Marvelit presenta:
Special Squad. #1
Di Yuri N. A. Lucia.
La casa sembrava uscita da
un v-set di uno di quegli horror revival che andavano molto di moda negli
ultimi anni.
Già la sua posizione, aveva
qualcosa di sinistro: costruita sul ciglio di un costone di roccia, affacciata
su di uno strapiombo che dava sull’Oceano Atlantico, a venti chilometri dal più
vicino centro abitato, la piccola New London, una città mai cresciuta molto dai
tempi della sua fondazione, un piccolo centro di pescatori che agonizzava da
anni combattendo contro un inevitabile morte, posticipata sino
all’inverosimile. Persino il clima era opprimente, con continui ed improvvisi
temporali, generati soprattutto dai problemi ambientali del secolo scorso. Alle
spalle della costruzione, un enorme bosco di sempre verdi, una sorta di muro
tra quei luoghi e il resto del pianeta. La casa era una struttura imponente, un
insieme di stili architettonici diversi che si erano sovrapposti man mano che i
diversi proprietari l’avevano ampliata, rendendo la sua mappa irregolare e il
suo aspetto vagamente caotico e inquietante, quasi fosse una chimera di mattoni
rosso scuro, muretti di pietra grigia e pareti di legno nero, tutta tetti
aguzzi, comignoli, abbaini, porte finestra che davano su balconcini in ferro
battuto, bifore d’abbellimento dai vetri istoriati, rosoni ornamentali ad
imitazione di quelli delle chiese innestate con un curioso senso estetico,
persino dei gargoyles minacciosi appollaiati in posizione difensiva, una torre
merlata costruita in un eccesso di follia, l’enorme giardino che l’abbracciava
tutta, pieno di terrapieni, cespugli, roseti, tulipani, genziane, e gazebo di
legno e pietra, un pozzo di grossi blocchi, una piscina di marmo risalente al
1930 e una fontana italianeggiante del 1940, un basso capanno per la servitù costruito nel 1950, tutto l’ambiente
ben curato e dall’aspetto pulito ed ordinato.
L’interno della villa non era
da meno: ovunque tappeti antichi, provenienti da Armenia, Iran, Iraq, Turchia,
quadri molto preziosi, tele originali provenienti da tutto il mondo, persino
dei Bosch, Blake, Cortona, De Chirico, Monét, specchi con cornici d’argento e dorate, mobilio in legno di cedro, mogano, ebano,
intagliati a mano, con intarsiature frutto della mirabile abilità di artigiani
morti da secoli in molti casi, credenze piene di porcellane ungheresi, inglesi,
bavaresi, comodini rococò, tavolini con lampade dai vetri art nuvou e art decò
con le classiche decorazioni vegetali, statuette di alabastro e marmo, bronzo e
oro, ed ovunque caminetti, aplique con antiquata illimunazione elettrica che
sostituiva da tempo una ancora più antiquata a gas.
Erano seduti in semi cerchio
da un quarto d’ora, facendo del tutto per ignorarsi vicendevolmente, o almeno questo era l’atteggiamento di due dei
tre presenti che scrutavano tra l’affascinato e l’imbarazzato l’arredo della
grande libreria in cui si trovavano.
Una porta verniciata di un
turchese che stonava con i colori scuri dell’ambiente si aprì, e fece il suo
ingresso l’ospite senza nome che li aveva invitati tutti lì: un uomo molto
alto, barba corta e ben curata, nera con diversi spruzzi di bianco, capelli
neri brizzolati, lunghi pettinati all’indietro, folte sopraciglia, occhi scuri,
naso largo, zigomi pronunciati e mento prominente, corpulento senza essere
obeso, spalle larghe, vestito con un completo di taglio squisito con indosso
una cravatta di seta nera.
Cominciò a parlare loro con
la sua piacevole voce impostata dal caldo timbro baritonale:
“Signora, signori, volevo
ancora una volta ringraziarvi per aver risposto con tanta sollecitudine al mio
appello, onorandomi della vostra presenza.”
