(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 19

 

SOTTO IL SOLE DEI TROPICI

 

(PARTE PRIMA)

 

 

ACQUE DEL SUD

 

 

                                                 Di Carlo Monni              

 

 

1.

 

 

            Ritratto di un presunto patriota. Bolivar South, ex colonnello dell’U.S. Army, ex ufficiale della D.I.A., distaccato presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale. Freddo efficiente, convinto della necessità di dover contenere la minaccia comunista, tanto preso dalla sua guerra, da aver dimenticato perché la si combatte e pienamente convinto che il fine giustifica i mezzi. Per questo motivo non ha esitato a fornire ad uno squadrone della morte del piccolo paese sudamericano di Delvadia, governato da una spietata giunta militare, nomi ed indirizzi di immigrati clandestini e non, fuoriusciti da Delvadia in cerca di libertà. Lo scopo dello Squadrone, guidato dall’agente in costume chiamato Tarantola, era giustiziare tutti gli emigrati delvadiani per dimostrare che non si sfugge al regime.[1] Lo scopo di South era rafforzare quello che riteneva un governo “amico” degli interessi americani. Questa volta era andato troppo oltre, però, ed il suo stesso Governo decise di processarlo per: associazione a delinquere a scopo di omicidio e complicità in omicidio multiplo. South riuscì a fuggire poco prima dell’arresto ed a rifugiarsi, infine, a Isla Suerte, piccolo staterello dei Caraibi, senza trattato di estradizione e paradiso di fuggiaschi con alto tenore di vita.. Mr. South si sente rinnegato da un paese che ha sempre servito con orgoglio, non capisce perché gli si sia rivoltato contro, ma, dopotutto, poteva andargli peggio. Isla Suerte è un bel posto dove vivere e può godersi la vita sino in fondo. Ha persino un servizio di protezione molto efficiente: la cosiddetta Squadra della Morte e si sente molto al sicuro.

            Sbaglia. Il fato l’ha raggiunto nelle sembianze di due americani: Paladin e Rick Mason.

 

            New York. Police Plaza Uno. Arthur Stacy entra nella Sala Riunioni, vestito di un impeccabile completo scuro, che fa risaltare i suoi capelli e barba bianchi. Nessuno potrebbe accorgersene a vederlo, ma è nervoso. Si chiede quale orgoglio l’abbia spinto ad accettare l’incarico di Commissario di Polizia di questa maledetta città. Si siede a capotavola e guarda gli uomini e donne seduti al lungo tavolo e con cui dovrà collaborare d’ora in poi: tredici Vice Commissari che lo assisteranno nell’amministrazione del suo Ufficio; il Capo del Dipartimento, capo operativo dell’intera forza di Polizia cittadina ed i nove Capi dei Bureaus in cui lo stesso è suddiviso. Tutti lo guardano, ne è sicuro, chiedendosi se sarà all’altezza dell’incarico. Pochi si ricordano che anche lui è stato un poliziotto, prima di entrare nei servizi segreti e, poi, mettersi in proprio nel settore privato. Molti, lo sa, faranno il paragone con suo fratello George, che, è lui il primo ad ammetterlo, sarebbe stato molto più adatto di lui all’incarico, Si schiarisce rapidamente la gola e comincia a parlare:

-Signori, spero che potremo collaborare con profitto. Le mie linee guida sono semplice: abbassamento del numero dei reati, efficienza, tolleranza zero verso i criminali ed ancor meno verso i poliziotti che commettono errori. Non desidero mele marce. Difenderemo i poliziotti che lo meriteranno, ma saremo spietati con chiunque commetta reati approfittando della divisa.-

-Come dovremmo comportarci con i vari Supereroi cittadini?- chiede il Capo dei Servizi di Pattuglia, che sovrintende alla maggior parte dei poliziotti in uniforme della città

-Giusto.- interviene il Capo dei Detectives –Che atteggiamento dovremo tenere con loro, se interferiscono con le nostre operazioni?-

            Stacy non muta espressione, mentre risponde:

