PROLOGO: Distaccamento 33-CA-di, FDI-DFS/CESAM. Dieci minuti fa.

 

L’interno della base-fortezza, ricavata da uno dei più grandi asteroidi della cintura interna fra Marte e Giove, si era trasformato in un alveare di frenetica attività. Gli allarmi erano diventati una cacofonia ininterrotta fin dalla loro attivazione. La migliore descrizione che si potesse dare dello stato generale del personale era: panico ordinato.

 

 

In sala comando, il Capitano di Divisione era nel mezzo di una teleconferenza con il QG delle Forze di Difesa Interplanetaria e con la Società delle Nazioni e delle Specie, entrambe sulla Terra. Presente su una terza finestra, il rappresentante del maggiore network di comunicazione multimediale interplanetaria. Tenere a bada quelle tre figure si stava rivelando facile come destreggiarsi come con l’impatto di una pioggia di asteroidi.

“No, signori, non ho ancora alcuna notizia della System Force,” stava dicendo Fabio Shinker, usando tutta la calma di cui disponeva raschiando il fondo del barile della sua mente. “Allo stadio attuale, ogni speculazione è valida quanto l’altra.”

“Di mandare rinforzi, altre sonde, dei robot…insomma, qualunque cosa, non se ne parla?” chiese il rappresentante della Gesellschaft des Reichs von Kommunikationen.

Fabio si morse il labbro inferiore. Conta fino a dieci, conta fino a dieci… “Herr Weisskraft, chiedo scusa per avere usato una frase impropria, nel descrivere la situazione dei nostri Agenti: in effetti, le loro sonde ci dicono che sono vivi e vegeti. Non sappiamo cosa stia succedendo loro.”

Il Presidente del Collegio Direttivo della SNS, un nero dai capelli bianchi e gli occhi celesti, sbuffò, impaziente. “Non ha risposto alla domanda di Herr Weisskraft, Capitano Shinker. Cosa intendono fare le FDI per supportare…”

Fabio lo interruppe senza pensarci su due volte –era parte del suo carattere, rispondere a tono e senza guardare più di tanto ai gradi. “Signor Presidente, lo stesso fenomeno che ha…alterato le condizioni di Venere ha altresì reso impossibile ogni forma di avvicinamento. Ogni sonda e satellite orbitale sono resi inefficaci.”

“Confermo il rapporto, Signor Presidente,” interloquì il Direttore Generale delle FDI, un mutante dalla pelle bianchissima e gli occhi verdi da gatto in un volto elegante ed affilato, simile a quello di un elfo. “Il nostro Mietitore è stato reso inoffensivo.”

Il Mietitore era un satellite artificiale armato con un’interfaccia Richards ‘sintonizzata’ su una quasar. Era l’arma definitiva per distruggere un’eventuale minaccia degli abitanti di Inferno, la città-prigione per i più pericolosi Umanisti. A meno di distruggere l’intero pianeta, non c’erano armi migliori da usare.

“Che gli Dei ci assistano, allora,” disse il Presidente Munroe. Non c’era minaccia peggiore, per la stabilità di un mondo così diverso da quello di sessant’anni prima, della Chiesa Umanista, intenta in ogni azione illecita nota o inventata per abbattere il Patto stabilito fra l’Uomo e gli Dei tornati per portare l’Era del Rinnovamento sul mondo…

“Herr Presidente,” disse Weisskraft, che, da Presidente del GRK, ne aveva viste di cotte e di crude, in posti che le stesse istituzioni ignoravano, “se in questa crisi si arrivasse ad avere bisogno degli Dei, sarebbe veramente la fine.”

Niente di più vero, pensò Shinker, guardando il pianeta Venere al centro di uno schermo. Si chiese, però, come potesse la sola System Force risolvere quella follia piombata fra capo e collo…

A memoria d’uomo, una cosa del genere non era mai capitata. Letteralmente.

 

 

MARVELIT presenta

di Valerio Pastore

 

SYSTEM FORCE /4

MISSIONE ALL’INFERNO - NUOVO ORDINE MONDIALE (Parte 4 di 4)

 

 

‘Alterato le condizioni di Venere’. Se ne era parlato come di un ‘fenomeno’.

Miracolo avrebbe reso meglio l’idea. La scienza aveva rivelato Venere quale angolo d’inferno, con una pressione atmosferica al suolo di 90 atmosfere, un’atmosfera rovente composta prevalentemente di acido, con una temperatura tale da fondere il piombo. Il solo posto sicuro dove vivere era la città cupolare di Inferno.

