XEMNOFOBIA
Di FABIO VOLINO

 

Riassunto: Indagando su dei bambini scomparsi, i Difensori si imbattono in Xemnu. Solo Carol Danvers ora può sperare di fermarlo.

Reading, Pennsylvania.

Un colosso dalla pelle bianca si erge a pochi metri da Carol Danvers, che istintivamente arretra. Dietro di lei alcune strane capsule contenenti i bambini scomparsi in zona negli ultimi tempi, un caso di cronaca che ha assunto i contorni di un B-movie di fantascienza. Ed il soggetto è sempre quello.
"Sono Xemnu".
"Piacere, io sono Vattelaapigliareinculo". Non è però con la sfrontatezza che potrà sperare di fermarlo, a ben vedere non ha nulla con cui poterlo fermare. I suoi compagni di squadra sono tutti a terra, Xemnu li ha sconfitti in pochissimi secondi: quali possibilità può avere lei? "Perché? Perché tutto questo?".
"Il mio pianeta sta morendo, deve essere ripopolato. E i bambini rappresentano il futuro del mio mondo".
"Cazzate! Nient' altro che cazzate! La verità è che li vuoi privare della loro innocenza, renderli delle marionette per il tuo perverso divertimento, sfruttarli come… come… ". Su, Carol, ammettilo, come è capitato a te quando eri una bambina.
"Esiti? Allora sarai una facile preda per me" esclama il Titano.
Carol indietreggia, lentamente: l' importante ora è farlo allontanare dai Difensori, guadagnare tempo, nella speranza che si riprendano al più presto e riescano a sorprendere e sconfiggere l' alieno. Belle le utopie, vero? Ad un tratto la donna nota una porticina laterale, la apre ed esce, davanti a lei c'è un immenso spazio aperto e solo poche case sparse qua e là. In lontananza si intravede un immenso edificio. Carol si volta e aspetta: ad esseri come Xemnu piace fare entrate spettacolari, tra un po' sfonderà il muro della chiesa. Ma passano un paio di minuti e non accade nulla. Allora Carol inizia a temere il peggio e si prepara con coraggio a rientrare nel sacro edificio: compie pochi passi e la debole luce di un lampione le rimanda l' immagine di una grande ombra dietro di lei. Non le serve voltarsi per capire che è Xemnu che sta per calare il suo letale pugno contro di lei.

Atlantide.

"Come è andata la riunione con gli uomini di superficie, mia sovrana?" chiede Vashti.
"Non so darti una risposta certa, mio fido consigliere" risponde Namorita "Comunque, se devo dire la verità, il peggio che temevo non si è verificato. Comunque, uomini di superficie, non ti sembra un termine ormai decisamente anacronistico?".
"Probabilmente".
"Uomini è più che adatto. Del resto presto potremo trovarci a collaborare per un bene comune".
"Mia regina" si fa avanti in quel momento un soldato "Una persona richiede udienza".
"Falla entrare". La regina di Atlantide si alza e rimane stupita nel vedere davanti a sé Andromeda, chissà perché credeva non l' avrebbe più rivista. "Cosa ti porta qui?" chiede dopo i saluti di prammatica.
"Notizie non liete: mio padre Attuma sta nuovamente radunando il suo esercito a qualche miglio da qui. Si prepara ad attaccare".
"Ancora? Non si stanca mai di essere sconfitto?".
"Forse stavolta è diverso" interviene Vashti "Deve essere stato portato a conoscenza dei recenti eventi avvenuti nella nostra cittadella. Vuole approfittare della assenza prolungata e inevitabile ormai di Namor".
"Allora è giunto il tempo di fargli capire quanto si sbagli" ribatte Nita "Ora sono io a guidare questo regno e non intendo sopportare il giogo di Attuma un secondo di più. Non sono forte come il mio illustre predecessore, ma credimi Vashti quando ti dico che più mi arrabbio più divento temibile. E tu, Andromeda, vuoi unirti a noi?".
"Con piacere".

Poco fuori Clairton.

