MARVELIT presenta:

 N.F.4 

di Yuri N. A. Lucia

  

Verso le Stelle.

 

 

Peter sembrava non riuscire a distogliere gli occhi dalla pozza di sangue ove giaceva una delle persone che aveva più amato durante tutta la sua vita.

Era lei che lo aveva cresciuto come un figlio anche se non era sangue del suo sangue.

Era lei che si era sacrificata con dedizioni totale quando l’uomo che aveva amato, Ben Parker, morì e si trovò a dover crescere da sola un ragazzo.

Era lei che gli fu vicino quando Mary Jane, sua moglie, non potendo sostenere la vita che aveva scelto per se, lo lasciò spezzandogli il cuore.

Era lei che nonostante lo shock si fece forza ed accettò quella che era la sua doppia natura: Uomo e Spiderman; rimanendogli sempre a fianco, ogni momento importante della sua vita solo per rimanere in disparte quando lui doveva andare a salvare il mondo o semplicemente doveva lasciare che anche l’altro uscisse perché reclamava il suo diritto ad esistere.

Peter Parker ne aveva sopportate davvero tante…

Questa non ci era riuscito invece.

La sua mente era lacerata, il cuore era stato mutilato, l’anima bruciata…

Logan in un moto di rabbia sfoderò rabbiosamente gli artigli.

Ma con  suo stupore quello che considerava ormai da anni il suo compagno di squadra e leader nelle missioni alzò un braccio e con un gesto gli sbarrò la strada.

“Rinfodera gli artigli.”

Esitò alcuni attimi

“Logan, per dio, rinfodera gli artigli…”

Lo disse con tono freddo e calmo… parlando lentamente.

Lo skrull Rjanor continuava a tenere lo svenuto e ferito Franklin sospeso a poca distanza dal pavimento e guardava con fermezza il capo dei suoi avversari.

Quando quell’idiota umano aveva sparato alla donna che si era precipitata disperata verso il ragazzo per verificare che stesse bene sapeva che le cose si sarebbero terribilmente complicate.

Non aveva fatto in tempo a salvarla, ma aveva comunque fatto fuori il responsabile della sua morte.

Prima era sicuro che avrebbe potuto trattare tranquillamente la propria ritirata ma ora… ora tutto era più complicato. Uccidere uno degli ostaggi non era nei piani e da quello che aveva intuito, oltre al ragazzo anche quella persona doveva essere particolarmente cara al capo dei N.F.4.

Il corpo non mandava segnali che permettessero di capire cosa si accingeva a fare. Al contrario… non mandava nessun segnale ed era proprio quell’assenza a preoccuparlo.

Avrebbe benissimo potuto cedere alla disperazione e alla rabbia e ordinare immediatamente l’attacco cercando di liberare con la forza il ragazzo.

Era sicuro che gli altri sul momento l’avrebbero seguito istintivamente.

Non era quello che aveva previsto.

Poi il ragno parlò

“Lascia Franklin.”

“No. Siamo venuti qui per lui e tu devi averlo già capito, vero? Da quello che so di te non sei uno stupido.”

“Cosa volete fargli?”

“Non ti riguarda. Comunque se non ci impedisci di andare risparmierò gli altri ostaggi… o preferisci vedergli fare la sua fine…”

indicò di nuovo la pozza insanguinata in cui giaceva…

NO! Penso con ferocia

“Non guardare ora! Non guardare ora!”

Il Ragno stava escludendo piano piano Peter perché sapeva che nelle sue condizione non poteva farci affidamento. Forse era impazzito definitivamente. Doveva pensarci lui.

Aveva un nemico di fronte e quello aveva qualcosa che per lui era preziosa.

Qualcosa di ancora vivo. Doveva rimanere così e doveva riappropriarsene.

Cercare di prenderlo ora era rischioso.

Toccò il comando del comgine sull’avambraccio

“Alla Fantastic Force e alla Fantastic Guard: attenzione,tra poco usciranno da Base 4 un gruppo di soldati Hydra capeggiati da uno Skrull. Non cercate in alcun modo di fermarli.”

Ghost esclamò

<Cosa stai dicendo!? Non possiamo lasciarli andare così non dopo....>

“Non dire nulla ragazzo…”

Era stato Bruce a parlare. Teneva lo sguardo fisso sullo Skrull evitando di guardare sia Alicia che May. Dan volse lo sguardo a Logan che teneva le mani distese lungo i fianchi in una  posa che tradiva frustrazione per quella situazione sulla quale sembravano non avere nessun controllo.

