Marvelit presenta:

 

 

Ragno Nero # 5

 

3... 2... 1...

 

3...: Una questione d' Onore.

 

di Yuri N. A. Lucia.

 

 

Queens. 01.00 A.M.

 

Volteggiò un paio di volte intorno al palazzo prima di appollaiarsi tra due gargoyle, che fissavano la strada più in  basso, con un eterno ghigno di pietra sui volti mostruosi.

"Salva amici, che si 'conta stasera?"

I due guardiani rimasero muti, apparentemente congelati in un sonno destinato a durare per sempre. Kaine sapeva che era tutta illusione, che non c'era nessun risveglio per loro, nessuna vita da vivere, solo l'abile mano di uno scultore che li aveva scolpiti così bene, da farli sembrare veri.

L’eroe tornò a fissare in basso, aspettando che Russel Apenzel uscisse dal Super Topsie Club, uno dei topless bar più in voga tra la feccia del Queens. Non voleva entrare dentro per evitare inutili sparatorie o risse, gli interessava fare un lavoro pulito, semplice, desiderava informazioni su una persona: Sid Gar. Era seriamente deciso a risolvere il mistero della sua morte. Sapeva chi era l'assassino, ovvero Kuro Neko, ma mancava il movente.

L'abile ninja era stato assoldato da qualcuno, e dall'idea che si era fatto, i servigi del bell'androgino, dovevano essere piuttosto cari. Chi aveva sborsato un bel po' di danari per far fuori un ex motociclista come Sid, dedito alle corse clandestine? Russ aveva ingaggiato il defunto per vari lavoretti sporchi, e lo conosceva abbastanza bene. Sicuramente chiacchierare con lui gli avrebbe chiarito le idee.

"Eccolo là!” esclamò nel vederlo, poi, alle statue, “Vi saluto miei cari, passate una buona serata..."

Strisciò silenziosamente lungo il cornicione, attento a non perderlo di vista, attendendo che prendesse una stradina secondaria malamente illuminata. Era pronto a passare all'azione, rapido e decisio, quando...

"Merda!"

Era stato colto di sorpresa, tuttavia non perse tempo. Si gettò verso il basso. Usò una tela per rallentare la discesa e si lasciò andare quando fu ad una decina di metri dalla strada. Atterrò dopo aver eseguito tre rapidissime capriole e scattò avanti con tutta la potenza di cui era capace.

Il tipo che stava su Appenzel balzò indietro appena un attimo prima che lui potesse colpirlo con un pugno diretto al volto. Fece un’elegante capriola, contemporaneamente contrattaccando con un calcio dall'alto verso il basso. Avrebbe spaccato in due la mascella di un normale essere umano. Il Ragno Nero, fortunatamente, non lo era, e assorbì quasi interamente il colpo.

Anche se non fu seriamente ferito, il dolore che avvertì era notevole. Nonostante la premonizione del pericolo, non  aveva potuto evitarlo. Si frapponeva tra l'aggressore e lo svenuto delinquente.

Il tipo che aveva di fronte era vestito con un aderente tuta, di colore rosso scuro, corazzata in alcuni punti. La maschera copriva completamente il volto, e le lenti non erano distinguibili dal resto di essa.

"Bel completino, amico, devi assolutamente dirmi chi è il tuo sarto, stavo giustappunto pensando di dare una rinnovata al mio loock. Ah, complimenti per il colpo, mi hai fatto davvero male, solo che ora sono piuttosto ansioso di restituirti la cortesia!"

Il criminale non fu minimamente distratto da quella fiumana di parole. Dall'atteggiamento del corpo, sembrava piuttosto sicuro di sé, pronto a passare all'azione in qualsiasi momento…e lo fece di punto in bianco, estraendo da dietro la schiena una Smith & Wesson automatica, che puntò rapidamente verso l'uomo a terra.

Kaine, forte dei suoi riflessi, lanciò le sue tele mentre l’arma veniva puntata, ed otturò la canna. Con l'altro braccio puntò sul tizio in rosso e cercò di agganciarlo con un filo.  Il suo bersaglio, invece, si spostò abbastanza velocemente da evitare l'attacco.

Kaine non voleva lasciargli l'iniziativa perciò cercò di intercettarlo mentre arretrava in obliquo verso destra, saltando all'improvviso. Riuscì a calargli addosso, ma, con sua grande sorpresa, lo sconosciuto si lasciò cadere all'indietro, proprio pochi attimi prima che i suoi piedi tesi lo colpissero. Lo sconosciuto rotolò sulle spalle, e facendo scattare le gambe in su, cercò di prenderlo a sua volta, con i piedi sul plesso solare.

Ragno nero riuscì ad afferrargli le caviglie bloccandolo ma, prima che riuscisse a toccare terra, quello facendo forza sulle mani, si sollevò, spingendolo all’indietro, e così sbilanciato Kaine non poté far altro che andare a sbattere sull'asfalto con la schiena.

