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2099 Chronicles #3

Avengers 2099 #1

Assemble! Pt1.

Vittoria di Pirro.

 

Di Yuri N. A. Lucia.

“Ma che razzo significa!?!”

La voce di Aroon Talbert risuonò per l’enorme ufficio, carica di accenti furiosi, come un cielo invernale lo era di procelle. Dette un occhiata minacciosa e carica di disapprovazione a tutti i presenti, che si sentivano notevolmente imbarazzati, nonché in pericolo di vita, conoscendo i precedenti del loro datore di lavoro.

“Possibile, proseguì esasperato, alzando le mani al cielo che con quello che vi pago, nessuno sappia spiegarmi cosa sta succedendo qui?! Avete tutti delle strafottute carte d’oro del razzo, vi pago sessantacinque giorni di vacanza l’anno, usufruite di fuori serie ultimo grido come auto aziendali, e nessuno di voi maledettissimi stronzi, sa dirmi cosa razzo succede! Sono passate ventiquattro ore e ancora non ho qualcosa!”

Prese una pausa, attendendo che qualcuno gli desse le risposte che cercava. Kenneth Littman richiamò l’attenzione con un discreto colpo di tosse, e, cercando le parole giuste, onde evitare la fine di Karl Lipsitz, parlò in tono sommesso e ossequioso:

“Siamo spiacenti, mr Talbert, il suo disappunto è il nostro disappunto, e siamo intenzionati a risolvere la questione quanto prima, difatti i nostri legali hanno già contattato la Universal, e i nostre detective stanno…”

“Si, ma che cosa sappiamo?”

La domanda di Talbert era stata secca e non ammetteva risposte evasive.

“Al momento no.” Nulla?

Ammise deglutendo a fatica, serrò gli occhi, trattenendo a stento il tremore che l’aveva colpito, in attesa che due delle guardie del corpo del suo principale lo venissero a prelevare per trascinarlo nello sgabuzzino con i prodotti per pulire i pavimenti, e gli piantassero un proiettile nella nuca.

Passarano alcuni secondi di minaccioso silenzio, interrotti dalla voce nasale di Talbert che chiedeva:

Littman? Che le succede? Le sembra il momento di uscire fuori di senno?”

Aprì prudentemente un occhio, pronto a richiuderlo al primo segno di pericolo, quasi questo sarebbe bastato a proteggerlo, e vide davanti a sé il volto del potente uomo d’affari il cui mento era appoggiato ad uno dei nodosi pugni e il cui sguardo era fisso su di lui, colmo di un indecifrabile espressione, forse frutto della commistione di preoccupazione disapprovazione. Intorno a loro la sala riunioni, arredata in modo estremamente freddo e impersonale, le mura-schermo che trasmettevano una skin carta bianca, il mobilio marrone rossiccio, le poltrone nere, il lungo tavolo ovale di polimeri trasparente, poggiato su di un invisibile campo di forza a bassa densità.

“Senta, Littman,Disse come chi si rivolgeva ad un fanciullo che rifiutava di comprendere qualcosa di estremamente semplice, o la cui verità era evidente questo tipo è comparso al climax del Reality della Universal, Days of Thunder, che per oggetto aveva la caccia ad un gruppo di mutanti, e dichiara in diretta sul net, mentre c’era lo share più alto mai registrato negli ultimi sei mesi, ha dichiarato che lui e i suoi variopinti amici sono gli Avengers, giusto?”

“Gi… giusto…”

Rispose l’ometto, sotto lo sguardo comprensivo ed imbarazzato dei colleghi, chiedendosi se fosse quello che l’altro volesse sentirsi in risposta.

“No. No! No! No! Gli Avengers, Littman, siamo noi! Chi ha rilevato i diritti di sfruttamento del nome? Noi. A chi devono pagare cinquecento dollari ogni volta che viene fatto il loro nome in net? A noi. A chi devono pagarne cinquemila per ogni minuto di filmato che viene messo in onda? A noi. Noi! Littman, sempre noi, e questo perché, lo tenga sempre bene a mente, io mi sono fatto il culo negli anni’50 per assicurarmi questo affare, e voglio che questo lo ricordino anche questi finocchi e queste puttane presenti alla riunione, che non hanno trovato la forza neanche di giustificare la propria inettitudine. Non solo è stato fatto il loro nome, senza la mia autorizzazione, su di un network concorrente, facendone alzare l’indice di gradimento di dieci ratzuti numeri, dieci, dieci! Ma c’è anche chi dice di essere gli strarazzuti Avengers! Bene, io ho intenzione di rimettere in riga quel tizio e i suoi compari: indagate, scoprite tutto, se dietro ce c’è o no la Universal, non me ne frega un razzo di quello che dicono, cercate negli archivi, nei data base dei tg, dei bollettini informativi, pagate quelli dell’occhio, voglio sapere di tutti gli avvistamenti di paramani paraumani e mutanti degli ultimi tempi: c’è stata una vera e propria esplosione di questo tipo di fenomeni da baraccone, ed io sono convinto che questi tipi ne facciano parte. Littman, lei mi piace, ha avuto il fegato di dirmi le cose come stavano, perciò affido tutto nelle sue mani: si assicuri tutti i mezzi che le servono ma mi porti delle risposte, risposte, chiaro? Ed ora sciacquatevi tutti dalle palle! Visto che non posso far altro, mi metterò a riflettere.

Congedò con un gesto della mano i presenti, che uscirono dopo mille inchini al signore della Warner Bross, mentre Kenneth ringraziava chi lo aveva salvato da una morte che fino a qualche istante prima gli sembrava inevitabile.