Sembrava di vivere in un incubo.

May… zia May era a terra… riversa nel suo stesso sangue… sembrava un fuscello spezzato ora e i suoi lineamenti erano nascosti… i lineamenti di un volto che sorrideva mentre chiacchierava con sua madre o che fingeva disappunto mentre lo rimproverava perché un giovanotto come lui avrebbe dovuto trovarsi una brava ragazza invece di gironzolare per la città in moto.

Senza accorgersene strinse il pugno che tremava per la rabbia.

Avrebbe voluto scagliarsi contro i suoi assassini… colpirli vomitandogli addosso tutta la furia che ora lo riempiva. Squartando e tagliando, non dispensando punizioni riabilitatrici… solo vendetta… vendetta selvaggia e feroce. Ma c’era sua madre li in mezzo… se avesse…

Ed improvvisamente capì quale dramma stava vivendo Peter…

Per lui era come un fratello maggiore. Una  guida che non aveva mai avuto paura di quello che lui era divenuto perché il fato lo aveva scelto anni prima chiamandolo ad un destino simile.

Apri il pugno e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi.

“Molto saggio ragno… hai la mia parola che nessuno degli ostaggi riceverà danno. Li lasceremo non appena avremo superato il varco del teletrasporto.”

“Lasciateli passare… non fate nulla…”

Si fecero da parte e quelli passarono a pochi metri da loro puntando le armi sulle nuche e le tempie dei prigionieri. Franklin era ancora incosciente ma respirava… stava bene e questo era l’importante…

 

Jen aveva capito subito cosa stava succedendo e, anche se tra le proteste degli altri, aveva ordinato di non far assolutamente nulla. Solo Sandman aveva capito e si era limitato ad imprecare tra i denti.

Harry non sapeva cosa era successo dentro… non poteva immaginare… ma quando dall’altro vide che tra i prigionieri non c’era zia May senti una morsa che gli stritolò il cuore e un orribile sospetto si  insinuò nella sua mente. Mormorò incredulo tra se

“Oddio no! Peter no… non può essere… fa che non sia così”

 

MacGregor avrebbe voluto poter fare qualcosa… qualsiasi cosa… ma non era possibile farlo.

Sapeva che non si poteva rischiare la vita degli ostaggi. Non avevano avuto il tempo di piazzare neanche dei cecchini e un azione improvvisa avrebbe potuto compromettere la vita di tutti.

L’elmetto del capitano nascondeva il suo sgomento nel vedere i volti gelidi di Logan e Bruce che uscivano da Base 4 dietro a Spiderman che era affiancato da Ghost. Sul volto di quest’ultimo avrebbe giurato di vedere un espressione di amara rabbia se non avesse saputo che era impossibile.

 

Tutto avvenne come stabilito. Gli uomini dell’Hydra superstiti (pochi) si ritirarono seguendo ordinatamente Rjanor e quando tutti furono passati gli ostaggi vennero rilasciati dietro la parola che nessuno avrebbe cercato di catturare i soldati che erano rimasti a puntargli le armi contro.

Il campo teleportante si spense e vennero fatti allontanare prontamente tutti appena poco prima che il proiettore esplodesse.

 

Quando arrivarono gli Avengers e gli X-Men era tutto terminato.

Cap era sconvolto. Sembrava un campo di guerra… ovunque morti o feriti orridamente smembrati o sfigurati che giacevano in terra. Alcuni con le carni fuse o cotte, altri con pezzi di ossa che avevano lacerato la pelle venendo a contatto con l’aria.

Ordinò a Visione di procedere a portare aiuto alle unità di soccorso che stavano sgombrando le macerie e recuperando chi era ancora recuperabile.

Si diresse verso Base 4 e superata la soglia trovò Logan che stava seduto in terra con la schiena poggiata al muro che teneva le braccia sulle ginocchia e lo sguardo puntato verso l’alto

“Logan…”

“Hanno preso Frank, Cap…erano qui per lui… erano ben organizzati… sapevano tutto… stiamo cercando di capire se si tratta di una talpa interna o di un informatore che è a conoscenza di  particolari molto personali inerenti le nostre vite… lui comunque è la dentro… se fossi in te non andrei ora…”

Cap America si limitò a rispondere con un cenno e si diresse ugualmente dove in quel momento era il leader dei N.F.4 doveva parlargli urgentemente e chiarire molte cose. L’uso della forza su quella scala non poteva rimanere sotto silenzio. Erano morti molti civili a causa dell’attacco dell’Hydra e presto i media si sarebbero gettati su quella storia come avvoltoi e non  avrebbero di certo trattato con i guanti da velluto neanche loro.