Dopo averlo lasciato, rotolò rapidamente di lato, e con uno scatto che sfidava le leggi di gravità si rimise in piedi. Attaccò una seconda volta, ma nella mano del nemico, c'era una nuova pistola! Il sicario aprì il fuoco a distanza ravvicinata e Kaine si abbassò appena in tempo per evitare di finire con la testa impiombata. Colpì sul ventre, con le ultime tre nocche del pugno, e l’altro, sollevato da terra come un pezzo di carta, andò a sbattere contro una macchina parcheggiata, mandando in frantumi il vetro del portellone.

Nonostante la corazzatura a protezione del ventre, e gli addominali ben allenati a prendere colpi forti, un fiotto di sangue era spruzzato dalla sua bocca, impiastricciando l'interno della maschera-elmetto. Il suo autocontrollo e l'addestramento, gli avevano consentito di ridurre l'effetto dell'impatto, in modo da non riportare danni alla schiena. Aveva perso la pistola, che ora qualche metro più in là, troppo distante per tentare di riprenderla. Da una fondina alla caviglia, estrasse un pugnale e lo scagliò contro il Ragno Nero, mirando all'altezza del cuore. Kaine non era però un bersaglio inerme e ruotando su se stesso, schivò la lama. Proprio in quel momento si udì lo stridere di gomme e una luce inondò la stradina.

"Fermi tutti, polizia! Tenete le mani in alto ed evitate mov..."

Ma prima che l'agente potesse finire di parlare, il tizio in rosso fece esplodere una granata fumogena che aveva estratto da una guaina alla coscia. Prima di defilarsi mormorò una minaccia che arrivò a malapena alle orecchie del Ragno.

"... i debiti con il Demonio si pagano sempre..."

"... quando ti pare, bello," fu la sua risposta.

L'agente che aveva intimato di interrompere il duello avanzava tremante, con una torcia in mano e la pistola nell'altra. Un ragazzino, in età da college più che da uniforme, che lo fissava con un misto di sospetto e disprezzo.

"Non ci provare neanche a muoverti, mostro."

"Ma senti qua che linguaggio: mostro! E chi sarebbe il mostro? Ah, forse ti riferisci al sottoscritto? Non penserai che io sia uno dei cattivi? Solo perché in quei ridicoli film di Cow Boy di una volta avevano tutti il cappello nero non significa che io sia uno di loro..."

"Ti consiglio di chiudere il becco, pagliaccio, e di tenere le mani dove io le possa vedere!"

"... e poi c'è anche Bon Jovi che lo dice che i tizzi cattivi non erano sempre neri. E Mad Max? Dove lo metti Mad Max? Mel Gibson sarebbe risentito nel sentirti offendere la categoria degli uomini in nero e pure Tommy Lee Jones e Will Smith... ovviamente quando parlo di Tommy mi riferisco all'attore non al coprotagonista di quell'interessante produzione video dove recitava insieme alla moglie..."

"Ho detto chiudi il becco!"

La pistola puntava alla testa, e gli occhi erano sgranati, leggermente dilatati, come di chi sta perdendo il controllo.

"Marcus! Metti giù il revolver!"

A intervenire era stato l'altro agente, uno di colore, una decina d'anni più vecchio e con l'aria decisamente preoccupata.

"Col cazzo, Joel! Hai visto cosa sono capaci di fare questi mostri? Io c'ero quando lo Scorpione ha dato di matto! Cristiddio! Come fa la gente a pensare che ci possano essere degli eroi tra questi freaks? Non lo vedi? Guardalo, sembra veramente un ragno e non un uomo... che razza di disgustosa creatura può...!!!"

La canna della pistola venne tappata da un po' di fluido e agganciata dallo spruzzatore sul braccio destro. Con un semplice gesto, il Ragno Nero lo disarmò.

"Non ci provare bamboccio. So che ne hai un'altro nascosto dietro la schiena. Prendilo e stavolta non mi limito a disarmarti."

Le parole erano uscite quasi tremando dalla bocca di Kaine.

"Ehi, Uomo Ragno! Calma! Non ti ci mettere anche tu a fare stronzate, ora."

L'agente nero temeva che la situazione potesse degenerare. Maledisse quando gli avevano affidato come partner quel cretinetto fresco d'accademia, che credeva di essere il numero uno  della zona.

"Ora ci calmiamo tutti quanti ok? Un bel respiro, bene così. Tu Marcus evita di fare altre fesserie e tu Ragno non minacciare un agente, chiaro? Allora che è successo quì? C'è stata una sparatoria?"

I grandi occhi a specchio erano ancora fissi sul ragazzo, e sembrava quasi che bruciassero di rabbia, trattenuta a stento e contro voglia. Joel cominciò a sentirsi spaventato, pensando che se quello avesse davvero dato di matto...

"Si. - Rispose voltandosi verso l'uomo. - Stavo pedinando quel tizio lì, Russel Appenzel, una vostra conoscenza, per avere qualche informazione su di un tizio. Poi è arrivato l'uomo in rosso, voleva farlo fuori ed io gli ho rovinato la festa."

Il poliziotto più anziano tirò un sospiro di sollievo.

"Va bene. Ho capito, ora sparisci, prendiamo noi in custodia l'amico."

"Ok."

Rimase immobile, e di nuovo l'agente tornò a preoccuparsi. Ragno Nero si avvicinò al ragazzo, il cui volto, ora spaventato, si rifletteva sulle lenti della maschera.

