MARVEL IT presenta:

(UN VIAGGIO DI 15 ANNI IN UN FUTURO POSSIBILE)

 

di Carlo Monni (stesura da un’idea di Mickey)

Mickey (smentisce decisamente)

 Fabio Furlanetto (supervisione critica)

Roy Thomas, Warren Ellis, Steve Gerber, Doug Moench (Non hanno nulla a che fare con tutto questo)

 

(Attenzione: continua da Difensori Speciale Next)

 

IL VOLTO DEL MALE

 

 

1.

 

 

            Circa ventimila anni fa ci fu una guerra. Nulla di strano in fondo: l’Umanità e le guerre sono sempre andate di pari passo. Questa guerra, però, era, a suo modo, diversa. Il Demone della Vendetta Zarathos era libero sulla Terra ed esigeva un forte tributo di vite e di anime per soddisfare la sua perversa sete di giustizia. Per fermarlo un gruppo di uomini e donne coraggiosi si unì e dopo molti sforzi riuscirono ad imprigionare il demone in un magico medaglione. Per prevenire un’eventuale fuga di Zarathos il medaglione fu spezzato in tre parti e ciascuna data ad una persona diversa. I possessori dei frammenti si separano e presero strade diverse in modo da evitare che i frammenti potessero in qualche modo riunirsi.

            Passarono i secoli e poi i millenni e di quel lontano scontro si perse il ricordo. Nel tardo diciottesimo secolo dell’Era Cristiana, in quelli che sarebbero diventati gli Stati Uniti d’America, viveva un lontano discendente di uno dei custodi dei frammenti. Il suo nome era Kale ed era un uomo di Chiesa. Quello che non sapevano i suoi fedeli, però, era che il Pastore Kale in realtà era un servo di Mefisto, il Signore dell’Inferno. Quando il suo segreto fu scoperto da sua nuora, Kale non esitò ad accusarla di essere una strega ed a farla bruciare sul rogo ed a cedere l’anima immortale di suo figlio Noble a Mefisto. Quando Noble Kale si uccise pur di non sottomettersi al padre, Mefisto venne a reclamare la sua anima ma ecco che l’Arcangelo Uriel gli si oppose. Alla fine si raggiunse un accordo: Noble Kale non sarebbe appartenuto né al cielo né all’Inferno  ma sarebbe stato legato ai suoi discendenti di primogenito in primogenito per diventare lui stesso uno Spirito della Vendetta e così fu. Ogni primogenito dei Kale ereditò quella maledizione e per ogni generazione ci fu un Ghost Rider che cavalcando un cavallo fantasma ed in seguito in sella ad una moto dispensava la sua particolare punizione a chi commetteva il Male

            Naomi Kale cercò di fare un patto con Mefisto affinché la maledizione non passasse al suo figlio maggiore, Johnny Blaze. Mefisto accettò il patto ma ingannò Naomi. Dopo la sua morte Mefisto fece sì che Johnny Blaze fosse posseduto nientemeno che da Zarathos diventando a sua volta uno Spirito della Vendetta mentre il suo fratello più giovane, Danny Ketch, ereditò la maledizione di sua madre.

            Dopo anni la maledizione è passata alla figlia di Johnny, Emma, una ragazza che nei suoi scarsi vent’anni di vita, è stata rapita da uno spietato criminale al servizio di un demone, invecchiata artificialmente, uccisa resuscitata e riportata alla sua giusta età. La tragedia ha accompagnato la sua intera esistenza e quella della sua famiglia. Diventare Ghost Rider non è stata la cosa peggiore che potesse capitarle, tutto sommato. Certo, in questo momento potrebbe non vederla allo stesso modo.

            Quando ha risposto alla chiamata di aiuto di Kyle Richmond,[1] non immaginava che in quel palazzo a forma di piramide azteca sullo Strip di Las Vegas si sarebbe trovata di fronte ad un’avversaria troppo più forte di lei, una che l’avrebbe uccisa sicuramente se non fosse intervenuto qualcuno di inaspettato.

-Zarathos!- esclama l’avversaria in questione mentre tiene Emma per il bavero –Mi avevano detto che eri tornato ma non immaginavo che ti interessasse la sorte della figlia di un tuo nemico.-

-Johnny Blaze è stato un difficile alleato ma si è guadagnato il mio rispetto.- replica il Demone della Vendetta -Se farai del male a sua figlia, ne risponderai a me.-

-E credi che questo mi spaventi? Non hai abbastanza potere per eguagliare il mio.-

-Già una volta ti ho fermato.-

-A quei tempi ero ancora inesperta e non al massimo del potere che è mio di diritto. Ora le cose sarebbero molto diverse. Tuttavia… perché dovrei perdere tempo con questa  ragazzina? La rimanderò ai suoi amici. Che vedano cosa accade a chi mi si oppone.-

            La misteriosa donna lascia la presa su Emma scagliandola contro la finestra mentre, contemporaneamente, anche la moto della ragazza la segue spinta da una forza irresistibile.

            Quando la donna si gira, Zarathos è scomparso.

 

            Solo pochi istanti fa il demone che si fa chiamare Catherine ha apparentemente trionfato sul suo nemico di sempre: l’esorcista Gabriel Rosetti. Il suo sorriso di trionfo, però, dura poco mentre le mani dell’uomo di cui ora occupa il corpo sollevano l’arma che ora impugnano di nuovo e la puntano verso la sua faccia.

-Cosa? NO!- esclama la cosa dentro di Gabriel Rosetti

            Troppo tardi: il colpo viene esploso ed il demone urla. Gabriel piomba a terra. Per un tempo che sembra lunghissimo nulla si muove poi, lentamente il corpo dell’esorcista si muove e con fatica comincia ad alzarsi.

-Avresti dovuto saperlo, Catherine…- dice Gabriel -… che avrei preferito la morte ad un’altra possessione. Non hai mai avuto il controllo su di me.-

            Il cacciatore di demoni sfiora il suo petto dove è incisa una croce che forse l’ha protetto dal demone e per la prima volta da tanto tempo sorride.

            Ora deve solo uscire da questo luogo oscuro che chiamano Torre delle Ombre ed alla svelta.

 

            Mefisto siede sul suo trono immerso in oscuri pensieri quando davanti a lui si presentano due figure: una presumibilmente di sesso maschile completamente nera a parte due occhi bianchi senza pupille e l’altra indubbiamente femmina, apparentemente nuda, dalla carnagione rosso fuoco ed i capelli le cui ciocche sembrano serpenti.