Aroon era infuriato, e sentiva la rabbia divorarlo da dentro. Sapeva benissimo che la Universal non centrava nulla, non poteva trattarsi di una loro trovata, non l’avrebbero mai sfidato così apertamente, sapendo che avrebbe scatenato una vera e propria guerra solo per togliersi la soddisfazione. Già così, gli dovevano un risarcimento mega milionario solo perché non avevano interrotto subito la diretta quando quella scatoletta aveva nominato gli Avengers, e avrebbe avuto, letteralmente, le teste dei responsabili del Reality show. Si ripromise, che i responsabili di questo, avrebbero pagato un prezzo ben più salato.

 

Base Segreta – Nei pressi di New London, ventidue ore prima.

Ma che razzo significa!”

L’esclamazione di Lachryma rifletteva bene quello che pensavano Metalscream e Hulk, che attendevano una spiegazione da parte di Galahad o del misterioso Arthur. Questi ultimi due non sembravano aver fretta di voler soddisfare la loro curiosità, ma si limitarono, in modo molto cortese, ad invitarli alla calma e a sedersi. Alla fine, vinti, si accomodarono, persino il gigante di giada si accovacciò in terra, non trovando sedia sufficientemente robusta per sopportarne il peso. In quella situazione, solo Johnny Hazard sembrava trovarsi a proprio agio, e continuava a studiare divertito tutte le bizzarrie dell’arredo in quella sala.

“Signorina, signori, cominciò pazientemente Arthur mi rendo conto che per voi è stata una sorpresa, e in un certo senso ne sono felice, volevo che fosse proprio questo: una sorpresa; non vi ho mentito su nulla, io voglio davvero formare una forza d’intervento superiore, e la sua prima missione è stata…”

“Col cavolo! ribatté esasperata la vampira, interrompendolo Non cerchi di farci fessi! Non so per chi ci abbia preso, ma sicuramente si sta sbagliando! Non c’era nessuna missione: era solo un fottutissimo test! Ci ha trattati come cavie da laboratorio, per vedere come avremmo reagito. Siamo stati ingannati, su più di un punto: c’era un altro membro della squadra, Kid Current, che non ci è stato presentato, e aveva già deciso per il reclutamento di Hulk! E già questi due fatti da soli, basterebbero a giustificarci se ora disintegrassimo questo posto! Lei ci ha messi in un grande pericolo tutti quanti: una squadra dove i membri non si conoscono, è già a rischio, ma dove addirittura ci sono membri segreti, è praticamente morta! Inoltre Hulk, avrebbe anche potuto ucciderci tutti! Senza offesa verdino, il golia alzò le spalle a significare che non gli importava un gran ché che avrebbe dovuto contattarlo, esattamente come ha fatto con noi e non mandarci li sperando che l’avremmo convinto con il nostro esempio eroico. E, infine, c’è questa storia dei razzutissimi Avengers! Ma lei si rende conto di cosa ha appena fatto?!”

“Signorina, io ho pensato che questo glorioso nome, appartenuto al più grande dei gruppi dell’era eroica sarebbe stato adatto per chi come voi avrebbe lottato per…”

“La smetta! La smetta con il suo accento finto inglese, con la sua voce impostata, con i modi affettati, con la sua aria tranquillizzante, perché adesso mi stanno soltanto facendo incazzare di più! Qui non è solo questione di nome: Avengers è un marchio di proprietà della Warner Bross!!!!! Capisce?! La Warner!!! Quella che nelle guerre tra gli studi del ’70, ha fatto più morti di tutti! Hanno sterminato la popolazione di una intera città, perché non avevano onorato un contratto di esclusiva per un reality nell’80, e sono loro che decidono il nome di chi guida la federazione dell’est!!! E noi che cosa facciamo?! Gli pestiamo ben bene i piedi, e dopo che tutti hanno visto le nostre facce.

Lachryma, capisco la sua preoccupazione, ma…”

“No, lei non capisce! Se lei sa tutto di me, saprà anche che sono stata un avvocato, e so cosa succede in questi casi. La Warner è una super corporazione, ben più potente degli altri studios, e solleverà un polverone per questa storia: ha già in mano gli estremi per chiedere un risarcimento alla Universal, perché non ha interrotto subito il collegamento quando è stato pronunciato il nome Avengers, e questi ultimi, non vorranno di sicuro inimicarseli più di quanto non abbiano fatto; non dovremo solo attenderci un offensiva da parte di quelli della W.B., ma anche di chi vorrà senz’altro compiacerli, e oltre agli Universal studios, dovremo attenderci comportamenti analoghi da 20 Century Fox, Columbia, Pixar, Disney, Spielberg, Tatantino Tarantino Productions, Disney, Attanasio’s, Bellissario’s… e l’elenco è lunghissimo! Potrei andare avanti ancora ore! Persino i produttori amatoriali di film porno faranno la fila per avere un pezzettino delle nostre budella da offrire come dono ai baroni della W.B.!!! E loro sanno chi siamo, e sicuramente non gli ci vorrà molto a scoprire questo posto! Siamo segnati!”

“La ragazza, ha ragione, a intervenire, era stato Hulk, che con la sua voce profonda e cavernosa, aveva subito attirato l’attenzione di tutti gli Studios non scherzano su queste cose, e la Warner, è la più feroce di tutti nel punire chi le fa un torto, cosa che noi abbiamo fatto. Parlo al plurale, perché anche il mio bel muso zannuto è stato ripreso mentre testa d’asino faceva le sue belle dichiarazioni, e purtroppo non ho avuto modo di dissociarmi mentre eravamo in diretta: adesso è troppo tardi, anche se scrivessimo delle scuse ufficiali alla Warner, vergate con il nostro sangue, ci vorrebbero comunque morti; non è stata una mossa saggia, e visto il rischio che comportava, avreste dovuto avvertire i vostri amici, ed evitare di coinvolgere un estraneo. Adesso dovrei spaccare tutto, perché mi sento incredibilmente nervoso e penso potrebbe calmarmi un po’, ma non sarebbe una soluzione definitiva al problema, e, adesso come adesso, non vedo soluzioni definitive. Posso solo appoggiarmi momentaneamente a voi.

