DEVIL

#21 - La strada per l'Inferno

(1a parte): La metà oscura

 
 Storia: Carlo Monni
 Supervisione: Tobia Brunello
 Copertina: Fabiano Fedi
 Colori cover: Fabiano Fedi
 Impaginazione: F. Graziano e F. Strozzi
 Editor-In-Chief: Carlo Monni

Inferno2 creato da Fabio Volino

 
 

 

MARVELIT - https://www.comicus.it/marvelit

 
 
 

1.

 

 

            -Mi benedica, Padre, perché ho peccato.-

Quante volte ho pronunciato questa frase? Quante volte avrei dovuto pronunciarla? Inginocchiato nella penombra del confessionale, penso alle colpe di cui è macchiata la mia coscienza e non so se farò a tempo a dirle tutte, il tempo è l’unica cosa che manca, è sempre troppo poco per fare tutto quello che c’è da fare ed io sono solo a farlo. Chi sono io? Il nome con cui sono nato è Matthew Michael Murdock e sono un avvocato, ma ne ho avuti anche altri nel corso degli anni: Mike Murdock, quello di uno spavaldo gemello, che era tutto quello che io non avevo mai potuto essere; Jack Murdock, quello del pugile cieco di Hell’s Kitchen, un uomo senza ricordi e senza passato; Jack Batlin, quello di un truffatore con una coscienza; ma, soprattutto, quello che mi affibbiò la crudeltà dei ragazzini del quartiere quando ero piccolo, Devil. Ma anche Devil è stato molti uomini nel corso degli anni: l’allegro spaccone col sorriso sulle labbra e la gioia di vivere; il cupo giustiziere notturno, alfiere di una giustizia troppo spesso negletta; lo spietato vigilante in cui la morale è sepolta dalla violenza. Sono stato tutti questi uomini e, forse, nessuno di loro. Il che ci riporta alla domanda di partenza: chi sono io? Il Cielo mi aiuti, non sono più sicuro di saperlo.

 

            Un Ospedale non è quasi mai un posto tranquillo. Oggi, poi, al Memorial Hospital devono affrontare una situazione molto difficile.  In una delle sale parto, il Dottor Keith Kincaid, che in realtà sarebbe un chirurgo, ma al momento non ha grande importanza, sta aiutando una donna di nome Sorrow a partorire la sua prima figlia, mentre, in una vicina sala operatoria, la dottoressa Jane Foster Kincaid sta, a sua volta, operando la ginecologa Dottoressa Salinas, rimasta vittima dell’attacco di una creatura che può essere chiamata solo demone.[1] In un altro reparto di questo grande ospedale, una paziente si sta preparando ad andarsene. Il suo nome è Candace Nelson ed è una giornalista. Circa due giorni fa, un uomo di nome Bullet l’ha aggredita e le ha spezzato il braccio destro in più punti.[2] Hanno dovuto operarla per rimettere a posto le ossa, ma oggi, finalmente, le hanno dato il permesso di uscire. Suo fratello Foggy, che, tra l’altro, è anche il Procuratore degli Stati Uniti per questo distretto, non ha voluto intendere ragioni e le ha, praticamente, imposto di venire ad abitare da lui per tutta la durata della convalescenza. Candace ha sbuffato, ma non ha avuto altra scelta che accettare, dopotutto da sola, nel suo appartamento, come potrebbe cavarsela bene, usando un braccio solo? L’attacco dei demoni ha avuto inizio proprio mentre Foggy (il suo nome, in realtà, è Franklin, ma sono in pochi, ormai, a chiamarlo così) stava spingendo la sua sedia a rotelle, mezzo su cui le norme sanitarie prescrivono che debbano essere accompagnati all’uscita tutti i degenti quando vengono dimessi. Per loro fortuna, data la sua carica, Foggy è sempre accompagnato da almeno un paio di agenti federali e questi, nonostante una sorpresa iniziale, hanno saputo reagire con la necessaria rapidità. In breve, questi demoni, sorprendentemente fragili dal punto di vista fisico, sono stati sopraffatti, ma, per gli uomini della Sicurezza, non c’è che un imperativo: andarsene alla svelta.

