Padri e figli – Parte 3

di Vale AlbaDiggi 

 

 

Abitazione di Ken Ellis, San Francisco

- Era un uomo interamente vestito di nero, niente simboli. Diceva di chiamarsi Dusk. –

- D’accordo signor Ellis, questo lo ha già dichiarato nel suo articolo. – replicò il capitano Paul Carson; non sopportava di trovarsi lì, ma gli editoriali pubblicati dal San Francisco Herlad avevano fatto troppo scalpore perché la polizia non se ne occupasse e fin qui niente di straordinario. Il vero problema era Ellis, a volte parlava poco, altre volte raccontava frottole…insomma serviva qualcuno che sapesse discernere quella sua capacità di dissimulazione. La scelta era, purtroppo per lui, caduta sul capitano Carson.

- Voglio solo che la polizia sappia – continuò il giornalista – che c’è un nuovo supercriminale in città. Il suo scopo, a quanto dice è sconfiggere il Ragno Rosso ed è un merito che vuole solo per sé, questo lo ha spinto a distruggere le prove che avevo sull’identità segreta di quel vigilante mascherato. -

Fa che smetta di parlare… pensò Paul, notando come il giornalista cercasse nello sproloquio un’enfasi che gli desse credibilità.

- A questo proposito, - cominciò a dire il poliziotto – capisco la sua decisione di non pubblicare la notizia, ma deve rivelare ciò che sa alla polizia, almeno per le indagini. -

- Oh, io so molte cose sull’uomo che si nasconde dietro quella maschera rossa, ma purtroppo non posso rivelargliele, rischierei la vita. -

- Possiamo proteggerla, signor Ellis. Questa è l’unica strada che può intraprendere nella sua posizione. Lo capisce? -

- Vuole un nome e un cognome, capitano? Vuole che le dica…non so…si chiama Benjamin o Peter o…cose del genere? -

- Le sarei grato per questa collaborazione. – disse il poliziotto, trattenendo la rabbia che gli provocava osservare un uomo tanto borioso.

- Sapevo che sarebbe successo. – ribattè Ken – Insomma, che saremmo arrivati a questa domanda…nome e cognome non le servirebbero. Davvero, lei non saprebbe cosa farsene. -

- E lei si? -

- Io rivelerò quel nome quando lo riterrò…opportuno. Ho la sensazione che questo fantomatico eroe abbia cercato di giocarmi ed io voglio fare lo stesso con lui. -

 

Abitazione di Ben Reilly, San Francisco

- No, Peter… - disse Ben al telefono – non l’ho visto in faccia, ma è un bambino. Credo si tratti del piccolo Fabian LaMuerto. -

- Fabian? Ma quanto ha…dodici anni? Nemmeno? – rispose l’altro.

- Dieci, credo, ma non è questo il punto…per fortuna sembra volermi incontrare pacificamente, perché davvero Pete, non so come affrontarlo. Posso picchiare un bambino? -

- Un bambino che può sradicare un palazzo a mani nude e che si è macchiato di atroci crimini. -

- Peter, nella mia situazione, avresti i miei stessi scrupoli e lo sai. -

- Si, d’accordo…non so che dirti, Ben. Va all’appuntamento e cerca di capire cosa gli è successo. - - - Non credi che la colpa sia nostra? Sapevamo che avrebbe ricevuto il potere di Tarantula Nera, siamo stati stupidi a non prevenire gli eventi. -

- Ben? -

- Si? -

- Ti rendi conto che stai alimentando il mio mastodontico senso di colpa? -

- Scusa…è che non so che fare. -

- Vuoi che ti aiuti ad affrontare la situazione? Sono un po’ incasinato, ma posso liberarmi e venire… -

- Lascia stare. Me la caverò da solo. Stammi bene e dai un bacio a May da parte mia. -

 

Luogo imprecisato, San Francisco

L’attuale allerta della polizia stava rendendo difficile la ricerca di luoghi sicuri per incontri fra boss della mala, soprattutto perché queste riunioni comportavano il mobilitarsi delle grandi scorte dei personaggi interessati; in particolare, visto il precedente, né il Signore del Crimine, né il suo interlocutore vollero presentarsi senza almeno una ventina di uomini ciascuno.