Questo, fino a circa 30 minuti fa.

Adesso, il pianeta Venere era un gemello della Terra. Letteralmente. Dall’atmosfera limpida, agli oceani azzurri, alla vegetazione che colorava di un verde intenso le terre emerse di Ishtar Terra ed Aphrodite Terra. Pressione atmosferica al suolo: 1, temperatura media al suolo: 18°C.

Un’impossibilità fisica, ma reale. E tutto per merito dell’ultima persona da cui aspettarsi tale miracolo: un mutante…

 

…Per la precisione, l’essere noto come Proteus.

Il mutante, un corpo senza una sua forma definita, uno squarcio vivente caleidoscopico nel tessuto spaziale, brillava accanto al signore del nuovo Venere: un uomo di una bellezza e delicatezza tali da farlo sembrare sia uomo che donna, un volto affilato, lunghi capelli così biondi da sembrare bianchi. Come l’angelo ribelle il cui nome si fregiava di portare, l’uomo si chiamava Lucifero.

“Non so cosa sperassero di fare, spingendoti ad usare il tuo prezioso potere prima del tempo, figlio mio,” disse Lucifero, mentre insieme alla creatura passeggiava lungo quell’immenso giardino dell’Eden. Un giardino impossibile come il mondo che lo ospitava: nessuna forma di vita, oltre quella vegetale, abitava il nuovo mondo. E la varietà delle piante era ridotta alla macchia Mediterranea, tutte piante utili all’Uomo, facili da coltivare, senza sgradevoli imprevisti, libere di crescere in un terreno fertile e senza zolle, il sogno di qualunque contadino. “Ma una cosa è certa: presto le masse dei fedeli si solleveranno, mentre la sola vista di questo miracolo solleverà il velo dagli occhi degli stolti.

“Certo, è un peccato doverci accontentare, per ora, solo di questo mondo, mentre la nostra amata Terra deve ancora sottostare alla barbarie e all’anarchia…Ma Dio ti ha conferito una potenza miracolosa, Kevin. Molto presto, i falsi Dei pagani torneranno a strisciare negli angoli più bui della cultura e della storia che a loro spettano!”

Proteus fluttuava a mezz’aria. Era impossibile dire se fosse d’accordo o meno con le parole del suo levatore e signore, o cosa pensasse…

 

“Potete prendervela comoda, signori. Potete sfruttare tutto il tempo che rimane ai vostri fragili gusci, ed anche qualcosina in più…fino all’eternità stessa.”

Un’osservazione quantomai adatta alla situazione, essendo il proprietario di quella voce un’entità che esisteva fin da quando esiste il Male stesso: l’entità di nome Mefisto.

Mefisto. Il terzo giocatore, la mente dietro il piano di Lucifero. Mefisto, per il quale i limiti spaziali auto-impostisi dagli Dei non esistevano. Mefisto, il cui potere su Venere era integro come sulla Terra, come ovunque nel cosmo.

Mefisto sedeva su un trono di anime urlanti, dannate per sempre. Una frazione meno che minima delle oltre cinque milioni, costrette prematuramente al tormento eterno dall’azione di uno solo degli Agenti della System Force.

Quel qualcuno era Sun, un neomano-lupo, il leader del gruppo. L’intera SF era impotente, prigioniera in campi mistici di stasi, schierata di fronte al Maligno. Una situazione a dir poco disperata, eppure il neomano non esitò a dire, “Non hai potere su di noi, Mefisto. Anche se qualcuno ci chiamerà malvagi, per quello che ho fatto, sai quanto me che si è trattato di un atto di giustizia, anche se molto duro.”

Un bell’eufemismo! Per costringere Proteus a venire allo scoperto e mostrare al mondo l’estensione dei suoi poteri, e quindi l’estensione degli Umanisti estremisti, Sun aveva usato la sua Interfaccia-Richards per liberare su Venere una porzione del cuore stesso del Sole. Inferno era stata praticamente atomizzata all’istante.

Mefisto si accarezzò il mento, soddisfatto. “Questione di punti di vista, signori. Mentre parliamo, il seme del dubbio si è insinuato nelle menti dei convertiti. Proprio grazie alla vostra tecnologia televisiva, tutti hanno potuto vedere di cosa siete capaci. Entro breve tempo, quando un numero sufficiente della massa avrà abbandonato la nuova fede, voi sarete irrimediabilmente classificati come malvagi. Le vostre anime saranno mie per diritto naturale.” Ridacchiò.