“Lei e la sua amica cerco di rassicurarlo Arthur sarete nostri graditi ospiti fintanto che lo vorrete. Vi assicuro che questa base è estremamente sicura, e che i sistemi occultanti di Sea biscuit hanno impedito ai satelliti dei network di rintracciarvi.”

“Io avevo delle faccende da sbrigare, delle faccende importanti, ed ora sono bloccato qui, ed ho dovuto esporre la mia amica a un pericolo enorme, come se non accadesse già abbastanza di frequente.”

La risata improvvisa di Metalscream creò un forte disagio e una certa indignazione ad Hulk e Lachryma, che lo fissarono con crescente rabbia.

“Ma che diavolo ai hai da ridere!?”

Gli chiese cupa l’ex avvocato, ricevendo però risposta dal sorridente Hazard.

“Ride, perché ha capito come stanno le cose, e mi meraviglio che non ci siate ancora arrivati voi. Arthur e Galahad e il loro socio Kid Current, sapevano benissimo che cosa avrebbero provocato facendo quell’affermazione in diretta. Guardateci: abbiamo accettato la prima missione perché ci sentivamo in obbligo di aiutare quei poveri disgraziati mutanti, ma probabilmente ci saremmo divisi subito dopo; invece, ora, siamo con le spalle al muro e come Lachryma ha detto, siamo segnati, e come invece lei ci ha fatto notare, abbiamo possibilità di cavarcela solo se rimaniamo qui, e, credo, volesse anche aggiungere, se rimaniamo uniti. Ha ottenuto con una sola abile mossa, tutto quello desiderava, compreso Hulk, che sicuramente non avrebbe mai accettato la sua proposta di presentarsi qui per quella bella opera di imbonimento che ci ha fatto ieri. Ora, invece, ci ha persino chiesto di passare a prelevare la sua amica, la famosa cantante contestatrice Quirk, di cui tra l’altro sono anche un grande fan, e si è precipitato qui con noi, consapevole di cosa l’attendeva se fosse rimasto da quei pizzi.”

Hazard è un tipo sveglio, disse Metalscream mentre si puliva con un panno gli occhiali l’ho capito da subito. Ha centrato in pieno la questione, e noi, ora, siamo alla sua mercé. Il fatto che lo capisca o che lo accetti, non vuol dire che non stia provando ora l’irrefrenabile desiderio di sviscerarla come un pesce, e di impiccarla con le sue stesse budella. Ce lo ha combinato piccolo, lo scherzo.”

Compagni d’arme, vi prego!l’indefinibile voce di Galahad si era levata in difesa di Arthur, e con un gesto aveva cercato di richiamare l’attenzione dei presenti Capisco il vostro sdegno, ma voi cercate di comprender le azioni di messere Arthur, il nostro mecenate, che voleva solo assicurare che il mondo avesse non solo dei nuovi protettori, ma anche un simbolo da seguire, da rispettare e che fosse fonte d’ispirazione per le nuove generazioni che minacciano di crescere senza leggi né morale. Forse i suoi metodi, invero, sono discutibili, ma le intenzioni, ve lo assicuro, sono nobili e sincere. Voi siete possenti tra i possenti, grandi giustizieri, e quale nome era più adatto se non quello di Avengers? Vi prego, placate i vostri cuori, anche voi madamigella Lachryma, e perdonate anche me, che sono stato il diretto responsabile di quanto accaduto. Credetemi, quanto è stato fatto, è solo per il bene dell’umanità intera…

“Bel discorso, cocco, fece ridacchiando Hulk parli forbito, anche se i tuoi pugni fanno male, e se lo dico io… però il tuo discorsetto non cambia la realtà: noi siamo qui, e ci siamo finiti con l’inganno, e anche se ora saremo costretti ad agire insieme, sarà pur sempre per un inganno. Io ricordo che gli Avengers, si formarono per contrastare un grande pericolo, e combattevano per la verità e la giustizia, e anche se oggi questi due concetti possono apparire antiquati, e persino ridicoli, erano dei grandi ideali e non poteva esistere scopo più nobile. Ma questi Avengers? Noi che dovremmo esserne gli eredi morali nelle intenzioni di quello che tu definisci mecenate, ma che io chiamo faccendieri faccendiere, siamo nati nella menzogna, con un vile sotterfugio, e non è il migliore degli auspici per una nascita. Dovremmo combattere per quei valori? No, non ci riusciremo mai, hai capito? Mai!! Ti piace fare il cavaliere senza macchia ne paura eh? Galahad, in alcune versioni antiche del ciclo bretone, non era solo uno dei cavalieri più coraggiosi e nobili di Camelot, ma era il campione stesso del re, lui e non Lancillotto, e in altre, accompagnava Perceval alla ricerca del Santo Graal. Direi che sei stato tutt’altro che nobile, e lui, che porta il nome del Pendragon? Tutt’altro che coraggioso: avreste dovuto invitarci qui senza inganni, e parlarci francamente, da subito dei vostri progetti, accettando il rischio di sentire un rifiuto. Certo, non avreste raggiunto il vostro scopo, ma state pur certi che neanche ora ci siete riusciti, e avete anche insozzato le vostre coscienze, sempre che ne possediate una, cosa di cui dubito assai, messere, vista la facilità con cui avete dispensato bugie. Visto? Anche io so parlare come in una chanzone de gest, ma non per questo sono un nobile paladino della verità, capito caro Galahad? Ed ora, signorina e signori, vogliate scusarmi, vado di là a cercare di spiegare bene alla mia amica come mai sono stato costretto a prelevarla dal suo nascondiglio per portarla di corsa qui, per spiegarle come due individui loschi, l’abbiano condannata ad una morte certa mettendogli contro la W.B., visto che si sa in giro che l’ho salvata diverse volte e quindi è collegata a me. Buon proseguo.”