- Da dove iniziare, caro Blas? – fece il Signore del Crimine, allargando le braccia.

- Credo che tocchi a me porgere le scuse per il comportamento di Fabian: è una testa calda, ma non mi è possibile fare di più per tenerlo a freno. -

- In fondo sei soltanto suo zio, non suo padre. Il tuo ruolo avrebbe dovuto ricoprirlo… -

- Carlos. Certo, è così, ma Carlos era un debole, il primogenito di una stirpe forte non è necessariamente il più meritevole e questo è anche il caso di Fabian. -

- Già e a quanto pare a te non rimane altro che addestrare chi usurpa il tuo posto, chi ruba il tuo potere…ma tu sembri nervoso, Blas, che ti succede? -

- È per via di mio nipote. Diviene sempre più inquieto e indipendente, temo che il mio potere su di lui si stia indebolendo. -

- Non ho mai ben capito quale sia questo potere. -

- La nostra è una tradizione antica, che contempla molte pratiche. In casi come questi, in cui il potere di Tarantula Nera passa ad un erede immaturo, è bene che vi sia un Educatore. Carlos aveva nominato me, poiché conosco i segreti di Tarantula Nera che, non lo nascondo, desideravo. Ad ogni modo, l’Educatore ha potere sul discepolo, può controllarlo al fine di non rimanere ucciso per la sua insubordinazione, a patto che conosca il modo di educarlo. Questo potere dell’Educatore svanisce quando il percorso del discepolo può dirsi concluso. -

- Come riuscirai a stabilire quando Fabian avrà raggiunto la maturità? -

- Il passaggio verrà segnato dall’uccisione dell’Educatore. -

- Cosa? -

- La nostra è una tradizione antica e sanguinaria. Ogni futuro Tarantula Nera deve conoscere la morte e l’uccisione di uno dei suoi cari. Normalmente, questo avvenimento coincide con la morte del padre, ma nei casi simili a quello di Fabian l’elemento che completa l’educazione e porta al totale possesso del potere è l’assassinio dell’unica persona in grado di fermare Tarantula Nera. -

- Come può tuo fratello aver pensato a te per… -

- Mi aspettavo questa manovra di Carlos. Lui sapeva che io desideravo il potere e siamo sempre stati nemici per questo motivo. Se non fosse riuscito lui a portare a termine l’educazione di suo figlio, l’idea che io venissi ucciso dalla sua progenie dopo averlo servito per l’ultima volta lo allettava non poco. D’altra parte, io ho accettato l’incarico di Educatore proprio perché impediva a Carlos di uccidermi. -

- Ora capisco cosa ti ha spinto a stringere questa alleanza segreta fra noi, Blas. Hai intenzione di non andare incontro a questo destino. -

- Puoi parlare chiaramente, Signore del Crimine. Intendo uccidere Fabian, ma dovrai essere tu a farlo. -

- Perché? -

- L’Educatore ha molto potere, ma questo è finalizzato unicamente all'educazione che egli deve impartire. Anche se può usarlo in altro modo... - mentre parlava, fece fluttuare un bicchiere di carta nell'aria – tranne che ad uno scopo: perderebbe il suo potere su Tarantula Nera se cercasse di ucciderlo, e fallirebbe, morendo a sua volta; è la nostra tradizione a proteggere l'erede, ma se Fabian muore il suo potere passerà a me. -

- Ucciderlo non sarà semplice. -

- Ma io conosco le sue debolezze. Se lo farai, se mi aiuterai, uniremo i nostri imperi e saremo inarrestabili. Blas LaMuerto te lo promette. -

 

 

San Francisco Bay

Il posto appariva deserto, almeno dall’alto. Ben scese in picchiata, lasciandosi indietro una ragnatela e accompagnando la caduta verso uno dei grossi magazzini e nascondendosi in una zona d’ombra del tetto.

- Benvenuto, Ragno Rosso. – disse una voce poco distante.

- Ciao Fabian. – disse Ben, saltando verso di lui; erano entrambi in costume, ma Reilly non intendeva affrontarlo come nemico.