Jen si stringeva a se stessa mentre le lacrime rigavano il suo volto stravolto dal dolore e i tremiti sconvolgevano le sue forme aggraziate e possenti… per un po’ non capì ma poi guardò alle sue spalle e tutto gli fu drammaticamente chiaro.

 

La sua testa era poggiata sulle ginocchia e carezzava le bianche ciocche intrise di sangue con amorevole cura e dedizione. La teneva come se fosse la cosa più preziosa dell’intero universo. Il costume era coperto dello stesso fluido, segno che l’aveva più volte e ripetutamente abbracciata.

Peter Parker era di nuovo fuori perché alla fine il dolore era stato troppo grande per venire ricacciato dentro. Le parlava sotto voce sussurrando parole amorevoli e tenere mentre rivangava con struggente dolcezza il passato, fatto in quel momento solo di bei ricordi per la sua mente spezzata.

Gli si fece d’appresso silenziosamente avendo capito cosa era successo… non disse nulla per diverso tempo.

Accortosi della sua presenza il Ragno venne di nuovo fuori e cominciò a parlargli mentre Peter era intento a togliere con le mani il sangue dal viso di zia May.

“La squadra scientifica sarà qui presto. Con gli analizzatori di riconfigurazione quantica riusciremo ad effettuare una scansione che ci dirà con buona approssimazione dove sono finiti i nostri assalitori.”

“Spiderman io…”

“Cosa devi dirmi?”

Steve guardò con stupore l’uomo che stava li chino davanti a lui… quei gesti così… infantili come di chi non accetta… non vuole accettare… così carichi di umanità e di dolore… e di amore… e quella voce… così fredda… innaturalmente posata come se non fosse successo nulla. Come se a parlare fosse qualcuno di diverso dall’uomo martoriato dal dolore sotto la maschera… come se fosse la maschera stessa… no… come se qualcosa che viveva nello stesso corpo di chi copriva la stesse animando.

“Mi dispiace. Se fossimo riusciti a venire prima…”

“Non è colpa vostra. Avevate la vostra missione. Piuttosto in questa faccenda probabilmente sono implicati gli skrull e questo vuol dire una violazione al trattato di Minaggas di due anni fa. Inoltre vista la natura di Franklin il suo recupero deve essere considerata priorità planetaria. Se in qualche modo dovessero aver accesso ai suoi poteri…”

nessuna emozione trapelava dalle sue parole.

Niente.

Steve si chiese se fosse ancora affidabile il leader dei New Fantastic Four.

 

Johna Jameson non era mai stato un tipo paziente in vita sua ma ora lo era men che mai… voleva l’occasione di prendersi la rivincita che sognava da 5 anni a quella parte… quando venne umiliato pubblicamente da quell’oscena mostruosità che per anni aveva coraggiosamente combattuto e che ora il mondo sembrava adorare come un..un..un eroe.

Ma era un assassino, un criminale, un macellaio ecco cos’era lui e tutte le bestemmie viventi alla natura che erano i suoi compagni e chi non se ne rendeva conto era un pazzo o peggio… lui stesso un nemico dell’umanità. Ora però le cose erano diverse. C’erano le prove…

“fotografa!”

“ma signore io non so se…”

“fotografa! Lurido bastardo fotografa o giurò che ti rovino a vita!”

ma perché doveva essere l’unico uomo assennato del pianeta? Perché nessuno era alla sua altezza?

Non capivano quale occasione per la sua gloriosa crociata quella?

Il povero giovane Marcell LeBon tremava cercando di reprimere la paura e i conati di vomito mentre la sua macchina spiava con spietata freddezza la morte di tutti quegli innocenti, concentrandosi momentaneamente su uno dei tanti crani aperti che stavano su quella strada… un cranio che aveva contenuto sogni, speranze, aspirazioni, progetti, milioni e milioni di possibilità e che ora conteneva solo materia organica morta… avrà avuto neanche 9anni.

