Marvelit presenta:

 

 

di Yuri N. A. Lucia.

 

 

 

 

 

Capitolo 0.1:

 

Come un Nastro di Moebius.#1

 

 

:

 

 

Ordine, sicurezza, raziocinio... tutte parole che sembravano così prive di senso ora, appartenenti ad uno luogo sito in una porzione di spazio così distante e ad un altro tempo: il tempo delle sue illusioni.

Era stato quello che avrebbero definito con l'antiquato termine di yuppie reganiano, arrivista e anche un bel po' figlio di puttana, ma anche quella era una cosa che in quel momento non aveva molto più senso.

Forse nell'adesso che stava vivendo, nulla aveva realmente un senso... nulla.

Respirava affannosamente, mentre si sporgeva con prudenza fuori dal suo nascondiglio, per vedere se lui fosse o no ancora nei paraggi e pregava che non fosse così, che non dovesse mai più né vederlo, né sentire quella sua fastidiosa voce, un cacofonico insieme di suoni striduli e gutturali.

I desideri raramente si avveravano, o quanto meno i suoi, e non si faceva troppe illusioni.

Doveva tornare padrone di sé, riordinare i pensieri, e forse, ricostruire tutti gli accadimenti che lo avevano portato sin lì sarebbe stato utile in qualche modo.

 

 

Il luogo dove tutto è iniziato: Casa di Miguel O'Hara nel complesso abitativo Alchemax "Babilon Towers" - New York City, qualche centinaio di metri sopra la vecchia Manatthan.

Coordinate temporali: 10 Dicembre 2099. Ore 09.30 p.m.

 

 

 

Gabri non rispondeva da un paio di giorni alle sue telefonate e non aveva più avuto notizie di sua madre da dopo la storia con gli Aesrir. Era ancora tutto dolorante per il duro scontro e piuttosto scosso per la sua allenaza con quei tre svitati: Doom,il Punitore e Ravage; si chiese chi di loro fosse quello più inquietante e si trovò a rispondere senza dubbio Doom.

Tuttavia sperò di non incorciare più la sua strada con il pazzo omicida e la bestia assetata di sangue, anche perché non era sicuro di gradire molto i loro metodi di lotta alla criminalità, metodi che lasciavano una lunga scia di cadaveri dove di solito passavano loro.

Si era parecchio documentato dopo quell'incontro, e si dette dello scemo per non averlo fatto prima, con individui del genere in giro per la sua città più ne sapeva e meglio era... visto che aveva deciso di fare il protettore di New York era giusto che si prendesse certe responsabilità ora.

"Lyla, un po' di caffè per favore. Miscela giamaicana, poco zucchero e di canna."

Il famigliare ologramma del suo C.D.* comparve alla sua sinistra, sdraiato sul bel divano Pizzetti che si era fatto arrivare dall'Italia un paio di mesi prima dell'incidente di laboratorio che lo aveva catapultato nel favoloso mondo della lotta al crimine e dei costumi attillati.

"Certo Miguel, tutto quello che vuoi. Gradisci che ti prepari la cabina di relax? Programma Sogno di una Notta di Mezzaestate?"

"No," sbuffò perché si era dimenticato di far smontare quell'affare, un regalo di Ty Stone, il suo principale che trovava decisamente imbarazzante e poco in sintonia con le sue esigenze" grazie. Prepara la vasca, solito programma, con l'aggiornamento per l'intensità delle luci."

"Tutto quello che il mio padrone desidera!"

Fece schioccare le labbra in un dolce e voluttuoso bacio e Mig si disse che doveva anche ricordarsi di disinstallarle quei file presi dalla riedizione olo di Vita da Strega che aveva realizzato suo fratello.

Ripensare al suo capo gli aveva fatto realizzare una cosa incredibile: suo figlio Krone era morto, trucidato pare proprio dal Punitore; eppure Tyler non aveva detto niente, non aveva neppure dato a vedere che  la cosa gli dispiacesse.

Ricordava i suoi poco piacevoli incontri con quello psicopatico ai tempi della sua formazione a Westchester e pensò che tutto sommato il mondo non avrebbe pianto troppo la scomparsa di quel bastardo, specie sapendo i crimini di cui si era macchiato.

Tuttavia si chiese se fosse normale che un genitore avesse quel tipo di atteggiamento difronte alla morte della propria progenie e si rispose che lui non poteva certo permettersi di giudicare, vista la merda che gli era toccata in sorte come padre.