- Immagino che tu voglia conoscere le circostanze che mi hanno portato a… -

- So già perché sei così, Fabian. O almeno, perché hai questi poteri. Tuo padre era Carlos LaMuerto, alias Tarantula Nera, un essere di straordinaria potenza. La tradizione di Tarantula Nera vuole che il potere si trasmetta di padre in figlio. -

- Tu…tu hai conosciuto mio padre? -

- Fabian, io ho combattuto tuo padre. Io ero presente quando è stato ucciso. -

- Già, immaginavo qualcosa di simile. -

- Ancora non mi hai detto perché hai scelto questa vita…perché sei diventato un assassino? -

- Quando ho ricevuto questi poteri ho acquisito tutti i ricordi di tutti i miei predecessori. Le loro vite, le loro imprese…sapevo che il mio era un grande destino. -

- Vuoi dire che hai lasciato tua madre e hai creato questo impero criminale? -

- No…in questo mi è stato d’aiuto Blas. -

- Chi? -

- Mio zio. Il secondogenito, fratello di mio padre. È il mio Educatore. -

 

Luogo imprecisato, San Francisco

- Hai detto, - ricominciò il Signore del Crimine – che mi dirai come eliminare Tarantula Nera. Spiegati. -

- Fabian è debole. La sua giovane mente ha assorbito tutti i ricordi di generazioni passate, omicidi e razzie sanguinarie…ed ha ceduto. So che ha delle visioni dei suoi antenati, dovute a questo problema. È stato un punto di forza del quale mi sono servito per indurlo a cominciare questa opera. Quelle visioni lo esaltano e lo guidano, ma sembrano autonome: alcune mi sono favorevoli, altre lo inducono a ribellarsi, perciò cerco di scacciarle. –

- E questo come mi aiuterebbe? È pur sempre molto forte, un avversario quasi imbattibile. -

- Se è per questo, anche Carlos è stato ucciso. E molti altri prima di lui. -

- Quindi non siete immortali. -

- No, ma possiamo diventarlo; data la vastità del potere, basta un poco di senno per gestirlo a tale fine. Sfortunatamente, nessuno è mai riuscito a controllarsi fino a questo punto. -

- Quindi, mi stai suggerendo di provare e basta? -

- I mezzi non ti mancano, Signore del Crimine. -

- Questo è vero, ma Tarantula Nera ha al servizio numerosi uomini. -

- La maggioranza mi sono fedeli, dato che li ho messi a conoscenza della situazione. Poi c’è Guzman che non conosce la verità e sembra perseverare nell’obbedienza. -

- Non sa che Fabian è un bambino? Non si accorge della voce e… -

- Quel bambino lo ha pestato e si è guadagnato il suo rispetto. Domingo sa che Fabian è giovane, ma non che è immaturo per quel potere. -

- Quindi è un problema? -

- Domingo non è in grado di rappresentare un problema. -

 

San Francisco Bay

In breve, Fabian raccontò a Ben del suo passato, ricordando sia la figura di Blas che quella dei suoi antenati, reali per lui. Il Rosso non poté che pensare a suo figlio e all’eredità che gli aveva dato, paragonandosi a quel caso disperato.

- Fabian, - cominciò a dire – so che sarà difficile per te comprenderlo, ma hai completamente sbagliato a dare seguito a quell’uomo. Blas non vuole il tuo bene. -

Il volto dietro la maschera di Tarantula Nera non si scompose – Lo so; ha intenzione di tradirmi, si sta adoperando a questo scopo. È grazie a lui che il Signore del Crimine ha assestato quel duro colpo alla mia attività. –

Attività… pensò Ben, con un tuffo nel cuore Non c’è verso di farlo tornare in sé…forse con più tempo potrei fare qualcosa, ma prima di tutto devo allontanarlo da questo Blas.

- Señor! – gridò Domingo Guzman, saltando verso i due – Non dovete affrontare il Ragno Rosso. Ci sono io per questo. -

- Tarantula, mi hai seguito? -

- Si, señor. Sapevo dell’incontro e ho chiamato rinforzi. Ritengo che il mio aiuto potesse… -

- Io sono qui per parlare con il Ragno Rosso. -

- Noi non trattiamo con gli eroi, señor. Io non tratto con gli eroi. -

- Dovrai farlo, perché io te lo ordino. -

Il senso di ragno di Ben pizzicò all’unisono con quello di Guzman.