-Non capisco, padre…- dice quello in nero -... perché hai deciso di aiutare i cosiddetti Difensori invece di lasciare che fossero distrutti? Non sono, forse, tuoi nemici?-

            Prima che Mefisto possa parlare è la demone femmina a farlo:

-Il tuo guaio, fratello, è che la tua immaginazione è limitata, il che spiega perché i tuoi tentativi di diventare signore degli Inferi sono sempre falliti.-

-Attenta a ciò che dici, Mefista, non tollero…-

-Basta!- esclama Mefisto -Tua sorella non ha torto, Cuorenero: spesso tu manchi di sottigliezza. Dove tu vedevi solo avversari da eliminare, io ho visto opportunità da cogliere.-

-Non capisco.-

-Non ne sono sorpresa, conoscendoti, fratello. Nostro padre sa che solo i quattro Difensori originali hanno la capacità di sconfiggere l’Avversario. Le leggi che governano gli equilibri dei regni soprannaturali gli impediscono di agire direttamente e, che lo vogliano o no, quei quatto lo faranno al posto suo.-

            Mefisto sorride e replica:

-Sono molto compiaciuto di te, figlia. Sto giocando una partita molto complessa ma so di poter contare sulle pedine che ho messo in campo, Faranno quello che devono fare e nel farlo assicureranno la vittoria finale del Signore delle Tenebre.-

 

 

2.

 

 

            L’ultima cosa che Gabriel Rosetti si aspettava era di ritrovarsi a Las Vegas. Se è qui che la Torre delle Ombre si è manifestata deve esserci un motivo e lo scoprirà

            Davanti a lui stanno colorate figure in costume. Ne riconosce la maggior pare ma una in particolare attira la sua attenzione. Il suo aspetto è diverso dal solito ma non ha alcun dubbio su chi sia. Istintivamente si lascia sfuggire il suo nome:

-Strange!-

 

            Si fanno chiamare Difensori e sono la più recente versione dello storico non gruppo: due giovani mutanti imparentati con uno dei cinque membri fondatori degli X-Men, l’ultima in una lunga linea di Spiriti della Vendetta, il nuovo Nottolone, la figlia di Hulk, l’indomita Valchiria ed una giovane donna dai capelli corvini e il costume azzurro e bianco il cui volto è parzialmente celato da una maschera domino.

            Le quattro figure che sono appena arrivate hanno un aspetto non molto familiare a quasi tutti loro ma non per questo non li riconoscono.

-Papà, sei davvero tu?- esclama Lyra.

-Ma certo che sono io, bambina.- ribatte l’Hulk grigio ridacchiando.

-Devi esserlo per forza. Nessun altro avrebbe osato chiamarmi bambina. Perché devo incontrarti solo nei momenti di crisi?-

-Se vuoi che ti dica che non sono il migliore dei padri, possiamo riparlarne dopo… se ci sarà un dopo. Ora dobbiamo affrontare una crisi seria, ma a vedere lui…- Banner punta il dito contro Zarathos -… direi che ne siete già ben consapevoli.-

-Tu sei il Dottor Strange, non è vero?- interviene Nottolone fissando l’ex Mago Supremo -.E quello è Sub Mariner. Come cavolo siete conciati?-

-Non è il momento di discuterne.- taglia corto Strange. Ora dobbiamo pensare a fermare la nostra nemica.-

-Quindi anche tu sai.- interviene Zarathos.

-E non è il solo.-

            Al suono di quella voce tutti si volgono per vedere l’arrivo del Mago Supremo e dei fratelli Hellstrom.

-Ma che bello!- commenta con una punta di sarcasmo Hulk -Ora sì che siamo al completo.-

-È sempre un piacere rivederti, Billy, anche in simili circostanze.- dice Strange al suo successore -Vedo che hai avuto successo nel ritrovare Daimon.-

-Un momento, Strange…- interviene Namor -… credevo che avessi detto che non potevi contattare i tuoi alleati a parte noi.-

-Ho detto che non potevo comunicare con il mio successore, per essere esatti...-.- ribatte Strange -… e così ho comunicato con qualcun altro, qualcuno a cui la nostra avversaria non avrebbe mai pensato.-

            Satana Hellstrom fa un sorriso ammiccante.

-Continui a parlare di “avversaria”, ma credevo che il nostro nemico fosse il Senza Nome.-

-Così ha voluto farci credere lei, Namor.- ribatte Strange -Il Senza Nome era solo uno specchietto per le allodole, un burattino nelle sue mani.-

-Ma insomma, chi è questa “lei” di cui parlate?- sbotta la donna di nome Finesse -Mi sembra di essere l’unica a non saperlo.-

-Non sei la sola Jeanne.- dice il ragazzo dai capelli rossi sfiorandole una spalla -Anch’io vorrei capirne di più.-

-Mi scuso.- borbotta l’ex Stregone Supremo -In effetti a volte mi comporto come se tutti sapessero di cosa sto parlando.-

-Un po’ come lo zio Reed.- commenta Lyra.

-La verità è che abbiamo contro…-

            Prima che Strange possa proseguire, una figura esce barcollando dall’oscura torre alle loro spalle e cade pesantemente a terra.

-Le sorprese non finiscono mai, sembra.- è il cinico commento di Finesse.

 

            L’uomo avanza verso la tenue luce di un tramonto appena abbozzato lasciandosi alle spalle la soglia della Torre delle Ombre. Fa qualche passo verso le figure indistinte davanti a lui e poi le gambe gli cedono.

            È appena consapevole che qualcuno si è chinato su di lui e sente a malapena la voce che sta dicendo:

-Lo conosco: è Gabriel Rosetti, l’unico esorcista che considero al mio livello.- appartiene a Daimon Hellstrom.

-Esorcista?- commenta Jeanne Foucault alias Finesse -Esistono ancora? Chi crede più alle possessioni demoniache di questi tempi?-

-Non dovresti mai sottovalutare mio padre.- ribatte Daimon -Si dice che il suo inganno più riuscito è stato far credere che non esiste.-

-Tuo padre? Vorresti farmi credere che tu…?-

-Puoi credere ciò che vuoi, ragazza, io e mio fratello sappiamo bene chi è nostro padre.- ribatte Satana per poi chinarsi su Gabriel.

-E così, alla fine hai deciso di agire, esorcista.- dice e c’è del rispetto nella sua voce.