"Sai amico... c'ero anch'io quando Gargan ha dato di cervello. Mi ha quasi ammazzato quel figlio di puttana. La prossima volta che incroci la mia strada, pensaci due volte prima di accomunarmi con quel perdente psicopatico. - Tornò di nuovo a guardare Joel. - Comunque io sono Ragno Nero, non Uomo Ragno, chiaro?"

"Come il sole, capo," fu la risposta condiscendente del poliziotto. Kaine prese il largo, balzando verso l'alto e lanciando una liana di tela...

 

 

Hardy Investigations. 09.00 A.M.

 

L'idea di costruire una piccola palestra dove dare lezioni di autodifesa ad alcuni dei suoi dipendenti non era stata male: era sopratutto una buona scusa per allenarsi un poco.

Chester Fawcet però non aveva bisogno di lezioni. Stavano combattendo con spade Naginata che il detective aveva dimostrato di saper usare con abilità. Dall'impostazione sembrava lottasse usando un ibrido di Ju Jitsu e Aikido giapponesi, uniti ad Hung Gar cinese e Boxe occidentale, tutto mischiato con molta eleganza e abilità.

Il suo avversario, la bella Felicia Hardy, finse un paio di volte, tentando di farlo scoprire, ma il ragazzo era un osso duro e dimostrava d’avere una certa esperienza di combattimento che la titolare dell'attività non avrebbe mai sospettato. Nonostante avesse studiato bene il curriculum vitae del giovanotto, che le era stato caldamente raccomandato da un conoscente, non aveva trovato niente che indicasse simili conoscenze e abilità.

Fu proprio Chester, che approfittando di un momentaneo calo di attenzione della Gatta, a colpire con una rapidità impressionante. Eseguì una  serie di affondi di cui ben due andarono a segno, colpendola sull'articolazione spalla-braccio, e sulla coscia destra, proprio su uno dei nervi più sensibili. Lasciò cadere la sua arma a terra e senza cedere alla sorpresa passò al contrattacco, cercando con due colpi di taglio di insinuarsi nelle sue difese, ma con scarso successo. Quello rise divertito, e visibilmente affaticato.

"Basta così capo. Ho avuto solo fortuna prima nel colpirti, ti prego, non farmela pagare cara."

Lei sorrise divertita.

"Va bene Chester, anche se non credo si sia trattata di semplice fortuna... sei bravo... molto bravo... dove hai imparato a lottare così?"

"Oh, un po' qua e un po' la... se vuoi sopravvivere nel duro mondo delle investigazioni devi essere pronto a tutto. Il mio ideale di detective è un mix tra Sherlock Holmes e l'Ispettore Callaghan... con una spruzzatina di Sam Spade..." le rispose andando alla rastrelliera per posare il bastone.

"Sam Spade? E perché proprio lui?"

"Per il fascino, ovvio no?"

Le strizzò l'occhio, allargando la bocca in quel sorriso che lei trovava così sensuale e irresistibile. Cercò di richiamarsi alla realtà, anche se era un bel ragazzo, un bel pezzo di ragazzo, era pur sempre un suo dipendente, ed era bene che non si accorgesse che aveva cominciato a farci un pensierino su, specie da quando la sua non storia con Kaine aveva perso la possibilità di divenire qualcosa di diverso. Lo osservò mentre si detergeva con un asciugamano il viso madido di sudore, e non poté fare a meno di soffermarsi a studiare i particolari di quel fisico tonico e asciutto, scorrendo avidamente con gli occhi, ogni curva disegnata dai muscoli, tesi e gonfi, in modo armonico e non esagerato come quelli di certi grotteschi body builder iper pompati.

"Capo..."

"Err, si Chester?"

"Perché mi ha chiesto di seguire Abel?"

"Come?"

"Voglio dire, Abel sembra una brava persona, anche se un po' troppo riservato per i miei gusti. E' un buon perito scientifico, e ho visto che ha molta dimestichezza soprattutto con la chimica. Ha per caso collaborato con la polizia in passato?"

"Ehm no..."

"Strano. Sembra avere molta familiarità con certi metodi di indagine... come se dare la caccia all'uomo fosse il suo mestiere di sempre..."

"C'è chi nasce portato per queste cose..."

Felicia era rimasta spiazzata da quelle domande e affermazioni. In quei giorni non aveva più pensato al fatto che Kaine avesse scoperto che aveva incaricato Fawcet di tenerlo d'occhio. Si dette della cretina: aveva messo a rischio la sua identità segreta mettendogli alle costole uno dei suoi migliori mastini. Cosa le passava per la testa quando l'aveva fatto?

"Si, e lui sicuramente lo è. Dov'è che si è diplomato come Detective?"

"Ah... Baltimora... circa 5 anni fa, seguendo un corso con Anthony Harper."

"Il famoso investigatore morto in un agguato due anni fa?"

"Proprio lui..."

"Beh, deve essere stata una bella esperienza per il signor Fitzpatrick conoscere un uomo così importante."

"Sicuramente. Ma come mai mi stai chiedendo queste cose? Hai scoperto qualcosa quando..."