-Collaboreremo con tutti quei supereroi, come i Vendicatori, che hanno un’autorizzazione governativa, perché ce lo impone la legge. Per quanto riguarda gli altri... beh, non possiamo impedire ad un privato cittadino di arrestare un criminale che commette dei reati, anzi, il suo aiuto è ben accetto, tuttavia, certi compiti sono istituzionalmente nostri e di nessun altro. Non voglio che dipendiamo da loro in nessun caso. Le interferenze indebite non dovranno essere tollerate.- si rivolge al Capo dei Servizi di Pattuglia -Nicholas. Il progetto di ristrutturazione di Codice Blu come sta andando?-

-L’organico è stato potenziato e presto saranno a disposizione anche nuovi armamenti. Siamo in negoziazione con la Stark-Fujikawa per una fornitura dei loro nuovi guanti energetici e stiamo esaminando la possibilità di acquistare il set di armature quando sarà dispnibile.-[2]

            Arthur fa una smorfia, poi…

-Fattibiltà della faccenda Michael… Edward?-

-Abbiamo esaminato la proposta, e con i supercriminali che infestano questa città, sarebbe un’ottima scelta tattica.- risponde il Vice Commissario per le Iniziative Strategiche –Io appoggio la proposta.-

-Dal Punto di vista della spesa, la Stark-Fujikawa ci fa un prezzo molto migliore di quello previsto per i privati, ci stimo un po’ stretti, ma possiamo permetterci alcuni pezzi.- interviene il Vice Commissario per il Bilancio

-Signori, lascio a voi studiare i tempi e modi di realizzazione.- conclude, secco, Stacy –Un’ultima cosa: non è mia intenzione interferire nel normale lavoro del Dipartimento, ma mia è la responsabilità di farlo funzionare ed intendo lavorare perché funzioni al meglio…ed ora andiamo ad affrontare la Conferenza Stampa. Preferirei uno scontro a fuoco con una banda di terroristi, ma non ho molta scelta direi.-

            La riunione si scioglie ed Arthur lascia la sala. La sua avventura è cominciata. Deve sperare che finisca bene, adesso.

 

            Natalia Alianovna Romanova, meglio nota negli Stati Uniti come Natasha Romanov ed ancor più come la letale Vedova Nera, sta dando sfogo alla sua aggressività nella sua palestra privata. Salta, colpisce tavolette di legno con i piedi e le mani, lancia il suo filo e dondola fino alla parete opposta, colpisce un punching ball e poi ricomincia da capo, in un cerchio apparentemente senza fine. Il suo ex tutore e padre putativo, Ivan Ivanovitch Petrovitch la osserva e scuote piano la testa. Quali che siano i demoni personali della sua figlioccia, non se ne andranno via in questo modo. Vorrebbe poter biasimare il fatto che, di recente, ha reincontrato Matt Murdock,[3] ma sa che, in realtà, le sue cicatrici sono molto più profonde e sa, anche, che non ha molte speranze di aiutarla, se lei non vuole essere aiutata.

Solo quando si sente troppo stanca per alzare il pugno contro il sacco da boxe, Natasha decide di smettere e sale i gradini che la portano al piano superiore, dove qualcuno l’aspetta: una donna bionda dai capelli corti ed un ragazzo dai capelli rossi, entrambi con la divisa dello S.H.I.E.L.D.

-Buongiorno Miss Romanov, io sono l’Agente Scelto Jenna Carlisle ed i mio compagno è…-

-Agente Timothy Aloysius Cadwallader Dugan III- dice con voce stentorea il ragazzo sbattendo i tacchi sull’attenti e facendo il saluto militare

-Riposo ragazzo.- commenta Natasha –Il tuo nome… sei per caso parente di Dum Dum Dugan?

-È mio nonno signora, io mi sono appena diplomato all’accademia dello S.H.I.E.L.D.  e sono subito entrato in servizio per…-

            La Vedova Nera abbozza una smorfia

-Mmm. Non pensavo che Fury arruolasse anche i bambini adesso.- commenta

-Con tutto il rispetto, madame, non sono un bambino, ho 21 anni, ormai, ed ero uno dei migliori del mio cor…-

-Rilassati, ragazzo, stavo solo prendendoti un po’ in giro. Dunque cosa c’è stavolta che i grandi mezzi dello S.H.I.E.L.D. non possano affrontare da soli?- chiede Natasha

-Per dirla in breve…- risponde Jenna Carlisle –Abbiamo bisogno dei suoi talenti per una missione di spionaggio che riguarda un personaggio molto pericoloso. Le dice niente il nome del Dottor Sun?