 

Luogo imprecisato, San Francisco

- Capo! – gridò uno dei guardaspalle di Blas – Ha chiamato Domingo, dice di mandare rinforzi al molo. Fabian ha teso una trappola al Ragno… -

- Ti sta tradendo! – gridò il Signore del Crimine.

- Posso impedirlo. – replicò LaMuerto.

- Certo che puoi; io credo sia il caso di porre fine a questa farsa per sempre. Blas, ci saremo anche noi al molo e uccideremo quei tre. –

 

Spiaggia di San Francisco

Tutto sommato, questa vacanza ci voleva. Pensò il dottor Bromwell, stendendo il suo asciugamano e indossando gli occhiali da sole, inutili, dato il cielo plumbeo. Erano lontani i giorni in cui la sua attività era frenetica e quella calma placida gli permetteva lunghi periodi di ferie che prima non poteva permettersi.

Eh, come sono cambiati i tempi… si disse, guardando le giovani in bikini, ma non specificò se in  meglio o in peggio.

Ehi, ma…

Quella ragazza non si confuse nell’armonia di corpi perfetti martoriati dal sole.

- Scusami… - fece il dottore, correndole dietro. La giovane cominciò a sfuggirgli infilandosi fra alcune cabine. L’anziano medico si fermò, non scorgendola più, a riprendere fiato, respirando a pieni polmoni l’odore marcio del legno misto alla salsedine, mentre su di lui cominciava a piovere una pioggia fitta.

- Non voglio farti del male…eh… - disse, ansimando – È solo che…assomigli ad una persona che conoscevo, ma dovrebbe essere morta…ti giuro, non ho cattive intenzioni. Sono vecchio, ti pare che potrei mai… -

- Tu… - disse una voce femminile - …tu non puoi fermarci, ma puoi riconoscermi. -

- Non ricordo il nome di quella ragazza…come ti chiami? -

- Il mio nome lo sentirai presto, credo. Sei un dottore, a quel che ricordo. Beh, stagli vicino, perché avrà bisogno di te. -

- Star vicino a chi? Oh, cielo…questa storia è assurda. Mi ricordi una persona che conoscevo molto tempo fa; devi essere una parente di quella... -

 L’ultima cosa che il dottor Bromwell vide fu un salvagente attaccato ad una porta, poi una tavola di legno lo colpì in piena fronte, stordendolo.

 

San Francisco Bay

- Non intendo più sopportare insubordinazioni, Domingo! – gridò Fabian, sparando due raggi ottici verso l’avversario. Ben si era subito lanciato su Tarantula Nera, cercando di fermarlo. L’atmosfera era resa ancora più funesta dalla fitta pioggia che cadeva sulla scena.

- Fabian, fermati! – gridò il Rosso, ma qualcosa gli penetrò nella schiena. Il senso di ragno aveva pizzicato, ma avvinghiato com’era nel tentativo di fermare il ragazzino non si era potuto spostare e l’aculeo di Guzman aveva colpito.

- Ora siamo solo noi due, Tarantula Nera e Tarantula! – gridò Domingo, mentre Ben scivolava a terra sotto l’effetto della neurotossina, cercando di restare cosciente.

La lotta fra i due criminali si instaurò nel silenzio, coperta dallo sciamare del temporale. Domingo si accorse presto che la sua forza poteva molto poco su questo avversario, come anche il suo veleno. Con un ultimo colpo, Fabian lo scaraventò lontano, facendolo atterrare su un tavolaccio duro e scivoloso.

- Permettimi di aiutarti, Domingo. - fece una voce flemmatica.

- Blas... -

- Voglio aiutarti. Come vedi, Tarantula Nera è instabile, dobbiamo rovesciarlo. Servi me ed i miei alleati, ed io ti proteggerò. -

Le gocce scivolavano fra le rughe della mano tesa. La decisione di Domingo era abbastanza ovvia.

Che sta succedendo...non riesco a muovermi... pensò Ben, cercando di vincere quell'orrido torpore che gli attanagliava le membra.

- Fabian! - gridò Blas, fluttuando a mezz'aria, grazie alle tecniche magiche apprese in anni di studio e di preparazione – Credo che questi uomini cerchino te. -

- Davvero, zio? Li hai condotti tu a me, vero? -

- E tu hai avuto modo di definire gli accordi con questo...eroe? - replicò l'Educatore, scendendo a terra e colpendo Ben con un calcio.