"No, assolutamente nulla. Il nostro amico è uno che ama stare da solo ma è pulito. Mi chiedevo solo come mai, visto che in questa agenzia si è così scrupolosi nell'assumere il personale, mi sia stato chiesto di seguire un collega."

"Magari un'altra volta ne parleremo in modo più approfondito. Ora, se non ti dispiace, ho un po' da fare..."

"Nessun problema capo. Quando vuole farsi un'altro giro me lo dica pure."

 

Felicia, uscendo, trattenne a stento un sospiro. Per fortuna non aveva scoperto nulla di importante, aveva solo qualche sospetto sul suo atteggiamento nei confronti di Kaine.

 

Ora Fawcet ne era sicuro, lei gli aveva nascosto qualcosa. Aveva già controllato il curriculum di Abel e preso contatto con uno che teoricamente si sarebbe dovuto diplomare con lui nella stessa classe. Non ricordava nessun Fitzpatrick o nessuno che corrispondesse alla sua descrizione. Dunque, come aveva sospettato, tutto quello che riguardava il suo uomo del mistero riportato nei documenti dell'agenzia era falso. Si grattò pensoso il mento, guardando verso il basso, e cercò di far quadrare gli elementi in suo possesso... possibile che...

 

 

Casa di Patricia. Ore 12.30.

 

Kaine stava assaporando con tutta l'anima un pomodoro al forno ripieno di riso, suscitando l'ilarità della sua gentile ospite.

"Mi trovi così buffo?" bofonchiò a bocca piena, trasformando la risata appena accennata in una cascata fragorosa e prorompente. Patricia si mise un tovagliolo davanti alla bocca, cercando con l'altra mano di asciugarsi le lacrime di divertimento che scendevano giù dagli occhi.

"Scusami Abel... è che... sembri un bambino quando mangi."

"Un bambino?"

"Non prenderla come un offesa, anzi... hai un modo di gustare le cose... come se fosse la prima volta."

"A dire il vero lo è... non avevo mai mangiato i pomodori ripieni fatti al forno..."

Con la forchetta infilò una patatina dorata e fragrante che portò di corsa alla bocca.

"Non è solo con il cibo che lo fai. E' un po' con tutto sai? Delle volte, forse non te ne accorgi ma ti fissi..."

"Mi fisso?"

"Hm-mm. Osservi le cose, le studi in ogni loro particolare, quasi le volessi fare tue per sempre. Oppure quando ascolti della musica, sembra quasi che tu stia per spiccare il volo per chissà quali lidi... tu non fai le cose: le vivi; ed è un modo molto bello di essere..."

"Dici?"

"Dico."

Le sorrise con dolcezza e lei arrossì leggermente. Era tutta la settimana che ci aveva pensato, da quando Peter gli aveva parlato del P.H.A.D.E. Non sapeva perché, ma l'idea che qualcuno potesse sapere tutto di lui e della sua storia, gli aveva fatto desiderare di avere qualcuno, di intimo, a cui magari confidare parte dei suoi dubbi, o con cui semplicemente passare del tempo. Era ancora confuso per via di Felicia... e sopratutto di Kuro Neko... continuava a ricordare quegli occhi color della notte, quella bocca così carnosa e sensuale... ricacciò indietro quell'immagine, facilitato dal fatto di avere Patricia davanti. Quando parlava con lei si sentiva tranquillo, in pace, sicuro. Aveva una personalità avvolgente e una sicurezza di sé che lo attirava molto, forse perché in realtà lui non ne aveva assolutamente. Zio Ben avrebbe detto che si era preso una cotta... ma che avrebbe detto se avesse saputo dei suoi pensieri su Neko?

"Senti Abel... posso chiederti una cosa?"

"Certo."

"Ecco io... sai, è solo una curiosità... mi hai detto che fai il detective e che lavori per una... amica...” si schiarì la gola, imbarazzata. “Ecco, da come ne hai parlato qualche giorno fa avevo avuto l'impressione che tu e lei..."

"Oh, no, no... con Felicia non c'è niente. Ad essere sincero prima c'era dell'attrazione, ma era più una cosa fisica che altro. Non ci prendiamo molto come caratteri e cerchiamo cose fondamentalmente diverse. E' una grande persona, a modo suo, e la stimo molto, nonostante abbiamo di recente avuto dei contrasti sia lavorativi che personali. Ora va tutto bene e siamo giunti alla conclusione che siamo amici... tutto qui... tu invece?"

"Io? Beh, sai, sono uscita qualche mese fa, da una storia che è durata due anni... e..."

"... e ora sei libera?"

"Come l'aria..."

I loro sguardi si fecero più intensi e languidi.

"Stasera ho un impegno ma domani sera, sarei onorato di portarti fuori a cena... magari dopo un bel film al cinema, che te ne pare?"

"Dico che l'idea mi piace... mi piace parecchio..."

 

Appartamento di Abel Fitzpatrick. Ore 19.00 P.M.

 

"Maledizione!"

Kaine imprecò spazientito mentre rigirava il costume tra le mani.

"Puzza da fare schifo ed è ridotto peggio di quanto ricordassi... neanche a dire che ne ho uno di riserva... gli altri sono in condizioni ancora più pietose..."