“Veramente ci ha praticamente
costretto a venire qui, e almeno io sarei contenta di sapere come mi i suoi
uomini abbiano potuto rintracciarmi con tanta facilità.”
L’uomo sorrise alla vivace
protesta della bella ragazza, che stava a gambe incrociate sulla poltrona
italiana tappezzata con prezioso damasco ricamato con motivi floreali.
“Grazie all’abilità e
l’abnegazione dei miei collaboratori, che, e ve lo assicuro, hanno faticato non
poco a rintracciare lor signori, in special modo lei. So che non mi conoscete,
e che per vostra natura avete imparato ad essere guardinghi e poco propensi a
fidarsi del prossimo, ma qui non siete tra nemici o chi vuole in qualche modo
farvi del male. Sono completamente disarmato e tutti i sistemi di sicurezza di
questa sala, sono stati disattivati. Vi ho convocato, perché da mesi sto
studiando gli esseri dotati di capacità super umane, o di talenti comunque
fuori dal comune, mutanti, mutroidi, alterati o sovrannaturali che siano, e
sono rimasto colpito dalla crescente comparsa di così detti eroi, un fenomeno
che ho seguito con molto interesse perché sembra quasi preludere al ritorno di
una nuova epoca eroica. L’ho fatto perché per tutta una vita, sono stato
convinto che la popolazione di questo pianeta, che a dispetto di quanto hanno
cercato di dirci, si trova in una crisi, crisi iniziata proprio alla fine di
quell’era, distante diverse decadi lunghi come millenni, che si è aggravata con
le guerre ecologiche e l’avvento delle mega corporazioni.
I risultati sono sotto gli
occhi di tutti: viviamo imersi in una pace fittizia, con l’Europa sempre più
ostile nei confronti dell’America, specie dopo l’avvento di un nuovo Doom in
Latveria e il sospetto che abbia dei contatti con il Consiglio Aziendale
Occidentale, la povertà è in aumento e i problemi all’eco sistema non sono
stati risolti, e le tensioni sociali crescono continuamente. La storia dei
finti aesir è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, e mi ha
definitivamente convinto che qualcosa debba essere fatto: quello che voglio è
una forza di intervento altamente qualificata, indipendente, libera da controlli
aziendali, e pronta a portare aiuto alla popolazione mondiale, in qualsiasi
parte del globo.”
I le espressioni dei tre
erano indecifrabili, e fu l’uomo con gli occhiali da vista, i capelli biondi
lunghi fino alle orecchie e il soprabito nero a rompere il silenzio, alzando la
mano e chiedendo:
“Mi scusi, le dispiace se
prendo la parola?”
“Oh, ma certo, ci mancherebbe
altro.”
“Non credo che abbia bisogno
di presentarmi con lei, perché sicuramente sa parecchie cose sul mio conto,
però, a beneficio degli altri convitati, ripeterò il mio nome, o meglio, il
nome con cui lei mi conosce: io sono Metalscream;” disse allegramente
con un espressione amichevole rivolgendosi ora agli altri, provocando un alzata
di spalle in segno di indifferenza da parte della ragazza, e di un largo
sorriso dall’uomo con i folti baffi castani e il cappellino con la scritta I’M
THE WALRUSS, i cui caratteri avevano i colori dell’arcobaleno” il suo
discorso, signor Arthur, vero? Il suo discorso è
stato d’effetto, e mi è piaciuta la passione che ci ha messo, ma lei corre
decisamente troppo: noi non la conosciamo, non ci conosciamo tra di noi,
abbiamo di sicuro rispettivamente parecchie faccende personali, e lei non può
pensare che si lavori come una squadra, partendo dal presupposto che tutti qui
dentro siano disposti ad accettare la sua proposta, così come se fosse la cosa
più naturale del mondo. Lei vuole una forza qualificata, ma non si crea una
forza così dall’oggi al domani, e parla anche di indipendenza, ma questa forza
lavorerebbe per lei da quanto ho capito, e chi ci dice che lei non lavori per
qualche azienda?”