Ringraziò iddio che fosse al campo santo.

I ricordi delle volte sono un po' come le ciliegine, una tira l'altra, e ripensare all'istituto gli aveva fatto tornare in mente Xina e tutto quello che c'era stato tra loro. Non aveva mai cambiato la skin di Lyla, modellata sul tatuaggio di Marylin Monroe che la sua ex ragazza portava sul ventre. Si scosse da quel pensiero, allungando i piedi sulla scrivania e abbassando lo schienale della poltrona.

Signore, il suo caffè: miscela giamaicana, poco zucchero e di canna.

Ringraziò il droide e, dopo aver tentato di mandare giù un po' del liquido scuro, lo spruzzò su tutta la moquette in terra.

"Lyla?!"

"Si Miguel?"

"Ma questo caffè è bollente! Lo sai che non posso berlo a questa temperatura! Cosa ti salta in mente?!"

"Scusami Miguel, ma tu non hai specificato a quale temperatura dovessi servirlo."

Rimase qualche istante a fissare il vuoto, incapace di risponderle. Doveva esserci di certo qualcosa che non andava, non era una risposta normale, non nei parametri della sua I.A.D., per lo meno.

Era un po' che non la faceva sottoporre ad un check accurato e questo era un male, ma non aveva mai digerito l'idea che degli estranei mettessero le mani su qualcosa di così complesso come lo era la sua Lyla. Avrebbe voluto rivolgersi a Gabri, un vero genio in fatto di I.A. o... scacciò l'alternativa dalla testa.

 

Tentò di chiamare Dana e, al quarto tentativo, finalmente gli riuscì di parlarle.

"Ciao tesoro, come stai? Senti volevo dirti che... hey? Cos'è quella faccia?"

L'immagine di Dana tremolava leggermente nel cono di luce del P.G.P.3D**, venata di piccole striature verdi e gialle e contornata da tante piccole particelle luminose, quasi una corona di lucciole che le conferivano un aura fatata.

"No, niente Mig è solo che... ecco sono un po' presa dagli impegni di lavoro e..."

"E?..."

"Sai, tra le varie cose mi hanno proposto di fare da modella per un nuovo V.S.*** prodotto dalla Waves of Dream. Ci pensi? Mi vogliono come modella! Avevo fatto cose del genere solo quando ero una studentessa e..."

"La Waves of Dream? Quella che si trova a New Syracuse? Se non ricordo male è una proprietà di una delle sussidiarie dell'Alchemax: posso chiederti chi ti ha fatto la proposta?"

"Che cosa sarebbe quel tono che hai adottato? Lo sai che non mi piacciono gli interrogatori, e comunque, se proprio ci tieni a saperlo ti rispondo senza problemi: Ty Stone!"

"Ah! Sono felice per te! Posso venire qualche volta ad assistere alle pose?"

Dana rimase sorpresa da quella reazione che sembrava genuina e spontanea e, presa in contro piede, riuscì solo a rispondere:

"Ma si, certo che puoi... anzi... sarei felicissima se mi accompagnassi!"

Poco pisco; ora rimaneva il prnicazione sprizzava gioia da tutti i pori e, solo dopo che il cono di luce si dissolse nel nulla Mig dette libero sfogo alla rabbia che si era accesa dentro.

"Lurido porco figlio di puttana!!!"

Senza rendersene conto aveva affettato con gli artigli digitali una sedia provocando la preoccupazione di Lyla:

"Tutto bene Miguel? Il tuo battito cardiaco e il tuo respiro risultano essere..."
"Chiudi il becco!!!!"

Per un paio di secondi l'intelligenza artificiale nota come Lyla lo fissò immobile, con gli occhi di quella proiezione costituita da particelle omicron che davano l'illusione di un corpo. La luce dorata sfarfallò appena un po', quasi in risposta ad un turbamento nato in un altro punto, tra i meandri delle sue sinapsi estese per tutto l'appartamento e il cui centro era una stanza nascosta dietro la parete dello studio di Miguel.

Lo scienziato era stato sorpreso dalla sua stessa reazione e notò quello che era successo alla sua cameriera/segretaria virtuale.

Con voce preoccupata la chiamò:

"Lyla? Tutto a posto? Senti, per un attimo fa, non devi preoccuparti ero solo..."