"La dura vita del vigilante. - commentò Rucker. - Con tutto quello che avete da fare è normale che vi scordiate di fare qualcosa..."

Di malavoglia il giovane cominciò ad infilarsi l'uniforme nera, storcendo il naso e sbuffando pesantemente.

"Già, lo puoi dire forte. Tra la storia di Gargan e quell'altra troia di Scorpia non ho avuto il tempo di farmi altri ricambi e in questi giorni non sono riuscito ad andare alla lavanderia automatica dove di solito li pulisco. Per fortuna non ho trascurato di revisionare i miei lanciaragnatele, ne di preparare altre cariche di fluido... ci mancherebbe solo che durante uno scontro le tele mi piantassero in asso."

Terenzio cominciò a guardarsi intorno, osservando la spartana abitazione. Molto disordine in giro, una generale freddezza del mobilio, assenza di quelli che qualcuno avrebbero pittorescamente chiamato tocchi di personalità. I muri erano di uno squallido colore verde smorto, le tende alla finestra stonavano vistosamente con il loro carminio e i motivi floreali psichedelici, evidentemente le aveva già trovate lì e non si era dato la briga di toglierle.

"Non ti piace casa mia?" chiese un po' scocciato Ragno Nero.

"Hai un gusto per l'arredamento, come dire, minimalista..."

"Un gentile eufemismo per dire che fa schifo..."

Il poliziotto lo guardò sorridendo. Anche lui era decisamente in malarnese quel giorno. Da quando era successo il casino si era concentrato sulla caccia ai Jong, ripromettendosi di inchiodarli una volta per tutte. La partenza dell’Uomo Ragno lo aveva privato di un prezioso alleato e non sapeva se poteva fidarsi completamente di Kaine/Abel. Aveva l'aria di uno che non dormiva decentemente da almeno un paio di notti, la barba non rasata da altrettanto, gli abiti stropicciati, e lo sguardo spento e stanco. Tuttavia ora aveva un espressione di sincero divertimento e di solidarietà.

"Ti ci vorrebbe un tocco femminile per renderla più vivibile. Anche casa mia non è certo una reggia..."

"Scusa per la stizza,” rispose l'altro mentre calava sul volto la maschera, “ma sono sulle spine per questa storia. Non solo c'è un nuovo clan mafioso in città, ma anche due killer che uccidono a destra e manca... così questo sedicente Demon ha ucciso 6 persone e ne ha aggredite altre 15?"

"Tutta gente del malaffare come potrai facilmente intuire."

"Cristo! Che cosa centra lui con Sid Gar?"

"Questo non te lo so dire, al momento: quando parlerai con Appenzel magari lui ti potrà illuminare."

"Grazie per avermi organizzato l'incontro."

"De nada, mister... lo sai che non lo faccio per pura beneficenza."

"Oh si certo. Del resto anche io sono ansioso di prendere a calci nelle chiappe i Jong... e sopratutto capire se c'è o no una connessione tra loro e quello che è successo allo Scorpione... ma prima devo risolvere la questione Gar... è un fatto personale capisci?"

Ripensò alla vecchia signora a terra, sotto lo sguardo terrorizzato di Patricia... Anche se il suo assassino era morto non sapeva darsi pace. Pensava, dentro di se, che risolvendo il caso in qualche modo si sarebbe riscattato per non averla potuta salvare...

Pensiero sciocco ed illogico. Del resto, oh sì, la sua vita era stata per buona parte sciocca ed illogica.

 

Centrale di Polizia nel Queens dove è momentaneamente trattenuto Russel Appenzel. Ore 21.00 p.m.

 

"Allora Russel, io ti faccio qualche semplice domanda, e tu rispondi."

Il criminale sudava freddo e aveva un’espressione sconvolta e terrorizzata.

"Voglio il mio avvocato!"

Kaine sorrise sotto la maschera, ma questo l'altro non poteva vederlo ed era proprio questo a rendere l'apparizione di Ragno Nero ancora più terrificante: il fatto che il suo volto fosse qualcosa di oscuro quanto le ombre in cui si confondeva la sua sagoma, appoggiata ad una parete e con le braccia incrociate sul petto.

"Non ci siamo capiti amico mio: questa non è una visita ufficiale. Ci siamo solo io e te ora. Nessuno ci potrà sentire e urlare è inutile. Se ci provi ti spacco la bocca con un pugno e non uscirtene con la storia che Uomo Ragno non lo farebbe mai... perché come avrai ben capito, io non sono lui. Fai qualcosa di avventato e io ti metto su una sedia a rotelle a vita, rispondi ad una mia domanda con un silenzio o con una menzogna, e ti faccio anche di peggio... capito?"

Quello si limitò ad assentire con il capo e cercando di ricomporsi tornò a sedersi all'estremità del tavolo degli interrogatori.

"Lo sai che questo giochetto è illegale? Forse a te non posso fare niente, ma i tuoi amici poliziotti che ti hanno permesso questo li posso denunciare per maltrattamento, minacce, torture psicologiche..."