-Figlia dell’Inferno…- mormora l’uomo -… mi aspettavo di rivederti. Sembra che questo vecchio non possa fare a meno di combattere il male.-

-Sei ancora un duro, vecchio, te ne do atto.-

-Beh…- interviene Banner -… vogliamo restar qui a far chiacchiere filosofiche o vogliamo agire?-

-Il mostro grigio ha detto una cosa giusta.- ribatte Zarathos –Il tempo delle parole è finito. È ora che la nostra nemica sappia che la sua torre maledetta non la mette al riparo dalla vendetta.-

            Con un gesto crea dal nulla una moto di fuoco infernale e vi balza a bordo, poi si rivolge a Ghost Rider:

-Intendi seguirmi Noble Kale?-

-Ci puoi scommettere.- ribatte l’altro Spirito della Vendetta balzando a sua volta a bordo della sua moto incantata.

            Sfidando la legge di gravità le due moto si arrampicano lungo la parete della scura torre.

-E adesso?- chiede Lyra.

-Questa è una questione tra maghi, lasciatela a noi.-

            Così dicendo Strange si solleva in volo grazie alla sua cappa della levitazione. La figlia di Hulk resta a guardarlo per qualche secondo, poi sbotta:

-Col cavolo che me ne sto da parte, io entro.-

            Senza attendere oltre, corre nella Torre. Banner sospira e borbotta:

-Proprio una ragazza impulsiva. Da chi avrà mai preso?-

            E senza esitare la segue.

 

 

 

3.

 

 

            Hulk entra nella Torre delle Ombre seguito da un silenzioso Namor e da Norrin Radd. Non si guarda indietro e non si cura di chi tra i Difensori lo sta seguendo. Ha affrontato diverse minacce mistiche nella sua travagliata e sa che non è il caso che sua figlia ne affronti una di questa portata da sola.

            Dire che i loro rapporti sono travagliati è un eufemismo. Per quante cose possano avere in comune, sono forse di più quelle che li dividono.

            Le circostanze della nascita di Lyra sono state decisamente particolari: sua madre veniva da un futuro alternativo, una società dove maschi e femmine vivevano separati ed in guerra perenne ed i figli venivano concepiti in provetta. Thundra aveva voluto averne una alla vecchia maniera ed aveva selezionato lui, così che l’unione dei loro geni avrebbe prodotto la guerriera perfetta capace di porre termine alla guerra tra i sessi.

            L’incontro era avvenuto. A dire il vero era cominciato come uno scontro, poi era accaduto e lui non può negare che non sia stato interessante,[2] ma alla fine le cose non erano andate come voleva Thundra. Madre e figlia si erano ritrovate esiliate in quello che per loro era il passato e Banner si era ritrovato ad avere a che fare con una figlia adolescente e superforte in un periodo della sua vita decisamente complicato, tanto per cambiare. Il risultato era stato che sia Lyra che l’altra sua figlia perduta, Carmilla si erano estraniate da lui… o era stato lui ad estraniarsi da loro? Non gli sembra molto importante al momento. Di certo gli brucia che Lyra abbia trovato un surrogato di figura paterna proprio in Ben Grimm fra tutti. Non che odi Grimm ma sono sempre stati rivali e…

            I suoi pensieri sono interrotti quando si rende conto di essere solo. Dove sono finiti tutti gli altri? Li chiama ma nessuno risponde, davanti a lui una luce. Vi si avvia con decisione e si trova davanti ad una porta. La spinge e questa si apre. All’interno vede una figura che lo lascia a bocca aperta per lo stupore mentre una voce maschile dice:

-Ma guarda, guarda, il mio figlio mostro. Benvenuto all’Inferno, Bruce, era ora che arrivassi.-

-Papà?-

            È proprio Brian Banner come lo ricorda… com’era il giorno che… che…

-Che mi hai ucciso.- dice l’altro leggendogli nel pensiero -Sì, mi hai ucciso e poi sei scappato da quel vigliacco che sei sempre stato. Ho sempre avuto ragione su di te: sei un mostro e sei anche padre di altri mostri. Avrei dovuto ucciderti nella culla ma sono sempre in tempo a rimediare.-

            Le braccia di Brian Banner diventano tentacoli che si allungano verso Hulk e si stringono al suo collo.

-Vieni da me, figliolo, lascia che ti uccida.-

            La stretta è forte, troppo forte. Il fiato comincia a mancargli e presto la pressione gli spezzerà l’osso ioide. Forse suo padre ha ragione, forse lui merita di morire e non solo per averlo ucciso. Di quello non si pente: Brian Banner meritava mille morti per quello che aveva fatto a sua madre, ma anche lui non è diverso: la sua è una vita violenta che ha portato solo lutti a tutti quelli che ha conosciuto ed altri ne causerà, questo è certo.

            No! Non cadrà vittima di assurdi sensi di colpa: li ha superati da tempo ed è padrone della sua vita adesso nel bene e nel male.

            Con uno sforzo immane si libera dei tentacoli e sbatte la creatura in un angolo della stanza.

-Spiacente, papà.- dice -Ma ti dovrai godere il tuo inferno da solo. Io ho già il mio.-

 

            Jeanne Foucault si rende conto improvvisamente di essere sola nel buio.

-Ehi, dove siete finiti tutti- urla.

            Nessuna risposta e la cosa non la sorprende più di tanto. Aveva già capito che questa strana torre non è solo una bizzarra costruzione. Da quando ha iniziato la sua carriera di supereroina, e le sembra impossibile pensare che siano già passati quasi 15 anni, ha già avuto a che fare con la magia e ne riconosce la presenza. Ecco qualcosa contro cui i suoi poteri di apprendimento istantaneo non servono quasi a nulla e la cosa per lei è decisamente frustrante.

“Jeanne.”

“Finesse.”

            La voce che la chiama arriva da una delle porte. Aprirla potrebbe essere una pessima idea ma del resto lo sarebbe anche restare sola nel buio.

            La donna che si fa chiamare Finesse spinge con decisione la porta ed involontariamente le esce un gemito dalle labbra.

            Davanti a lei quello che può essere definito solo un mattatoio ma al posto dei quarti di bue ai ganci sono appesi dei corpi umani. Li riconosce immediatamente: sono i suoi compagni all’Accademia dei Vendicatori. Hazmat è priva della sua tuta di contenimento e le sono stati strappati gli occhi, Mettle e Veil sono stati squartati, Striker non ha più la testa e le gambe e le braccia sono posate su tavolaccio. Un gancio esce dal petto di Reptil che sembra rivolgerle uno sguardo accusatore. Le pare di udire la sua voce:

-Io ti amavo Jeanne e tu… tu mi hai fatto questo.-

-No!- urla Finesse –Non è vero!-

            La definiscono asociale, forse perfino sociopatica, incapace di provare empatia nei confronti degli altri e vere emozioni ma quelli che lo dicono forse cambierebbero idea se la vedessero adesso.