L'ologramma riprese a muoversi, sbloccandosi dal congelamento, come se nulla fosse accaduto, parlando con la sua solita voce sensuale ed allegra:

"Cosa ti cucino per stasera Miguel? Che ne pensi di mangiare messicano, companero?"

Miguel era davvero preoccupato per lo stato di funzionamento di Lyla, avrebbe dovuto fare qualcosa al più presto.

 

Mentre mangiava uno dei peggiori chili di tutta la sua vita, si chiese a che gioco stesse giocando quel vecchio porco di Stone. Lo aveva capito già da un po': non essendo riuscito a controllarlo con il Rapture****, voleva in qualche modo usare la sua ragazza e, probabilmente, nel suo piano era incluso anche un giro turistico del proprio letto che avrebbe fatto compiere a Dana.

Non poteva certo andare a casa sua e piantarle una scenata di gelosia da ventesimo secolo, non dopo tutto quello che c'era stato ultimamente tra di loro, comprose un occhio nero che le aveva fatto quando in preda alla droga l'aveva schiaffeggiata.

Lasciò cadere la forchetta nel coccio coprendosi gli occhi con le mani, quasi volesse scacciare da sé quella visione: il dolore, la rabbia, l'eccitazione e Dana che piangeva, piangeva; pensò che avrebbe potuto anche ucciderla nello stato in cui si trovava... avrebbe potuto cadere e battere la testa e...

"Stone! Brutto merdoso, ti giuro che me la paghi."

disse quasi in un sussurro.

 

 

 

Abitazione del fratello di Miguel, Gabriel O'Hara: ore 11.30 p.m.

 

 

Disordine, fogli sparsi ovunque, antiquati pezzi di sintocellulosa di cui suo fratello proprio non riusciva a sbarazzarsi, modellini in lega ceramica da completare qua e là, qualche pezzo d'antiquariato: un lettore Super C.D. della Philips, un registra D.V.D. del '07, persino un p.c. Dodecatron del '22; Gabe non era mai stato un tipo ordinato ma quella baraonda era troppo anche per lui e poi i droidi erano disattivi da un po', messi in stand by, e la polvere si era accumulata su tutto ciò che non era di tessuto Ba.Ca.En.*****.

Decisamente strano: era un casinista ma odiava lo sporco! Avvertì qualcosa: una movimento appena percettibile alle sue spalle, segnalato da uno spostamento d'aria; finse di non essersi accorto di nulla e quando fu il momento:

"Ok mister! Sei in grossi guai, questa si chiama infrazione di..."

Miguel si bloccò un attimo prima di afferrare l'individuo per le braccia, quando la sua vista accellerata e sensibile al calore gli rivelò l'identità dell'intruso: Casey, la donna di suo fratello.

 

"Non credo che Gabe sarebbe contento di sapere che stavi per mettermi le mani addosso!"

la sua voce era dura e infastidita, evitava accuratamente di guardarlo. Aveva un vero e proprio odio per lui e si chiese come fosse possibile che Gabriel fosse davvero fratello di quell'arrivista bastardo ed egoista: niente meno che uno del gotha dell'Alchemax, il cocchetto di un assassino criminale del calibro di Ty Stona.

"Te lo già detto," replicò freddamente lui, a sua volta indispettito dal modo in cui lei gli si rivolgeva" non era mia intenzione farti alcun male! Non sapevo che avessi una copia della chiave dell'appartamento! Pensavo fossi un ladro o un pirata."

"Un pirata?"

"Mio fratello lavora spesso con grandi studios: nel suo campo è un genio ed una vera celebrità; nulla di anormale se la concorrenza mandasse qualcuno per cercare di rubargli qualche idea magari non ancora depositata. Comunque, invece di nasconderti quando mi hai sentito entrare, potevi chiamarmi, e poi perché diavolo ti sei bloccata la porta quando sei entrata?"

"Non sono stata io! Ho sentito il segnale che avvertiva della chiusura; deve essere stata impostata di default, almeno credo."

"Già... effettivamente è da Gabriel. Chiama questo posto il suo Sancta Sanctorum, lo considera un eremo dove si rifugia dalla frenesia del mondo circostante per far emergere la sua vena creativa. Ha sempre amato chiudersi a chiava quando lavora a qualche progetto o quando cerca l'ispirazione."

"Scommetto che quello di estranearsi dalla realtà è un vizio di famiglia!"

