(CAVALIERI MARVEL)

 

N° 17

 

ORIENTE ROSSO SANGUE

 

(PARTE SECONDA)

 

 

LA MORTE È UN NINJA

 

 

                                                 Di Carlo Monni              

 

 

1.

 

 

            Hong Kong. Penetrata nell’ufficio del losco affarista cinese Wang Ton Yen, sospettato di essere intermediario nella vendita di bambini cinesi a misteriosi personaggi senza scrupoli, con l’incarico di ucciderlo, la letale assassina a pagamento Elektra Niatchios ha scoperto di essere caduta in una trappola del suo più mortale nemico, il clan Ninja della Mano, che le ha inviato contro il suo più micidiale combattente: Kirigi, la morte che cammina.

 

Elektra fa un lungo sospiro mentre il suo avversario si avvicina: Kirigi, il cui nome è sussurrato per tutto l’Oriente con terrore. Kirigi, il ninja immortale, servo della Mano, Kirigi che nessuno ha mai sconfitto, a parte lei stessa. Kirigi, tornato per due volte dalla morte e deciso ad uccidere lei una volta per tutte.

            Con un balzo Elektra evita il suo primo fendente e si mette in posizione di risposta. Kirigi la spaventa, ma questa, in fondo, è una buona cosa, la tiene all’erta, le permette di non sottovalutarlo. Evita un altro colpo e salta lontano da lui. Estrae dei nunchaku e li usa per parare un affondo, poi avvolge la spada di Kirigi e la tira a se,

            Pessima mossa, è Kirigi ad avere la mano più forte e la tira verso di se. Elektra lotta, ma la presa dell’altro è più forte e sta vincendo. Alla fine, Elektra molla i nunchaku e salta all’indietro. Ha perso un’arma, ma può ancora usarne un’altra. Estrae il sai e si prepara a saltare.

 

            Una camera d’albergo nella stessa città. Solo pochi istanti fa, un gruppo di ninja della Mano ha tentato di uccidere l’anziano leader della Stark-Fujikawa: Kenshiro Fujikawa. Il commando assassino è stato interrotto da tre figure che vestono le armature rituali dei samurai giapponesi. Sono i Maestri del Silenzio, l’onore è la loro regola di vita, la supremazia tra i guerrieri, il loro vanto, stanotte dimostreranno ancora una volta il loro valore.

-Fujikawa san ci ha incaricati di proteggere la sua vita o vendicarne la morte.- dice quello chiamato Kaze (Vento), vestito di verde, agitando la sua catena uncinata.

-È noto che molti sono i torti della Mano ed è compito dei Signori del Silenzio vendicare i torti subiti.- aggiunge quello chiamato Inazuma(Fulmine), dall’armatura bianca e con in pugno due shuriken

-Per questo motivo…- aggiunge Kaminari (Tuono), rivestito da un’armatura rossa fiammante -…voi assassini della Mano non vivrete sino alla prossima alba.-

            I killer della Mano restano silenziosi, ma scattano come un sol uomo contro i loro avversari.

La battaglia è cruenta. Le armi dei Signori del Silenzio sono precise e caricate d’energia, forse tecnologica, forse mistica, ma anche i killers della Mano non sono semplici atleti. Dicono di essere i migliori in quello che fanno ed è certo che quel che sanno fare meglio non è piacevole.[1]

Da un lato della stanza Kenshiro Fujikawa osserva la battaglia in silenzio. Il buonsenso gli suggerirebbe di scappare, ma questo vecchio giapponese sa bene che, se le sue guardie del corpo perdessero, lui sarebbe perduto comunque, dovunque andasse. Dicono che nessuno sfugga alla Mano, ma Fujikawa ha sentito che quella sinistra organizzazione ha subito più di una sconfitta e spera che questa sia una di quelle volte.

 

            Le luci si sono spente di colpo, qui in questo teatro di Macao, ex colonia portoghese, senza che nessuno di noi se l’aspettasse, poi un fascio di luce si è diretto verso il palco, illuminando un uomo in costume tradizionale cinese, un uomo dai capelli neri e dai lunghi baffi spioventi.