“Io mi trovo d’accordo con
lui su di un punto:” asserì la ragazza indicandolo con il pollice e
alzandosi subito dopo” partendo dal presupposto che si accetti la
proposta, ed io la rifiuto, perciò arrivederci a tutti.”
Si avviò verso la porta ma si
voltò quando il misterioso signor Arthur la chiamò:
“Signorina Lachryma, la
prego, aspetti solo qualche altro minuto.”
Lei si voltò, fissandolo con
ostilità, quasi fosse sul punto di saltargli addosso, ma la tranquillità di
questo, alla fine, ebbe la meglio sulla sua aggressività e tornò a mettersi
seduta.
“La ringrazio, signorina, ora
mi permetta di rispondere prima al signor Metalscream. Le sue osservazioni sono
giuste, e riconosco che una squadra abbia bisogno di tempo per affinare le
proprie capacità di insieme, ma con il giusto addestramento e potenzialità
individuali, questo è possibile. Siete stati selezionati, perché avete
dimostrato di possedere queste potenzialità, e anche, e soprattutto, una grande
integrità morale, uno spiccato senso di giustizia, e un incrollabile forza
d’animo. Avete perseguito individualmente la causa della protezione di chi non
poteva farlo da solo, o come si sarebbe detto in altri tempi, la causa del
bene, e si tratterebbe di agire insieme per poter aumentare la portata del bene
che potreste fare. Per quanto riguarda il discorso dell’indipendenza, vi
assicuro che non ho aspirazioni da leader né da eminenza grigia, e avrete la
completa indipendenza: deciderete voi la vostra linea d’azione o se intervenire
o meno, io mi limiterò a fornirvi i mezzi economici e materiali, i network
d’informazione, senza escludere che potrete ricorrere a tutti i mezzi
alternativi che volete. Inoltre, sono pronto ad occuparmi di tutte le vostre
esigenze personali per permettervi di concentrarvi meglio sul lavoro che vi
propongo: signorina Lachryma, le piacerebbe farsi una bella passeggiata su di
una spiaggia assolata alle Canarie?”
Lo sguardo di lei tornò ad
essere velato dall’ostilità e dal sospetto.
“La prego, la prego, non
pensi che sto scherzando prendendola in giro. Sono sicuro che il signor
Metalscream, che ha una notevole esperienza nel campo dell’occulto, se ne sia
già accorto, e il signor Hazard, provetto avventuriero, non se ne scandalizzerà
troppo, se affermo apertamente che lei è una vampira. Oh, dico bene? Voglio
dire, vampira o devo definirla vampiro? Sa, un po’ come la storia
dell’architetto, o è come la storia del dottore e della dottoressa? So che lei appartiene
ad una sorellanza di vampire buone, che si battono contro le forze del male per
riscattarsi dalle proprie origini oscure, cosa che però non gli ha permesso di
superare il proprio confino nella notte o il proprio bisogno di sangue. Per
l’ultima cosa, non sono in grado di fare molto, se non fornirle sangue organico
riprodotto in laboratorio, ma per la prima, posso renderla in grado di
camminare tranquillamente alla luce del giorno.”
“Ammettendo che sia vero, chi
mi impedisce di prendermi questa soluzione miracolosa con la forza, oppure di
accettare e poi tradirla?”
“Nessuno: mi fido di lei.”
Quell’affermazione, pronunciata con così tanta infantile sincerità, mentre
allargava le braccia. Arthur fece una pausa, e poi riprese:
“Si tratta di una speciale copertura
gel, molto resistente al calore, elettricità, attrito, capace di schermarla
efficacemente contro i raggi solari che le provocherebbero… lei sa cosa… e
questo le permetterebbe di poter vivere anche di giorno.”
“Questo è tutto da provare.”