Quando guardò il suo volto, giurò di aver visto balenare una luce da dietro le lenti polarizzate dei suoi occhiali, anche se bollò quella visione come frutto della suggestione. Si era pentita di quello che aveva detto. Miguel si trovava in penembra, e la sua figura sembrava sul punto di essere ingoiata dall'oscurità che la circondava. Riuscì a scorgere qualcosa sul suo volto, qualcosa che la sorprese e non poco: dolore, autentico e disperato dolore; non durò molto ma lei ne conosceva l'origine. Gabriel gli aveva raccontato, una volta, dello stato mentale della loro madre e di come da anni fosse rinchiusa in un istituto di cura.

"Senti Miguel, io volevo dire... cioè, non intendevo dire, capisci che... oh razzo! Scusami! Io, tu... insomma, non mi piaci ma non dovevo permettermi di dirti qualcosa del genere..."

"No. Non preoccuparti," rispose in tono conciliante e con un mezzo e sorriso sul volto ora segnato da un espressione di rassegnata ironia." la signora O'Hara è un po' matta... ma meno di quello che fa credere alle persone. Comunque, tornando a noi, scommetto che anche tu stai cercando di capire dove sia Gabe..."

"Sei preoccupato vero?"

"Ancora no. Non è la prima volta che prende il volo per un po': sai lui è un artista, un espirit libre, un bohemien, almeno nell'animo e di queste cose, ogni tanto ne fa; magari è andato in qualche parco all'ovest, per cercare un po' di contatto con la natura. Intendo dormire sotto le stelle, in un sacco a pelo, e svegliarsi all'alba per cucinare fagioli e salsicce."

"Fagioli e salsicce? All'alba?" Casey cominciò a ridacchire, prima piano piano, quasi fosse scossa dal singhiozzo, poi sempre più forte e rumorosa, coinvolgendo alla fine anche Mig in quell'improvvisa esplosione di ilarità." Accidenti! Non avrei mai immaginato che mr. O'Hara ci andasse così pesante di prima mattina! Di solito quando è con me fa il salutista new age!"

"Tutti abbiamo una doppia personalità..."

Casey si fermò, fissandolo per qualche istante, e gli chiese:

"Anche tu?"

Miguel non capiva perché se ne fosse uscito così, ma in un certo senso non se ne era pentito: era come se avesse allegerito un po' ilò peso che sentiva sulla coscenza da quando tutta quella storia era iniziata.

"Tutti." si limitò a ribattare.

"Credo che tu abbia ragione. Comunque non me la dai a bere: sei effettivamente preoccupato. Hai notato anche tu che i droidi sono stati messi stand by? Non è da lui fare una cosa del genere."

"Magari voleva risparmiare sulla bolletta..."

"Chi? Mr. pulizia? Non credo e poi lo sai anche tu che non ha il minimo talento per la gestione finanziaria.... Una volta mi confidò di aver sofferto di dipendenza da realtà virtuale..."

"Pensi che possa esserci ricaduto? Improbabile. E poi la sua attrezzatura da virtuanauta è qui."

"Ne può rimediare in qualsiasi momento e in qualsiasi posto. Ha parecchi agganci nel giro e non è propriamente povero. Lo sapevi che un tempo era conosciuto come Firelight?"

"Il suo nick da battaglia... era una vita che non lo sentivo più! Si, lo sapevo, un paio di volte mi ha fatto provere l'Immersione Profonda****** insieme a lui. Dio, che esperienza! Siamo stati due giorni la..." fece un gesto vago, indicando prima dei cavi e poi l'aria intorno." e dire che i nostri avatar stavano viaggiando nelle linee del campo elettromagnetico terrestre."

"Hai cavalcato il grande flusso eh?"

"Sei stata una viaggiatrice anche tu?"

"No. Avevo un amico, quando frequentavo le scuole dell'obbligo: uno svitato di nome Gagik; era un vero fenomeno con i computer e vinse una borsa di studio per entrare in un'accademia finanziata da una grossa corporazione. Seppi che morì per eccesso di permanenza in rete."

"Blocco neurale da sovraccarico di dati? La famosa Morte viola. Rara ma estramemente cruenta. In un certo senso è una fortuna che abbia smesso di respirare, so che i pochissimi che ne sono riusciti a venire fuori erano ridotti a zombie."

"Credi davvero che Gabe non ci ricascherebbe?"