-Se i suoi superiori l’hanno informata bene…- ribatte Natasha -…saprà che non molto tempo fa, il Dottor Sun mi ha fatto rapire, portare in Cina  ed ha imposto la personalità di sua figlia sulla mia, per farmi compiere un attentato terroristico alle Nazioni Unite, attentato, per fortuna, fallito.-[4]

-Proprio per questo Zio N… ehm, il Colonnello Fury ha pensato a lei per questa missione. Immagina che voglia una rivincita.- interviene il giovane Dugan

            Mentre parlano, Natasha ha continuato a camminare ed è entrata nella sua stanza

-Il vecchio Nick immagina giusto…- dice -… naturalmente voglio tutti i particolari prima di accettare definitivamente.- comincia a sfilarsi la tuta

-Naturalmente!- dice Dugan –Siamo autorizzati a fornire tutte le informazioni che… Ma cosa sta facendo?-

            La Vedova Nera si gira ammiccante

-Mi preparo per la doccia. La faccio sempre dopo l’allenamento e non sono abituata a farla vestita, tu si?-

            Il giovane Dugan arrossisce rapidamente, mentre Jenna Carlisle ed Ivan ridacchiano sommessamente.

-Su!- dice la donna, afferrando il giovane collega per un braccio. -È meglio che usciamo adesso.-

-Ma…ma…io..io… lei…lei…- fa Dugan decisamente confuso, mentre viene trascinato fuori dalla stanza.

-Va bene, pivello.- interviene Ivan, cercando di mascherare l’attacco di risa che gli sta venendo –Ora sappiamo che conosci i pronomi, ma, se ancora non sei esperto di anatomia femminile, non è questo il momento di imparare, dammi retta.-         

 

 

 

2.

 

 

            Isla Suerte. I due, che sorseggiano un cocktail, potrebbero sembrare solo due normali turisti americani, il cui solo interesse è: rilassarsi e godersi la vista, e magari qualcos’altro, delle bellezze locali e non. L’uomo dai capelli scuri appoggiato al bancone di un bar è Rick Mason. Negli ambienti dei servizi segreti è conosciuto col nome in codice di: L’Agente, un cane sciolto, che accetta le più svariate missioni purché si accordino col suo senso dell’etica e con un onorario accettabile. Tra le altre cose, è l’unico figlio del forniture ufficiale di armi speciali e gadget scientifici del mondo criminale: il cosiddetto Riparatore. L’altro uomo, dai capelli castani e gli occhi nascosti da un paio di occhiali da sole, sta seduto pigramente su una sedia a sdraio. In questa missione si fa chiamare Patrick Dean, ma il suo vero nome è, in realtà, sconosciuto, molto più noto è il suo Nom de Guerre, quello del mercenario in costume chiamato Paladin. Insieme hanno passato la giornata a spiare la loro preda ed a decidere come agire nei suoi confronti. Il problema più serio è la Squadra della morte. Sono professionisti che hanno messo in crisi perfino Iron Man.[5] Perché dovrebbero proteggere un pesce piccolo come South? C’è qualche rapporto con il Conte Nefaria? Rick Mason si chiede se non ci sia sotto qualcosa di più di quanto si vede ad occhio nudo, ma cosa? La domanda, per ora è destinata a non avere risposta, lo sa bene. 