“Sarò felice di farglielo
provare quanto prima. L’unica cosa che vi chiedo…”
“Mi sembrava si fosse parlato
di completa indipendenza.”
Osservò divertito
Metalscream.
“E così è… ma ci in una
proposta di collaborazione, ci sono sempre delle condizioni… mi riservo di poter
proporre nuovi membri per il gruppo, fermo restando che voi darete
l’approvazione finale per la loro effettiva entrata, il gruppo dovrà possedere
inoltre uno statuto, che ne delinei politica e struttura interna, e dovrà
comprendere l’insindacabile articolo che non si debba e possa uccidere, se non
per estrema difesa personale o solo in casi di grave necessità. Inoltre, mi
riservo, solo per un unico eccezionale caso, la prerogativa di affiliare sulla
fiducia un unico membro.”
“Da come lei parla sembra tutto
già deciso!”
Affermò indignata Lachryma,
ma Metalscream le fece un educato cenno che la invitava alla calma e
intervenne:
“Mi pare chiaro, mr. Arthur,
che chiunque lei sia, ha preparato lungamente questo incontro, così come ha
pensato bene a cosa proporci e come proporcelo per farci accettare, sono
convinto che anche per me è il signor Hazard ci sia inserbo qualcosa di
allettante. Chi sarebbe il membro che dovremmo accettare come compagno di
squadra?”
Arthur aveva l’aria
soddisfatta perché le cose stavano andando meglio di quanto avrebbe mai
desiderato, e, con la mano, indicò un punto di una lunga libreria, una cui
sezione centrale, avanzò di diversi cm, scivolando di lato e lasciando libero
alla vista il quarto convocato per quella riunione.
Quell’apparizione aveva
stupito i tre mentre Arthur lo invitava a porsi al suo fianco per lasciare che
gli altri lo osservassero meglio e questi avanzò con passo fermo e portamento
fiero e regale, quasi fosse un principe o un ré. Il suo aspetto, la sua sagoma
ricordava quella degli antichi cavalieri medievale, chiusi nelle loro corazze –
castello, pronti a partire per qualsiasi crociata in nome del bene. Ma
qualsiasi fosse la sostanza che la costituiva non era semplice acciaio, anzi,
non pareva neanche fosse metallo, ma ricordava vagamente la delicatezza del
vetro soffiato, con curve e linee che parevano galleggiarvi all’interno,
vorticando verso l’esterno, spandendosi, movendosi in senso orario, come pesci
intenti in una danza descrittiva d’una geometrica circolare che andava a
complicarsi in una serie di strutture che si sovrapponevano l’una sull’altra.
Lo spettacolo aveva un che di ipnotico ed era reso ancora più irresistibile dal
pulsare ritmo dei colori, che bruciavano cambiando di intensità, cambiando con
una progressione sconosciuta, forse in modo casuale, passando dal chiaro allo
scuro, con le ombre che gli scivolavano addosso, coprendo le luci che emanava.
Non sembrava una cosa casuale, ma in qualche modo dietro c’era una qualche
legge di proporzione, un canone che rendeva quelle continue trasformazioni, il
loro assorbirsi l’una nell’altra, la loro molteplicità armonica.
“Signori, permettetevi di
presentarvi il quarto membro della vostra formazione: Galahad.”
Lachryma non trattenne un
fischio d’ammirazione, al quale il nuovo venuto rispose con un gentile inchino
che le strappò un sorrisetto.
“Come il nobile campione di
Artù… bizzarra coincidenza, è mr. Arthur?”
Commentò divertito
Metalscream.
“Ho sempre amato questo tipo
di coincidenze, ma ora vi prego, lasciamo che il mio gentile amico si
presenti.”
“Un saluto a tutti voi:
io sono Galahad, e sono venuto qui perché sapevo avrei incontrato tre campioni
della giustizia, desiderosi di unire la loro lotta alla mia, per poter
fronteggiare le forze del male, proteggere i deboli, raddrizzare i torti,
vendicare gli innocenti, e, vedendo ora i vostri occhi, sono felice perché le
mie speranze non sono state disilluse.”