"Lo conosco bene. Dico di no."

"Magari per colpa, che ne so, dello stress..."

"Avete avuto dei problemi ultimamente?"

"Si" rispose imbarazzata.

"Se vuoi parlarmene..."

"Ecco... è una sciocchezza. Sai, le solite cose tra fidanzati... è solo che... insomma io sono diventat che... insomma io sono diventatso dell'Uomo Ragno... dice che mi ha fatta allontanare da lui, che penso solo a lui che ho occhi solo per lui..."

"Ed è così?"

Casey sentì un groppo alla gola ma riuscì ugualmente a rispondere:

"Si. Non fraintendermi: io voglio davvero bene a Gabe; è impossibile non volerliene, non credi? E' così altruista, così testardo, così imprevedibile! Quando sono con lui mi diverto davvero e sto bene, mi sento a mio agio... abbiamo un bell'affiatamento e abbiamo anche raggiunto un grado di intimità che non ho mai avuto con altre persone... ma vedi, per me l'Uomo Ragno è la personificazione di un sogno che ho sempre perseguito sin da piccola: lui lotta con tutto sé stesso contro un sistema iniquo e ingiusto, rischiando in prima persona, non tirandosi mai indietro quando c'è bisogno di lui; capisci quello che voglio dire?"

"E' comprensibile. Non posso dire di condividere quello che mi stai dicendo ma... Casey, sei sicura di essere innamorata di mio fratello? Mi rendo conto che è una domanda che non avrei il diritto di farti ma credo che dovresti portela tu e decidere che cos'è più importante: sei una brava ragazza, di questo ne sono certo, ma è bene che tu faccia chiarezza sulla natura dei tuoi sentimenti per lui e per... l'Uomo Ragno. Gabriel ha molto sofferto in vita sua e..."

"Non dire altro. E' buffo: credevo fossi un insensibile figlio di puttana ed invece..."

"Lo sono per davvero Casey, spiacente di deluderti. Sono fatto così, è la mia natura. Ma voglio bene a mio fratello e anche questa è la mia natura e anche se non sarò mai come lui, o te o... l'Uomo Ragno, non è detto che in un certo senso vi ammiri. Spero solo che non riferirai a nessuno di questa conversazione, ho una reputazione di uomo di ghiaccio da difendere."

Casey gli si avvicinò sorridendo e gli mise una mano sulla spalla:

"Tranquillo mr. So mantenere i segreti! Facciamo un patto: ci teniamo in contatto e ci aggiorniamo se sappiamo qualcosa di Gabri, ok?"

"Ok!"

"Ora me ne torno a Downtown... questi quartieri alti da ricconi snob mi hanno nauseato abbastanza per oggi!"

 

Rimase di nuovo da solo, guardando lo schermo spento di un unità di elaborazione immagini usata da Gabriel per il suo lavoro.

Pensava davvero che Casey fosse una brava ragazza, anche se non andavano molto daccordo.

Era curioso che la gente avesse un idea così distorta di lui quando indossava quel costume, ma la vita era davvero bizzarra e imprevedibile.

Si augurò con tutto il cuore che lei ci ripensasse e capisse che l'Uomo Ragno era solo un tizio in costume e che l'uomo della sua vita era Gabriel: trovava insopportabile che per la seconda volta la donna di suo fratello si innamorasse di lui.

 

 

 

 

 

 

 

Downtown, la grande e vasta area che un tempo era stata la prima New York City, ora completamente coperta da un complesso insieme di settori abitativi, torri, ponti sospesi e giardini che costituiscono la nuova città. Grosso modo dalle parti di Prospect Park, Brooklin: ore 2.00 a.m.

 

 

Casey aveva indovinato: anche lui coltivava il segreto timore che Gabriel ci fosse ricascato e si trovasse da qualche parte, connesso alla rete, completamente alla mercee di chiunque gli si fosse avvicinato con cattive intenzioni; magari era tutto iniziato andando ad un party, qualche idiota gli propone di farsi un giretto con l'ultimo grido in fatto di connessioni rapide, e lui non riesce a resistere calandosi di nuovo in quel mondo fittizio; ecco cosa stava pensando Miguel O'Hora mentre sfrecciava tra i vecchi edifici della città vecchia, vestito con il suo aderente costume in t.a.m.i.°.