            Paladin si alza dalla sdraio e si tuffa in acqua. Anche lui si fa le stesse domande, quanto alle risposte, beh, nemmeno lui ne ha e, per ora, preferisce non arrovellarsi il cervello. Cerca di concentrarsi solo sul suo “contratto”, ma, senza volerlo, i suoi pensieri tornano a Natasha. Non aveva previsto che la loro relazione diventasse particolarmente impegnativa, ma sta succedendo e lui non sa davvero cosa fare. È davvero quello che vuole?  Ma, soprattutto, è quello che vuole lei? Da quel che riesce a ricordare ed è pronto ad ammettere con se stesso, Paladin si è sentito così coinvolto da una donna solo quando ha conosciuto Janet Van Dyne, Wasp. Ne è passato di tempo, ma deve ammettere di non averla dimenticata. Lascia perdere questi pensieri ed esce dall’acqua. Raggiunge il Bar. Ad un tavolo è seduta una bella ragazza bionda, che indossa occhiali da sole scuri ed un bikini che ne valorizza le forme. Sa chi è. Nei due giorni che ha trascorso nell’isola ha avuto tempo e modo di informarsi su alcuni dei residenti e la giovane donna ha subito catturato la sua attenzione, ricordava d’averla vista su alcune copertine di riviste patinate, anni fa ed ora pensa che, visto che deve passare il tempo sino all’azione di questa sera, forse un po’ di piacevole compagnia potrebbe essere quello che ci vuole. Ordina due long drink e li fa mettere sul suo conto, poi si dirige verso il tavolo della ragazza.

 

            New York. Nina McCabe rientra nell’appartamento che divide con Elektra Niatchos. In realtà, ultimamente, Elektra è stata spesso assente, a causa del suo lavoro, a proposito del quale Nina preferisce non fare troppe domande. Certo è bizzarro il destino di questa bionda ragazza di appena diciassette anni: suo padre rimase ucciso perché si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato, nel bel mezzo di uno scontro tra Elektra e Bullseye.[6] Tra quei due c’era una vecchia questione in sospeso da tempo,[7] ma che c’entrava suo padre? In seguito, Nina in preda al dolore per la morte del padre, cadde facile preda di alcuni balordi che tentarono di avviarla alla prostituzione e fu Elektra a salvarla. Facendo leva sul senso di colpa di Elektra per la morte di suo padre, Nina riuscì a convincerla a farla vivere con lei ed a farla, anche riuscire a convincere i suoi nonni che era meglio così.[8] Certo, tutto questo era prima che Elektra riprendesse a fare a tempo pieno la killer mercenaria e, se l’avessero saputo, i suoi nonni avrebbero di certo tentato di sottrarla “alla nefasta influenza di quella donna straniera”. A dir la verità, Nina preferisce, comunque, vivere con Elektra, a qualsiasi altra alternativa e, se necessario, è decisa a fare di tutto per continuare a farlo, dopotutto, dopo che  avrà compiuto  diciotto anni, nessuno potrà dirle più cosa fare. Non può negare a se stessa, che è proprio l’oscuro lo stile di vita di Elektra ad aver esercitato su di lei un fascino morboso sin da quando l’ha conosciuta, uno stile di vita più eccitante della grigia routine di Long Island. Certo, Elektra non è quella che si può definire una perfetta figura materna, ma del resto, il loro non è certo un rapporto madre-figlia, su questo non si discute. Ad essere ancor più onesti, Nina non è sicura che la sua defunta madre approverebbe che lei la frequentasse, figurarsi viverci insieme, ma che importa ormai? Lei è una ragazza cresciuta, ormai, e sa prendere le sue decisioni

            La chiave gira nella toppa ed ecco rientrare Elektra in uno dei suoi soliti abiti neri. Ha appena il tempo di depositare a terra la valigia, che Nina le butta le braccia al collo

-Elektra sei tornata, finalmente!-

            Elektra sorride chiedendo:

-Non dovresti essere a scuola Nina?-

-Uff.- sbuffa Nina –Le lezioni sono già finite, per oggi, ma lascia perdere la scuola. Come ti è andata stavolta?

-Non me lo chiedere, per favore.- risponde a lei –Preferisco dimenticarlo.[9] Ora, se permetti, vado a mettere a posto la valigia, mi faccio una doccia, mi prendo qualche ora di riposo e poi, se ti va, stasera andiamo in quel ristorante greco dove ti ho già portato.-

-Perfetto per me.- commenta Nina.Non vedo l’ora

            Elektra, dal canto suo, cerca di scacciare un oscuro presentimento. Chissà, forse, una serata mondana è quel che ci vuole per rilassarsi dopo le ultime vicende.