Il gigante di giada si alzò, un titano che si ergeva in tutta la sua potenza, ed uscì tranquillamente dallo studio, stringendo le spalle per non danneggiare il telaio della grande porta.

“Bene, ora con il vostro permesso, devo sistemare un po’ di cose anch’io, adesso che è iniziato questo esilio forzato.”

Metalscream, imitò Hulk, e poi Lachryma, che guardò con disapprovazione sia Arthur, sia Galahad, lei cui linee in quello che era il volto cambiarono forma e colore, ad assecondare l’umore non certo roseo del cavaliere. Hazard si fermò davanti ad esso, e in tono consolatorio disse:

“Non puoi dargli torto, Hulk, ha ragione, tu e il tuo amico avete giocato d’azzardo, e quando lo si fa, si deve accettare il rischio di perdere, e credo che voi abbiate riportato qualcosa di peggiore che una sconfitta: una vittoria di Pirro.”

Nella stanza rimasero solo Arthur e Galahad. quest’ultimo gli dava le spalle, e guardava fuori la finestra che dava sullo strapiombo, osservando lo spettacolo delle onde che si infrangevano contro la roccia.

“Quello che ti ha detto Hazard, ti ha toccato nel vivo, vero?”

E tu? Non sei stato toccato nel vivo? Non ha torto. né lui, né Hulk, né Lachryma, né Metalscream: nessuno di loro. Avremmo dovuto essere subito onesti con loro, non saremmo a questo punto, ora.

“Si, avevano ragione, ma come ha detto Hulk, molto probabilmente non avrebbero accettato. C’è in ballo molto, e tu lo sai: il mondo ha bisogno degli Avengers, ora più che mai, specie dopo quanto abbiamo scoperto. Tempi difficili, richiedono decisioni difficili, e non possiamo permetterci il lusso di sottilizzare, ne loro quello di rifiutare. Dovevamo prendere una decisione: rispettare il libero arbitrio pochi, mettendo a rischio il futuro di molti. Sono eroi, hanno fatto una scelta di vita che ancora non capiscono bene, e delle volte questo tipo di scelte comporta delle rinunce, fosse anche la propria libertà.”

So che quanto dici è vero, eppure non mi consola minimamente. Tutto questo… è una specie di menzogna.

“No, una mezza verità: la parte di verità è che loro ora sono i nuovi Avengers, e devono accettarlo.

Ma è la parte non corrispondente alla verità che mi preoccupa: alla fine, forse, ci distruggerà…

 

Grand City, Minnesota – Due ore dopo la riunione della Warner Bross.

Ahahaha! Avresti dovuto vedere quella vecchia faccia di cuio di Talbert! Cielo, culo di ferro era davvero fuori dalla grazia di Dio! Sembrava sul punto di esplodere.”

Fernando Abbot continuava a ridere sguaiatamente, mentre Albert, suo fratello, si massaggiava le tempie e teneva lo sguardo basso sulla scrivania di acero americano.

“Devi proprio ridere così?”

Chiese infastidito.

“Oh, cielo! Non dirmi che hai ancora fatto indigestione di narco gomma?”

“Quello che faccio nel mio tempo libero, sono solo affari miei.

“Certo, ma non quando quello che fai mette a rischio il nostro lavoro: ora siamo durante l’orario lavorativo, e tu hai i postumi del tuo viaggio.

“Tu bevi bourbon alle sette del mattino.”

“Non paragonerai quella tua schifezza sintetica, al mio buon bourbon eh? Dovresti provarlo anche tu, e mollare quella merda, ti sta ammazzando fratellone. Comunque, tornando a noi, Talbert è pronto a sganciare una bella cifra per questi Avengers, a proposito, tu non hai ancora visionato le registrazioni?”

“No, ti sembra così strano?”

“Tutto il mondo l’ha vista, e chi l’ha registrata sta riversando milioni di copie on line su siti illegali. Culo di ferro ha incaricato i suoi deus ex machina dell’informatica di costruire dei filtri che ne blocchino l’immissione o il downloadign, un impresa praticamente impossibile, visto che la codifica viene cambiata ogni cinque minuti. Ahahaha, non ci posso credere. Ha sganciato un bell’anticipo per questo lavoro, e quando l’ho visto mi è quasi preso un colpo, specie pensando a quanto sia tirchio il nostro amico, che detto per inciso, non voglio contrariare, perciò, fatti passare il cerchio alla testa, e mettiamoci all’opera.”

“Hai un idea da dove dobbiamo iniziare?”

“Ho più che un idea: abbiamo dei volti, ripresi da più angolazioni; uno è Hulk, il mostro di cui si parla da qualche settimana a questa parte, che sta flagellando la west coast, il biondo è iscritto all’albo dei liberi esercenti della magia, e si fa chiamare Metalscream. Come vedi sappiamo già un po’ di cose, dobbiamo ravanare nell’ambiente dei super freak, e scommetto che salteranno fuori un bel po’ di cose divertenti. Diamoci da fare! Forza, la vita è una cosa meravigliosa!”

Albert guardò di traverso Fernando, e scosse la testa: detestava quel suo entusiasmo, quasi infantile, specie visto che il termine delle proprie investigazioni era l’eliminazione del proprio bersaglio.

Si tirò su, desiderando fortemente di avere altra narcogomma da masticare, ma si era dato una regola: quando era su una traccia, nessun sollazzo; mai mischiare il dovere e il piacere.

 

Las Vegas. Casinò Presidents of America.