Sapeva che da quelle parti c'era un ritrovo molto in voga tra i virtuanauti della città e che veniva usato come punto di riferimento reale per tutti gli appassionati della navigazione. Vi si poteva trovare un alloggio, attrezzatura per connettersi, un pasto caldo, donne e anche qualche droga per acellerare l'attività neurale.

Sopra di lui un cielo d'acciaio, costituito dalla piastre corazzate che proteggevano la città nuova da quello che era ormai un covo di emarginati; dai marciapiedi e dalle strade si alzava una leggera nebbiolina color ruggine e ogni tanto captava il guizzo di qualche curioso animali che cercava prede tra le vecchie abitazioni, aggirandosi per quel paesaggio desolato e spettrale.

Era terribilmente preoccupato: per suo fratello, per la sua storia con Casey, per la prospettiva che fosse di nuovo caduto nel gorgo della dipendenza, per sua madre che sembrava essere sparita di nuovo, per la sua Dana, per la macchinazioni di Stone, per la storia degli Aesir, per...; sapeva che tra quelle preoccupazioni c'era anche Xina. Non riusciva a togliersela dalla testa e si disse che era un vero stupido e un grande ipocrita: aveva predicato così bene con la donna di Gabe ma lui stesso ultimamente non si era comportato di certo meglio con Dana; almeno lei aveva avuto il coraggio di ammettere i suoi dubbi.

"Allora ragazza," disse nella sua mente" che te ne pare? Come vedi anche il tuo eroe mente agli altri e a sé stesso, proprio come fanno tutti i comuni mortali! Altro che nunzio di Thor..."

Si accorse quasi all'ultimo istante dell'ombra che era scivolata rapidissima, proiettata su quello che rimaneva di un tetto di una bassa abitazione, e non potendo evitarla, riuscì solo a ruotare su se stesso, assecondando il colpo, evitando di offrirgli alcuna resistenza.

Senti lo stomaco comprimersi con violenza e gli addominali schiacciarsi contro di esso, mentre l'aria usciva dai polmoni e gli occhi gli si riempivano di lacrime. Afferrò qualcosa di metallico e duro, cercando di dilaniarlo con gli artigli delle dita ma non fece in tempo:

qualche secondo dopo fu lanciato con forza contro un lucernaio che miracolosamente era rimasto intatto per tutti quegli anni, almeno fino a quel momento. Anche se le schegge di vetro non riuscirono a penetrare il tessuto, gli fecere ugualmente male e avvertì con chiarezza il metallo dell'intelaiatura che si piegava e veniva divelto dal soffitto. Si girò di nuovo e riuscì ad atterrare sulle mani e rimettersi quasi subito in piedi.

Alzò lo sguardo in cielo e lo vide che sghignazzava crudele e beffardo, fissandolo con occhi chi bruciavano di una vivida luce rossa, i denti ingialliti e dai canini e dagli incisivi acuminati che erano coperti da un sottile velo di saliva e sangue, i baffi sporchi solo dio di che cosa, quei lineamenti marcati e vagamente animaleschi:

l'Avvoltoio era tornato.

 

 

In realtà era lui ad essere tornato nella sua tana e si dette del cretino per non averci pensato prima.

"Sono davvero felice di rivederti! Pensa un po': era qualche giorno che evitavo di uscire per via di quella spiacevole storia dei falsi dei e quando decido che è ora di fare quattro passi tanto per sgranchire un po' le ali chi ti ritrovo? Il mio ragazzo preferito! Sapessi quanto ti ho pensato in questo periodo mio caro! Si, si! Proprio tanto e mi chiedevo che fine avessi fatto, che cosa stessi combinando! Ho sentito parecchie voci girare sul tuo conto e so che di sopra ti sei dato parecchio da fare! Dicono che te la sei vista con quegli Aesir finti  e che gliele hai suonate! Non sai quanto sia fiero di te, fratello mio!"

"Io non sono tuo fratello!" urlò rabbioso e in preda al disappunto l'Uomo Ragno" Non abbiamo niente in comune io e te! Sei solo un pazzo dedito al cannibalismo e alla persecuzione dei più deboli!"

Correva lungo le strade, cambiando improvvisamente verso di marcia e direzione, allo scopo di disorientarlo mentre attendeva il momento giusto per attaccarlo. Quello non sembrava essersene avveduto e rispose alla sua provocazione:

"Ahimè! Vedo che ancora ti rifiuti di capire la verità! E' solo selezione naturale, non crudeltà! E' madre Gea che mi ha fatto così e anche tu sei uguale a me: sei un predatore!"