-Benvenuti signori. Io, l’umile Cho Lee, vi farò da guida in un gioco di illusioni e realtà. A questo piccolo spettacolo parteciperanno…-

            Il riflettore si sposta ad illuminare me

-…Shang Chi, figlio di Fu Manchu, persegue l’ideale di una vita in completo contrasto con gli ideali di suo padre, ma non può sfuggire alla sua ombra.-

            Il riflettore si sposta ora su:

-Shen Kuei, chiamato anche il Gatto, un figlio della bella Hong Kong, è un maestro delle arti marziali e non segue alcun padrone, che non sia il suo onore. Ha collaborato con i servizi segreti del nostro paese, ma ora lavora per se stesso…o così dice.-

            Ancora il fascio di luce si sposta, stavolta su:

-Leiko Wu, in lei scorre il sangue di due nobili popoli dell’Oriente: quello cinese e quello giapponese, ma ha scelto di servire il Leone Britannico. È la donna di Shang Chi, o almeno così afferma, ma non è poi così sicura.-

-Clive Reston, il migliore al servizio di Sua Maestà Britannica, o, almeno, il migliore dopo suo padre. Sotto la sua aria cinica e disincantata c’è un uomo duro od un animo fragile?-

-Psicologo da quattro soldi.- esclama Clive Reston –Che intenzioni hai?-

            Cho Lee sorride, poi abbassa il capo in un gesto fintamente umile.

-Io? – risponde –Io non sono niente Mr. Reston. Forse sono solo un’illusione o forse sono reale, chissà?-

            Solleva le braccia verso l’alto e comincia a levitare sino a scomparire sopra il palco stesso.

-Ma che diavolo…- commenta Reston.

            È l’istinto di anni di battaglie ad avvertirmi, ma sono il primo a notare il ninja nero apparso alle spalle di Clive con una spada pronta a calare.

-Attento!- urlo e, nel contempo, scatto con un calcio che dovrebbe colpire il ninja al mento, se lui non facesse una capriola all’indietro sfuggendo al mio attacco e costringendomi a fare un’improvvisa capriola per evitare di cadere a terra malamente.

-E tu chi saresti?- esclama Reston rivolto al ninja.

-È il Ladro Ombra!- rispondo io, -Il più letale dei ninja cinesi.-

-Buono a sapersi. Se è un ladro, cosa è venuto a rubare?-

-Forse la vostra vita, Mr. Reston, o, forse, qualcos’altro.- risponde il Ladro Ombra uscendo ancora una volta dalle tenebre.

-Ah si?- ribatte Clive –Allora è il momento di vedere se sei invulnerabile ad una, cara, vecchia pallottola.-

            Spara una, due, tre volte ed il Ladro Ombra non si muove, poi fa un passo indietro e scompare nell’ombra. Le luci si riaccendono e del Ladro Ombra nessuna traccia, per terra i tre proiettili.

-Bene bene!- commenta Reston –L’amico conosce dei bei trucchetti sembra.-

            Ma resta sempre il problema del suo vero scopo.

 

 

 

2.

 

 

            I Signori del Silenzio combattono con efficienza contro i Killers della Mano. Una battaglia spietata tra nemici che non offrono e non danno quartiere. Una battaglia in cui le abilità degli uni si scontrano con quelle degli altri, ma, alla fine sono i tre samurai a prevalere, mentre i loro avversari si dissolvono in polvere.

            È Inazuma a rivolgersi a Kenshiro Fujikawa

-Coloro che volevano ucciderti, ora sono polvere Fujikawa San. Il debito che i Signori del Silenzio avevano con tuo padre è ripagato ora.-

-Lo sarà non appena avrò lasciato quest’isola e sarò tornato nella nostra patria Kaze.-

-Saremo al tuo fianco sino ad allora, il giri[2] lo impone.-

            Mentre Kaze così parla, i tre cominciano a dissolversi dinanzi agli occhi di Fujikawa sino  a scomparire. Il vecchio industriale sospira e poi, una volta sicuro della loro reale scomparsa, corre al telefono

-Sono Kenshiro Fujikawa. Mandate qualcuno della sorveglianza nella mia camera, immediatamente,

            Non intende aspettare oltre, entro l’alba sarà in viaggio per Tokyo e del resto della faccenda si occuperà suo figlio.

 

            Essere un rinomato mercenario internazionale ha i suoi vantaggi, uno di questo è viaggiare in V.I.P. Class ogni volta che si prende un aereo. È qui che troviamo Paladin, in vesti civili, in un Jet che atterra nel paradiso dei Caraibi noto come Isla Suerte.