John F. Riss junior era tutt’altro che contento, dal momento che J.F.R. senior aveva minacciato di spiccargli la testa dalle spalle e infilarla in una picca: e il vecchio, non scherzava mai su queste cose. Il suo motto era semplice: punisci i dipendenti indisciplinati o carenti, e fallo con più severità se si tratta di parenti; filosofia efficace, che nel corso degli anni aveva tenuto alta l’efficienza dei suoi locali. Si toccò, in un gesto istintivo, il collo, quasi sentisse la pelle cominciare a bruciarsi sotto il rosso raggio del laser, e la bocca gli si contrasse in una smorfia di disgusto, chiedendosi se in un simile caso avrebbe fatto in tempo a sentire l’odore della carne bruciata. L’ala ovest era l’orgoglio del casinò, con i suoi arredi in stile tardo ventesimo secolo, la famosa sala dei Presidenti, il bordello di Lady Mandra, e le famose macchine da gioco Other World: da sole fruttavano un guadagno pari a quello totale di sei mesi delle altre macchine. Se non fosse stato così difficile reperirne, il vecchio ne avrebbe piazzato ovunque. Stava camminando lungo un corridoio ricoperto di moquette rosso bordoux, con lampade al neon caldo sulle pareti, coperte da carta da parati verde chiaro, sostenute da vecchie aplique dorate. Suo padre, pensava, non aveva mai avuto il minimo gusto estetico, e quell’accostamento pacchiano di colori ne era la dimostrazione. Del resto, l’intera Las Vegas, era sempre stata un tempio del cattivo gusto, e non era necessario che le cose cambiassero. La mala ebraica l’aveva edificata come capitale del proprio impero criminale, la Mafia italiana aveva scatenato una guerra contro gli ex datori di lavoro per impossessarsene e poter riciclare gli introiti del malaffare, poi erano stati spodestati dai primi proprietari, a loro volta messi di nuovo in rotta dalla Yakuza, che scatenò stragi allorché la Triade volle la sua fetta. I tavoli da gioco, anziché del tradizionale verde, avrebbero dovuto essere rosso sangue e sapeva che, nel deserto, c’era una vera e propria necropoli costituita dalle fosse dove erano stati gettati gangsters, truffatori, poliziotti e qualche volta, innocenti finiti nel posto sbagliato al momento sbagliato. Las Vegas, negli ultimi anni, aveva alzato la testa, e i proprietari si erano resi indipendenti dalle grandi organizzazioni malavitose, resistendo all’avanzata delle corporazioni e dei baroni dell’etere, facendo sì che la città guadagnasse una forte indipendenza, si da essere una specie di stato a sé, anche se non ufficialmente. C’era un esercito privato che difendeva i confini della città e del territorio adiacente, c’erano leggi e tribunali propri e nessuno, tranne qualche fesso, si sognava di mettersi contro i signori del vizio. Quel tipo, invece, non si era limitato a sognarselo ma aveva fregato i casinò e si  parlava di cifre astronomiche. Anche la casa da gioco di suo padre non era stata risparmiata. La cosa incredibile era stata barare ad una macchina Other World, qualcosa mai accaduto prima. Gli esperti stavano ancora lavorandoci su per capire come si fossero svolti esattamente i fatti, ma non riuscivano ad approdare a nulla, se non alla stesso vecchio ritornello: le macchine Other World non possono essere ingannate, quanto accaduto è impossibile.

Leftky! chiamò spazientito Allora, hai contattato quei due detective?”

L’uomo con la bizzarra camicia di flanella colorata si voltò, con un espressione di imbarazzo sul volto e il timore che l’altro potesse disintegrarlo con un solo sguardo quando avesse sentito la risposta che aveva da dargli.

“Mi dispiace signore, ma gli Abbot sono già sotto contratto: sa, si tratta di quella storia degli Avengers e non possono…”

“Me ne fotto! Non ti ho chiesto di raccontarmi vita, opere e miracoli degli Abbot, ma solo se erano disponibili! Invece di perdere tempo, contatta qualcun altro: Largo Maxx! Voglio lui! E’ uno specialista bravo quasi quanto gli Abbot. Cosa ci fai ancora qui impalato?! Organizza un incontro per stasera, e stavolta non voglio sentire scuse, altrimenti è la volta buona che mi libero di te.

Leftky Kilian sapeva che J.K. Junior non stava cercando di spaventarlo, ma gli stava dicendo semplicemente quello che avrebbe fatto, e dopo aver bofocchiato qualcosa di incomprensibile si affrettò a mettersi alla ricerca di Maxx.

John portò le mani ai fianchi, mentre contemplava il nastro di divieto d’accesso posto al corridoio che dava alle O.W. Era lì da ormai un mese e non sarebbe stato tolto tanto presto e il che significava mancati guadagni e suo padre di umore decisamente nero.

Entrò nel suo ufficio privato, e selezionò con il suo controller tutti i filmati della sorveglianza interna relativi a quanto accaduto un mese prima.

Tutti gli individui sospetti erano colorati di rosso e di nuovo le stesse conclusioni: si trattava di una squadra; ma era certo che dietro ci fosse un'unica mente, un deus ex machina che aveva organizzato tutto, servendosi poi di un professionista. Però, c’era una cosa che lo inquietava, qualcosa che all’inizio non era riuscito a spiegarsi, ed era quel sorrisetto strafottente: era lo stesso per tutti quanti, uomini o donne che fossero.

 

Universal Studios. Ore 7.00 a.m.