-Ma che ne sarà della gente qui?- chiede Foggy –Quegli esseri potrebbero tornare.-

-Provvederemo ad avvisare chi di dovere, signore…- risponde uno degli agenti -…ma, per ora, noi dobbiamo pensare alla sua incolumità ed è chiaro che questo posto non è più sicuro.-

-Mmm, forse avete ragione.-

            In breve tempo, il gruppetto sale nelle auto in attesa e parte verso a sua destinazione. Candace guarda, preoccupata, la cappa d’oscurità che sembra diffondersi sulla città, una sorta d’oscuro istinto, le dice che le cose stanno per peggiorare.

 

            Avete mai sentito l’espressione: “Bolgia infernale” riferita alla redazione di un grande quotidiano nazionale? Oggi, quest’espressione figurata ha assunto un valore del tutto reale, perché la redazione del Daily Bugle è invasa dai demoni ed intendo veri demoni. Confesso di non essere un grande frequentatore di chiese, diversamente dal mio amico Matt Murdock, ma, inconsapevolmente, recito una preghiera, mentre sfascio una sedia contro un demone che, cadendo, si trasforma in polvere. Qualunque cosa siano questi esseri, non sembrano davvero godere di una grande consistenza fisica, ma non mi illudo, non durerà.

-Tutto bene Ben?- mi chiede un affannato “Robbie” Robertson

-Per ora si.- rispondo –Cosa credi che stia succedendo? Che cosa sono queste creature?-

-Sembrano parenti strette di quelle che ci assalirono qualche anno fa,[3] ma quelle erano, decisamente, più resistenti. Certo, all’epoca, Jonah, ha ritenuto più conveniente credere che si trattasse di un fenomeno di allucinazione collettiva, ma stavolta, non si potrà sostenerlo facilmente.-

            Mi guardo intorno, la redazione è devastata, sembra un teatro di guerra e chi può dire che questa non lo sia? Prendo una sigaretta e l’accendo ed al diavolo gli stupidi regolamenti, che non piacciono neppure a J.J.J. Morire di cancro ai polmoni non sembra il maggior pericolo che corro al momento, forse non lo è mai stato, a pensarci bene. Ben Urich, giornalista, un uomo che amava vivere pericolosamente. Lo scriveranno sulla mia lapide un giorno, ma non oggi spero, non oggi. Guardo verso l’orizzonte, qualcosa di brutto sta accadendo a New York e, forse, a tutto il resto del dannato mondo. Immagino che gente come I Vendicatori o l’Uomo Ragno od il mio amico Devil stiano già facendo del loro meglio ed io?

-Esco!- dico improvvisamente

-Sei impazzito Ben?- mi chiede la fotografa Angela Yin

-Forse!- rispondo –Ma la fuori sta succedendo qualcosa di brutto e, se domani ci sarà ancora un Daily Bugle, sono pronto a scommettere che Jameson vorrà un resoconto esatto.-

-Ti servirà una fotografa.- commenta Angela

            La guardo, tossisco una volta, due, tre, poi rialzo la testa e le rispondo:

-Non se chi dei due sia il più matto tra noi, comunque, se vuoi venire, accomodati, pure.-

            E, senza aspettare risposta, mi avvio all’uscita.

 

 

2.

 

 

        Il mondo è impazzito. Penso che, anche senza supersensi, me ne accorgerei comunque. Non so dire perché, ma il cambiamento per me è palpabile. È un insieme di cose: l’aumento dell’elettricità nell’aria, una serie di odori del tutto nuovi o modificati e quegli esseri, sicuramente non umani, che ci hanno assalito poco dopo il nostro arrivo in casa. Si sono disintegrati non appena li ho colpiti col mio bastone, ma il pericolo non è cessato, lo sento, lo so. Il mio senso radar inquadra il corpo rannicchiato in posizione fetale della mia attuale ospite, la ragazza di colore che si fa chiamare Nyla Skin, che stringe al petto il figlioletto Jack, lo stesso nome di mio padre, tra parentesi, ed è chiaramente spaventatissima. Le tendo una mano e l’aiuto a rialzarsi.