 

            Nella zona del porto, una figura scende non vista da una nave proveniente dall’Oriente. Kirigi è, di nuovo, vicino al suo obiettivo.

 

            Las Vegas.Gli uffici del multimiliardario Harold Howard. John Garrett non è affatto intimidito dal fatto di trovarsi nel Quartier Generale di un uomo che, da lungo tempo, evita ogni contatto con la folla e di cui nessuno conosce il volto da molti anni, ormai.

-Ha fatto un buon lavoro a Hong Kong e Macao, Mr. Garrett….- gli dice Howard, seduto alla sua scrivania, nel suo ufficio privato, parlandogli attraverso un monitor che ne rende irriconoscibile il volto -…la sua ricompensa è già stata accreditata sul suo conto privato. È pronto per un nuovo incarico?-

            Garrett sogghigna

-Sono sempre pronto. A chi bisogna spaccare la testa stavolta?-

-Le piacerà come incarico, mi creda. Lei conosce il Sudamerica vero?-

 

 

3.

 

 

            La notte è scesa su Isla Suerte. Per Paladin è uno scherzo, superare le difese della villa esclusiva dove vive Bolivar South, pagata dalla dittatura di Delvadia, indubbiamente. Nel lavoro di Paladin, se non sai disattivare un sistema d’allarme, non sei nessuno e lui si considera uno dei migliori, se non il migliore. Anche gli inevitabili cani (Doberman, che scarsa fantasia) sono sistemati con un semplice apparecchietto ad ultrasuoni che li addormenta senza far loro troppo male, al massimo un po’ di mal di testa al risveglio. Ora può procedere tranquillo verso la meta.

-Dove credi di andare?- la voce è, al tempo stesso, sprezzante e sarcastica. Paladin si volta verso la fonte. Sono proprio loro: Firefight, Lanciarazzi, Airborne, Smokescreen e Boobytrap, la Squadra della Morte in persona

-Credevi davvero di poter entrare qui senza essere notato? Meglio che ci ripensi Paladin.-

            Beh, a quanto pare, il gioco deve cominciare.

 

            Las Vegas. Harold Howard esamina gli ultimi resoconti finanziari. L’acquisizione delle attività di Wang Ton Yen a Hong Kong è andata proprio come previsto ed il governo cinese non ha mosso obiezioni. Se aggiungiamo a questo, il fatto che i suoi media hanno coperto l’intera operazione in oriente con ammirevole tempismo e che, incidentalmente, i suoi agenti hanno contribuito a salvare il mondo, beh le cose non potrebbero andar meglio. Le tirature del New York Express sono salite del 30% nel solo ultimo mese e Howard è pronto a scommettere che Jameson sta cominciando a preoccuparsi. È stata una vera sfida trasformare un giornale in crisi nel terzo quotidiano popolare di New York, ma ci è riuscito in meno tempo di quanto lui stesso avesse previsto. Merito, certamente dell’ottimo staff che l’Editore ed il direttore sono stati capaci di selezionare, ma anche del suo, chiamiamolo talento, per ora, nel far loro scovare le notizie più importanti prima degli altri. Howard si sente molto Randolph Hearst o, meglio ancora, Charles Foster Kane nel film “Quarto Potere” di Orson Welles, a parte il fatto che non ha la sua “Rosabella”. Dopo tanti anni, è sempre più sicuro di una cosa: potere e denaro e perfino il sesso, non sono divertenti senza una bella sfida. Lui ama le sfide: le ha vinte tutte sinora e vincerà anche questa.

 

            Paladin ed i suoi avversari si studiano per quelli che paiono lunghi attimi, poi è Paladin a rompere il silenzio, rivolgendosi a Firefight, il capo

-Non male quei tuoi arnesi ragazzo. Sai quel che si dice di quelli che vanno in giro con grosse pistole? Che cercano di compensare deficienze in altri posti.-

-Ti credi spiritoso eh?- ribatte l’altro, mentre dal grosso fucile attaccato al suo braccio destro parte una scarica.