Geraldine Pinza aveva passato una notte infernale: aveva dovuto lasciare una delle più belle scopate di tutta la sua vita, e da allora, non aveva praticamente chiuso occhio. Quanto accaduto con il reality rolling thunder, era completamente imprevedibile, e non solo ne aveva di fatto decretato la fine, ma rischiava di portare sul lastrico gli studios, se non si fossero prese per tempo le adeguate contro misure. Purtroppo l’inferno si era già scatenato: alcuni studios minori si erano alleati per portare un attacco agli Universal, convinti che questo li avrebbe messi in buona luce con la Warner, e anche se l’assalto era stato respinto con successo, erano andati perduti alcuni dei set storici, ed uno dei centri di elaborazione olo-spettacoli più importanti, quello dove venivano prodotti successi come il Fergusiano sado masochista e la Schiava dalle piume che puzzavano. Passando per Mandy’s street, aveva dovuto coprirsi il viso con un fazzoletto, tanto era il fetore generato dalle carni fuse dei soldati morti durante il combattimento. L’aria era stata bonificata dalle mine I.A.7, e gli spazzini stavano ripulendo la strada da lamiere e corpi, pulendo macchie di fluidi e sangue con potenti getti di acqua e detergente.

Entrò nel complesso degli uffici, dirigendosi di gran carriera all’ufficio del Responsabile di Settore Marcus Secor, che era seduto a capo del grande tavolo ovale, intorno al quale erano riuniti i dirigenti di livello B e C; gli altri si erano trasferiti nei nascondigli di sicurezza, in previsione di ritorsioni da parte delle Majors.

“Ora che ms. Pinza è qui, disse rivolgendole uno stanco cenno di salutopossiamo parlare: Paramount, Fox, E.M.I., B.B.C., West Virgin, Fuji Film e le altre Majors, per il momento, si mantengono neutrali, limitandosi a mandare lettere di solidarietà a Talbert. Il vecchio culo di piombo è fuori dalla grazia di Dio, ma fin’ora ha solo chiesto un risarcimento per negligenza rispetto al codice dell’etere, e possiamo ritenerci fortunati. Per quanto riguarda gli squali che vogliono farsi un nome, non possiamo dire altrettanto, e proprio un quarto d’ora fa, le nostre guardie hanno preso un cecchino appostato a due chilometri e mezzo da qui. Abbiamo dovuto interrompere le nostre trasmissioni, per posizionare tutti i nostri satelliti a guardia di quest’area, con notevole dispendio di danaro e perdite economiche ingenti. Le nostre azioni in borsa sono in caduta continua, e se continua così, potremmo fare una finaccia, perciò dobbiamo fare l’unica cosa possibile: dobbiamo portare le teste degli Avengers a Talbert; non mi importa come, ma dobbiamo riuscirci. Condurremo delle indagini in parallelo a quelle della Warner, collaborando quando ce lo chiederanno, e passandogli ogni informazione alla quale perverremo: ms Pinza?”

Lo sguardo dell’uomo era carico di speranza e contrastava con quel volto tirato ed adombrato dal peso delle responsabilità che parevano opprimerlo.

Pinza, si alzò con tutto lo splendore del suo metro ed ottanta, una statua d’avorio vivente che suscitava sempre l’approvazione generale di chi le stava intorno, anche in un momento drammatico come quello.

“ Signor Secor, abbiamo contattato un ottimo detectiev: Pierce Chernuchil; sappiamo che la Warner ha contattato i fratelli Abbot, e collaborerà a distanza con loro; stiamo usando tutti i nostri contatti per cercare di capire chi possa essere l’autore di un simile gesto. Per il momento i sospetti si concentrano su alcuni diretti concorrenti, ma non possiamo escludere nessuna pista.

L’uomo sembrava un po’ deluso, sperava che la donna avrebbe detto qualcosa di più determinante, ma non era stato così e non poteva fare altro che prendere atto del fatto che brancolassero nel buio, con il rischio reale di finire rovinati. I presenti non osarono scuoterlo dal torpore nel quale sembrava essere improvvisamente sprofondato, mentre con la mente cercava di ordinare i tasselli di quella storia.

 

Base Segreta nei Pressi di New London : quattro ore dopo.

Il colosso verde si muoveva a disagio lungo i corridoi di quella casa partorita dall’incubo di un architetto folle, calpestando con i piedi artigliati pregiati tappeti persiani ed iraniani, una teoria di motivi astratti e floreali di colore porpora, turchese, grigio, giallino che carezzavano le piante delle enormi estremità. Aveva adocchiato un Vermushent originale, appeso lungo la parete color pesca di un lungo corridoio che fiancheggiava la grande sala da pranzo, e poi notò un Van Gog, un Gougaine, un Larshan, e uno Yashita che non ricordava però in nessun catalogo. Si fermò a studiarlo, affascinato come sempre dalla morbidezza dei colori che sfumavano dolcemente verso l’interno, confondendosi l’uno con l’altro, a simboleggiare la drammaticità con cui l’autore percepiva la condizione umana e la propria vita interiore.

“Chi lo avrebbe mai detto! Un energumeno come te, amante di un artista tanto delicato come Yashita.”

Hulk digrigno le zanne in direzione dell’esile figura materializzatasi all’improvviso dall’aria. Mandò un getto d’aria dalle enormi nari collocate all’estremità del muso che la fece ondeggiare leggermente mentre era ancora, in parte, allo stato gassoso.

“Wow! Vacci piano campione! Non ho idea di cosa potrebbe capitarmi se mi disperdessi nell’aria!”

“Sarebbe interessante scoprirlo.”

Gli fece di rimando in tono sarcastico.

“Sei un intenditore di quadri ma tutt’altro che un gentiluomo.

“Sono quello che sono.”

Lei si avvicinò, apparentemente incurante del suo evidente malumore, e cominciò a sua volta a studiare l’opera.