Meravigliosi boccoli biondi sporchi di materia grigia e sangue… schegge d’osso ovunque.

La macchina gli cadde dalle mani quando incontrò uno sguardo che non vedeva più niente… quegli occhi azzurri, belli ed innocenti che avrebbero dovuto contemplare una vita piena di meravigliose possibilità ed ora erano fissi sull’oblio… vomitò e urlo mentre piangeva.

“Figlio di puttana! Hai chiuso con me!!! Hai capito!!!? Chiuso, chiusochiusooo!!!!”

Come quel traditore di Parker che era andato a lavorare per il nemico… lurido piccolo verme.

Lo aveva tradito lui che lo aveva preso quando nessuno l’avrebbe voluto nel proprio giornale neanche per pulire i cessi. Invece lui ne aveva fatto un fotografo di successo che aveva anche pubblicato un libro. E lui cosa fa?  Va a fare il ricercatore no… va a fare uno dei tanti pilastri che stanno sotto il trono che sorregge il mostro.

Prese la macchina fotografica e comincio a scattare febbrilmente.

Si avvicinò quasi correndo vicino al corpicino straziato da decine di ferite.

Quasi calpestò l’amorevole mamma che prima di morire dissanguata si era protesa verso la sua unica ragione di vita che l’aveva preceduta nel viaggio verso l’oltretomba.

Una mano lo afferrò al polso.

Cacciò un urlo per la sorpresa e il dolore.

“Cosa cazzo????!”

“Smettila immediatamente sciacallo di merda! Ma non ti vergogni? Non hai un briciolo di umanità?”

“Tu non sai chi sono io! Io sono un giornalista! Sono il proprietario del Bugle capito? Ho il dovere di raccontare alla gente cosa è accaduto qui! Che mostri sono quelli che chiamano protettori!”

“Non me ne frega un cazzo di chi sei!  Capito? Tu non fotografi più questa povera bambina e basta! Mostri? Guardati allo specchio sacco di spazzatura.”

“Io ti faccio causa lurido figlio di puttana hai capito??!!!  Io…”

“tu non sai cosa ti faccio io se non te ne vai bastardo. Sono un poliziotto e se mi fai girare i coglioni ti pesto e poi dirò che hai cercato di aggredirmi per primo e che mi sono solo difeso. Allora pezzo di merda che mi dici ora? Fuori dai coglioni prima che ti pesti comunque!”

Johna si allontanò a malincuore. Non era il momento di perdersi in chiacchiere con un essere inferiore come quello. Aveva una missione sacra da compiere e tanta disperazione e morte da catturare con la sua macchinetta magica.

 

 

L’ambasciatore Skrull Madakko si era sempre considerato un soldato fedele e, se non coraggioso, comunque non certo facile da impressionare. Ma trovarsi faccia a faccia con quel gigante capace di traversare un muro d’acciaio di 1 metro come se fosse stato di carta velina non era certo qualcosa di fronte alla quale si poteva rimanere impassibili.

Fu interrogato di fronte ai rappresentanti dell’O.N.U. da lui e dall’uomo chiamato Cap America per ore prima che fosse accertata, anche mediante altre indagini l’estraneità alla faccenda dell’Impero Skrull. Rjanor, o come si faceva chiamare, da quello che era stato stabilito in base i racconti dei N.F.F. doveva essere un Nitrusiano. Nitrus era una colonia Skrull molto vecchia e molto al di fuori dei confini dell’impero e della sua influenza. Di fatto aveva dichiarato totale indipendenza diversi secoli prima e ridotto i rapporti diplomatici al minimo, vale dire quasi zero. Per un motivo o per un altro non si era mai avuto interesse a riprendere sotto la propria egemonia quel piccolo mondo periferico. Ora molti se ne erano pentiti… mettersi contro un pianeta che vantava la presenza di così tante creature dotate di poteri a dir poco straordinari, che custodiva armi terribili come la barra di controllo cosmico e il nullificatore assoluto e che vantava l’alleanza con gli Shi’ar e i Kree non era una cosa buona…

Tuttavia Spiderman stesso rifiutò la sua proposta di supporto per una  missione di recupero del figlio di Reed Richards e Susan Storm.

 

“No Jennifer. Nessuna pressione inter stellare e neanche battaglia su larga scala. Non ci restituiranno Franklin, è troppo prezioso per loro anche se ignoro il motivo. Hanno rischiato troppo per ridarcelo così e non voglio causare la morte di altri dopo quello che è successo.”