            Paladin è già saltato fuori dalla linea del fuoco ed ha afferrato la sua pistola speciale, facendo fuoco sui suoi nemici

-Beh, ci provo. – ribatte, saltando per evitare i colpi –Certo, non sono un chiacchierone come Deadpool, preferisco recitare la parte del tipo di poche parole, di solito.-

-Fatelo fuori, maledizione!- urla Firefight

            Niente male, pensa Paladin, se voleva farli innervosire, beh c’è riuscito, ora bisogna vedere se sarà capace di sconfiggere da solo un gruppo che ha dato filo da torcere ad Iron Man. Lui, almeno, aveva l’armatura.. Airborne gli spara due scariche laser a cui lui risponde con un colpo della sua pistola…mancandola. Non sarà affatto facile, maledizione. Da solo contro cinque mercenari superbamente addestrati e pesantemente armati, Paladin sapeva che non sarebbe stata una passeggiata. I suoi datori di lavoro hanno scelto lui proprio perché non era una missione per uno qualunque e lui. Come già detto,  è uno dei migliori, no, forse il migliore sulla piazza. Qualcosa lo qualcuno o colpisce senza che lui riesca a vederlo. Dev’essere Smokescreen. Paladin sintonizza gli occhiali sulla modalità infrarosso…niente…passa all’ultravioletto…niente. L’apparecchiatura della donna la rende invisibile ad ogni sensore…o almeno così crede. Per quanto sia in gamba, infatti, non può annullare del tutto il suo calore corporeo. I sensori dell’armatura leggera di Paladin rilevano una variazione nel calore dell’aria e lui, rapido, spara in quella direzione. L’urlo che segue prova che ha colpito il bersaglio

-Molto astuto.- commenta Lanciarazzi –Vediamo come te la cavi con questi!- dicendo così spara due minimissili a ricerca calorifica.

-Niente male come fornitura.- commenta Paladin scansando il primo missile –Non ho intenzione di provarne l’efficacia, però.- con una rapida capriola, si porta di fronte a Lanciarazzi, poi utilizza le molle sui suoi stivaletti e salta verso l’alto –Vediamo che effetto fanno a te!-

            I due missili non possono deviare la rotta e colpiscono l’armatura di Lanciarazzi. L’uomo è a terra, il suo armamentario l’ha protetto, ma è, comunque, fuori combattimento.. Gliene restano tre, facile no?

 

 

4

 

 

            A New York, nella redazione del New York Express, il direttore Paul Hamilton esamina le notizie da inserire nella prima pagina della prossima edizione: un pezzo sui rapimenti di donne importanti su cui Val[10] ha promesso di dargli l’esclusiva non appena lo S.H.I.E.L.D. avrà risolto il caso;[11] un altro pezzo su scontri tra le rovine di Phoenix tra quel gruppo dello Zilnawa, i Campioni ed una strana entità;[12] la presunta morte di Bullseye durante una fuga dal Tribunale.[13] Ha solo l’imbarazzo della scelta. Ancora una volta sfoglia il dossier che Val gli ha dato su Harold Howard. Non è sicuro del motivo per cui sente di dover indagare su quell’uomo, ma il suo istinto gli suggerisce che saperne di più su di lui gli potrà essere utile, prima o poi. Sospira e torna a concentrarsi sui titoli e sulle foto del giorno. La giornata non è ancora finita e, chissà, forse, la prima pagina dovrà essere presto rifatta.