-Ne sei così sicura?-

            A parlare è stato qualcuno che esce dall’ombra, qualcuno che Finesse conosce anche troppo bene: il supercriminale noto come Taskmaster con indosso il suo classico costume, a parte il fatto che al posto della maschera c’è un vero teschio.

-Forse li hai davvero traditi e sono state le tue azioni a provocare la loro morte, compresa quella del padre di tua figlia. Forse la vita che vivi è solo un’elaborata menzogna che ti sei costruita per non affrontare la realtà di ciò che hai fatto. Non sei un’eroina ma una criminale proprio come me.-

-NO!- urla Finesse -Non è vero, non è mai accaduto!-

            Ma ne è davvero sicura? Ha sempre avuto problemi di memoria, un effetto secondario dei suoi poteri. E se davvero avesse tradito i suoi amici ed avesse poi rimosso tutto? Che razza di donna è veramente?

            Taskmaster avanza ghignando verso di lei ed allunga le mani per toccarla. Jeanne sente il suo alito fetido sul collo e qualcosa scatta in lei: lancia uno dei suoi manganelli verso la figura demoniaca che ha davanti e contemporaneamente scatta indietro nel corridoio.

            Si rialza e richiude di scatto la porta. Non sa dire come, ma sa che il demone in forma di Taskmaster non può aprirla dall’interno e seguirla. Tutto sommato, meglio l’oscurità.

 

            Il ragazzo dimostra poco più di vent’anni. Si chiama Joseph Thomas Bailey, semplicemente Joey per amici e parenti, capelli rossi e occhi verdi, mutante dotato apparentemente di superforza. Fare il supereroe è una sorta di tradizione di famiglia, ma diversamente da sua zia Jean e dai suoi cugini Nathan e Rachel[3] ha preferito non unirsi agli X-Men e cercare una propria strada e così anche la sua gemella Galyn che ora è al suo fianco. Unirsi ai Difensori era stata una buona occasione per sganciarsi dall’ombra della famiglia.

            Lui e Galyn hanno seguito i compagni all’interno di quella strana torre ma idi colpo si sono trovati da soli nel buio. Improvvisamente odono delle voci, deboli lamenti in realtà, provenire da oltre una porta.

-Che facciamo?- chiede una perplessa Galyn.

-Dobbiamo controllare.- replica suo fratello ed apre risolutamente la porta.

            Quello davanti a loro è il salotto del cottage dei loro nonni, John ed Elaine Grey, ed è devastato. Sul pavimento o sulle poltrone i corpi apparentemente senza vita dei padroni di casa e di altri che i due ragazzi riconoscono immediatamente come tutti gli altri loro parenti e gli X-Men al completo.

            Al centro della stanza sta una ragazza dai capelli rossi inguainata in un costume nero con l’emblema di una fenice sul petto che vedendoli si rivolge loro:

-Galyn, Joey… mancavate solo voi.-

-Sara?- esclama Galyn riconoscendo la cugina più giovane.

-No, non Sara, non più. Sono Fenice Nera adesso. Ho ucciso tutti. Potevate impedirlo se foste stati presenti, ma ora potete solo raggiungerli nella morte.-

            Un colpo di energia si dirige verso di loro ma Galyn lo deflette all’ultimo momento con uno scudo telecinetico.

-Brava cuginetta, ma tutto il tuo potere non basterà a salvarvi da me.-

-Aspetta!-

            A parlare è stata una figura femminile che all’apparenza è una specie di cyborg.

-Mamma!- esclama Joey.

-Non combattete, bambini miei ma unitevi a me. All’interno della Phalanx troverete la pace e saremo una cosa sola.-

            I ragazzi esitano, poi mani robuste li afferrano per le collottole e li spingono indietro mentre la porta si richiude.

-Ma cosa…?- balbetta Galyn. Accanto a sé vede la Valchiria e la donna di nome Satana.

-Guardare nelle stanze della Torre delle Ombre è sempre pericoloso.- dice quest’ultima -Potreste affacciarvi in qualche inferno o qualcosa di altrettanto poco piacevole.-

-Quello che ho visto… che abbiamo visto… non era reale, dimmi che è così.- esclama Galyn.

-Non posso rispondere: reale o irreale, vero o falso, sono concetti privi di senso qua dentro. Quello che posso dirvi è che è meglio per voi se non provate a rientrare in quella stanza.-

-E quindi che facciamo?- chiede Joey.

-Proseguiamo sino a che non saremo faccia a faccia col nostro vero nemico.- proclama la Valchiria.

 

 

4.

 

 

            Cosa accade ad un demone quando muore? Scompare semplicemente, torna nell’Inferno che lo ha generato oppure finisce in uno ancora peggiore? Il demone rinnegato di nome Omen sta per scoprirlo. Sapeva fin dall’inizio di non avere speranze contro Y’Garon ma sperava che l’avrebbe portato dalla sua padrona e così è stato.

-Il demone rinnegato è ai tuoi piedi, mia signora.- le dice il capo della Triade degli Antichi –Ora domando il mio premio.-

-E cosa vorresti?- replica la donna davanti a lui.

-La libertà anche per i miei fratelli: la libertà di devastare questo miserabile mondo.-

-E l’avrai ma prima devi fare una cosa per me: i Figli di Satana sono entrati nella Torre delle Ombre. Annientali: mostra al loro padre cosa significa sfidarci.-

-Con immenso piacere.- replica il demone sparendo in uno sbuffo di fumo.

            La donna si volge verso Omen ancora a terra.

-Ora devo solo decidere cosa fare di te.- dice –Potrei rispedirti a casa, per così dire: i tuoi fratelli ti farebbero una degna accoglienza ma per ora preferisco tenerti come animaletto da compagnia mentre completo la conquista di questo mondo.-

            Omen si ritrova legato ad una parete da mistiche catene che nemmeno lui può spezzare. Ha giocato una partita azzardata ed ora può solo sperare che le cose vadano nel modo giusto o sarà la fine non solo per lui.

 

            Namor McKenzie, il Selvaggio Sub Mariner giace in ginocchio contemplando un mucchietto di cenere ai suoi piedi. Questo è ciò che rimane della sua vita, pensa, un mucchio di cenere che gli scivola tra le dita. Tutti coloro che ha amato gli sono stati sottratti, uccisi senza che lui potesse aiutarli e la vendetta, quando l’ha avuta, gli ha lasciato in bocca un gusto amaro.

-Alzati Namor.-

            A parlare è stato Norrin Radd, che sotto l’apparenza umana è ancora Silver Surfer detentore del potere cosmico.