            I committenti di Paladin lo hanno assunto per catturare un uomo che, a quanto pare, è protetto da un gruppo di mercenari hi-tech noti come: la Squadra della Morte,[3] generalmente al soldo del Conte Nefaria. Secondo alcune voci, dovevano essere morti, ma non si è mai certi di niente in questo pazzo mondo. L’uomo in questione è un americano, un tempo era membro della comunità dei Servizi Segreti ed aveva un incarico alle dipendenze del Consiglio di Sicurezza Nazionale, poi, un giorno, i giornali ebbero le prove che aveva collaborato con il governo fascista della piccola nazione di  Delvadia per fornire agli squadroni della morte di quel paese i nomi e gli indirizzi di fuoriusciti delvadiani in seguito assassinati. Lo scalpore della notizia costrinse l’uomo ad una precipitosa fuga per sfuggire ad un’incriminazione per concorso in omicidio plurimo. La fuga si era arrestata in Isla Suerte, stato senza trattato d’estradizione e con un favorevolissimo regime bancario. 

            Il nome dell’uomo, quello almeno con cui era conosciuto, era Bolivar South e qualcuno aveva pensato che non era giusto che si godesse il denaro guadagnato sulla pelle di poveri innocenti e questo qualcuno aveva anche pensato a Paladin per risolvere la situazione.

            Nella sua camera d’albergo, Paladin,  che, per questa missione,  viaggia sotto l’alias di Patrick Dean,  esamina la situazione. Nessuna forza di polizia interna od internazionale può prelevare South e riportarlo negli U.S.A., così è stato richiesto l’intervento di un agente indipendente, ossia lui.  Ora deve decidere come trattare la questione. Meglio un assalto frontale o un approccio discreto. Per il bene del suo conto in banca e del bonifico che vi sarà accreditato, meglio, comunque, una strategia che lo faccia restare vivo.

            D’impulso prende il telefono e chiama gli Stati Uniti, un numero che conosce bene. Nessuna risposta, Natasha dev’essere uscita, magari è impegnata in chissà cosa.[4] Per un attimo Paladin si balocca con l’idea di chiamare Janet Van Dyne, poi, rinuncia. Non è proprio il caso, pensa.[5] Torna a concentrarsi sul suo problema.

 

            Il problema di Elektra è più immediato, restare viva. Sinora Kirigi ha avuto sempre l’iniziativa e l’ha messa sulla difensiva. Il gigantesco Ninja sta parando ogni suo tentativo di contrastarlo, deve prendere l’iniziativa, subito. Finalmente Kirigi le offre la possibilità di un affondo e, prima di poterla fermare, si ritrova con le tre punte del sai conficcate nella pancia. Elektra lo vede barcollare all’indietro, poi, lo vede afferrare l’impugnatura del sai e, quasi senza sforzo, estrarlo dal ventre,

            No, pensa Elektra, non può e non deve essere. Ora è disarmata di fronte a quella minaccia e come possono le sue sole mani e piedi fermare la Morte che cammina? Si mette in posizione per parare il suo assalto, poi accade qualcosa d’imprevisto.

La porta dell’ufficio viene sfondata ed una figura massiccia entra, pistola in pugno, e scarica, in rapida successione, un intero caricatore contro Kirigi.

Il Ninja è colpito in pieno da ogni proiettile ed è spinto indietro dalla forza dell’impatto. Piomba contro una finestra, la sfonda e precipita giù dal ventesimo piano senza emettere un solo suono

-Beh non mi ringrazi per averti salvato le chiappe, bella?-

            Elektra guarda il nuovo arrivato con genuina sorpresa ed esclama:

-John Garrett?-

 

 

3.

 

 

            A New York Ivan Ivanovitch Petrovitch raggiunge il telefono troppo tardi per rispondere. Maledetti apparecchi, la gente chiama sempre quando sei sotto la doccia. Beh se era importante, richiamerà. Avrebbe voluto trovare Natasha quand’è tornato a casa, ma non c’è. Ha passato la notte da quel Paladin, eppure il suo letto era disfatto, strano.[6] In questi giorni ha cercato di parlare del suo incontro col giovane Howard,[7] ma lei ha sempre evitato l’argomento. Ha citato il loro vecchio patto ed è andata avanti come se niente fosse accaduto, ma entrambi sanno che non è così. A volte Ivan vorrebbe poter torcere il collo a Harold Howard, ma, dopotutto, non servirebbe a niente e sarebbe peggio per il ragazzo. Maledizione, pensa ancora Ivan, perché devo rodermi il fegato così?

