DNA #2

RINCHIUSI

di Ermanno "scrip" Ferretti

 

 

 

Riassunto: mentre Mary Jane Watson e Ben Urich intervistano il giovane multimiliardario Bob Wayne, saltano in aria i laboratori Stark dove il marito di MJ, Peter Parker, sta lavorando con alcuni altri giovani scienziati a un progetto rivoluzionario e top secret. Intanto la giornalista Lana Lane del Daily Star s'incontra casualmente con il professor Martin Mistery e ci finisce a letto.

 

Appartamento di Lana Lane, a New York. Un televisore è acceso sulla CNN.

- Scusate, ci arriva un'agenzia proprio in questo momento… sì, eccola… Dunque: un grosso boato è stato avvertito in gran parte della zona ovest di New York. Pare si sia verificato lo scoppio di alcuni laboratori della Stark Enterprises a una ventina di chilometri dalle ultime case abitate della metropoli, ma non si hanno ulteriori informazioni né sull'entità dei danni, né di eventuali vittime. Vi terremo comunque aggiornati nel corso dei prossimi minuti. Continuiamo intanto con le notizie sportive…

Nel letto matrimoniale di fronte al televisore è distesa, nuda, Lana Lane. Appoggiato di fianco a sé ha il suo portatile, acceso, dove sta scrivendo l'articolo esclusivo su Martin Mistery per cui si è data tanto da fare negli ultimi giorni. Ha dovuto informarsi sui suoi gusti, sul suo modo di fare e sui posti che frequentava, per poi simulare un incontro casuale e portarselo a letto. Adesso potrà condire il suo articolo con qualcosa di molto piccante senza timore di incappare in qualche querela: è poco probabile che il professore ci tenga a rendere pubblico il filmato del loro atto sessuale che lei ha registrato a sua insaputa.

La notizia alla CNN però la ferma. Prende il telefono e digita un numero molto velocemente.

- Perry? Sono io. Dimmi tutto quello che sai su questi laboratori Stark che sarebbero saltati in aria. Sì… sì… okay, ho capito. Ci hai già mandato qualcuno? Chi? Richiamalo, vado io. Dammi solo un fotografo e digli di farsi trovare pronto con la macchina sotto il giornale tra dieci minuti. Non c'è un minuto da perdere. Ciao.

Salva l'articolo sul computer, per quello ci sarà tempo in un'altra edizione, si alza dal letto e si veste in tutta fretta. Nel giro di pochi secondi è già sulle scale e poi in strada e si mette a correre verso lo Star. Nella fretta non si accorge di superare un tranquillo Martin Mistery che passeggia, visibilmente soddisfatto del suo fascino sulle donne. "Sei ancora in gamba, vecchio mio" sta pensando.

 

Esterno. Quel che resta dei laboratori Stark.

Il fumo rende densa l'aria, davanti ai laboratori esplosi da pochi minuti. Qua e là ancora molti focolai sono accesi ma alcune squadre dei pompieri sono già all'opera e altre stanno arrivando. Mary Jane Watson è appena arrivata nel luogo della sciagura, molla la macchina aperta in mezzo alla strada e si avvicina, esterrefatta, al grande edificio deturpato. Sente anche le sirene delle ambulanze. Ci saranno dei feriti, certo. Dei morti, forse. Ma cosa ne sarà stato di Peter, suo marito?

Le passano accanto gli infermieri con le barelle che s'introducono in fretta tra le mura squarciate in cerca di qualcuno da salvare. MJ rimane sempre lì ferma, paralizzata, come se avesse improvvisamente perso tutto e non sapesse più cosa fare, cosa abbia senso fare. Delle lacrime sgorgano insensibili sulle sue guance. Dopo pochi minuti le arriva di fianco Ben Urich. L'ha portato lì Bob Wayne con la sua Porsche, una volta cambiatosi. In bocca la sua solita sigaretta.

- Si sa niente? - le chiede. Lei non risponde.

- Watson, ti ho chiesto: si sa niente?

- Cosa?… Uh, di che?

- Di tuo marito, di che altro?

- No, ma…

- Allora, cosa stai piangendo a fare?

- Come…?