“Non possiamo vantare un’anima pura, demonio,” disse il vice-leader, la femmina neomana-pantera nera Nemesi, “in fondo solo i Naturali sono innocenti fin dalla nascita…Ma non puoi trattenerci a lungo contro la nostra volontà, Dio o non Dio.”

Mefisto fece spallucce, mentre un servo mostruoso e deforme gli serviva un calice pieno di sangue ribollente. Mefisto mandò giù il liquido. Alcune gocce colarono lungo il mento, e da lì caddero sul trono, sfrigolando contro le anime che lo componevano, facendole urlare ancora più pietosamente.

Mefisto si pulì la bocca con un braccio, contemporaneamente gettando via il calice. “Qui, qualcuno ha fatto i compiti a casa…Mia cara,” accarezzò un bracciolo, e strinse in modo da cavare gli occhi dello spirito con le unghie. “Il concetto di ‘tempo’, nel mio Regno, è alquanto diverso dal vostro metro. ‘Presto’, per me, non significa altrettanto, per voi. Come vi ho già detto, posso aspettare…io.”

Parole che avrebbero dovuto dettare disperazione nel cuore degli eroi. Parole che, invece, nel biodroide di nome Deep-10 suonarono foriere di speranza. Perché false.

Ma un buon scienziato doveva sempre cercare la controprova, prima di abbandonarsi all’euforia. Perciò, per provare tale punto, Takashi Shimano attivò con un comando mentale uno speciale trasmettitore inserito nell’armatura che faceva parte del suo corpo. Frequenza subspaziale; direzione, il satellite geostazionario Mietitore. Se aveva ragione…

 

“Capitano! Abbiamo un segnale da Venere!”

L’operatore che aveva pronunciato quelle parole divenne di colpo il centro dell’attenzione generale. Come un avvoltoio, Shinker fu subito su di lui. “Che segnale? È successo qualcosa...?” Qualcosa di grave? È un segnale di ‘caduto sul campo’? Shinker tremava al pensiero!

“Nossignore.” L’uomo era visibilmente eccitato. Ed a buon diritto, mentre puntava lo schermo, occupato da una sola linea, che a tratti regolari schizzava in picchi. “Viene da Deep-10. Il computer lo riconosce come codice morse. Ecco, la prima frase è completa…”

Effettivamente, proprio sotto la linea intermittente, stavano comparendo delle parole, Se potete ricevere questo messaggio, rispondete solo ‘positivo’. A sistemare questi balordi ci pensiamo noi! Poi, la frase veniva ripetuta.

Shinker faticò a nascondere il proprio sollievo. “Che stai aspettando?” chiese a muso duro all’operatore. “Rispondi, no?”

 

Takashi ricevette la conferma in Morse. E sorrise.

“Pensi che sia una situazione divertente, mortale?” chiese il demonio.

“Oh, lo penso sì, Mefisto-san. Devo ammetterlo, è da quando avemmo a che fare con Galactus che non ci siamo imbattuti in una creatura di tale potenza…Un vero peccato,” si guardò intorno con gli occhi, “che un simile sforzo debba, alla fine, rivelarsi essere una semplice coreografia…Proteus.”

Mefisto si accigliò. “Cosa..?”

La stessa sorpresa si dipinse nei volti degli altri Agenti.

Deep-10 andò avanti. “Il gioco è scoperto, ragazzo: sei abile, nel manipolare la realtà, ma non hai ancora l’esperienza necessaria…o ti saresti premunito di isolare tutte le nostre fonti di comunicazione, in modo da farmi credere fino in fondo che questo è l’Inferno, e non una distorsione del tessuto spaziotemporale.

“E non puoi neanche tentare il tuo rito magico per la Spada del Giudizio su di noi, altrimenti Wartask,” ed indicò con gli occhi il rettiliano Marziano, “copierebbe i tuoi poteri.”

‘Mefisto’ non ebbe, non poteva avere nulla, da obiettare. In effetti, solo costringendoli a cadere nella disperazione più nera poteva spingerli a sacrificarsi. Adesso, invece…

L’’Inferno’, svanì, le anime urlanti svanirono. Il campo di stasi si dissolse. Mefisto scomparve, ed al suo posto c’erano Lucifero e Proteus. “NO!” urlò l’uomo, rivolto alla massa pulsante. “Non puoi arrenderti adesso! Siamo così vicini…” la sua bocca scomparve di colpo. Lucifero cadde in ginocchio, istintivamente cercando di respirare con qualcosa che non aveva, invece che dal naso…Poi, lo stesso Proteus gli restituì l’organo.