 

            Elektra non crede ai propri occhi, eppure quell’uomo massiccio dinanzi a lei è proprio:

-John Garrett! Sei davvero tu? Credevo fossi morto!-

-Lo dicevano anche di te e ti trovo più in forma che mai.-

-Cosa ci fai qui a Hong Kong?-

-Lavoro per lo stesso tizio che ti ha ingaggiata. Tengo d’occhio la baracca, diciamo.-

            Elektra sospira, non sarà un lavoro facile.

-Il tuo Wang lavora per più padroni.- continua Garrett –C’è un tizio che sta creando difficoltà in Cina per via di certi bambini rapiti e poi un altro tizio, sempre cinese, ma nessuno di loro sa la verità, nemmeno Wang stesso.-

-E sarebbe?- chiede Elektra

-La Mano si prepara a far risorgere una nostra vecchia conoscenza. Ti ricordi della Bestia?-

            Elektra rabbrividisce. Sa che Garrett non allude al X-Man dal medesimo nome, ma ad un essere soprannaturale adorato dagli adepti della Mano. Anni fa, a prezzo di gravi sforzi, Elektra e Garrett riuscirono ad impedire che si reincarnasse in un candidato presidenziale e Garrett ci rimise quel poco che rimaneva del suo corpo a parte la testa e poco altro, finendo in animazione sospesa, rivivendo un finale alternativo della loro avventura.[8]

            Se la Bestia è pronta a tornare tutti sono in pericolo

-Dobbiamo filarcela prima che torni Kirigi?-

-Quel buffone in pigiama rosso? Con 17 pallottole in corpo ed una caduta di venti piani come puoi pensare che sia sopravvissuto?-

-Tu non lo conosci come lo conosco io, fidati, continuiamo questa conversazione altrove.-

-Ok da te o da me?-

            Elektra gli rifila uno sguardo torvo

-Scegli tu.- risponde

-Ok tanto sto al tuo stesso albergo.-

            Elektra non gli risponde e rapidamente, sparisce. Garrett sospira

-la solita St#@§*a!- commenta e poi esce dalla stanza

            Venti piani più sotto una mano inizia a muoversi

 

            New York. Sede del New York Express. Il Direttore Paul Hamilton sta riflettendo. Di recente ha scoperto che la società che possiede il giornale che dirige fa parte dell’Howard Conglomerate, il cui principale azionista è Harold Howard il cosiddetto miliardario fantasma. La notizia in se non dovrebbe turbarlo. Capita sempre più di frequente che giornali e TV siano inseriti in un più vasto organigramma finanziario. Gli editori indipendenti, come J.Jonah Jameson, sono mosche bianche, anzi, per quanto s’illudano, non sono affatto indipendenti, visto che le loro entrate dipendono sempre più dagli inserzionisti e che questi ultimi riescono a condizionare la politica editoriale. D’altra parte, nessuno ha mai interferito con le sue decisioni, gli era stata promessa ampia autonomia e così è stato e, finché continuerà così, lui non avrà problemi

            Un brusio dall’esterno lo distrae, poi ecco entrare una bella donna alta e bruna con una ciocca bianca di capelli sulla fronte

-Disturbo?- dice.

-Val, no, non disturbi, anzi, non capita tutti i giorni che un umile giornalista riceva al visita nientemeno che del Vice Direttore Esecutivo dello S.H.I.E.L.D. A che devo l’onore

La Contessa Valentina Allegro De La Fontaine si siede con grazia, aggiustandosi pudicamente la minigonna

-Sono qui in veste privata, non volevo attirare l’attenzione presentandomi in divisa.- dice.

            Paul non può fare a meno di sorridere guardandola. A parte il fisico, indossa un mini abito di Donatella Versace (Così gli dirà in seguito la sua redattrice di moda) e scarpe firmate (Gucci?) con un tacco di dieci centimetri o giù di lì, un bel sistema per passare inosservati. È da qualche tempo che lui e Valentina si vedono, da quando, cioè, lui ebbe il coraggio di invitarla a cena col pretesto di un’intervista.[9] Da allora si sono visti spesso ed è nata, chiamiamola così, un’amicizia decisamente profonda

-Dunque è solo una visita di cortesia?- chiede

-Quasi. In realtà volevo chiederti una cosa e scusa se approfitto del nostro rapporto.-

-Se posso rispondere, lo farò volentieri.-

-Durante l’attacco dell’Hydra dell’altro giorno[10] il tuo giornale è uscito con la notizia quasi prima che l’attacco terminasse. Avevate già un giornalista sul posto prima che cominciasse. Perché?-

            Paul riflette prima di rispondere. È stata una bella coincidenza, nessuno poteva prevedere un attacco dell’Hydra di quelle proporzioni…eppure, a pensarci bene, non è la prima volta che accade. Qualcuno gli ha passato informazioni sul rapimento della Vedova Nera tempo fa[11] e poi quelle informazioni sul presunto secondo figlio di Tony Stark.[12] Forse è paranoico, ma…

-Solo una coincidenza.- risponde –Era all’O.N.U. per un servizio sulla crisi tra Murtakesh e Halwan e, quindi, era nel posto giusto al momento giusto.-

            Val riflette senza dir niente. Paul decide di prendere un’iniziativa poco ortodossa nella sua posizione.