- Ho discusso con lui come tu con l'uomo che vedo alle tue spalle. -

- Già, immaginavo qualcosa del genere. -

- BLAS! - gridò il Signore del Crimine – Spostati. Penseranno i miei uomini a lui. -

- Oh, ma certo. - replicò l'altro – Lasciami solo finire... - muovendo con armonia il braccio, sollevò da terra il corpo del Ragno Rosso e, sfruttando la stessa forza invisibile, lo gettò lontano.

- Ora tocca ai tuoi uomini. -

Detto questo, si librò in aria, velocemente, mentre gli scagnozzi del Signore del Crimine si disponevano davanti a Fabian, puntando i loro fucili futuristici contro di lui.

- Sappi, - disse il loro capo – che questa tecnologia non dovrebbe neanche esistere. Non qui e non ora, non in mano mia. -

- Sprechi sempre le tue parole in questo modo? - chiese Tarantula Nera, un attimo prima che il plotone aprisse il fuoco.

Attaccali!!!

Percepisci il dolore, la tua magia ti guarirà...

Fermo, pensa a ciò che devi...

Sbranali! Assaggia le loro carni e dissetati del loro sangue!!!

Attacca il loro capo. Dovranno fermarsi.

Attraversato da raggi di energia, Fabian perse per qualche secondo il controllo. Il suo sangue non cadeva neanche a terra, le sue ferite guarivano all'istante. Infine, riuscì di nuovo a distinguere nella pioggia la figura del Signore del Crimine. I raggi ottici seguirono la direzione del suo sguardo, raggiungendo il loro obiettivo e infrangendo il campo di forza che l'avversario proiettava intorno a sé.

- Intensificate il fuoco! - gridò il criminale, premendo un pulsante su una cintura e teleportandosi lontano. Fabian sapeva dov'era andato.

A qualche centinaia di metri di distanza, il Rosso giaceva, immerso nella sabbia bagnata della Baia di San Francisco. Non riusciva a respirare, la maschera era diventata un filtro eccessivo per i suoi polmoni paralizzati.

- Il Ragno Rosso, suppongo. - disse Blas, avvicinandosi – Non so cosa ti abbia detto Fabian, ma sei comunque un uomo troppo potente per continuare a vivere. Certo, forse vorresti allearti con me, ma a quel che mi ha detto Domingo, il veleno ti impedisce di parlare, perciò non posso correre rischi. -

Dicendo questo, Blas lo sollevò da terra con i suoi poteri e portò la sua mano all'altezza del ragno disegnato sul torace. Il cuore prese a contorcersi nel petto, pompando con tutta la forza che gli donavano i poteri di aracnide. Ben spalancò la bocca, forzando i muscoli facciali, allo scopo di incamerare più aria possibile.

- Blas! - gridò il Signore del Crimine – Uccidilo in fretta e va ad aiutare i miei uomini! -

- Non sono al tuo servizio...comunque, Domingo! Pensa tu all'eroe! Staccagli la testa dal collo. -

- Si, señor. Sarà un piacere. - replicò il delvadiano, a poca distanza da lì.

I due criminali si teleportarono verso Fabian. Non c'erano molte possibilità, era chiaro, ma Blas aveva un ultima carta da giocare.

- Fabian, credo di avere qualcosa da dirti. -

- Ed io voglio ascoltarti, zio, per l'ultima volta; ma voglio che queste persone estranee si allontanino.-

- Sarà così. - disse il Signore del Crimine – Rispetto le vostre tradizioni. -

- Saremo noi ad allontanarci. -

- Cr...credo... - mormorò Ben, ascoltandoli – credo che...la matrice...dei poteri curativi di Tarantula Nera... -

- Cosa blateri? - fece il suo avversario, afferrandogli la testa.

- Oh, lascia stare! - replicò il Rosso, colpendolo con un calcio. Era vivo, debole, ma vivo. Forse il trattamento di Blas aveva scosso il suo organismo, o più probabilmente il metabolismo aracnide aveva fatto il suo corso.

Non sono in grado di affrontare Tarantula...devo prendere Fabian e...