“Sono curioso,” disse, rivolto agli eroi. “Siete…diversi dalle creature descritte dal mio levatore. Non ho mai incontrato esseri come voi. Ditemi, perché combattete con tanto ardore contro una giusta causa, arrivando a rischiare la dannazione eterna? Sicuramente degli infidi codardi quali dovreste essere non avrebbero opposto alcuna resistenza.”

“La giusta causa di Lucifero,” disse il neomano-orso, Ringmaster, “è una causa malvagia, un atto criminale.

“L’umanità abbandonò la fede nell’Onnipotente non perché vi fu costretta, ma perché gli Dei erano tornati per rispondere alle preghiere dell’Uomo, e per aiutarlo a non distruggere sé stesso ed il mondo su cui vive.”

“Qualunque cosa prometta o dica la Bibbia,” aggiunse l’umana Vapora, “alla fine, nei fatti, l’Uomo è abbandonato a sé stesso, e pochissimi fedeli, in tempi moderni, hanno beneficiato di un miracolo.”

“Sebbene gli Dei, in passato, siano stati anche duri e sanguinari,” disse un’altra umana, Farside, “ora persino Loro hanno imparato il valore del libero arbitrio. La civiltà umana è priva di molti mali, ma altri ancora corrompono i rapporti sociali.”

“Gli Dei non sono qui per soggiogarci con il bastone, o per imporci uno stile di vita,” questa era la neomana-pantera nera, Nemesi. “Abbiamo deciso da soli, di convertire il nostro sapere in modo costruttivo, invece di abbandonare la scienza e precipitare nell’abisso dell’ignoranza.”

“Non è un’utopia,” disse Sun, “Umani, mutanti e persino neomani, hanno scoperto il modo di fare del male con le nuove tecnologie od il proprio potere. Senza contare le minacce che vengono dalle altre dimensioni o dal cosmo. Noi proteggiamo il mondo da tali minacce, e da coloro che vorrebbero nuovamente inquadrare tutte le civiltà in un credo che si è dimostrato nemico del progresso e della libertà di pensiero.”

“È vero,” aggiunse il più giovane membro del gruppo, l’umano Forger. “Nella Bibbia, nel Nuovo Testamento, viene insegnato il valore dell’amore…ma la vecchia Chiesa ha sempre fatto del suo meglio per punire i ‘pervertiti’ come me, o i semplici omosessuali, bollandoci come figli del demonio o peggio…”

“Per non parlare della scienza,” continuò Deep-10. “Libri bruciati, crociate sanguinarie contro i ‘blasfemi’ colpevoli di avere fatto due più due, lasciare nell’ignoranza intere popolazioni a rischio demografico in nome di un dogma che, portato all’estremo, avrebbe solo generato altra povertà e miseria in un ciclo senza fine.”

“Tutto questo, naturalmente,” disse Stonecut, “non può negare il grande bene fatto da migliaia di fedeli volenterosi, che si sono dedicati anima e corpo ad aiutare chi ne aveva bisogno. Per questa ragione, la Chiesa Umanista non è stata soppressa. Ma non accetteremo che qualcuno possa nuovamente rimettere l’Uomo al centro di un immaginario ordine cosmico.”

“Noi Neomani,” disse il ghepardino Cloud, “siamo la prova che le qualità dell’Uomo, nel bene e nel male, non sono una sua esclusiva. Noi viviamo, pensiamo ed amiamo, e siamo pronti a combattere per il bene comune, qualunque sacrificio costi. Se dipendesse dagli Umanisti estremisti, noi dovremmo essere niente altro che servi o soggetti da esperimento. Dimmi, Proteus, è giusto?”

Il mutante pulsò erraticamente per qualche istante, prima di rispondere, “Non lo so.” Accanto a lui, Lucifero passò da un principio di sconforto ad un sorriso sicuro di sé. “Il mio levatore dice che l’Ordine Divino è una cosa naturale in sé, come scritto nel Vecchio e nel Nuovo Testamento. L’Uomo è il gioiello della corona della creazione, ed ha il diritto di dominio. Per quanto ne so, siete voi ad essere in errore. Il vostro sistema corrompe l’anima stessa, e alla morte, essa finirà persa nel nulla, per sempre. E ciò non vale i piaceri terreni offerti dal progresso materiale.”