Esclamò Lachryma.
“Abbiamo sentito il nostro
prode compagno,” commentò con un sorriso Metalscream” ora, mr.
Arthur, dicci che cosa hai in mente: perché tu hai già qualcosa in mente per
noi, vero?”
“Avete un grande intuito, dr.
Metalscream.”
“Non per niente, sono un mago
e con una specializzazione in neuro e negromanzia!”
“Appunto! Ecco, guardate pure lì, sopra la statua con sembianze
d’angelo che regge il bacile.”
Sopra la scultura, che si
trovava a ridosso di una parete, l’aria dapprima tremolò leggermente, poi
brillò per una nebbiolina iridescente, e in meno di un secondo comparve un
elaborato e definito ologramma che mostrava un paesaggio desertico, sul quale
campeggiò la scritta, Deserto della California.
“Da diversi giorni,”
cominciò Arthur” un gruppo di mercenari, sta dando la caccia ad una
comunità di mutanti che sta strenuamente cercando di sfuggirgli dopo aver visto
il proprio villaggio dato alle fiamme. Stanno morendo, uno dopo l’altro, per i
cacciatori e per gli stenti: è un oscenità!” Disse in un improvviso impeto
di rabbia” E deve assolutamente finire!”
Metalscream e Lachryma lo
guardarono, presi in contropiede da quell’improvviso cambio d’umore.
“Scusatemi.”
“Non si preoccupi, è una cosa
che mette i brividi anche a me. Comunque, abbiamo bisogno di qualche altra
informazione: chi ha pagato quei mercenari per dargli la caccia? Inoltre so che
ci sono dei sedicenti X men che ora proteggono i mutanti, come mai non fanno
niente?”
“In tutta onestà ho cercato
di contattarli, per proporgli il nostro aiuto, ma non li ho trovati. Per quanto
riguarda i mandanti, si tratta della Universal: vogliono realizzare un
documentario sulla caccia al mutante.”
“Che cosa?”
Esclamarono all’unisono Metalscream e Lachryma, ai quali si unì anche Hazzard che fino a quel momento era rimasto silenzioso.
“Galahad è già intervenuto
più volte, ma i mercenari sono divisi in diversi gruppi,
e ben organizzati, ed ora hanno assoldato anche dei bio modificati di alto
livello, e pare che anche una pericolosa creatura scappata da una fabbrica di
modificati, e pare che sia piuttosto potente.”
“Compagni! Si è sin
troppo discusso: è tempo i gire ora!”
Esclamò infervorato Hazard
che era saltato in piedi, rivelando il suo vero, fiammeggiante aspetto.
“Oh, vi prego, non guardatemi
così voi due, è il motivo per cui fino ad ora avevo mantenuto questa forma! Non
posso credere che noi si stia ancora qui a tergiversare: squadra o non squadra,
abbiamo il dovere morale di intervenire.”
“Io sono d’accordo!”
Esclamò Lacryma.
“Molto bene,” Disse
Metalscream”a questo punto, ci siamo dentro fino al collo! Almeno, mr.
Arthur, abbiamo un nome ufficiale?”
“Nome? Oh, per il benigno
protettore di Midgard, no! Siete semplicemente la Special Squad.
Ascoltate, ho approntato un mezzo di
trasporto che vi porterà rapidamente in California, ah, signorina, c’è la
questione del sole, segua Galahad, le mostrerà dove e come mettersi lo speciale
gel anti sole.”
Il quartetto uscì fuori dalla libreria, seguendo il cavaliere, e Arthur sembrava soddisfatto, e disse sottovoce:
“Non pensavo sarebbe stato
così semplice.”
Io
credo che invece il mago sospetti, e comunque, avresti dovuto avvertirli che i
membri che avresti imposto loro erano tre e non uno.
