza della narrazione simbolica e all’idea che dietro ogni fiaba si nasconda una verità scomoda.

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Con solo 8 capitoli, Märchen Crown ha già mostrato una direzione chiara e ambiziosa: raccontare una storia romantica senza cadere nella retorica, ambientata in un mondo fantastico che non è rifugio, ma specchio delle fragilità umane. Se manterrà questa traiettoria, potremmo trovarci di fronte all’opera più matura e intensa di Akasaka, che ci regala un manga fiabesco, profondo, visivamente magnetico.
Märchen Crown viene pubblicato da Marzo 2025 su Weekly Shonen Jump, e in contemporanea anche online su Jump Plus.

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Comicus cerca nuovi collaboratori

  • Pubblicato in News
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