-Va tutto bene adesso.- le dico, sperando d’essere convincente

-Quelli erano davvero demoni?-mi chiede

-Se non lo erano, lo sembravano davvero.- le rispondo –Vieni, non possiamo restare qui, potrebbero tornare ed essere molto più pericolosi di prima. Tu e tuo figlio dovete stare al sicuro. Se sono davvero demoni, forse la chiesa di Padre Gawaine sarà un’efficace protezione, andate lì.- Mi sfilo il crocefisso di Suor Maggie dal collo e lo porgo a Nyla –Tienilo. Non so se ci credi, ma, chissà… potrebbe davvero proteggerti.-

            Sento che esita, poi lo afferra e lo passa al collo del figlio.

-E tu che farai?-mi chiede

-Io? So cavarmela, non temere.- replico. Accarezzo rapidamente la testa di suo figlio e salgo in camera mia. Nyla è il ricordo vivente e bruciante che io, Matt Murdock, non sono esente dal peccato. A suo tempo lei mi dette il suo aiuto ed il suo amore ed io, per tutta risposta, l’ho vigliaccamente abbandonata quando non avevo più bisogno di lei. Mi sono comportato proprio come l’uomo che l’ha messa incinta e di cui non vuol nemmeno parlare. Mi atteggio a paladino della giustizia, ma il mio cuore non è puro. Giunto davanti all’armadio, esito, non so bene perché… Quella che mi aspetta sarà una dura giornata, devo affrontarla nel modo giusto, devo essere pronto al peggio.

 

            Seduto, nella penombra del suo laboratorio, nel retro del suo negozio di costumi, Melvin Potter è preda di cupi pensieri. Stringe le labbra e serra i pugni. Il caos sta investendo la città e lui non sa far altro che starsene seduto al buio, senza far niente. Nessuno lo rispetta più. L’altro giorno l’Uomo Ragno lo ha trattato come un bambino terrorizzato,[4] è stato umiliante. In altri tempi, uno che lo trattasse così l’avrebbe preso per il collo e gliel’avrebbe spezzato, ora, invece, invece… Hanno detto che era guarito dalle sue tendenze psicotiche, che la violenza e l’istinto omicida sono stati estirpati da lui per sempre e allora, perché sente quest’impulso ad alzarsi e distruggere, di farla pagare a tutti, di far vedere chi è e di cosa è capace? No, deve scacciare questi pensieri, deve fare qualcosa, parlarne con Betsy, subito. Rapidamente compone il numero dell’ufficio della sua compagna, l’Assistente Sociale Betsy Beatty, la prima che ha creduto in lui, nelle sue possibilità di riscatto. Lei lo tranquillizzerà, lo fa sempre. Appena sente la sua voce, già si sente meglio:

<<Sei tu Melvin? C’è qualcosa che non va?>>

-Betsy io…volevo…-

<<Hai una voce strana, lo sento. Ascolta Mel…cosa ti succede? Oggi l’intera città sembra impazzita e tu…ehi..cosa… fermo..no… ah!-

            Melvin sente una serie di rumori, tra cui quello del ricevitore che cade in terra

-Betsy! Betsy mi senti?- urla Melvin, ma nessuna risposta giunge dall’altra parte del filo, a parte una risatina isterica che non sembra essere della sua Betsy.

            Melvin resta un attimo imbambolato. Se hanno fatto del male a Betsy, pensa, se… No! Si alza e nei suoi occhi vibra una luce sinistra. Se qualcuno ha osato toccare Betsy, lui li ucciderà tutti, tutti e sa esattamente come farlo.