“Non volevo fargli troppe
sorprese in una sola giornata… speriamo vada tutto bene.”
Lo
spero anche io, ma non credo sia un bene far agire una squadra praticamente
ancora non nata, e che parte già con un poca fiducia alla base dei suoi
rapporti interni.
“Lo so, ma con tutte quelle
vite in gioco, non potevo aspettare di più.”
Guardò la porta da dove erano
usciti, e sospirò sperando che le cose andassero secondo i suoi piani.
Sopra il Deserto Californiano – Ore 6.00 a.m.
Il Seabiscuit stava
sorvolando il territorio dello stato Californiano, eludendo la sorveglianza
territoriale.
Lachryma non riusciva a star
ferma, agitandosi sul suo sedile quasi fosse una bambina alla sua prima gita
scolastica.
“Hey gente! Guardate! Posso
guardare l’alba senza trasformarmi in una torcia umana!”
“Invero, gentile
madonna, al momento voi state osservando lo focoso astro tramite un monitor
della parete.”
Lachryma si voltò,
guardandolo imbarazzata, e sorrise quasi a volersi scusare per l’entusiasmo di
poco prima, ed ebbe la fugace impressione che una delle linee che stavano
nell’elmo, formarono a loro volta un accenno di bocca sorridente.
“Stiamo andando a raddrizzare
un torto, tanto per usare un espressione che piacerebbe molto al nostro amico
cavaliere,” fece a bassa voce Metalscream, indicando con un cenno della
testa Galahad intento in piacevole conversazione con Lacryma” senza
sapere chi sia veramente il nostro mandante ne cosa voglia da questa… squadra
speciale… ho visto il tuo entusiasmo nell’aderirvi, Hazard. Ho sentito
parlare di te: sei di queste parti, vero? Dicono che eri un costrutto virtuale,
divenuto reale a causa di un bizzarro incidente.”
“Ero una star di Holliwood! E
a dire il vero, ero reale anche prima, o almeno mi sentivo così. L’incidente,
che è stato effettivamente bizzarro, sai, tipo quei racconti dell’età eroica,
mi ha dato la possibilità di… essere più indipendente, sai, non più comandato a
bacchetta da un ‘puter tirannico e un capriccioso direttore, e di rendermi
solido. Credo sia un caso di abnorme potenziamento delle particelle omicron di
cui sono in larga parte composto e che mi ha fornito una fonte energetica tutta
mia, l’intero campo magnetico terrestre, a cui ora sono connesso.”
“Quindi non potresti lasciare
il pianeta, o comunque allontanartene così
tanto da non uscire dalla sua influenza, altrimenti…”
“Tornerei un semplice olo
costrutto. Certo, l’idea di non poter fare l’astronauta mi dispiace davvero
tanto, ma in fondo, è meglio di niente. Sono un ex schiavo dell’industria del
divertimento, e la conosco meglio di tanta altra gente proprio perché ci
lavoravo, anzi, ne facevo letteralmente parte, so che pezzi di merda possono
essere i produttori, e l’idea di quello che stanno facendo a quei mutanti, il
fatto che li caccino per il divertimento di un branco di pervertiti disumani
affamati di morte… mi fa bollire letteralmente
il sangue nelle vene… ovviamente se avessi del sangue e delle vene. Non è
questione di entusiasmo la mia, mi sembrava solo di fare la cosa giusta e, se
posso farla insieme a qualcuno che mi aiuti a farla meglio, io non ho nessun
problema.”
Metalscream assentì e poi si
rivolse a Galahad, chiamandolo:
“Ascoltami, cos’altro ci puoi
dire su questi bastardi? Che armi anno, quanti sono esattamente?”
“Ne sono rimasti
cinquecento in tutto, messere, armati con fucili ad impulso, fusori di carne,
incendiatori al plasma, carri da combattimento tipo Dune hunter equipaggiati
con armi I.M.P., missili formato micro a ricerca automatica.”
Disse dopo aver mandato un
fischio Lachryma.