 

            Si chiama Bolivar South, un tempo era un ufficiale dell’esercito del suo paese, poi, in nome di un distorto patriottismo, mise in gioco la sua carriera e perse tutto. Era l’ultima ruota del carro di un’organizzazione parallela ai Servizi Segreti del suo paese, un’organizzazione che potremmo definire d’estrema destra, se volessimo proprio usare un’etichetta politica. Quando le manovre di South furono scoperte, lui fu il capro espiatorio naturale, ma, se tornasse negli U.S.A. per esservi processato, allora, i segreti di molti potrebbero essere scoperti. Ingaggiare la Squadra della Morte è stato un tentativo di proteggere lui dai suoi nemici, certo, ma anche per proteggere chi stava dietro di lui dall’essere scoperto e, se le cose si mettessero male…. South cerca di dominare il nervosismo, ma senza troppo successo. Nonostante i suoi precedenti militari, non è mai stato sul campo e…. I suoi pensieri sono interrotti da un lieve rumore.  South afferra una pistola e raggiunge la porta della stanza, la apre con fare circospetto. Nulla, era solo un falso allarme. Si rilassa e, proprio in quel momento, il taglio di una mano si abbatte sul suo polso facendogli cadere l’arma, poi, un calcio all’inguine lo fa piegare in due, mentre viene sospinto dentro la stanza

-Buonasera, Mr. South, il mio nome è Mason, Rick Mason e sono l’uomo che la riporterà negli Stati Uniti. A farsi impiccare.-

 

 

FINE PRIMA PARTE

 

 

                Eccoci alla fine di quest’episodio e non ci sono che poche cose da dire:

1)       il personaggio di Bolivar South è ispirato al colonnello Oliver North, che si addossò tutto il biasimo per lo scandalo Irangate, o Iran-Contras, negli anni ottanta. In entrambi i casi, quello reale e quello fittizio, abbiamo un uomo che agisce per un malinteso patriottismo, che lo porta al paradosso di calpestare i valori che ha giurato di proteggere proprio allo scopo di proteggerli. Per Mr. South il capolinea sta, però, arrivando;

2)       l’Agente Scelto Jenna Carlisle, della sezione Scientifica-Medco-Legale dello S.H.I.E.L.D., è una creazione di Kurt Busiek per Iron Man ’99 (Marvel Miniserie #38), mentre l’Agente Timothy Aloysius Cadwallader Dugan III, nipote dell’omonimo (a parte il III -_^) Vice Direttore Esecutivo dello S.H.I.E.L.D. meglio noto col nomignolo di “Dum Dum”, è una mia creazione. Che “Dum Dum” Dugan fosse sposato ed avesse figli e nipoti è un fatto notorio, ma, a parte casi sporadici, la famiglia non è mai stata mostrata nella sua interezza. Questo giovane agente, figlio maggiore del figlio maggiore di Dum Dum è, pertanto, perfettamente plausibile;

3)       Nina McCabe, la cui storia è narrata succintamente nel racconto, è stata creata da Peter Milligan nella prima serie di Elektra, ma è stata completamente dimenticata nella seconda, di recente uscita, che non rientra nella nostra continuity. Detesto quando personaggi comprimari di una serie vengono semplicemente dimenticati da nuovi autori pertanto, ho deciso di riprenderla. Che sia capace di renderle giustizia, beh, lo vedremo, credo.

Nel prossimo episodio: il fato di Mr. South, un po’ di scottanti segreti ed un tour per un po’ di paesi fittizi del Centro e Sud America. A presto.

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

Carlo



[1] Come narrato in Spectacular Spider Man Vol 2° 137/138 (Uomo Ragno, Star, #90 e 92)

[2] Vedi Iron Man  MIT #11

[3] In Devil MIT #17/18

[4] In Marvel Knights MIT #10/11

[5] In Iron Man Vol 3° #1 (Iron Man & I Vendicatori #31) e Iron Man ’99 (Marvel Miniserie #38)

[6] In Elektra Vol 1° #2/3 Devil & Hulk #43/44)

[7] Sin da Daredevil #181 (Fantastici Quattro, Star, #15) per essere esatti, da quando cioè Bullseye uccise Elektra. Certo, lei è stata meglio dopo

[8] In Elektra Vol 1° #4/5 Devil & Hulk #45/46)

[9] Voi, invece, potete rinfrescarvi la memoria leggendo gli ultimi tre episodi

[10] Valentina Allegro De La Fontaine, Vice Direttore Esecutivo dello S.H.I.E.L.D.

[11] Per maggiori particolari, vedi Capitan America MIT #9 e New Warriors MIT #5

[12] Vedi Campioni #12 e Thor  #14

[13] In Devil MIT #19