“Dimentichi un particolare,” disse l’inumano Thunderbird. “Forse non c’è più un solo Paradiso, ma c’è ancora, a seconda del Pantheon adorato. E vuoi saperne un’altra? Da quando gli Dei sono tornati, si può parlare con i cari estinti. E non mi ricordo che si potesse fare, nel vecchio ordine, se non a titolo di miracolo.”

“Già che ci sei,” disse il neomano-drago Red Spot, “il tuo levatore ti ha detto in che condizioni si era portata l’umanità, quando gli Dei tornarono? Era sull’orlo di una Seconda Guerra Mondiale. Intere nazioni, spogliate della loro dignità, erano ridotte a colonie da sfruttare senza ritegno, con la popolazione locale ridotta in larga misura alla miseria. Le nazioni più ricche spendevano ingenti quantità del loro budget nella ricerca militare. Un razzismo endemico come una malattia, con milioni di individui innocenti perseguitati per la loro etnia…” sibilò una risata, “Davvero un mondo meraviglioso, proiettato verso un futuro luminoso.”

“Gli Dei!” Lucifero sputò quella parola con sommo disprezzo. “Si sono arrogati il diritto di sapere cosa riserva il futuro! Hanno deciso di instradare l’Uomo, togliergli l’ultima parola in fatto di libero arbitrio! Dio ci ha dato un mondo perché potessimo gestirlo in piena libertà, da dominatori quali siamo, non con dei limiti.”

“Proprio in ossequio a questa prospettiva,” disse Sun, “gli Dei hanno accettato di lasciare piena libertà di azione fuori dal sistema Terra-Luna. Marte è un pianeta morto, su cui l’Uomo avrà diritto di esprimersi al peggio dello spreco, perché non potrà ‘ucciderlo’. Non ci sono popolazioni native da sfruttare e schiavizzare, e la vita nelle colonie spaziali è egualmente difficile per tutti.

“Vanti una rete di informatori capillare sulla Terra, Lucifero. Allora, dimmi, visto che gli Dei non possono interferire su Marte, perché il razzismo non è tornato? Come mai le quattro Grandi Specie riescono a vivere in armonia anche nelle colonie, invece di tornare a scannarsi in nome di una presunta Superiorità Divina?”

“…”

“Il perché lo conosce, Proteus,” disse il lupo, puntando l’indice su Lucifero. “Perché l’Uomo non ha bisogno di Dio, o degli Dei, per comportarsi con onore e rispetto! Gli Dei sono il nostro confine, è vero, ma l’Uomo ha raggiunto da solo la consapevolezza del bene sul male. E il tuo levatore non lo vuole accettare: è solo un meschino individuo affamato di potere, totalmente incurante di quello che il suo successo costerà al resto del mondo!”

“Eresia…” Lucifero indietreggiò come se quelle parole lo avessero colpito fisicamente. “Voi volete solo confonderlo, corromperlo…” gocce di sudore si formarono sulla sua fronte. “Voi siete i responsabili di cinque milioni di morti, con che diritto osate…”

“Intendevi dire questi morti?” disse un altro Agente, il normalmente silente Atlas, l’Uomo Topografico. La creatura, che di umano aveva solo i contorni, era un mondo vivente, la Terra incarnata in un uomo per benedizione della stessa Madre di Tutti, Gaea, un enigma per i suoi stessi amici. Atlas si avvicinò a Lucifero, il quale continuava a scuotere istericamente la testa. Poi, stese una mano verso di lui, con il palmo rivolto verso l’alto. “Guarda, Lucifero,” disse chetamente.

Lucifero lo fece. Sotto i suoi occhi, la mano divenne immensa, come la Terra stessa vista da un satellite artificiale, e ancora più grande, sempre più vicina. Con lo sguardo, Lucifero oltrepassò le nuvole, vide le montagne e le pianure venate d’azzurro, vide gli animali…e vide la gente! La vide, sparpagliata per un mondo intero, confusa, spaventata, ma viva e vegeta. E la riconobbe. “No…Non è vero…” Poi, la visione tornò ad indietreggiare, rimpicciolire. E Lucifero fu di nuovo nel suo ‘Eden’, in ginocchio, intento a stringersi i pugni alle tempie. Un filo di bava gli usciva dalla bocca, i suoi occhi erano vitrei, enormi.