“E’ un quadro originale, ecco perché non compare nei cataloghi, ma anche tu hai riconosciuto l’inconfondibile mano di Yashita: solo lui usava in quel modo le vernici ai polimeri; quella tecnica di impressione della luce è rimasta segreta dopo la sua morte. Ti rendi conto che adesso riusciamo ad andare su Marte in appena tre settimane di viaggio, e ancora non hanno capito come lui riuscisse a fare una cosa del genere? Il nostro Arthur deve essere qualcuno di veramente importante se è riuscito a procurarsi un inedito del genere, oppure uno che ama l’avventura. Ce c’è chi ucciderebbe per prendergli un pezzo del genere, e in effetti, anche io ci farei un pensierino su.

Yashita ha sempre parlato al cuore, andando al di là della mera tecnica, e se pensi che per il fatto di essere alto due metri e mezzo e di pesare mezza tonnellata io non riesca ad apprezzarlo, ti sbaglio di grosso. Tocca la sfera dell’intimità come pochi altri hanno saputo fare, e di fronte a tale nobiltà d’animo, di fronte alla struggente bellezza di una così difficile ricerca, anche uno come china il capo in segno di rispetto. Ma ora non è il momento di parlare d’arte, anche se mi piacerebbe: la mia amica è piuttosto spaventata dalla situazione, anche se non lo da a vedere, e ben presto questo santuario potrebbe trasformarsi nella nostra tomba. Prima o poi i Baroni dell’Intrattenimento ci troveranno, di questo ne puoi star certa, come hai detto bene di là, è inevitabile. Sono inferociti perché qualcuno ha messo in discussione il loro potere, e se conosco Talbert, non mollerà finché i nostri intestini non gli siano serviti su di un piatto d’argento.

Lachryma sembrava intristita all’improvviso:

“E’ un peccato, con un simile capolavoro davanti, dover pensare alla propria sopravvivenza e non potervisi dedicare come meriterebbe… ma è una questione di priorità. Talbert è sempre stato il più feroce di quella cricca di assassini in doppio petto, e la Warner possiede i mezzi finanziari per iniziare una vera e propria guerra contro di noi. Sicuramente le altre Majors, sia per una questione d’onore, sia per poter stringere con loro delle alleanza saranno ansiose di compiacerli, specie la Universal che ora si trova in una posizione precaria e sta rischiando molto.”

“Tu che cosa suggeriresti?”

“La prima mossa che faranno, sarà cercare informazioni, e sicuramente si rivolgeranno a specialisti del settore: ci sono già un paio di nomi che mi vengono in mente; dovremmo tenerli sott’occhio.

“Pensavo che non avresti usato il noi… mi sembri più la tipa da ognun per sé.

“Come vedi non sei l’unico a riservare sorprese: quell’Arthur mi convince poco e, a questo punto, anche il suo amico Galahad; ma non possiamo separarci ora, perché saremmo troppo vulnerabili, specie tu, che ti sei fatto un bel nome in queste ultime settimane.”

“L’unione fa la forza, eh?”

Arthur non è un uomo povero, né sprovveduto.

“Dici? Dopo quello che ha fatto?”

“Soprattutto: voleva una super squadra, vero? Ed ora l’ha ottenuta, dal momento che siamo costretti a rimanere insieme.

“Non potremmo semplicemente dissociarci, o ritrattare tutto?”

“Ah! Senti, quando ero una semplice umana, ero un avvocato, e anche piuttosto in gamba, e una cosa so per esperienza: una volta pestati i piedi a questa gente, non è finita finché o tu o loro morite. Non ci si può fare niente, non si può ignorare la cosa, e, prima o poi, si dovrà arrivare ad una risoluzione, per quanto estrema sia.”

“Sai una cosa? Fece il gigante con la sua voce cavernosa, e alcuni cristalli contenuti in una vetrinetta d’abbelimento, tintinnarono paurosamente, attirando l’attenzione di Lachryma Credo che il bastardo volesse anche questo… dico metterci contro gli Studios… quel tizio è pazzo, pensa di essere re Artù, e noi siamo i suoi cavalieri della tavola rotonda o Thor sa solo cosa. Se potessi, adesso lo prenderei e lo strapazzerei ben bene, per sapere quello che voglio, ma adesso non è il caso e inoltre, credo dovrei ingaggiare un altro round con quel bellimbusto in armatura.”

Galahad deve essere molto forte se ha resistito ad un round con te.

“L’ho colpito così forte da metterlo in orbita, ma non aveva neanche un ammaccatura e quando il pugno gli è arrivato contro, ho sentito dolore alle ossa! Non so di cosa sia fatto, forse è adamantium. Comunque, dovremo tenere d’occhio anche l’altro tizio.”

“Parli di quel Kid Current?”

“Si, anche se con lui sarà un po’ più difficile, visto che si tratta di un costrutto virtuale.”
Potrebbe occuparsene Hazard, non credi?”

“Ah! Parli dell’altro costrutto? Ha tutta l’aria di essere l’inizio di una specie di patto separato.

“Dobbiamo pur tutelarci, e lui e il mago sono nella nostra identica situazione.

“Potremmo essere spiati.”

“Potremmo, ma non mi interessa, anzi, meglio ancora: saprà che non deve sottovalutarci.”

I due si scambiarono un sorriso.

“Una vampira, o vampiro che dir si voglia, insieme ad un energumeno di due e passa metri: una strana compagnia.”

Hazard aveva pronunciato quelle parole con autentico divertimento, mentre osservava un prezioso vaso Ming posto su di un piedistallo di polimeri trasparenti, al centro della sala che aveva ribattezzato delle silenti gemelle per via delle due statue di vergini che stavano ai lati dell’ampia scalinata d’accesso al piano superiore. Metalscream stava rimirando la propria immagine riflessa in un lucido tavolino di legno in stile Luigi XIV. Aggrottò le sopraciglia, pensando che i suoi capelli erano decisamente troppo arruffati, e dopo avergli dato un’aggiustata con le mani, rispose flemmaticamente all’ex star di film d’azione:

“ Si, ma estremamente intrigante, non credi? Senza contare che anche io e te siamo una bella accoppiata: un necromante, depositario di antiche ed arcane conoscenze dalla tradizione millenaria, e un costrutto virtuale, simbolo di tutto ciò che questo mondo è divenuto.”