 

            Inferno! Ho udito questo termine pronunciato da molti dei miei parrocchiani quest’oggi ed, in effetti, il panorama fuori sembra, sempre più, assomigliare alle visioni di Dante. Il cielo è sempre più cupo e con venature rossastre, forse incendi, forse qualcosa di più tremendo, non lo so. Sono un prete Cattolico. Mi chiamo Sean Patrick Gawaine, sono cresciuto in questo quartiere. Hell’s Kitchen lo chiamavano allora: la “Cucina dell’inferno” ed era un nome ben meritato. Oggi lo è di nuovo. Esseri demoniaci scorazzano per le strade e, con loro, uomini e donne che stanno cedendo alle lusinghe delle tenebre. Quest’edificio, la Chiesa di Nostra Signora della Misericordia, sembra, per ora, intoccato; un’isola nel mare di follia che sta diventando la città, ma per quanto? Mi guardo intorno, la Chiesa è piena: ci sono persone che pregano, altre che stanno semplicemente in silenzio, come annichilite da quanto hanno visto fuori di qui. Vedo alcuni dei Ciccioni, la banda dei ragazzini del quartiere, mancano Eightball e Darla, tra gli altri; in un angolo la giovane amica di Matt Murdock, Nyla è silenziosa e stringe a se un bambino di circa due anni, dalla carnagione più chiara della sua, suo figlio. In mezzo a tutti, gira la solita Suor Maggie. Mi chiedo dove prenda tutta la sua forza e mi chiedo se resisteremo a quest’onda di malvagità che rischia di travolgerci. Che posso fare, se non pregare?

Signore, Tu sei il mio pastore, conducimi sui sentieri della salvezza e con me tutti coloro a cui hai offerto rifugio nella Tua casa.

 

 

3.

 

 

            Sto percorrendo i tetti di Manhattan e lo spettacolo che si presenta ai miei sensi è veramente sconvolgente. La città sembra preda di un’epidemia di follia collettiva ed orde di demoni scorazzano per le strade, attaccando chiunque incontrino. Le emozioni sono così intense da rischiare di travolgermi. È l’intero campionario dei sette vizi capitali scatenato e senza freni. Apparentemente, si tratta di qualche fenomeno d’origine mistica, un affare più adatto a gente come il Dottor Strange, che a quelli come me. Ho fatto quel che potevo, contro i demoni che ho incontrato, ma sembra come combattere una goccia nel mare. Sono appena saltato su un tetto nei pressi dell’Empire State University, che il mio senso radar mi trasmette l’immagine di una di quelle creature che porta sulle spalle una figura umana. Ritmo del battito cardiaco e del respiro, il rumore del vento che scompiglia i suoi capelli, il profumo dolce ed intenso; tutto concorda a stabilire che è una donna. Ovviamente, non posso non intervenire. Uso il mio bastone telescopico per darmi la spinta necessaria a piombare alle spalle del demone e farlo cadere. La ragazza si sarà un po’ ammaccata, ma poco male. Ora devo occuparmi di questo essere. Nessun battito cardiaco percepibile, solo una massa esagerata ed un fiato che sa di marcio, di cose morte e putrefatte da secoli. Lascia andare la ragazza e mi assale. Evito il suo primo colpo e gliene sferro uno col bastone. Barcolla, ma si riprende e mi assale di nuovo, salto e spezzo il bastone a formare dei nunchaku. Quando mi assale ancora, gli stringo un braccio nella catena d’acciaio e lo faccio letteralmente volare, spinto dalla sua stessa velocità. Finisce contro un’antenna televisiva e, incredibilmente, si disintegra in mille pezzi, che, poi, vengono portati via dal vento. Non sto a pensarci troppo e mi dirigo verso la ragazza, che si sta rialzando.