-Vattene Surfer.- replica Namor -Non c’è più nulla per cui valga la pena di combattere ormai.-

-Davvero non ti riconosco Namor. Vuoi, dunque  permettere ai nostri nemici di piegare il tuo animo e vincere?-

-Tu non capisci.-

-Capisco molto bene, invece: solo pochi istanti fa io stesso ho affrontato i miei demoni interiori.-

-Tu?-

-Credi davvero che io sia perfetto? Quando accettai di diventare l’araldo di Galactus, lo feci per salvare il mio mondo natale. Giurai a me stesso che avrei condotto il Divoratore di Mondi solo in pianeti dove non vi fosse vita intelligente, ma presto dimenticai la mia risoluzione ed il sangue di innumerevoli vite ricade ora sulle mie mani. Ho visto i loro fantasmi chiamarmi ma ho resistito alla loro sirena. So che non farò mai piena ammenda per ciò che ho fatto ma arrendermi non è la giusta opzione. Per quanto tu cerchi di negarlo, c’è ancora gente che ha bisogno di te, che non puoi tradire o abbandonare.-

            Namor solleva la testa verso uno delle poche persone che può chiamare amico e gli dice:

-Ti odio quando parli così, Surfer. Ti odio perché hai ragione.-

            Si alza in piedi e stringe i pugni.

-Andiamo a dare una lezione a questi demoni.- dice.

            Norrin Radd sorride.

 

            Due motociclette compiono un’impresa apparentemente impossibile: la scalata di una parete liscia e senza alcuna apertura eppure la compiono senza sforzo. Una delle due moto sembra apparentemente normale ma è guidata da una donna vestita in pelle nera che al posto della testa ha un teschio fiammeggiante. La seconda sembra fatta di fuoco ed ha alla guida un essere dal teschio scarlatto anch’esso avvolto dalle fiamme.

-Qui.- esclama improvvisamente il demone chiamato Zarathos arrestando la sua moto.

-Ne sei certo?- ribatte Ghost Rider -Non vedo aperture da cui entrare.-

-La Torre delle Ombre lascia entrare solo chi ha abbastanza coraggio da farlo. Tu ce l’hai Emma?-

-Dove vai tu, vado anch’io Demone.-

-Molto bene, seguimi allora.-

            Durante tutto il colloquio le due moto sono rimaste magicamente ferme in bilico sulla parete. Ora Zarathos dirige il suo fuoco infernale su di essa ed ecco che si forma un’apertura. Senza esitare i due motociclisti demoniaci la imboccano ed un attimo dopo che sono passati, il varco si richiude alle loro spalle.

 

 

5.

 

 

            Avanzano nella Torre con circospezione, consapevoli che è un posto pieno di insidie, ma determinati ad affrontarli. Satana Hellstrom guida Joey e Galyn Bailey ancora scossi. Al suo fianco una determinata Valchiria, poco distante suo fratello Daimon sta avanzando portando con sé un provato ma altrettanto deciso Gabriel Rosetti.

            Improvvisamente davanti a loro appare una figura con l’aspetto che l’iconografia classica assegna al Diavolo: pelle rossa, corna e piedi caprini.

-Y’Garon!- esclama Satana.

-Ci rivediamo, tu che ti fai chiamare Figlia del Diavolo. Vedo che hai deciso di allearti ai nemici di tuo padre. Da tuo fratello potevo aspettarmelo, ma da te…-

-E chi ti dice che io non stia dalla parte di mio padre? Forse  lui non desidera che la tua padrona vinca, ci hai pensato?-

-Chi è questo marrano?- chiede la Valchiria puntando la sua spada contro il demone -Assomiglia a Surtur,[4] è forse una sua progenie?-

-Brunhilde, ti presento Y’Garon. Lui ed i suoi fratelli della cosiddetta Triade si vantano di aver dominato su questo pianeta in ere passate ma in realtà erano solo i servi dei veri padroni: i Grandi Antichi.-

-La tua insolenza ti costerà cara, donna.- replica Y’Garon mentre nella sua mano destra appare una spada di fuoco -Stanotte banchetterò con le vostre anime.-

-Invero prima dovrai sconfiggerci e ciò non accadrà finché avrò vita.- proclama la Valchiria balzando in avanti e facendo cozzare la sua lama con quella del demone.

-Dragonfang, interessante. Sono passati secoli da quando l’ho vista all’opera l’ultima volta.-

-Ed ora l’assaggerai sulle tue carni e gusterai il suo tocco mortale anche per quelli come te.-

-Donna, tu parli troppo per i miei gusti.-

            Y’Garon para l’affondo di Brunhilde e vibra un fendente che l’Asgardiana evita di misura e che le taglia una ciocca di capelli.

            La Valchiria serra le labbra e torna all’assalto. Le due lame cozzano l’una contro l’altra  più e più volte

-Sei in gamba, lo riconosco. Solo un’altra femmina, una semplice umana, è stata capace di tenermi testa come fai tu.-[5]

-E come lei, io ti sconfiggerò.-

            Brunhilde approfitta di un’apertura nella guardia di Y’Garon  per affondargli la sua lama nel petto sino all’elsa.

-Tu… cosa hai fatto?- esclama il demone. Nella sua voce autentico stupore.

-La tua specie è vulnerabile al ferro, lo so bene, come so che ferire a morte la tua forma fisica equivale a bandirti da questo piano di realtà e le ferite inferte da  Dragonfang sono mortali anche per quelli come te.-

            Ma Y’Garon non l’ascolta più: è caduto a terra e la sua forma si sta dissolvendo in volute di fumo.

-Lo hai battuto!- esclama Galyn Bailey -Diceva di essere tanto potente ma in fondo l’hai sconfitto così facilmente.-

-Se avesse usato il suo potere ci avrebbe annientato in un secondo…- replica la Valchiria -… ma la sua arroganza lo ha tradito: ha voluto misurarsi con me sul mio terreno ed ora ha un’eternità per rimpiangere di averlo fatto.-

-Tu… tu lo sapevi, per questo lo hai provocato al duello.- interviene Joey.

            Brunhilde sorride rinfoderando la spada.

-Diciamo che ne so quanto basta sull’arroganza. Ora, però, pensiamo a raggiungere la nostra avversaria. Non intendo lasciare che Strange o la giovane Emma la affrontino da soli.-

-Ottimo proposito.- puntualizza Daimon Hellstrom -Nel frattempo, qualcuno ha idea di dove  siano finiti mia sorella e Billy Kaplan?-

            Solo allora i presenti si accorgono che Satana è scomparsa e si rendono conto anche di non sapere dove sia lo Stregone Supremo.

            Non hanno bisogno di parlare per comprendere che arrivare in cima alla Torre è sempre più vitale.