“Allora lascia che veniamo con te, Spiderman.”

Scarlet Spider era concitato nel parlare perché più di tutti capiva cosa stava succedendo nella mente del suo gemello genetico. Quando aveva saputo di zia May e di Frank la sua stessa mente aveva vacillato, ma lui non aveva visto… se fosse stato presente anche lui sapeva cosa sarebbe accaduto.

“No ScarletSpider… il commando sarà composto solo da noi N.F.F. da Cap, Thor, Iron Man e Jennifer. Voglio che i Fantastic Four Europe e la Fantastic Force rimangano sulla Terra. Ci darete supporto solo se richiesto. Stando a quello che ci ha detto Madakko, la tecnologia dei nitrusiani riguardante i viaggi interstellari è arretrata rispetto a quella bellica. La loro nave più veloce ci metterà comunque 1 settimana a raggiungere il loro pianeta. Noi useremo la nave Tonkar messaci a disposizione degli Shi‘ar. Non sappiamo esattamente quale rotta seguiranno ma possiamo stabilirne una di intercettazione con un’ottima approssimazione.

Li prenderemo proprio nei pressi del loro sistema solare. Ci sono domande?”

 

“Ben… mi dispiace non averti salutato prima io…”

“Non dire nulla… capisco la situazione Jenny…”

“Mi dispiace… dio… deve essere un inferno anche per te oddio Ben…”

si abbracciarono in silenzio e anche Ben pianse per qualche minuto.

Si fece forza e le parlò

“Jenny ascolta io volevo rivolgermi a te perché… sarò sincero, ho visto e sentito Peter… te ne sarai accorta anche tu… non si è mai tolto la maschera anche quando eravamo tra noi… da quanto non si toglie il costume?”

Il suo silenzio fu eloquente.

“Lo immaginavo. Sembra calmo e perfettamente padrone di se ed è questo il punto… sappiamo tutte e due che non è così… è successo qualcosa Jen… dentro di lui… ed è perfettamente normale Dio! Anche per me è… non riesco ad accettarlo ma lui… sta nascondendo tutto dietro la maschera… Jen… sei sicura che sia un bene lasciargli guidare questa missione? Tu sei il capo di Fantastic Force… e sei un membro di riserva autorevole dei N.F.F. e sei sua moglie! Potresti provare a dissuaderlo o parlare con gli altri.”

“Non posso Ben. So quello che vuoi dire e hai ragione… è tutto vero quello che dici. Ma come reagirebbe se cercassi adesso di togliergli il comando impedendogli di salvare Frank? Partirebbe lo stesso in un modo o nell’altro… tu lo conosci… non è semplice fermarlo. Se invece facciamo come dice lui potrò essergli vicino e aiutarlo nel caso che… crollasse.”

Ben chiuse per un attimo gli occhi e si chiese perché questo era dovuto succedere proprio a loro.

 

 

Johna stava saltellando felice mentre leggeva nella sua bella casa il numero speciale sul Bugle intitolato “il massacro degli eroi!”

Rideva felice come un bambino come non gli succedeva da anni.

Che bello e poi c’era stato quel colpo. Scoprire che uno dei morti alla Base 4 era May Parker, parente di uno dei ricercatori più in vista della Richard-Storm, il moloch che sosteneva i quattro nemici giurati dell’umanità.

“Mettono a repentaglio persine le vite di coloro i quali sono loro fedeli sostenitori!”

aveva titolato

Era felice. Ma la felicità non dura mai in eterno.

Venne afferrato alle spalle con forza e il suo viso incontrò la parete.

“Ciao Johna come va?”

Era lui!

“Tu mostruoso…”

“Zitto Johna… zitto. Hai superato proprio la misura stavolta lo sai? Sai che c’è lurido sacco di lerciume? Puoi anche ballare felice ora ma cosa accadrà domani? Johna per poco non ti mandavamo dentro per diffamazione e ti sei salvato solo per nostra bontà e tu cosa fai? Riprendi a giocare sporco? Proprio non riesci a evitare di essere carogna?”

“Per colpa vostra ho perso mia moglie e mio figlio capisci???? Mi avete distrutto professionalmente!