“Un piccolo esercito, non c’è
che dire, non hanno badato a spese per il loro spettacolo… schifosi! Quanto
manca all’arrivo?”
“Compagno
Metalscream, tra cinque minuti saremo alle spalle degli inseguitori, che
attualmente stanno per raggiungere i mutanti.”
Il Seabiscuit tremò con
forza, tanto da mandarli a sbattere ognuno in un punto diverso, eccezion fatta
per Galahad che rimase fermo sul posto.
Richiamò subito le
informazioni con la linea diretta che lo connetteva al computer della nave.
“Siamo sotto attacco
da parte di un bio modificato.”
“Per le tenebre! Quale bio
modificato può fare una cosa del genere a un aereo come questo?”
“Uno molto grosso e cattivo,
come quello!”
Disse Hazard in risposta a
Lacryma mentre indicava lo schermo.
L’essere stava volando contro
di loro e alla ragazza, parve di udire un impercettibile imprecazione da parte del cavaliere che, senza dire loro
una parola, si gettò all’attacco, passando attraverso una sezione circolare del
pavimento, divenuta improvvisamente trasparente e sottile come una pellicola,
questa si riformò quasi immediatamente dopo il suo passaggio e lui scese lungo
un breve tunnel che lo portò all’esterno.
Il diaframma circolare si
richiuse al suo passaggio, tornando a confondersi con la carlinga dell’aereo.
“Ohthor! Ma se era lui a
guidare l’aereo, ora chi è che lo sta portando?!”
Esclamò improvvisamente
terrorizzata Lacryma.
Non vi preoccupate: ci
penso io.
I tre si guardarono tra di
loro e Metalscream disse:
“Grazie, ci sentiamo molto
tranquillizzati ora, ma vorremmo sapere chi sia io!”
Volarono l’uno contro
l’altro, alla velocità di settecento chilometri orari, l’uno guardandolo con
fermezza, l’altro digrignando le fauci adorne di zanne luccicanti, e Galahad
pensò che non erano quelle le circostanze in cui aveva previsto l’incontro, ma
non c’era il tempo per poter ragionare, e si preparò, identicamente all’altro,
a sferrare un pugno.
Il miracolo della scienza,
Galahad, contro una forza della natura, Hulk!
Fine dell’episodio.
Per tutto quello che volete,
compresa pubblicità, soprattutto porno pubblicità, scrivete a:
Note:
ci siamo, ecco a voi una
nuova pubblicazione del settore What if?… 2099 Chronicles! Insieme a Spiderman
2099, si propone di essere una finestra su quello che inizialmente fu
strombazzato l’official future della Marvel, ma poi, causa cagotto dei pezzi da
90 della casa delle idee, fu ridotto ad un mero What if?… senza nulla togliere
a questo genere che personalmente trovo molto sfizioso.
Chronicles, però, a
differenza di Spiderman, non è fisso su di un solo personaggio, ma presenterà
storie, o blocchi di storie, dedicati a diversi personaggi del 2099, in modo da
presentere avventure di characters minori, e testare l’indice di gradimento
riguardo vecchi nomi prima di richiedere una testata ufficiale.
Mi piacerebbe, che con il
tempo, magari anche a breve, altri si proponessero per scrivere su questo
spazio, perché, non vi nascondo le mie intenzioni, vorrei che il numero di
testate destinate al 2099, aumentassero con il ritmo
vertiginoso di una covata di conigli, così che il vecchio Monni, e le
altre cariatidi (in senso buono!), del sito si convincano a dedicare un intera
sezione al 2099 Universe! (scordatelo, ahahahahahahahah)
(Simpatica nota, inserita simpaticamente, da quel simpaticone di Rozzo… pardon,
Rosso Intoccabile!!!) (Io non sarei così drastico… il tempo, ne sono certo, mi
darà ragione… contronota inserita dal sottoscritto! ;) )
Grazie per aver letto questa
storia.