-Tutto bene Miss…?- chiedo

-Direi di si.- risponde. Sento la perplessità nel suo sguardo –Tu sei Devil, vero? Lo sembri, ma il tuo costume…. Il tizio che lo ha indossato per qualche tempo diceva di non essere lo stesso Devil degli anni passati. Eri tu? E se non sei il solito Devil, chi sei?-

-Lei fa troppe domande miss…- ribatto –Le risposte riguardano solo me, se non le spiace.-

-Mi chiamo Joy Mercado.- risponde la ragazza –Ti ringrazio di avermi salvato da un brutto guaio,[5] ma io sono una giornalista di Now e sono curiosa per deformazione professionale.-

-La curiosità può essere pericolosa Miss Mercado.- le rispondo freddamente –Io non amo parlare con i giornalisti e le consiglio di correre in un luogo sicuro. Quegli esseri potrebbero tornare, anzi, è sicuro che lo faranno.- così dicendo, mi getto giù dal tetto, prima che lei possa replicare.

 

            Joy Mercado rimane un attimo perplessa. Se quel tipo spera di cavarsela così si sbaglia. C’è un mistero dietro. O c’è in giro più di un Devil o quello “tradizionale” ha deciso, chissà perché, di usare quel costume grigio e rosso. In ogni caso, lei vuole scoprire la verità e ce la farà, in un modo o nell’altro.

 

            La città è diventata una polveriera. Dall’alto del mio “Nido del Gufo” osservo New York cadere preda della più incredibile invasione della sua storia. Se fossi credente, penserei che è venuta l’ora dell’Apocalisse profetizzata dalle Scritture. Qualunque cosa siano quelle creature, non ha una grande importanza, quello che realmente importa è che, presto, potrebbero arrivare sino a qui e non posso permettere che i miei piani vadano in fumo per colpa di un imprevisto simile. Ecco cosa succede quando si vive in un universo impazzito.

         Le mie riflessioni sono interrotte dall’ingresso di Lapide

-Capo…- mi dice –…i nostri uomini stanno impazzendo. Un paio di loro hanno litigato e si sono messi a spararsi tra di loro e non sono i soli a reagire stranamente.-

         Lo guardo sospettoso ed all’erta:

-E tu, tutto a posto?- gli chiedo

         Lui sogghigna e risponde:

-Certo Capo, io non perdo mai il controllo.-

-Molto bene, sapevo di contare su di te. È come temevo, l’epidemia si diffonde e dobbiamo stare attenti.-

-Epidemia?-

-Chiamala come vuoi, Lapide, ma sta di fatto che qualcosa ha colpito Manhattan ed ora sta passando anche altrove. Non so cosa sia, ma sono convinto che si stia espandendo esponenzialmente e, se accadrà, le cose peggioreranno.-

         Lapide storce la bocca

-Ad una crisi del genere, ci penseranno i soliti eroi, come fanno sempre.- commenta.

         Sarà davvero così? Non lo so e non posso contarci. Sono il Gufo e sono sempre bastato a me stesso. Ho dominato Wall Street, ho conquistato il governo del mondo criminale. Non permetterò a niente e nessuno di fermarmi.

 

 

4.

 

 

            La casa è una casa come tante. Il ragazzo è un ragazzo come tanti. Il suo nome è Lance, il cognome non ha importanza. Come spesso gli accade, Lance è solo davanti alla TV. Dall’altra stanza, gli giunge la voce di suo padre che litiga al telefono con sua madre. La mamma se n’è andata anni fa e l’ha lasciato in custodia, (si dice così, vero?) al padre. Papà fa un lavoro segreto per conto del Governo o cose simili, qualche volta l’ha sentito parlare al telefono del lavoro e sa che lo chiamano Bullet. Non è il suo vero nome, ma che importa? A causa del lavoro il padre, spesso, non è a casa e vorrebbe che la mamma si occupasse del loro figlio più di quanto faccia, ma lei protesta sempre.