- Tuo marito, per quel poco che l'ho visto alle feste di Jonah, ha la testa dura come un mulo. Non credo proprio abbia intenzione di farsi ammazzare da un piccolo incidente come questo, soprattutto se pensa che a casa lo aspetta una come te.

- Io…

Poprio in quel momento escono i primi infermieri con in barella Harry Osborn, il collega di Peter.

- Harry! - urla MJ appena lo vede, e in un batter d'occhio è su di lui - come stai? Dov'è Pete? Come sta? Sta bene?

- Signora, si allontani - le intimano gli infermieri.

- Tranquilla MJ - le fa Harry - noi stiamo tutti bene, eravamo nello spogliatoio quando c'è stato lo scoppio. Io sono stato sbalzato fuori dalla stanza e mi sono fatto male alla spalla, ma gli altri sono rimasti dentro e si son presi solo qualche botta. Adesso devono liberarli ma stanno bene.

- Ne sei sicuro?

- Sì, ero fuori ma riuscivo a sentire le loro voci e ci siamo parlati per essere sicuri di stare tutti bene.

Si sono salvati tutti. Chiusi nello spogliatoio, dall'altra parte dell'edificio rispetto ai laboratori, hanno subito solo in parte l'onda d'urto dell'eplosione e i muri antisismici della Stark hanno retto abbastanza bene.

- Che ti avevo detto - le dice Urich - tuo marito è uno di quelli che non muore tanto facilmente.

- Oh, Ben - dice MJ e gli si getta addosso, abbracciandolo per il sollievo.

- Coff coff, piano Watson, c'ho la sigaretta…

 

Un'aula universitaria alla facoltà di scienze di New York.

Due studenti, un ragazzo e una ragazza, sono seduti vicini sui gradoni di un'aula stracolma. Sono Susan Storm e Ben Grimm.

- È in ritardo! - fa Sue.

- Chi?

- Il professor Richards. Di solito è sempre puntuale come un orologio svizzero.

- Ah, si sarà dimenticato d'aver lezione! È sempre con la testa persa tra le sue molecole!

- Ma va', è solo un po'… DENTRO la materia…

- Sì, sì, come vuoi tu. Comunque, hai più pensato a quella propostina, bimba - inizia ad arricciarle i capelli biondi coll'indice - per quella pizza e quella capatina al cinema…

- Cinema?

- Sì, danno un bel film… "La cosa da un altro mondo", un classico di fantascienza anni Cinquanta.

- Non so, Ben. Non mi piace la fantascienza… E poi, come fai a startene lì tranquillo…?

- Tranquillo? E per cosa dovrei agitarmi, bimba?

- Per il professor Richards! Chissà dov'è finito, in che guaio s'è cacciato. A volte sembra così indifeso…

Ben Grimm si passa la mano sulla fronte, sconvolto da questa sua amica più interessata a un professore cinquantenne con la testa fra le nuvole che a una pizza e un po' di sana fantascienza. E, certo, non sembra troppo interessata nemmeno a lui, ma questo è un discorso sul quale il nostro Ben ora preferirebbe sorvolare.

 

Davanti agli ormai ex laboratori Stark.

Lana Lane arriva dalla superstrada, guidando spericolatamente la macchina del povero giovane fotografo che le siede di fianco, Jimmy Olson. Lei lo guarda con un lieve disprezzo: è notevolmente spaventato, non si sa se più per la propria incolumità o per l'auto.

- Non ce n'era uno di più esperto di te in redazione, ragazzo?

- Più esperto?

- Sì, cazzo, più esperto! Siamo il più venduto quotidiano di New York e Perry non sa darmi altro che un fotografo novellino alle prime armi? Che cosa hai fatto prima d'ora, le foto dell'album del liceo?

- No, io…

- Bah, lascia perdere! Siamo arrivati.

La macchina si ferma disegnando un'ampia curva sul misto di sabbia e polvere che circonda l'edificio, alzando un'alta cortina fumogena proprio alle spalle di Urich, Wayne e MJ, che si girano. Mentre la Lane scende dall'auto Urich dà un'occhiata all'orologio.

- Toh, Lana, sei in ritardo. Di solito ci metti cinque minuti al massimo…

- Sì, e di solito tu Urich sei sempre già sul posto. O porti una gran sfiga o inizio a sospettare che tu sia un pazzo maniaco che va in giro a creare cataclismi.