-Potresti farmi un favore, Val?- chiede

-Dimmi e vedremo.-

-La compagnia che possiede il giornale, il N.S.C. è una delle controllate dell’Howard Conglomerate, vorreio avere informazioni su tutto il gruppo, potresti farmi avere un piccolo dossier? Io ci metterei settimane a radunare il materiale, ma voi avete sicuramente tutto quel che ti serve.

-Perché lo vuoi?-

-Non lo so ancora, ma ho il sospetto che potrebbe essermi utile in futuro.-

            Val riflette un attimo poi…

-D’accordo. Avrai un dossier completo, depurato di tutte le parti classificate d’interesse per la Sicurezza Internazionale, diciamo…stasera?-

-Non speravo tanto presto, certo.-

-Bene ora restano solo due dettagli da decidere.-

-E quali?-

-Ti piace il cibo cinese e…da te o da me?-

            Diavolo di una donna, pensa Paul

 

 

4.

 

 

            Seduta sulla confortevole poltrona di un Jet che la porta verso Macao, Elektra si rivolge al suo massiccio compagno di viaggio. Se non conoscesse benissimo la verità, le resterebbe difficile credere che la gran parte del corpo di John Garrett è stata rimpiazzata con parti meccaniche e che sotto gli abiti è più macchina che uomo. Naturalmente, il fatto che sia anche lievemente fuori di testa è un altro fattore d’imprevedibilità.

-Così Mr. Howard mi ha assunto per tener d’occhio il vecchio cinese fino al tuo arrivo. Quel vecchio rudere di Stacy non ne sapeva nulla, ovviamente, io ero l’asso nella manica. Al nostro amico di Las Vegas piace avere sempre le spalle coperte. Per questo ho seguito il vecchietto sino all’aeroporto dove ha preso un jet privato. Ho dovuto strapazzare un tizio dell’aeroporto per saperne la destinazione, ma ce l’ho fatta.-

-Ti piace molto il suono della tua voce, vero Garrett?-

            Garrett ride, una risata fracassona

-Ah non sei cambiata per niente Baby, facciamo una bella coppia io e te.-

            Elektra sospira e non risponde, spera solo che la missione si concluda al più presto possibile.

 

            È mattino tardo quando lasciamo l’albergo. Reston diceva di aver bisogno di dormire a causa del jet lag, come l’ha chiamato. Quanto a me, ho cercato di parlare con Leiko, ma si è rinchiusa in camera sua. Ci sono cose da chiarire tra noi e vorrei poterlo fare il prima possibile. Ora, per, abbiamo anche altre cose per la testa, per esempio: quali sono le intenzioni del Ladro Ombra ed altro ancora

-Ho parlato con un mio amico del Consolato Britannico.- sta dicendo Reston –MI ha detto che il nostro amico Velcro ha affittato una villa sul mare, dove abita assieme alla sua bella ed alle sue pantere.-

-Mi sorprende che Pavane sia tornata con lui.- intervengo –L’ultima volta che ci siamo scontrati la voleva morta per il suo presunto tradimento.-[13]

-Sai com’è in questi casi Shang Chi- risponde Reston –La convenienza elimina i rancori a volte.-

            Annuisco, dopotutto non è la prima volta che l’ho visto capitare. Mi chiedo che ne pensi il Gatto. Pavane è stata la sua donna per un po’.Il Gatto. Shen Kuei è scomparso dalla notte scorsa. Quali sentieri sta percorrendo ora?

-Hi trovato una traccia anche per il tuo Ladro Ombra.- continua Reston – Nulla su Quel Cho Lee, ma uno di quei nomi che mi avevi fornito: Shareen… beh, c’è una ragazza in un club del porto, una danzatrice esotica, diciamo, che sembra proprio lei, forse può condurci al tuo amico.-

            Shareen diceva di essere la sorella di Cho Lee, poi disse di esserne l’amante, poi di essere un agente segreto cinese. Non ho mai saputo se e quando abbia mai detto la verità. Reston continua

-Il mio amico del Consolato, un agente del MI6 ovviamente, mi ha anche narrato storie sul Ladro Ombra. Una vera leggenda da queste parti Dicono che stia cercando qualcosa... sai niente di un oggetto chiamato: “Il Cuore del Drago”?-

            Il Cuore del Drago? Non è possibile.