 

            Per Stephen Strange non è stata un’impresa facile superare le difese mistiche della sua avversaria senza che lei se ne accorgesse, ma non si diventa Signore delle Arti Mistiche o Stregone Supremo senza imparare qualche trucco, anche se deve ammettere che ha potuto approfittare della troppa sicurezza di sé di colei cha ha davanti.

            Quella che ora si trova di fronte è una donna di età indefinibile dai capelli neri e lunghi, i cui occhi, un tempo castani, ora sono come due pozzi neri in cui è pericoloso guardare troppo a lungo. La sua pelle è rossa come il fuoco.

-Strange!- esclama -Non è possibile!-

-Mi hai sottovalutato, Victoria, come io avevo sottovalutato te, lo ammetto.- ribatte il mago.

            Victoria Montesi recupera la calma e sorride mentre replica:

-Un comune incantesimo di cambiamento di forma. Confesso che non avevo pensato a questa possibilità o avrei preso le mie contromisure.-

-Non sei perfetta Victoria, mi dispiace.-

-Sapevi chi ero da tempo, ma come? Credevo di essere riuscita ad ingannarti facendoti credere che dietro a tutto ci fosse il Senza Nome.-

-E per un po’ ci sei riuscita. Da quel che sapevo, la dimensione del Senza Nome era stata annientata durante la guerra contro Set, lui era stato ucciso ed il resto della sua gente dispersa tra le dimensioni. Naturalmente non potevo escludere che fosse riuscito a riformarsi, a quelli come lui capita spesso, ma non ero convinto, quindi ho chiesto ad alcuni amici di fare delle indagini ed ho fatto qualche ricerca io stesso.-

-Ma come? Monitoravo tutte le comunicazioni magiche e tu non…-

            Victoria si interrompe mentre Strange sorride sotto la maschera e spiega:

-Nessuna comunicazione magica: solo Skype e Internet. Anche a questo non avevi pensato. Ho scoperto che Gerald Herbert era stato tuo compagno di università e poi che tuo padre era morto improvvisamente il mese scorso a Roma e ho capito.-

-Lui non era mio padre!- ribatte la donna in tono rabbioso -Io sono la figlia di Chthon ed oggi reclamerò il mio retaggio su questo miserabile pianeta.-

            L’attacco magico che lei gli scaglia contro non prende Strange di sorpresa. Un semplice incantesimo di difesa lo deflette.

-Ti illudi Strange. Tu sei solo un misero mago mentre io… io sono il Darkhold incarnato ed è solo questione di tempo prima che tu ceda al mio potere.-

            Purtroppo ha ragione, riflette amaramente Strange.

 

            Omen solleva la testa: ha sentito una presenza: qualcuno di invisibile perfino per i suoi sensi mistici e che ora ha deciso di rivelarsi. La sua scommessa è stata vinta.

            Davanti ai suoi occhi si materializzano le figure di Satana Hellstrom e William Kaplan, lo Stregone Supremo.

-Sii libero.- sussurra quest’ultimo e le catene eteree che imprigionavano Omen si dissolvono.

-Dunque ha funzionato.- commenta il demone rinnegato.

-Se intendi il piano contorto per farti entrare nella Torre delle Ombre e garantirci un ingresso sicuro, direi di sì. Naturalmente Y’Garon poteva semplicemente annientarti o bandirti nel suo inferno privato nel qual caso avremmo dovuto arrangiarci da soli.-

-Contavo sull’arroganza della nostra avversaria, che avesse ordinato ai suoi servi di portarmi da lei. Un azzardo che ha funzionato.-

-Ma che non servirà a nulla se non vinceremo la battaglia finale. Lui lo sa bene.-

            Satana indica Billy Kaplan che si sta posizionando a fianco del Dottor Strange poi aggiunge:

-Ma non è detto che ci riusciremo.-

            Una parete si infrange improvvisamente e ne escono due figure dal teschio fiammeggiante: gli Spiriti della Vendetta sono arrivati.

 

 

6.

 

 

            Il Dottor Strange combatte come può ma la sua avversaria è indubbiamente più potente di lui. Attinge alle forze primigenie a cui si alimentava anche Chthon. Non è ancora al suo livello ma ha pur sempre un potere incommensurabile. La sola cosa che lui può fare è contenere il suo assalto e guadagnare tempo. Improvvisamente qualcuno si pone al suo fianco unendo la proprie forze alle sue.

-Billy.- mormora Strange.

-Ah, il giovane Stregone Supremo!- esclama Victoria Montesi per nulla impressionata -Mi stavo giusto chiedendo quando saresti apparso sulla scena, Wiccan… o preferisci un più formale Dottor Kaplan?-

-Chiamami pure come vuoi, non m’interessa.- ribatte Billy Kaplan -Ciò che conta è che io ed i miei alleati ti combatteremo sino alla morte.-

-Che arriverà molto presto, stanne certo.-

-Non esserne così sicura, donna.-

            Victoria si volta verso chi ha parlato ed  esclama:

-Zarathos e Ghost Rider. Ci siete anche voi?-

-E ti combatteremo sino alla tua sconfitta.- ribatte Ghost Rider.

            Gli occhi di Zarathos dardeggiano fiamme di fuoco infernale che si dirigono su Victoria Montesi. La donna li assorbe e ride.

- Non vi è bastata la lezione di prima? Ne avrete un’altra, allora.-

            Dai suoi occhi partono due raggi gemelli ma non raggiungono i bersagli, fermati da una barriera invisibile.

-Strange, questa è opera tua, non è vero? Beh… non servirà a nulla. Anche gli scudi di Seraphim sono nulla per il mio potere. È solo questione di tempo prima che cadano ed io vi annienti tutti.-

-Se te ne daremo il tempo.- dice una voce fiera un attimo prima che un pugno sferrato da una mano blu la colpisca al mento ed una scarica di energia cosmica la attraversi da parte a parte.

            La figlia di Chthon barcolla sotto i colpi di Sub Mariner e Silver Surfer, fiancheggiati da Hulk  ma sembra riprendersi.

-Ah, i famigerati Difensori originali.- esclama in tono divertito -Sembra che siate sopravvissuti ai pericoli di questa dimora.-

-Siamo più duri di quanto tu credessi, donna.- replica Namor.

-E così noi altri.- aggiunge la Valchiria, appena giunta assieme agli altri suoi compagni.

            In breve tempo Victoria Montesi si ritrova bersagliata da vari fronti. Anche Omen usa le sue energie su di lei.

            Victoria sembra cedere sotto la pressione, poi improvvisamente con uno scoppio di energia respinge tutti i suoi avversari. Il suo aspetto è sempre meno umano adesso.