Un fulmine colpì il bambino e lo zio in pieno e contemporaneamente un altra folgore si scagliò sulla cima del faro della Baia. Su di esso, appena visibili, due figure si stagliavano contro la luce dei fulmini.

- Oh, no! - fece Ben.

 

Faro di San Francisco Bay

- Ora, nipote, voglio tentare di liberarti di questo peso. -

- Non esiste un modo per sottrarmi i miei poteri. -

- Lo creeremo quest'oggi. D'altronde, è così che si forma una tradizione di famiglia. -

 

San Francisco Bay

Ben si lanciò verso il faro, cercando disperatamente di non svenire. Con un salto leggermente scomposto raggiunse la parete dell'edificio. La testa gli girava se solo provava a guardare quanto era alta quella torre, non aveva spiccato un gran salto. Riuscì a malapena a schivare il colpo sferratogli da Domingo, che si era aggrappato alla stessa parete per impedirgli di salire.

- Vediamo come te la cavi, eroe! - gridò il mercenario. Mentre Ben cercava di combattere, la pioggia gli martoriava la pelle sotto il costume rosso; tentava di salire spiccando piccoli balzi ed aggrappandosi, ma la parete era resa scivola dalla pioggia e con la sua debolezza, ben presto, perse la presa.

NO! pensò mentre il senso di ragno gli urlava di stendere una mano verso la parete. Rimase attaccato per una sola mano alla superficie, in stato di semi-incoscienza.

Non riesco a respirare bene...

Domingo era tornato alla carica. Un pugno raggiunse il volto di Reilly, costringendolo a voltarsi di scatto; nel movimento sferrò un calcio, poi ripeté la mossa, scavalcando Tarantula e colpendolo fra le scapole. Ben si rendeva comunque conto che i suoi colpi erano ancora deboli e il suo equilibrio precario, solo la sua esperienza (ma in gran parte era l'esperienza di Peter) gli permetteva di competere con quel criminale.

Ad una sessantina di metri di distanza in verticale, Fabian cominciava ad avvertire il potere della magia di suo zio.

- Complimenti, Blas. È un rituale molto complesso. -

- Sarà anche efficace, Fabian. Non lo credi? Meglio, non dovrò difendermi dai tuoi attacchi. - rispose il più anziano, alzando le braccia verso il cielo; nessuno aveva mai tentato un rituale del genere, la potenza richiesta era enorme, per non parlare del controllo necessario. Lentamente, un'aura magica si sviluppò intorno alle mani di Blas e si diffuse nell'aria confusamente, fino ad arrivare a Fabian.

La piattaforma del Faro di San Francisco si era intanto riempita di uomini del Signore del Crimine. Il senso di ragno di Ben esplose, avvertendo il pericolo. L'idea gli venne così. Si girò, strisciando sulla parete e infilandosi fra il muro e Tarantula. Sferrò un doppio calcio contro il torace dell'avversario, puntellandosi con le mani. Il colpo fece cadere Domingo verso l'esercito di criminali, ma mentre era in volo il Ragno Rosso stese il braccio e azionò il congegno per il lancio di ragnospie.

- Addio Domingo... - disse Reilly, mentre una trasmittente si appiccicava sulla fronte del nemico, stimolando al massimo il senso di ragno che possedeva. Il dolore si propagò in ogni nervo del delvadiano, che si sarebbe strappato la carne a morsi, pur di non soffrire più in quel modo. Avvertiva pericoli in ogni direzione; quando atterrò su uno scagnozzo del Signore del Crimine lo trafisse con l'aculeo in un lampo, poi saltò su un altro che subì la stessa sorte. In breve, divenne una battaglia. Dopo poco, una mattanza ad opera di Domingo, impazzito. Riuscirono a fermarlo, solo dopo alcuni minuti, colpendolo di striscio al volto e distruggendo così la ragnospia. Ormai era tardi: Ben aveva cominciato a salire; si era arrotolato la maschera in modo da lasciare la bocca scoperta per respirare.

Quando raggiunse la cima del faro, trovò Fabian sollevato in aria, in preda ad una specie di trans. Non aveva più la maschera, ed il suo viso di ragazzino rendeva la scena alquanto macabra.

- NO! Bastardo... - gridò il Rosso, lanciandosi contro Blas, lì accanto. La lotta fu breve, con un semplice gesto il mago incollò Ben al pavimento.