 

            Il viaggio è durato molto più tempo di quanto Arthur Stacy avrebbe gradito. Quando entra nella City Hall di New York è ancora un po’ stordito. Viene accompagnato nell’ufficio del Sindaco, che lo riceve insieme ad altri suoi assistenti. Dopo i convenevoli di rito, il Sindaco gli chiede

-Se è qui vuol dire che ha deciso di accettare la mia offerta, giusto?-

            Arthur sospira, se darà una certa risposta la sua vita cambierà e non potrà più tornare indietro, d’altra parte, se pensa al bene che può fare…

-Si.- risponde infine –Accetto.-

-Benissimo- dice il Sindaco sorridendo –Bisognerà avere il voto confermativo del Consiglio, ma per quanto mi riguarda, può cominciare quando vuole signor Commissario di Polizia.-

 

                        Wang Ton Yen, noto anche col nome occidentalizzato di Thomas Wang non s sente troppo bene. Si pente quasi di aver giocato su troppi fronti. Eppure l’offerta era troppo allettante per rifiutarla, anche se significa avere Elektra alle calcagna, Da qualche giorno, poi, non si sente troppo bene: una vecchia ulcera si sta facendo sentire, troppa tensione. E’ stato costretto a rinunciare agli alcolici ed a ricominciare a bere latte. Odia il latte e questo gli sembra che abbai anche uno strano sapore.

 

            Matsuo Tsurabaya guarda da uno schermo segreto le azioni di Wang.

Uno dei suoi sottoposti gli si rivolge:

Non desidero contraddirla Tsurabaya San, ma è certo che il piano funzionerà?-

-Ma certo che funzionerà. Questa volta la Bestia sarà sotto il nostro controllo e grazie ad essa il nostro potere si diffonderà sul mondo intero, i nostri nemici periranno tutti: Wolverine. Elektra, tutti e niente potrà fermarci.-

            Alle sue spalle, non visto né da occhi umani, né dai sensori, si materializza una figura: il Ladro Ombra

            Povero illuso, pensa, nessuno può controllare la Bestia, e tu sarai tra i primi a cadere, se ti sarà permesso di scatenare il suo male nel mondo. Molti sono all’opera per fermarti e ci riusciranno. Potrei ucciderti qui ed ora, ma non fermerebbe quanto hai già messo in moto. No, devo aspettare, finché non avrò il Cuore del Drago e presto sarà mio.

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Quasi nessun appunto per stavolta. Credo che sia tutto chiaro o no?

1)       il racconto della Bestia lo potete trovare in Elektra Assassin, un’ottima miniserie della linea Epic della Marvel realizzata da Frank Miller & Bill Sienkiewicz (spero di averlo scritto bene) nel 1986/1987. Se non l’avete, vi consiglio di procurarvela

2)       il Cyborg John Garrett si è visto per la prima volta nella suddetta miniserie, per poi ricomparire in Devil nella saga “Caduta dal Paradiso

3)       Cos’è il Cuore del Drago, forse qualcuno di voi già lo sa, glia altri lo scopriranno nel prossimo numero

Con questo è tutto. Nel prossimo episodio: i nostri fili narrativi convergono verso un finale al cardiopalma (o almeno lo spero -_^)

 

 

Carlo



[1] Non ho resistito alla tentazione di citare questo vecchio motto. -_^

[2]Onore per i Giapponesi

[3] Vista per la prima volta in Iron Man Vo 3° #1 (Iron Man & I Vendicatori MITA #32)

[4] Se volete saperlo, non perdete Devil MIT #17 e 18

[5] E poi non l’avrebbe trovata, come sa chi ha letto i Vendicatori MIT #17

[6] Non per chi ha letto Devil #17, ovvio.

[7] Vedi Marvel Knights MIT #15

[8] Come narrato nella miniserie “Elektra Assassin”

[9] Vedi Marvel Knights MIT  #10

[10] Capitan America MIT #6/7

[11] Sempre MK #10

[12] Come visto in Iron Man MIT #10

[13] In episodi inediti di Shang Chi Master of Kung Fu