- Umpf - fa Urich, rigirandosi a guardare le scene di pompieri che entrano ed escono dall'edificio. MJ si è un po' ripresa ed ha iniziato a scattare qualche foto. Lana la vede e poi guarda Olsen, ancora fermo a bocca aperta.

- Beh, e tu che aspetti? Vai, muoviti, su, usala quella cosa rettangolare che ti pende dal collo! - poi si rivolge a Urich - allora, Ben, cos'è successo?

- Niente Lana, è solo saltata in aria.

- Tutto qua? Nient'altro? Su, Ben, in onore dei vecchi tempi…

- Non so altro Lana, e anche se lo sapessi non verrei certo a dirlo a te, soprattutto se ripenso ai vecchi tempi…

- Ok, Urich, capita l'antifona. Andrò a chiedere a qualche pompiere.

Passano un paio d'ore prima che pompieri e polizia riescano però ad aprire un varco tra le mura crollate e ad arrivare agli scienziati intrappolati. Nessuno presenta ferite gravi, ma sono preoccupati perché hanno respirato per ore i gas prodotti dai loro esperimenti. I medici tentano di chiedere loro di cosa si trattasse, ma tutti hanno la bocca cucita. Proprio mentre sono fermi lì davanti a ricevere le prime medicazioni, da lontano arriva un elicottero, che atterra alzando ancora altra polvere e detriti.

- Chi è quel deficiente che arriva qui in elicottero? Fatelo smettere o ci farà morire tutti soffocati! - urla uno dei poliziotti.

Dall'apparecchio scendono Tony Stark, il proprietario del laboratorio saltato in aria, e dietro di lui Reed Richards, il responsabile scientifico e organizzativo del progetto. Lana Lane si precipita subito su di loro.

- Signor Stark, signor Stark, ha qualche dichiarazione da fare su quanto è accaduto? Si sa il motivo dell'esplosione?

- No, signorina Lane, non ho nessuna dichiarazione né ho idea del motivo dell'esplosione e adesso, perfavore, mi faccia passare! - dice, spostandola quasi di peso. Dietro di lui Reed Richards indugia sugli scienziati in barella.

- Peter, come stai, tutto bene?

- Professor Richards!… Sì, sembrerebbe di sì, solo… siamo rimasti chiusi per molto tempo all'interno degli spogliatoi e i liquidi e i gas dei nostri esperimenti hanno invaso la stanza. Non so, professore, non so quali possano essere le conseguenze di tutto questo…

- Non ti preoccupare Peter, avremo tempo per occuparcene negli altri nostri laboratori.

- No, professor Richards, non credo proprio - interviene Stark - la responsabilità della sicurezza dello stabile era sua, ed ha fallito nel peggior modo possibile. Lei è licenziato.

Tutti si fermano. Gli scienziati che stanno entrando nelle ambulanze vorrebbero difendere il loro mentore, ma sanno che con Stark è inutile discutere. Solo una persona, una donna, apre bocca.

- Ma… mi scusi, forse mi sbaglio, ma lei è Bob Wayne, il nostro nuovo ricco concittadino? Ha tempo per un'intervista?

 

La campagna del Midwest.

Tra i campi coltivati si erge un piccolo stadio di football con pochi spalti e poca gente su di essi. In campo due squadre di liceali. La formazione con la maglia rossa sta preparando la sua azione d'attacco. Urlano dei numeri e poi partono: il quaterback prende la palla ovale, si guarda un po' attorno e poi lancia, verso un ragazzotto col numero undici che corre lungo la linea esterna, corre veloce, resiste alle cariche ed arriva al touchdown. Tutti lo abbracciano, felici perché quel punto significa la vittoria. Dagli spalti i vecchi contadini urlano: "Cla-ark! Cla-ark! Cla-ark!" e lui li saluta con la mano.

 

CONTINUA SUL PROSSIMO NUMERO!

 

 

Note: abbiamo capito meglio come sono fatte sia Lana sia MJ e cambiano un po' le cose per gli scienziati e per Reed Richards. E poi provate a pensare a questo: che conseguenze avrà il fatto che Harry viene sbalzato fuori per primo? Le conseguenze tra qualche mese…

Nel prossimo numero: gli scienziati tornano a casa ma qualcosa in loro è cambiato. Ciao!