"Madre Gea un corno! E' stata qualche azienda a farti diventare come sei ora: lo dissi tu stesso al nostro primo incontro! Sei solo il tentativo fallito di creare un pirata aziendale volante, vero?"

"Fallito? FALLITO!?!?!!?!?!?!!" L'ira deformò il volto dell'avvoltoio che gli gridò sbavando" E tu osi chiamare me un fallimento!?! PAZZO!!! GUARDAMI!!!! SONO QUI CHE DOMINO I CIELI E CHE RIESCO A METTERE IN DIFFICOLTà PERSINO UN ESSERE DELLA TUA FORZA!!! E TU DICI CHE IO SONO UN FALLIMENTO!!! Ah! Ecco cosa rispondo alle tue parole cariche di tracotanza! Anche i miei creatori lo dissero: osarono dire che ero un fallimento! Ma ora non ridono più di me! Non dicono più che sono un errore! Non possono più farlo perché li ho ricacati da tempo! Avessi visto le loro facce mentre li affettavo uno alla volta! Gridavano e correvano, chiedendo aiuto oppure invocando la mia pietà! Sembra proprio che mi abbiano terribilmente sottovalutato eh? Non vorrai farlo anche tu?"

Approfittò di quel momento per tentare di prenderlo alla sprovvista e saltò, agganciando un tetto con un filo di ragnatela: si dette un forte slancio verso l'alto mentre filava per allungare la tela e aumentare la parabola ascendente e quando si trovo praticamente sopra l'Avvoltoio, si sganciò, piombandogli sulla schiena.

Quello urlò ed aumentò la velocità, spinto da qualche invisibile campo propulsivo: lo scienziato che era nell'Uomo Ragno sospettava si tratasse di qualche sistema ad impulsi magnetici; in accademia aveva letto un file su qualcosa del genere, un apparecchio risalente all'epoca eroica ed ora perso; cominciarono a salire rapidamente verso l'alto, ad una velocità approsimativa di 500 km/h, e temette che quel pazzo volesse schiantarsi con lui contro le piastre corazzate.

Cominciò a bersagliarlo sulla testa ma l'elmetto che indossava sembrava incredibilmente resistente e poi capì:

uno smorzatore inerziale!

L'Avvoltoio sorrideva sardonico e, all'ultimo istante, invertì la sua traiettoria, e cominciò a cadere in picchiata, ruotando su sé stesso così rapidamente che alla fine gli artigli digitali dell'Uomo Ragno persero la loro presa e per qualche istante si trovò a volare da solo, in caduta libera verso l'asfalto.

Ma la sua resistenza e la rapidità di reazione erano diverse volte superiori a quelle che erano state quando era un semplice essere umano: agganciò il nemico con una ragnatela e poi lo tirò di scatto verso di sé, senza dargli il tempo di poter fare nulla; gli fece rapidamente passare il filo grigio nella bocca, imbrigliandolo e lo costrinse a virare di nuovo e riprendere quota.

Tirò con forza e per poco non gli ruppe il collo.

L'Avvoltoio si girò all'improvviso, facendo ritrovare il Ragno a testa in giù e questi si aggrappò a lui per evitare di prendere la guglia di una vecchia chiesa cattolica. Purtroppo il suo avversario si mise rasente al tetto e la schiena di Mig grattò via parecchie tegole rosse che caddero con grande fragore in strada che nel frattempo si era animata di alcuni senza fissa dimora attirati dalle urla e dai rumori e ansiosi di vedere come sarebbe terminato quello scontro.

Cacciò un urlo quando s'avvide che uno di quei poveracci era stato colpito alla testa da una delle tegole e che giaceva in terra, riverso in una pozza di sangue.

Aveva percepito tutto come se fosse accaduto al rallentatore ma non aveva potuto far niente per impedirne la morte.

"Hai visto?! Che bello spettacolo vero? Magari dopo ne potremmo approfittare per fare uno spuntino! Io ho fame e tu?!"

lo canzonò il bieco signore dei sotto cieli.

"Bestia!!!" riuscì solo ad urlare quello, incollerito com'era per la totale insensibilità di quella cosa per la vita umana.