"Ohhh, ma certo, perché tu sei la reincarnazione di Ghandi e qualsiasi giuria del mondo ti crederebbe sulla parola, senza testimoni..."

"Ma se mi metti anche un dito addosso..."

"Allora non sarà una giuria a dover decidere sé è vero che sei stato maltrattato o no... ma un coroner..."

"Hai chiarito il concetto..."

"Ne sono lieto, ed ora cominciamo con le domande... chi ha ucciso Sid Gar?"

"Questo non l..."

Rimase senza fiato quando in un istante, lo vide svanire da sotto gli occhi... sbatté meravigliato le palpebre ma non distingueva praticamente niente con quella poca di luce... quando sbattè contro qualcosa alle sue spalle si girò di scatto e si trovò a rimirare l'immagine del suo volto terrorizzato in un due grandi specchi dalla forma di occhi stilizzati... sentì una morsa all'addome e cercò di gridare ma quella si strinse ancora di più e si sentì mancare il fiato... le dita della mano che lo immobilizzava affondarono un po' di più e invano cercò di allontanare quel braccio da sé... non si spostava neanche di un millimetro, sembrava fatto d'acciaio.

"Non essere ridicolo Russel... non sei ne’ Hulk ne’ Thor... o tantomeno nessuno che potrebbe liberarsi facilmente dalla mia stretta. Sai, con tanti pesi massimi in giro, la gente tende a sottovalutare la forza di noi ragni umani... molto male, perché sollevare un autobus sulla testa non è proprio da tutti, mi capisci vero? Hai idea di quale pressione stiano sopportando i tuoi addominali ora? E sai quanta fatica sto facendo io per mantenerla? Nessuna..."

"Fi... figlio di puttana... fascista figlio di... ghhhaahh!!!"

La bocca di Appenzel si riempì di schiuma.

"Non offendere la mia mammina, Russ... è così delicata d'animo che se lo venisse a sapere se ne risentirebbe parecchio... vuoi risparmiarti altro dolore? Dimmi chi ha ucciso Sid... è perché."

"E' stato... un killer... Ku... ro... Nek.... o... per Dio, ti prego... mi stai uccidendo..."

La presa venne allentata e il delinquente riprese fiato.

"E chi ha assoldato Kuro Neko?"

"Questo non te lo posso dire di sicuro... aspetta! Ascoltami ti prego! Quel bastardo di Gar non lavorava solo con me. Frequentava un sacco di giri pericolosi. Era uno che cercava sempre il guadagno facile! Il grande colpo! Io lo avevo avvertito di stare attento ma lui..."

"Il buon samaritano. Temevi per lui eh? Che animo nobile. Hai mai pensato di candidarti per il Nobel? Che affari aveva trattato Gar che avrebbero potuto portarlo alla tomba?"

"Lavorava, oltre che nel circuito delle corse clandestine, con un certo Hanneman... uno che si occupa di spionaggio industriale... quel cretino di Sid, una sera che era ubriaco fradicio al Topsie, mi disse che lo aiutava a nel trafugare informazioni riservate di una compagnia molto potente, facendo da corriere tra lui e gli acquirenti..."

"Un giochino... quanto sei furbo da uno a dieci? Riuscirai a dirmi quello che ora voglia sapere senza che ti faccia la domanda..."

"Non so il nome della compagnia! Te lo giuro su Iddio! Ma posso dirti dove puoi trovare Hanneman..."

"Bravo! Ti meriti un bel premio... sei così intelligente che ti lascio vivere... e tutto intero..."

 

Dall'altra parte del vetro Terenzio Oliver Rucker stava fumando una delle sue amate sigarette mentre chiacchierava con un agente sulla quarantina, un irlandese alto un metro e novanta, di corporatura ben piazzata. La porta si aprì ed entrò Kaine.

"Io ho finito, grazie per il favore."

"No problem amico."

"Siete sicuri che le telecamere non fossero in funzione?"

"Sicuro, le ho spente io personalmente. Non ti preoccupare, si guastano una volta a settimana, quindi nessuno sospetterà niente."

"Perfetto... ti dispiace se...?"

Il poliziotto sorrise comprensivo e uscì dalla stanza salutando con un cenno i due. Rucker si era messo a fissare Appenzel che era crollato sulla sedia e piangeva come un bambino.

"Ci sei andato giù pesante..."

"Ho i miei metodi per far cantare la gente."

"L'Uomo Ragno li disapproverebbe..."

"Lo so... anche se gli voglio un gran bene e lo rispetto molto, lavoriamo in modo diverso... Andare a messa fa la sua bella differenza."

"Non temi che possa parlare di questo ai suoi avvocati?"

"Lui teme che io possa ribeccarlo fuori di quì..."

"Andrai da questo Hanneman?"

"Cos'altro posso fare..."

"Al di là dei tuoi modi discutibili, non sei un ragazzo stupido..."

"So dove vuoi andare a parare... chi è arrivato a Gar, prima è passato per Hanneman... probabilmente, al più, troverò un cadavere... ma dovranno pure esserci degli indirizzi in casa di questo tipo..."

"Sempre che non siano stati fatti sparire..."

"Allora forse troverò qualcosa in casa di Gar..."