-È ora di farla finita. Avete provato ma avete fallito. Voi e chiunque altro arrivasse a combattermi non siete nulla per il mio potere.- dice mentre i suoi occhi cominciano a brillare.

 

            Ghost Rider decide di fare un ultimo, disperato, tentativo. La sua catena si avvolge intorno alla vita della sua nemica.

-Tu parli troppo.- le dice.

            Tira la catena verso di sé trascinando Victoria che non sembra preoccupata

-Ora proverai la collera dei giusti.- ribadisce lo Spirito della Vendetta

            Le sue orbite vuote brillano e scrutano nel fondo di quelli della figlia di Chthon per un istante che sembra lungo un’eternità poi… con un urlo si porta le mani alla testa e cade all’indietro.

-Povera stupida. Non può dire che non l’avessi avvertita.-

            Victoria si alza mentre le catene le scivolano addosso.

-Sai… mia zia mi ha insegnato che non si picchiano le donne…- interviene Hulk -… ma con te farò volentieri un’eccezione.-

            Senza scomporsi Victoria ne ferma il pugno con la mano e lo stringe.

-Cosa?- esclama il Golia Verde.

-Sei un essere patetico, Dottor Banner. Credere che la pura forza potesse qualcosa contro di me. Vuoi conoscere il vero potere?-

            Victoria stringe e Hulk urla mentre ritorna ad essere Bruce Banner e cade contorcendosi sul pavimento.

-E ora…-

            Non finisce la frase che le tre punte di un tridente dorato le escono dal petto.

 

            Daimon Hellstrom ha aspettato il momento più opportuno, poi ha colpito. Qualcuno disapproverebbe il colpire un avversario alle spalle ma a lui interessa vincere non fare il gentiluomo.

            Victoria sembra stupita poi afferra il tridente con entrambe le mani e lo tira via con apparente facilità quindi con tranquillità lo spezza in due.

-Ci hai provato Hellstrom, ma hai fallito. Peccato… per te.-

            Prima che Victoria possa fare qualcosa viene colpita da un raggio di energia mistica.

-Cosa?-

            Gabriel Rosetti spara un’altra scarica dal suo fucile magico che chiama Linda. Si tiene in piedi per pura forza di volontà e continua a sparare. Non ha nessuna intenzione di cedere.

            Victoria barcolla ma resiste. Gli altri Difensori, giunti anche loro in cima alla torre, la colpiscono con tutte le loro forze approfittando del suo momento di debolezza. Ogni colpo dei suoi avversari è, però, inutile. Lei si riprende e le basta un gesto per disarmare Gabriel, che cade in ginocchio.

-Mi chiedo cosa pensassi di fare, esorcista.- dice Victoria -Non posso essere sconfitta.-

-E allora non ho nulla da perdere.- replica Gabriel e con le sue ultime forze le si abbranca. Il suo petto risplende e per la prima volta Victoria urla.

            Strange si rialza in piedi. Sa che deve approfittare di quest’attimo in cui la sua nemica è più debole, perché quando sarà passato tutto sarà perduto.

-Datemi le vostre mani.- dice ai suoi tre antichi alleati.

-Perché?- chiede un perplesso Namor.

-Non mi pare il momento di discutere.- replica Silver Surfer tendendo la mano verso l’ex Stregone Supremo.

            Anche Banner fa altrettanto e mentre Strange intona un incantesimo in una lingua dimenticata da eoni, tutti loro sono avvolti da una luce intensa.

            La Torre delle Ombre trema dalle fondamenta mentre dalla luce emerge la sola figura di cui anche Chthon e Set avevano paura, colui per sfuggire al quale si auto esiliarono in dimensioni dove non poteva raggiungerli, anche se loro stessi non potevano uscirne: il Demogorgo.

            Victoria Montesi sta cercando di liberarsi dall’abbraccio di Gabriel quando si accorge del nuovo arrivato. Ha solo il tempo di urlare ancora, poi al suo posto rimane una macchia nera sul pavimento.

            La Torre delle Ombre comincia a sgretolarsi.

-Usciamo di qui, presto!- urla Strange.

            Senza un incantesimo di teletrasporto non ce la farebbero mai in tempo ma grazie allo sforzo combinato del precedente e dell’attuale Mago Supremo i Difensori si ritrovano nello Strip di Las Vegas accanto ai ruderi di quello che è tornato ad essere un teocalli azteco ora letteralmente imploso.

            La Valchiria depone al suolo il corpo di Gabriel Rosetti.

-È…?- inizia a chiedere Lyra.

-Morto.- conferma Daimon Hellstrom.

-Lo avevo chiamato vigliacco ma sbagliavo.- aggiunge sua sorella -Mi auguro che abbia trovato la pace tra le braccia di quel Dio in cui, mentendo, affermava di non credere più.-

            Per alcuni istanti nessuno parla più, poi è Galyn Bailey a rompere il silenzio

-Non sono sicura di cosa sia successo lì dentro e che fine ha fatto la torre?-

-In realtà è molto semplice.- spiega William Kaplan -Con la scomparsa di Victoria Montesi l’incantesimo che ha portato su questo piano di realtà la Torre delle Ombre ha cessato di avere effetto e tutto è tornato alla normalità… o quasi.-

-Grazie, Billy.- commenta Finesse -Ora è tutto più chiaro.-

-Lo prenderei per un complimento, Jeanne, ma credo di aver colto del sarcasmo nel tuo tono di voce.-

-Stai migliorando, Billy.-

-Quindi quella torre magica è stata distrutta?- chiede Nottolone.

-La Torre delle Ombre non può essere distrutta.- spiega Strange -Un giorno o l’altro riapparirà per segnare il destino di chi dovesse imbattercisi.-

-Non è un pensiero consolante.-

-Non voleva esserlo.-

-La Sa’arpool si è chiusa.- annuncia la Valchiria -Con la sconfitta della nostra nemica l’invasione dei demoni è stata scongiurata.-

-Chi o cos’era quell’essere che è apparso là dentro e cosa ha fatto alla donna?- chiede Joey Bailey.

-Era il Demogorgo, l’uccisore di demoni,- risponde la Valchiria -La Grande Madre Gaea gli dette vita perché eliminasse i suoi fratelli corrotti e ciò lui fece. Solo Chthon e Set gli sfuggirono per eoni.-

-L’ha uccisa?-

-Difficile esserne sicuri.- interviene Strange -Diciamo che l’ha assorbita.-

-In pratica l’ha mangiata? Yeoch!- commenta Lyra.