Stavolta fu lui a far passare un brutto quarto d'ora all'altro, colpendolo con un doppio calcio alla schiena e mandandolo a frantumarsi contro una caserma dei pompieri da tempo abbandonata a sé stessa

Si levò un gran polverone mentre lui si allontanava, sfruttando il mantello a particelle repulsive che aveva attaccato sulla schiena per riuscire a planare.

Stavolta non gli sfuggì il movimente del suo avversario, che nonostante il nuvolone che si era alzato, gli risultava chiaro grazie alla sua peculiare vista e non si lasciò prendere di sorpresa.

Era spuntato fuori dal fumo, proiettato contro di lui quasi fosse un proiettile vivente, le ali ripiegate per favorire al massimo l'aereo dinamica. Attese fino all'ultimo momento, confidando nella sua rapidità e nella sua forza sovrumane e poi eseguì una giravolta in aria, evitando gli artigli che tuttavia riuscirono a lacerare il mantello e assestandoglio un colpo di gomito sulla schiana, costringendolo per la seconda volta ad un atterraggio forzato.

 

 

 

Aveva trovato rifugio in una palazzina risalente ai primi anni dello scorso secolo, cercando di non pensare al bruciore che avvertiva sulla schiena. Sapeva che si erano aperti degli squarci e che solo il tessuto a molecole instabili premuto contro di essi gli impediva di morire dissanguato. Maledisse quel mostro e si chiese se fosse ancora vivo oppure no... sapeva che non sarebbe certo stato semplice liberarsene ma era pronto a tutto.

 

 

*Computer Domestico o anche I.A.C. (Intelligenza Artificiale Casalinga.)

** Proiettore a Gas Plasmatico (a basso livello energetico) 3D. Roba che si trova solo nelle case dei ricconi o di pezzi grossi di mega corporazioni tipo il nostro O'Hara. N.d.Y.

***: Virtua Show: ovvero spettacoli trasmessi nella rete e fruibili anche mediante normali proiettori 3d da chi non è molto contento di immergersi in territori più famigliari a personaggi come Duke Stratosphere. ( Chi lo ricorda o lo conosce? Quiz di Y.)

**** Per chi non fosse addentrato nei misteri dell'anno 2099 e sopratutto nella storia dell'epigono futuro del ragnetto:

il rapture è una potentissima droga sintetica che agisce direttamente sul d.n.a., creando una dipendenza a livello genetico dalla quale solitamente non si può uscire. Miguel fu indotto a berne un po' con l'inganno dal suo perfido principale al quale aveva palesato l'intenzione di abbandonare l'azienda a seguito di un esperimento da lui condotto che aveva ucciso una cavia umana.

Per liberarsi della dipendenza mediante la quale il superiroe contava di poterlo manipolare, si sottopose a quello stesso esperimento, entrando in una macchina capace di inserire nel d.n.a. dei nuovi geni, inventata da lui stesso.

Contava di sostituire i geni danneggiati dal Rapture con alcuni appartenenti a suoi stessi campioni, prelevati in precedenza per testare l'apparecchio ma, proprio durante il tentativo clandestino, un suo sottoposto invidioso, scoperto quello che stava facendo, sabotò la macchina che inserì i geni di un ragno trasformandolo... ta dà! Devo andare oltre?

*****: Ba.Ca.En.: Letteralmente Basso Campo Energetico,materiale ai polimeri  che di viene usato principalmente come rivestimento, dotato di una certa carica elettrica che respinge le particelle di polvere. Nel 2099 le apparecchiature delicate ne sono ricoperte ma qualcuno, che se lo può permettere, ci tappezza tutta casa.

******: permanenza prolungata nella realtà virtuale a cui si è collegati mediante una speciale interfaccia neurale.

°: tessuto a molecole instabili. Nel futuro di Mig, molta della super tecnologia della così detta era eroica è andata perduta in seguito ad un misterioso evento. Tuttavia, questo evidentamente non è valso per il famoso tessuto a molecole instabili brevettato da Reed Richards, il grande genio inventore capo dei Fantastici Quattro. Parrebbe che, pur essendo appannaggio di pochi privilegiati per via dei suo altissimi costi, il vecchio t.a.m.i. sia ancora conosciuto e prodotto. Il nostro, si fece fare un costume per la festa dei morti in Messico, realizzato proprio con questo tipo di tecnologia, utilizzandolo poi per le sue imprese da Uomo Ragno.