"Qualcosa sfuggito agli uomini della polizia che hanno perquisito casa sua?"

"E tu lo escludi matematicamente?"

"No... non lo escludo matematicamente... mi chiedo cosa ti aspetti di trovare..."

"Non  ne ho idea, vedremo. Hai l'aria di uno che vuole farmi una predica, Rucker... strano, visto che mi conosci, avresti potuto rifiutarmi il favore di farmi parlare con Russel..."

"Non te l’ho rifiutato proprio perché ti conosco. Saresti venuto quì di nascosto e ti saresti messo nei guai con la legge... tuttavia non mi aspettavo tanta... determinazione da parte tua... mi chiedo quanto andrai a fondo con questa storia... e quando andrai a fondo in tutti gli altri casi di cui ti occuperai in futuro..."

"Vuoi dirmi che dovrei cambiare modo di fare?"

"Voglio dire che dovresti deciderti sulla linea di comportamento da seguire. Spesso ti comporti in modo contraddittorio, come se fossi ancora indeciso  non tanto sul cosa fare... ma sul come."

"Non ho le certezze incrollabili di mio fratello..."

Nella sua voce, con sua stessa sorpresa, c'era una forte nota di risentimento. Possibile che dopo tutto quello che era successo, nel suo subconscio, esistessero ancora delle tracce di invidia per il fatto che lui era una copia mentre Peter era quello vero?

"Tuo fratello non ha certezze incrollabili,” rispose Rucker, che non aveva dato a vedere di essersi accorto di quel cambio d'umore improvviso e del silenzio che era seguito a quella affermazione. “Ma cerca, con tutte le sue forze, di attenersi a quello che reputa giusto. La cosa che mi stupisce di lui è che nonostante sembri che il peso di tutto quello che grava sulla sua anima stia per schiacciarlo da un momento all'altro, alla fine riesce sempre a risollevare la testa e a tirare dritto verso la sua meta. Ha le sue regole, e cerca sempre di giocare secondo esse... forse le tue sono diverse, ma mi chiedo se tu abbia capito quale esse siano. Qualche giorno fa, quando parlammo al parco, ti dissi che dovevi vivere la tua vita... dovresti però cominciare a viverla non solo come vigilante ma anche come essere umano..."

Tirò una profonda boccata, tolse il mozzicone dalla bocca e lo spense contro la suola della scarpa. Il Ragno se ne era andato... senza dire una parola e questo non lo meravigliava più di tanto... sospirò e si chiese quali fossero le regole che avrebbe seguito.

 

 

Un lussuoso appartamento a Manhattan. Ore 16.00 P.M.

 

Un uomo alto, con un paio di occhiali alla moda, ed una pettinatura da manager di successo, versò dello scotch d'annata in due bicchieri. La stanza in cui si trovavano era stata ammobiliata solo il giorno prima, seguendo le scrupolose direttive del nuovo occupante. C'erano mobili italiani, poltrone e sedie inglesi, alcuni quadri, tra cui un Picasso ed un Monet originali. La stanza era ampia e c'era un grande terrazzo che dava sulla vista imponente del canyon di lucenti grattacieli.

"Signor Neko, spero che vorrà onorarmi con la sua compagnia, mentre sorseggio questa preziosa bevanda."

"Certamente signore."

Rispose educatamente il bell'androgino che indossava il suo completo da lavoro, anche se aveva dismesso la maschera che penzolava sulla schiena. L'ospite gli prose il bicchiere e i due brindarono.

"I suoi servigi valgono il prezzo pagato e finora non ha mai disatteso le nostre aspettative. Tuttavia ho una perplessità... la prego di non fraintendermi... non si tratta del modo in cui ha condotto i suoi lavori... quanto al suo curioso interessamento per questo Uomo Ragno II..."

"Ragno Nero..."

"Ragno Nero? Uhm, nome quanto mai adatto... ecco, le volevo chiedere come mai..."

"Come mai lo abbia affrontato anziché limitarmi a scappare? Forse perché solleticava il mio bisogno di trovarmi ad affrontare un guerriero mio pari... non voglio peccare di presunzione, ma di avversari al mio livello non se ne trovano molti."

"Ah ah ah, certo, capisco. Comunque, lei sa che si sta interessando molto alla faccenda del signor Gar?"

"Immaginavo."

"Immagina anche quello che sto per chiederle?"

"Certo. Se andrà oltre un certo limite, mi curerò personalmente che non diventi un pericolo per lei ed i suoi soci."

L'uomo d'affari lo guardò, studiando ogni particolare di quei lineamenti così femminili e pensò che era incredibile il fatto che Kuro Neko fosse un maschio...

"Vorrebbe provare com'è scopare con me?"

Sobbalzò a quell'affermazione, così brutalmente esplicita, e così terribilmente vera, quasi avesse letto nei suoi pensieri. La sua voce era più alta di quella di un uomo e anche più morbida e delicata...

"Scommetto che lo vorrebbero molti..." azzardò a rispondere.

"Si... e lei è uno di quelli a quali mi concedo volentieri... ha mai provato con uno del suo stesso sesso?"

"Solo un rapporto orale, un paio d'anni fa ad una festa, con un transessuale operato... e non era dannatamente bello come lei..."