“Se al posto di Proteus ci fosse stato Mefisto,” disse Deep-10 a Proteus, perché Lucifero era al di là di ogni ragione, chiuso nella propria negazione, “non avrebbe potuto tenerci prigionieri, perché non abbiamo mai commesso l’atto di cui ci ‘accusava’. La sua ignoranza sul fato dei Demoni era la prima prova che si trattava di un falso.”

Proteus brillò di vivaci colori, come una bellissima rosa fatta dell’arcobaleno. “Così, avete rivoltato la presunzione del mio levatore contro di lui, e costringendomi ad ammettere che non è il male che vi motiva. Siete stati astuti e generosi con un nemico che altrimenti non lo sarebbe stato.

“Eroi, il titolo bene vi si addice. Lasciate che possa scusarmi con voi fornendovi i mezzi per tornare al vostro mondo.” E, dal nulla, apparvero, in perfette condizioni, le navette che erano servite per portarli su Inferno. “Nonostante tutto, io credo nell’Onnipotente nostro Creatore. E alla fine, so che in fondo al cuore, anche voi non potete escludere la sua esistenza…Perché, alla fine, tutto si riconduce a Lui. A colui che Tutto è, non importa quanti Dei ci siano nel mezzo.

“Oggi, campioni della Terra, mi avete dato da riflettere. Vi do la mia parola che non cercherò di lavorare per imporre un credo su un altro, non importa quanto buone le intenzioni…Solo una cosa desidero chiedervi.” Tacque, ed aspettò gli assensi, che vennero, dagli altri. “Ho costruito questo mondo secondo quello che so sul Giardino dell’Eden. Lasciate che questo pianeta non sia più una prigione, ma una meta per coloro che desiderano viverci, in libertà, sotto la bandiera della nostra Fede.”

Ecco quello che si diceva uno sviluppo inaspettato! Dopo un lungo silenzio imbarazzato, Sun disse, “Onestamente, Proteus, non possiamo promettertelo noi. Non abbiamo il potere decisionale dei nostri governanti sulla Terra e nelle Colonie. Posso solo prometterti che mostreremo loro il resoconto di questo incontro, registrato da Deep-10, se ce lo permetterai. E ti promettiamo che peroreremo la tua richiesta con tutta l’autorità di cui disponiamo. Le possibilità sono uguali: noi non vogliamo certamente un’altra guerra, ma sappiamo che quelli come Lucifero sanno essere pericolosi sulla lunga distanza, anche dopo generazioni, come una malattia latente.”

Fu la volta di Proteus di tacere in riflessione, per poi dire, “E sia. Neanche io intendo permettere che l’Eden venga corrotto dal male della guerra, e per quanto riguarda il mio levatore, potete prenderlo con voi, ed interrogarlo a vostro piacimento. Egli si è dimostrato comunque indegno di seguire la strada tracciata da Dio.”

 

“Capitano! I satelliti in orbita intorno a Venere…sono tornati pienamente operativi!”

“Capitano! La nave della System Force ha appena accolto i gusci, e si prepara a lasciare l’orbita. Tutti i membri della squadra sono sani e salvi!”

L’entusiasmo che scoppiò in sala era mitigato solo dalla visione del nuovo Venere, che ancora era un gemello della Terra.

Fabio Shinker si mise in collegamento con la nave. “Signori, devo ammettere che ci avete fatto stare con il cuore in gola. Mi aspetto un rapporto più che dettagliato sulla missione.”

Sullo schermo, Sun annuì. “Lo avrà, signore. A proposito, vorremmo che al rapporto fossero presenti anche il Gran Capo, il Presidente Munroe e Herr Weisskraft in persona. Dobbiamo trasmettere un messaggio molto importante.”

Shinker si sentì avvilire tutto -alla fine della giornata, avrebbe avuto bisogno di un trapianto cerebrale, se lo sentiva! “C’è…dell’altro?”

“Sissignore. Abbiamo fatto prigioniero il capo di una cellula degli Umanisti estremisti che avevano organizzato questo casino, e credo proprio che alla fine faremo un bel bottino di parecchie altre cellule. Oh, e per la cronaca, giusto per rilassarvi i nervi, tutti i Demoni sono su Venere e non si muoveranno da lì.”

Shinker esalò il respiro che aveva trattenuto durante il breve resoconto. “Ottimo lavoro, Agenti, davvero ottimo lavoro. Fate presto, allora, che questo lavoro del cavolo è come la scuola: non finisce mai.”