“Eppure neanche tu sei esente da contatti con i tuoi giorni, osservò divertito Hazard come rivela il tuo impianto bionico.”

“L’antico deve camminare insieme al nuovo, se non vuole estinguersi.

“Farebbe pensare che l’antico sia debole e deficitario rispetto al nuovo.

“E il nuovo deve camminare insieme all’antico, se non vuole smarrirsi. Corresse il tiro il mago Va anche detto che quei due sono eccezionali combattenti, dalle molte virtù, e potrebbero essere utili a questa squadra.

“Ah, vedo che pensi a noi già come una squadra. Che ne pensi di questa storia degli Avengers? Credevo non ti fosse andata molto giù questa storia.

“Non mi è ancora andata giù, Arthur non si è comportato bene con noi, e ho motivo di sospettare che continuerà così anche in futuro, ma ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare: il tipo ci ha incastrato alla grande, e a ripensarci bene, in un certo senso è da ammirare come sia riuscito a prenderci tutti per il naso. Sulla questione Avengers dovremmo pensarci su bene, non credo sia un nome che porti particolare fortuna, visto la fine che hanno fatto quelli originali. Tu invece che ne pensi?”

“Una volta ho fatto sia Visione che Wonderman in un ologramma della Mirna Loy Production: sai, erano gli inizi ed ero solo un software d’animazione di secondo livello; quei due ruoli mi hanno aperto la strada al successo, ai creativi piacque il modo in cui gestivo i dati storici e in cui le mie equazioni sintetizzassero comportamenti credibili e mi permettessero battute fresche e spiritose. Rilevarono i diritti dal mio programmatore, pagando una cifra astronomica, e disegnarono per me la skin di Johnny Hazard. Comunque, ricordo con piacere quel doppio ruolo, e in quel periodo ho avuto modo di accedere a parecchi dati dalla banca dati di Hollywood sugli Avengers: razzo, ci si sarebbero potuti fare almeno altri cento film sulla vita di quei tipi; alcuni di loro erano dei mezzi casi clinici, ma diamine, avevano delle signore personalità ed erano dei veri eroi. Non so cosa darei per poter stringere la mano a tipi come Capitan America, Thor o Ironman. Forse, il male di questi tempi, è che non ci sono più persone così, esempi viventi da seguire e che ispirano nelle persone il desiderio di dare il meglio.

“Povera quella terra che ha bisogno di eroi…”

Ahahaha, una bella citazione, ma io non la penso così. Gli eroi servono, anche se è un bene che non diventino un ossessione, o un oggetto di fervore religioso.”

E Thor? A lui è stato dedicato un intero culto.”

“Ah, beh, Thor in fondo era un dio ed un culto a lui dedicato c’era già, quindi…”
”Per lui si potrebbe fare un eccezione? Sai, mi chiedo se sarebbe contento nel sapere che esiste un culto del genere a suo nome: recentemente c’è stato anche chi ha abusato del…”

Ambedue si voltarono di scatto, in direzione del forte rumore, come un tuono esploso nelle immediate vicinanze.

Si precipitarono nella sala adiacente, dove erano già convenuti Hulk, Lachryma, Galahad e lo stesso Arthur.

Che razzo succede?”

Chiese Hulk, ricevendo in risposta dal cavaliere:

Un potente nemico ci sta portando uno spietato assedio. Le difese della Base sono salde, ma dobbiamo prevenire il peggio e agire con rapidità.

“Col razzo! Prima voglio sapere…”

Un'altra scossa che fece tremare la struttura lo interruppe, e guardò di traverso l’enigmatico guerriero, i cui filamenti di colore nuotavano sempre più rapidamente all’interno di quel corpo che sembrava un ombra a mala pena materiale.

E così ci risiamo? Adesso dovremo seguirti? No, aspetta, non lo dire, al grido di, Avengers Assemble?!”

Al grido di quello che volete voi: ma dobbiamo agire immanentinente

A Metalscream non sfuggì lo sguardo preoccupato che Arthur aveva lanciato di sottecchi al suo campione e si chiese cosa stesse realmente accadendo.

L’essere era a circa duecento metri dalle mura esterne della casa, intorno alla quale si stendeva un campo di forza protettivo che si illuminava di verde ogni qualvolta veniva colpito dall’assalitore. Era alto quasi un metro e novanta, uno spettacolo orripilante, uno scheletro su cui stavano brandelli di abiti, e le cui ossa emettevano una sinistra luminescenza rossastra. Allungò il braccio in direzione del suo bersaglio, aprendo il palmo da cui eruttò una lingua d’energia che fece illuminare il campo di forza e tremare la costruzione.

“Uno degli uomini degli studios?”

Chiese perplessa Lachryma, che si era spalmata addosso un’altra tuta gel per difendersi dai raggi solari.

“Non mi sembra di averlo mai visto…”

Disse quasi sottovoce Hulk.

“Non credo sia un uomo degli Studios.”

Disse Metalscream.

“Io ne sono sicuro.”

Aggiunse Hazard.

“Ci potete scommettere.”

Commentò nei loro cervelli Kid Current, la cui presenza era tornata a tenergli compagnia.

“Venite fuori!!! Miserabili, venite qui da me!!! Abbiate il coraggio di affrontarmi… di affrontare il Risorto! Colui il quale è tornato dalle tetre lande della morte ed ora chiede la sua giusta vendetta contro chi levò impunemente la mano contro di lui.”

Avete ragione, non è un uomo degli Studios: è qualcosa di infinitamente peggio e più pericoloso.

 

Fine dell’episodio.