"Direi che è ora di vedere se anche da questo punto di vista sarei all'altezza delle sue aspettative..."

"Si, direi di si..." rispose quello, con voglia ormai incontrollabile.

 

Empire State Building. 01.30. A.M.

 

Non aveva voglia di tornare a casa, non ancora... doveva riordinare le sue idee. Kuro Neko aveva fatto fuori Gar perché Gar aveva pestato i piedi a qualcuno. Poi lo rincontrò quando ci fu l'attentato in cui morì Malone... il che implicava un nesso tra le due cose... non poteva trattarsi di una mera coincidenza. Ripensò alle parole di Rucker e un brivido gli passò lungo la schiena. Davvero stava dimenticando l'uomo che c'era sotto la maschera? Ancora capiva così poco di se stesso... sapeva di sentirsi bene in abiti civili solo quando stava con Patricia... aveva quel modo di fare che lo rendeva sicuro e quieto... come non gli capitava ad esempio con Felicia. Lei amava il costume, non quello che c'era dentro e questo era stato quello che li aveva divisi... e che l'aveva divisa da suo fratello Peter. Si chiese come stessero andando le cose. Da quando era partito per la missione con il P.H.A.D.E., non si era fatto ancora sentire e la cosa lo cominciava a preoccupare. Avrebbe voluto chiamare Ben e consultarsi con lui ma da quando si era messo a fare il poliziotto non si erano praticamente più sentiti... non  sapeva neanche se avesse contattato Pete dopo quanto accaduto con Scorpione... provò un moto di rabbia improvviso che trattenne subito. Cos'era? Il fatto che con tutta quella tragedia appena passata non si era fatto neanche vedere o... era soltanto che non capiva lui stesso che tipo di rapporto c'era al momento tra loro due. Il suo pensiero andò di nuovo al killer orientale... ai suoi occhi... alle sue labbra, incantevoli come i fiori di pesco...

"Cristo!" esclamò improvvisamente ricacciando con forza quell'immagine di loro due sdraiati a terra, le labbra dell'uno premute contro quelle dell'altra... dell'altro... si corresse subito. Possibile che non riuscisse a non pensare a lui come... ad una lei... era un uomo! Questa era la realtà... e poi lui aveva Patricia ora... sapeva di provare qualcosa per lei... ma allora perché desiderava ardentemente Kuro Neko?

 

 

Il vento scompigliava i suoi capelli mentre seguiva un parabola ascendente e si lanciava nel vuoto, ritirando rapidamente il cavo che poi si riarrotolava rapidamente nel guanto, e prontamente, con mira infallibile, puntava un cornicione dove riagganciarlo…

Ma quando il rampino fu a pochi millimetri dal bersaglio, con sconcerto della Gatta Nera, qualcosa lo colpì, deviandolo, e in pochi istanti, esaurita la spinta verso l'alto, lei cominciò a ricadere verso terra. Si dice che i gatti siano in grado di atterrare senza danni anche da grandi altezze... ma c'erano decine di metri tra lei e l'asfalto e sapeva che non sarebbe sopravvissuta se non si fosse subito inventata qualcosa. Un guizzo rapidissimo attraversò il suo campo visivo, qualcosa si era posizionato sopra di lei... girò su se stessa e vide una figura scarlatta, un volto privo d'occhi o bocca, che la fissava inespressivo, dal quale provenne una voce bassa e gelida, come quella che ci si sarebbe aspettati d'udire dalla morte.

"Il Demonio è venuto a reclamare la tua anima, Gatta Nera..."

 

Fine del numero.

 

 

In Ragno Nero #6, continua la digressione di Kaine negli avvenimenti antecedenti al suo imbarazzante risveglio nel letto di casa sua insieme a... Kuro Neko! Su che cosa stava investigando? Cosa aveva scoperto? E questo cosa comporterà per il suo futuro? Difficile dirlo...

 

Per commenti e/o suggerimenti, scrivete a Spider_man2332@yahoo.com

oppure Loky_Lolth@hotmail.com

 

P.S.: Su Marvelit, nella sezione della Ragno family, potrete seguire anche le avventure del Ragno Rosso, clone di Peter ma tutt'altro che una mera copia, e di Spiderette, riluttante eroina... aracnofobica! Gli autori di queste due testate sono rispettivamente Mr. Kayak e Xel per R.R. e Frank Webley per Spiderette.

Leggete anche Webspinners... un'occhiata a 360g al mondo legato all'aracnide umano più conosciuto del pianeta.

 

Oltre alle avventure di Kaine su: Ragno Nero; potrete seguire le gesta dell'ex letale nemico di Ragno Rosso sul What if: Kaine a Gotham; in corso di pubblicazione nella sezione What if...? Non dimenticate di leggere le storie di Peter Parker su Uomo Ragno, sempre curate dal sottoscritto e prossimamente... ancora nella sezione What if...? Una serie a numerazione limitata dedicata a... sorpresa, sopresa...

 

Uomo Ragno 2099. Uno dei titoli più hot della fu divisione 2099 della Marvel, tornerà presto nella versione Fan fiction... curata indovinate da chi? ;) Non perdetela!