Il giornale è quasi chiuso quando voi mostri…”

“Noi mostri? Mi fai ridere Johna… noi mostri ti abbiamo salvato il culo più di una volta e non è colpa nostra se tu non sei stato in grado di  tenere in piedi la tua famiglia. Ora ti dico cosa succederà… noi metteremo di nuovo in campo il nostro ufficio legale Jameson e faremo appello ad ogni amico influente, senatori degli Stati Uniti e capi di stato compresi, ad ogni briciolo di credito che abbiamo presso la gente per ridurti al silenzio. Già oggi 30 giornali diversi, solo qui negli states, ti hanno attaccato per aver riportato cose non vere! La versione ufficiale del governo è che si è trattato di un attentato di cui il bersaglio eravamo proprio noi e non un massacro provocato dalla nostra irresponsabilità come hai detto tu. Così noi saremo ancora gli idoli delle folle… anzi… saremo anche dei poveri martiri che hanno pagato in prima persona il loro impegno nella lotta contro il male, mentre tu sarai un lurido diffamatore, vigliacco e viscido che poi è quello che sei realmente. Dammi retta Jameson… fatti furbo… cambia modo di fare.”

La sua faccia era dolorante  e piangeva mentre era li sdraiato sul pavimento.

Avrebbe lasciato stare tutto… perché sapeva che loro avevano vinto… vincevano sempre.

 

Volava sopra la città gettandosi tra i canyon di acciaio e cemento che per anni aveva chiamato casa.

Si chiese se aveva agito per il meglio facendo quello che aveva fatto.

Poi penso a cosa sarebbe accaduto se invece di andare lui… fosse andato Peter li e capì che era stato meglio così.

 

 

La vita di Harry Osborn non era mai stata facile. Mai. Quando ritornò a casa si precipitò in camera del figlio Norman che dormiva profondamente. Lo baciò sulla fronte benedicendo nella mente il nome di Dio per avergli concesso quella famiglia che era la sua unica ancora contro la follia mentale che aveva minacciato di lacerarlo trasformandolo in un mostro.

Liz era preoccupata. Sapeva quello che era successo dalle notizie del telegiornale e quanto letto sui giornali. Aveva trovato disgustoso quanto letto sul Bugle ma ovviamente non ci aveva creduto.

Alla Foundaution le avevano detto che mr Osborn era impegnato in urgenti affari inerenti la crisi in corso. Sapeva che voleva dire che Harry era impegnato con la Fantastic Force in qualche missione collegata a quello che era successo. Non si era certo aspettata qualcosa di diverso.

Quello che era successo a May era orribile… pensava a tutte le volte che aveva tenuto Norman ed ora le si stringeva il cuore.

Aveva seguito il marito fino alla camera di Norman e lo aveva visto baciare la fronte del figlio e poi uscire di corsa mentre scoppiava in lacrime. Lo portò di la, in camera, chiedendogli cosa fosse successo. Gli raccontò tutto… di come era morta May e di come Frank, notizia che non era trapelata, fosse stato rapito. Di come Spiderman aveva organizzato il salvataggio. Di come erano risaliti alla base Hydra da dove era partito tutto con gli analizzatori. Di come aveva partecipato all’incursione e di come… avevano scoperto che a dare informazioni era stato lo stesso Norman Osborne. Il padre di Harry… ancora vivo… e tenuto in una vasca piena di liquido e con centinaia di sonde che gli penetravano il corpo.

Per anni l’avevano creduto morto… ed invece era in Europa… dove era stato catturato dall’Hydra su commissione degli Skrull… come avessero scoperto il suo segreto… il fatto che fosse ancora vivo non lo sapevano… neanche come sapessero che lui era il Goblin originale… ma ad Harry non importava. Non importava più… era morto mentre cercavano di liberarlo dalle sonde… sonde psichiche che gli avevano strappato segreti molto importanti sulla personalità di Spiderman… sul suo modo di agire… anche se non il segreto della sua identità…

“strano vero??”

le disse tra le lacrime mentre sussultava istericamente

“nonostante tutto il male che gli aveva fatto e che gli avrebbe fatto ancora quel  segreto se lo ha voluto tenere tutto per se! Era la sua arma più potente contro l’essere che odiava più di tutti. Era il tesoro più prezioso Liz e se lo è voluto portare all’inferno!”

Pianse tutta la notte.

 

La nave Shi’har stava lasciando l’orbita lunare con a bordo un commando determinato a portare a termine la propria missione o perire

Spiderman lo era più di tutti

 

 

Fine terza parte