Fin dai suoi primi anni di vita, Lance ha sentito il padre e gli insegnanti parlare del pericolo dell’olocausto nucleare e ne è rimasto colpito. Si svegliava anche la notte, vedendo le immagini del fungo, l’immagine della bomba, pensando al fallout radioattivo, era diventata la sua ossessione personale. Un giorno, la TV ha detto che il pericolo era passato, che la guerra nucleare non ci sarebbe stata e Lance ha sospirato di gioia, ma non è durata. Sono arrivati i Marziani e qualcuno alla TV ha detto che contro di loro è stata usata una superbomba, Lance non ne è stato sorpreso, dopotutto, lui lo sapeva che c’erano ancora le bombe. È passato altro tempo e quegli aerei si sono schiantati sulle torri gemelle. Ancora, il mondo riparla di guerra. No, non quella nucleare, dicono, ma chi può saperlo per certo? Le bombe ci sono ancora e se qualcuno volesse usarle?

            Adesso è arrivata quest’invasione da chissà dove. Sono creature che somigliano ai demoni delle illustrazioni della Bibbia o dell’Inferno di Dante che gli hanno fatto leggere, una volta, a scuola.  Lance sa che lanceranno le bombe anche su di loro, prima o poi, ma non ha paura. Lui ha il suo rifugio antiatomico pronto, è al sicuro lì.

 

            Non sa ancora come, ma, alla fine, Joy Mercado è arrivata al Daily Bugle Building. Durante il tragitto, ha tentato più volte di chiamare Jeff Mace, ma il cellulare di quel ragazzo non risponde. Spera che il giovanotto se la sia cavata,[6] ma non vuole stare a pensarci troppo, ha altre cose in mente adesso. Appena entra nel palazzo, tenta di prendere l’ascensore, ma quel coso si è trasformato in una specie di bocca famelica e tenta di divorarla. Joy scappa su per le scale e, sia pure con un po’ d’affanno, raggiunto la redazione di Now. La trova semi deserta. Sembra che ci sia passato un uragano: i tavoli sono rovesciati, le carte sparse. Qua e là macchie di qualcosa che potrebbe non essere sugo di mirtilli. Attraverso il vetro Joy vede il Direttore Esecutivo della rivista, Charlie Snow, seduto nel suo ufficio che fissa con aria strana la bottiglia di bourbon che tiene sempre sulla scrivania. Non ci bada e si dirige al suo tavolo. Bene, pensa, il computer funziona ancora ed io devo fare una ricerchina. Le sue dita affusolata battono veloci sui tasti, finché non trova le informazioni che cerca. Le legge rapidamente, poi, organizza i dati:

            Il nome di Devil fu associato a quello di Matt Murdock sin dalla sua prima impresa, quando assicurò alla giustizia l’assassino del padre di Murdock.[7] All’epoca, ovviamente, nessuno dette risalto alla cosa, era solo un fatto di cronaca come gli altri. Un paio di mesi dopo, Devil salvò l’allora segretaria dello studio legale Nelson & Murdock, Karen Page, da un rapimento da parte del Gufo[8] e, nemmeno due settimane dopo, da un altro rapimento da parte di Killgrave, l’Uomo Porpora, come lo chiamarono i giornali dell’epoca.[9] Da allora i sentieri di Devil e dello Studio Legale s’incrociarono sempre più spesso, fino al punto in cui Devil venne considerato una sorta di protettore non ufficiale. Un giorno, durante uno scontro contro un tipo che si faceva chiamare lo Sterminatore ed un gruppo di assurdi tizi vestiti da animali, Devil rimase coinvolto in un’esplosione e di lui fu ritrovato solo qualche brandello di costume.[10] Non passò molto tempo, però, che Devil riapparve, proprio per salvare il solito Murdock da un rapimento da parte di Jester.[11] Secondo quanto si disse all’epoca, avvalorato dallo stesso Jester, c’era un altro uomo nel costume a sostituire il vecchio, in una sorta di passaggio di testimone. All’epoca non erano molto abituati alle continue resurrezioni che ora sembrano diventate la regola tra i supereroi. La questione venne definitivamente chiarita alcuni anni dopo. Matt Murdock e la Vedova Nera si trasferirono a San Francisco ed andarono a vivere insieme. Quasi contemporaneamente, anche Devil apparve a San Francisco e fece subito coppia, anche sentimentale, con la Vedova Nera. Ci fu subito chi fece due più due e concluse che Matt Murdock era, ed era sempre stato, Devil. La voce fu messa subito a tacere, quando, mentre Devil era impegnato a combattere un mercenario giapponese chiamato Artiglio Blu, Murdock comparve nello stesso luogo per tenere una conferenza stampa in cui spiegava che il primo Devil era stato il suo gemello Mike Murdock e che, dopo la sua morte, un altro aveva preso il suo posto e che, prima di morire, Mike gli aveva chiesto di badare al fratello come guardia del corpo non ufficiale.[12] Questa versione tranquillizzò i media per un pò, poi, qualche tempo fa,  grazie allo scoop di un tabloid da quattro soldi, l’insinuazione che Murdock fosse Devil, a dispetto della sua provata cecità, ritornò fuori. Murdock fu oggetto di inchieste ed attentati ed alla fine rimase apparentemente ucciso.[13] In quel periodo saltò fuori un Devil, vestito dello stesso costume grigio di quello che ha salvato Joy, che sosteneva, non solo di non essere Matt Murdock, di essere un Devil diverso dal precedente. Se avesse avuto ragione, allora i Devil sarebbero stati tre. Le cose furono ulteriormente complicate dalla breve comparsa di un tizio, vestito del primissimo costume di Devil e che sosteneva di essere l’originale,[14] quindi, Mike Murdock, tornato per fare chiarezza del suo nome. Poco dopo, il Devil “ninja” o “grigio”, come lo battezzarono i giornali, scomparve e così anche il Devil “giallo” e ritornò il familiare Devil in costume rosso, mentre lo stesso Murdock ritornò dal regno dei morti, sostenendo di aver finto la propria morte per proteggersi dopo le voci infondate su lui e Devil.[15]

            Una storia davvero complicata: c’erano stati davvero tre Devil? O solo due? O, magari erano sempre stati uno solo? La sola cosa certa è che i comportamenti del “Grigio” non quadravano con quelli abituali del “Giallo” e del “Rosso”. Joy è decisa a vederci chiaro. Un’altra veloce ricerca e trova quel che cerca. Il certificato di nascita di Michael Matthew Murdock e, praticamente nient’altro. Un mistero che potrebbe davvero valer la pena di risolvere.

 

            Manhattan è un Inferno. Ok, l’ho detto anche troppe volte, ma, stavolta è vero alla lettera. Orde di demoni scorazzano in una città che è sotto una cappa di oscurità come mai ne ho viste, nemmeno durante un’eclisse. Una delle cose più evidenti è che, nella maggior parte delle persone, questo ha scatenato il lato peggiore, le pulsioni più oscure, i desideri più repressi ed i risultati si vedono. Se domani ci sarà un giornale da pubblicare, la cronaca nera avrà molto da raccontare e la mia collega Angela Yin lo sa, ha fatto più foto oggi, che in tutta la sua carriera precedente e molte sono troppo crude per pensare perfino a pubblicarle.

            Stiamo passando vicino al Bar di Josie uno dei più famosi ritrovi dei piccoli delinquenti di Hell’s Kitchen, quando una vetrina s’infrange ed un uomo di colore piomba sulla strada. Lo conosco: è un furfantello da quattro soldi di nome Turk Un’auto lo evita per puro caso, poi, dalla vetrina salta fuori un uomo, che lo afferra per il bavero.

-Allora Turk…- dice -... la mia pazienza si sta esaurendo. O mi dici quel che voglio sapere o dovrò davvero farti molto male.-

            Riconosco il costume grigio e rosso, riconosco anche la voce, sebbene sia alterata, ma non posso credere a quel che vedo.