-Una descrizione abbastanza accurata. Immaginavo che sarebbe successo qualcosa di simile se l’avessi evocato ma non ci sarei riuscito senza un piccolo aiuto dei miei amici.-

-Mi sorprendi, Doc.- gli dice Banner -Mi citi i Beatles.

            Strange abbozza un sorriso.

-Sono umano anch’ìo, dopotutto.- replica, poi, come se gli fosse venuto in mente solo in quel momento, aggiunge -Ora è il caso di rimettere a posto alcune cose.-

            Un suo gesto e lui e, Namor, Hulk e Surfer tornano al loro normale aspetto.

-Beh… ammetto che mi sento meglio così.- commenta Hulk.

            Namor si solleva in volo.

-Ho trascurato i miei affari troppo a lungo.- dice -Se mai avessi qualche altra emergenza, Strange… non chiamarmi.-

-Davvero un tipo amabile.- commenta Lyra.

-Te ne sei accorta anche tu eh?- ribatte suo padre.

-Devo andare anch’io.- annuncia Silver Surfer balzando sulla sua asse -Ma se un giorno avessi ancora bisogno di aiuto, Strange, conta pure su di me.-

-Bene.- commenta l’ex Mago Supremo -Sembra davvero tornato tutto a posto.-

            Daimon Hellstrom guarda verso il corpo esanime di Gabriel Rosetti e replica:

-Tranne che per i morti, Strange… tranne che per i morti.-

            E nessuno si sente di aggiungere altro.

 

 

EPILOGO UNO

 

            Alla periferia di Las Vegas due motociclisti molto particolari si apprestano a salutarsi.

-È ora che riparta.- dice quello chiamato Zarathos.

-E dove andrai?- chiede Ghost Rider.

-Ovunque ci sia un torto da vendicare ed un’anima da punire. Tu non farai lo stesso?-

-Immagino di sì.-

            La figura dello Spirito della Vendetta muta in quella di Emma Blaze che aggiunge.

-Ma ciò non significa che mi piaccia. Tu, invece, sembra che ti diverti.-

-Non vedo perché dovrei negarlo. È ciò che sono nato per fare.-

            Anche la figura di Zarathos muta. La carne si riforma attorno alle ossa e il teschio scarlatto diventa il viso di un ragazzo biondo la cui somiglianza con Emma è evidente.

-E il suo destino è anche il mio, sorella. Lo sappiamo entrambi.-

-Non deve essere cos, Craig.- ribatte lei -Tu puoi liberarti di lui.-

            Craig Blaze sorride amaramente.

-Ci ho provato e non ha funzionato, Emma,lo sai. Ognuno di noi ha ereditato la sua personale maledizione. E lui è la mia a quanto pare.-

-Non è giusto.-

            Ancora una volta avviene la trasformazione ed è Zarathos a risponderle:

-Senza l’ingiustizia non esisterei io.-

            Senza dire altro, balza sulla sua moto infernale e si allontana rapidamente. Emma lo guarda sparire all’orizzonte, poi salta sulla sua moto ed anche lei parte verso qualunque destino la aspetti.

 

 

EPILOGO DUE

 

            Silver Surfer percorre gli spazi siderali ed il suo pensiero torna alla Terra. Un giorno ci tornerà lo sa, è il suo destino e nessuno sfugge troppo a lungo al destino.

 

            Nelle vastità dell’oceano l’uomo che il mondo conosce e teme col nome di Sub Mariner nuota a velocità impressionante. Uomo di due mondi che non appartiene veramente a nessuno, la sua sola vera compagna è la solitudine.

 

            Il Dottor Robert Bruce Banner, l’Incredibile Hulk, guarda le foto dei suoi figli nel suo studio. Li ha allontanati da sé e forse è stato un errore. Un giorno gli si opporranno, lo sa e sarà un giorno molto triste.

            Uno degli scienziati che lavorano per lui entra da una porta laterale nel suo studio.

-Signore… siamo pronti.-

            Un sorriso si dipinge sul volto di Hulk mentre esclama:

-Era ora. Aspettavo da tempo questo momento ma adesso l’Operazione Maestro può finalmente avere inizio.-

 

            In una cittadina del Minnesota una donna entra nell’ambulatorio del medico condotto. La targa recita: Stephen V. Sanders M.D.

            All’’interno la riceve una donna dai capelli argentei che l’accompagna verso lo studio del medico. Ad un tavolino una ragazzina dai capelli neri sta sfogliando un libro.

-Ti prepari agli esami di fine anno Sofia?- le chiede la donna.

            La giovane sorride e risponde:

-Devo essere pronta per le superiori, Mrs. Olson.-

            La donna viene introdotta nello studio dove aspetta un uomo dai capelli e baffi bianchi dall’aria amabile.

-Si è goduto le ferie, dottore?- gli chiede la donna.

-Diciamo che sono state movimentate Mrs. Olson.- risponde lui con un lieve sorriso -Molto movimentate.-

 

 

EPILOGO TRE

 

 

            Casa d’aste Sotheby’s a New York. Il banditore presenta l’ultimo oggetto del giorno:

-Idolo a due teste di pregevole fattura proveniente dall’Asia che si ritiene rappresenti un’antica divinità. Base di partenza…-

 

 

FINE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Eccoci alfine giunti in fondo all’ultima parte di questa storia che celebra 15 anni di Marvelit offrendovi uno sguardo su un futuro possibile con particolare attenzione al lato oscuro della Marvel: i cosiddetti Figli della Mezzanotte.

            Ma passiamo alle note:

1)    Il Dottor Strange ha rinunciato al ruolo di Mago Supremo ed alla fine scopriamo che si è ritirato a fare il medico in una cittadina del Midwest americano. Pare anche che abbia una moglie ed una figlia. Il nome di Sofia per la figlia deriva da quello di un personaggio creato da Jason Henderson su Epic Anthology #1 datata aprile 2004 e che era figlia di Strange e Clea. Strange assunse il nome di Stephen Sanders per il periodo tra Doctor Strange Vol. 1° #183 datato novembre 1969 e Marvel Feature #1 datato novembre 1971.

2)    Pare che ognuno dei figli gemelli di Johnny Blaze sia caduto vittima della sua personale maledizione del Ghost Rider, un’idea che ho trovato affascinante.

            Grazie per averci seguiti ed a presto con le avventure nel presente dei nostri personaggi.

 

 

Carlo



[1] Dietro le quinte di Difensori Speciale Next.

[2] Ne saprete più in futuri episodi di Hulk MIT.

[3] Sapete a chi alludiamo, vero? -_^

[4]Il Gigante di Fuoco della mitologia norrena nemico di Thor.

[5] Marada la Lupa nell’omonima Graphic Novel pubblicata in Italia su Best Comics #1.