- Potrei sollevare la tua maschera sbattendo le ciglia, o ucciderti con un gesto, eroe. Lasciami terminare questo rituale e forse non farò una delle due. -

- Fabian... - mormorò il Ragno, vedendo il corpo martoriato dai fulmini. Dopo qualche secondo, Blas si esaltò al massimo.

- SI! Il potere fluirà in me! Ho creato una nuova tradizione! -

Fabian vorticò paurosamente in aria, poi si fermò all'improvviso. La testa era reclinata in avanti, tutto venne pervaso da una quiete mortale.

- No... - fece Ben, ma non poteva muoversi. Un attimo dopo, il piccolo volto si sollevò.

- Addio, Blas. - i raggi ottici colpirono lo zio in pieno, sbilanciandolo. Era già morto, quando toccò terra.

- Ragno Rosso, puoi alzarti. - disse il bambino, afferrando la sua maschera per terra.

- Cos'hai fatto, Fabian? -

- Ho completato la mia istruzione. - rispose flemmatico – Ora sono completo. -

- Ora sei un assassino! -

- Se parli in questo modo, da adesso siamo nemici. -

- Sei un bambino, Fabian. Non puoi... -

- Vattene. Ti concedo la vita perché mi hai aiutato, o almeno hai cercato di farlo. -

- Non posso crederci...ora cosa farai? -

- Ricostruirò il mio impero qui. Certo, ho perso i miei uomini, erano fedeli a Blas...credo che riconquisterò la fiducia di coloro che credevano in me. -

- E ucciderai gli altri, vero? - Ben era furioso. Avrebbe voluto prendere a schiaffi quel bambino cattivo e a pugni quel criminale, ma non fece nulla. Osservò nervosamente la polizia che caricava Tarantula privo di sensi su un furgone. Non si sapeva ancora se rimpatriarlo o meno, c'erano delle controversie politiche e legali da superare.

Devo andarmene...pensò il Rosso. L'ultimo sguardo a Tarantula Nera, in piedi davanti a lui. Sentì una fitta allo stomaco quando saltò via, sparando una tela e strattonandola con rabbia...il pensiero volò verso David; aveva dato a suo figlio un'eredità come quella di Fabian, consegnandogli un mondo di dolori e sofferenze? Non lo sapeva, non voleva saperlo. Avrebbe fatto qualcosa, doveva farlo.

 

Portland, Oregon – Centro ricerche OsCorp

Il temporale batteva sui vetri con violenza. La capsula termica veniva trasportata da una decina di persone, mentre il generatore doveva essere trasportato a parte da altrettanto persone.

- ...quindi ritiene necessario spostare David? - chiese il dottor Garland al presidente.

- Si. I recenti attacchi alla vostra sede lo rendono indispensabile. -

- Si è fatto un'idea di questo Dusk? -

- Oh, lo conosco. Cioè...conosco questo tipo di persone. Per questo sto portando lontano David, per proteggerlo. -

La capsula venne caricata su un camion, protetta dalla pioggia da una tettoia di plestigax.

- D'accordo, spero di avere presto notizie di David. -

- Lei è già stato riassegnato al progetto, dottor Garland. -

- Davvero? È...è fantastico! -

- Non vedo perché buttare al vento un anno di lavoro. Allora, la rivedrò a New York? - chiese il presidente della compagnia, salendo sul veicolo e tendendo una mano verso il dottore.

- Certo! - rispose Garland, stringendogli la mano con forza – Può contarci, mister Osborn.!-

 

Fine

 

Termina qui Padri e Figli. Solo un piccolo appunto: la TriCorp, che aveva l'affidamento di David, è stata acquistata dalla OsCorp di recente. Ecco perché vediamo Norman Osborn che dispone del trasferimento di David. Ovviamente, Norman si è fatto più che un'idea su chi sia Dusk, dato che ha letto l'incartamento su David. Quali sviluppi porterà questa decisione dell'ex-goblin?

 

BOH

 

Vale AlbaDiggi

 

Potrei stare ore, giorni e forse mesi a tediarvi con i miei problemi...se non lo faccio, ringraziate il sorriso che me li fa dimenticare ogni volta che lo scorgo.