-Devil?- esclamo –Sei tu? Che stai facendo?-

            Lui si volge a guardarmi e nel suo volto vedo solo fredda determinazione.

-Non t’impicciare di cose che non ti riguardano, Urich!- mi risponde secco

            Decisamente non è il Matt Murdock che conosco.

 

            Ricordava bene, pensa Melvin Potter. Fu qui che smise di essere il Gladiatore ed è qui che è giusto che sia tornato. Avrebbe potuto farlo nel negozio di costumi, ma non avrebbe avuto lo stesso valore simbolico che qui nel museo e lui ci tiene molto ai simboli. La prima cosa che farà adesso, sarà cercare quell’impostore che gli ha rubato il nome, le armi e l’onore e farlo a pezzi, riprendendosi quel che è suo, poi cercherà Devil e farà pezzi anche lui.

 

 

FINE PRIMA PARTE

  

NOTE

 
 

Bene amici, spero che questa prima parte del nostro tie-in infernale vi sia piaciuta, perché la seconda sarà, almeno spero, ancora più convulsa ed interessante.

            Ed ora, un minimo di noterelle.

1)   Joy Mercado, giornalista di Now, il settimanale in stile Time e Newsweek (o se preferite paragoni nostrani, l’Espresso o Panorama) della Jameson Publishing è una comprimaria della serie di Capitan America, sempre scritta dal sottoscritto. Il Demone da cui Devil la salva l’aveva rapita in Capitan America #11.

2)   I risultati dell’esaustiva ricerca di Joy su Devil ed i suoi legami con Matt Murdock saranno esplorati nei futuri episodi ed i risultati potrebbero sorprendervi, oltre che irritare Ben Urich. Oh se pensate che questo possa portare ad un incontro tra Devil e Capitan America, beh, avete ragione.

3)   Chi sia Melvin Potter, l’originale Gladiatore, spero lo sappiate tutti. Per coloro che non fossero al corrente della sua storia, prometto che ne riparleremo nel prossimo episodio.

Carlo


[i] Maggiori particolari su INFERNO² #1 e 2
[ii] E’ avvenuto nello scorso episodio
[iii] Nell’indimenticato Crossover “Inferno”
[iv] In Uomo Ragno, MIT, #32
[v] In cui era finita in Capitan America, MIT #11, come sa chi lo ha già letto -_^
[vi] Jeff Mace è, in realtà, il nuovo Capitan America ed in questo momento, sta avendo i suoi guai anche lui, come dettagliato in Capitan America, MIT #11
[vii] Daredevil Vol 1° #1 (Devil, Corno #1)
[viii] Daredevil Vol 1° #3 (Devil, Corno #3)
[ix] Daredevil Vol 1° #4 (Devil, Corno #4)
[x] Daredevil Vol 1° #43 (Devil, Corno #38)
[xi] Daredevil Vol 1° #44 (Devil, Corno #39)
[xii] Avvenne in Daredevil Vol 1° #92 (Devil, Corno #91) e, per la cronaca, in quell’occasione Devil era interpretato dal vecchio amico di Devil, la Pantera Nera con sul viso una  maschera a nascondere la pelle nera
[xiii] In Daredevil Vol 1° #324/325 (Devil & Hulk #21)
[iv] Daredevil Vol 1° #344/350 (Devil & Hulk #35/40)
[xv] Daredevil Vol 1° #353 (Devil & Hulk #43)
 
 

ANTEPRIMA

 
 

Nel prossimo episodio: il lato oscuro di Devil contro il lato oscuro di Melvin Potter, chi vincerà? E soprattutto: come potrà esservi un vincitore, se entrambi hanno ceduto alla loro parte peggiore? Tutto questo ed il destino di tutti i nostri comprimari in una New York sempre più simile ad un incubo di Dante Alighieri. Io ci sarò e voi?