Klez e Jurt, i due Spettri Neri leader del piccolo gruppetto di alieni mutaforma accampatisi in questa cittadina della Virginia, hanno seguito alcuni abitanti direttisi in un ampio granaio fuori dal centro abitato. Il loro sguardo perso nel vuoto ed i loro modi tranquilli, apatici, fin troppo smorti, avevano dato loro da pensare. Ma mai avrebbero pensato di ritrovarsi di fronte ad un' altra razza aliena.
Improvvisamente una voce asessuata risuona all' interno delle loro menti, una voce che pareva perduta per sempre:"Noi siamo i Quwrlln!". Non ha però intenti malevoli, infatti non esercita alcuna pressione mentale o coercitiva. I due Spettri alzano il loro sguardo e davanti a loro vi sono due esseri molto simili ai polipi, con numerosi pseudopodi che si propagano dal loro corpo. E decisamente non sarebbero i candidati adatti ad un concorso di bellezza.
La mente dei due Spettri è di nuovo libera e Klez fa un passo avanti:"Quwrlln, sì, il mio popolo ha sentito parlare di voi, ma eravate più che altro una leggenda…".
"A quale razza appartieni?" chiede il 'marziano' che pare essere il leader.
Inizialmente Klez si domanda se debba dire la verità, poi qualcosa gli dice di fidarsi:"Io ed il mio compagno siamo Spettri Neri, un ramo genetico degli Skrull".
"Sì, proprio come sospettavamo" ribatte l' altro alieno "Io sono L'lla, uno degli scienziati supremi del mio popolo. Il mio simile ha nome V'rtl ed è un mio fidato alleato. Non vi nascondo il piacere inaspettato che deriva da questo incontro".
"Come mai?" chiede Jurt.
"Non siete a conoscenza degli ultimi eventi?".
"Fino a poche settimane fa eravamo stati esiliati in un' altra dimensione".
"Allora lasciate che vi spieghi: avevamo progettato l' invasione e la conquista di questo pianeta, l' odiata Terra, per secoli e fin nei minimi particolari. Per gli umani eravamo al più una leggenda, marziani ci hanno definiti in un libro. Non potevano rilevarci, non potevano sapere che li avremmo attaccati, eppure… in qualche modo vennero a sapere di noi. Ci mandarono contro i loro migliori rappresentanti, eppure le nostre speranze di vittoria erano ancora alte. Ma gli umani avevano in serbo una temibile arma, quale mai avevamo potuto vedere: non esitarono ad usarla contro il nostro popolo. Venimmo sterminati. Non del tutto, ma ormai solo pochi di noi sono ancora in vita e la maggior parte sono prigionieri in installazioni militari sparse lungo tutto il globo. Vi confesserò che anch' io me la sono vista brutta: un agente di polizia mi aveva sparato alla testa, ma poco prima che ciò accadesse avevo attivato un congegno grazie al quale ho trasferito la mia mente in un altro corpo. Purtroppo non so se una cosa del genere potrà funzionare nuovamente, dunque per ora preferisco mantenere un basso profilo. Comunque, quando appresi cosa era capitato alla mia razza, radunai i pochi superstiti: sedici in tutto, anch' essi nascosti in altre piccole città. Contando anche i prigionieri superiamo di poco i cinquanta, ecco cosa è rimasto di un grande popolo guerriero le cui conquiste aveva sempre progettato da solo, senza alcun influsso esterno, riuscendo così sempre a vincere. Però, dopo lo sterminio, eravamo preda della disperazione, non sapevamo come rivalerci, finchè un' altra razza aliena ci indicò la via".
"Quale".
"Il loro nome è… Chitauri".

Reading.

Anni di duro allenamento presso la CIA e missioni segrete negli angoli più pericolosi del pianeta danno alla fine i loro frutti: con uno scatto improvviso ed atletico, Carol Danvers evita il pugno di Xemnu. L' impatto col suolo è tuttavia talmente violento che la sbalza in avanti, facendola atterrare malamente e rischiando di storcerle una gamba. La donna si rialza subito: non può permettersi alcuna esitazione, niente indugi. A passi veloci tenta di allontanarsi da Xemnu, che la insegue, volutamente tallonandola ad alcuni metri: vuole giocare con lei.
"Non mi sfuggirai, Vattelaapigliareinculo. Tra poco sarai mia".
La città sembra deserta, nessuno è ancora stato attirato dai rumori della battaglia. Carol potrebbe invocare aiuto, ma sa che sarebbe inutile: Xemnu ha soggiogato l' intera popolazione, le ha sottratto la sua pace, la sua (a)normale routine quotidiana. Il tutto per poter plagiare dei bambini, violentarli fin nel profondo del loro essere: non esistono al mondo, nell' universo, esseri più spregevoli di quelli che consapevolmente fanno del male a dei bambini.
Continuando a correre, Carol arriva nei pressi dell' immenso edificio da lei notato poco fa e scopre che è la vecchia centrale elettrica della città. Anni di strategie apprese alla CIA e qualcos' altro danno alla fine i loro frutti, poiché ora ha una speranza di sconfiggere Xemnu. "Vediamo se questo mostro è un appassionato di cinema" pensa Carol.

New York, tetto della Richmond Enterprises.

Non sa perché sia venuto qui sopra. O forse sì. Ieri gli è accaduto qualcosa di strano e deve venirne a capo: per un attimo è stato come se non fosse più cieco, c' era un… qualcosa che gli ha indicato dove colpire un rapinatore che stava minacciando la sua vita. Un qualcosa che è sparito rapidamente come è apparso. Ma questo deve, deve significare qualcosa, forse una nuova evoluzione dei suoi poteri? Continueranno ad essere una maledizione per lui?
In cerca di risposte Kyle Richmond si è messo (non senza pochi impacci) il suo costume da Nottolone quando ormai tutti erano usciti da tempo dall' ufficio e, piano dopo piano, è giunto fin qui. Yvette non voleva saperne di lasciarlo, ma alla fine Kyle l' ha rassicurata dicendole che avrebbe chiamato un taxi per tornare a casa. Ed ora? Non sente niente di particolare. Sta rischiando seriamente la sua vita, ma non gli importa più di tanto. A passi lenti e studiati, arriva nei pressi del cornicione: un altro paio di passi e c'è il vuoto sotto di lui. Ed ora? Non sente ancora niente. Allarga allora le braccia, come se questo potesse in qualche modo aiutarlo, e si concentra intensamente, la sua mente indirizzata su un unico pensiero: sé stesso. E poi arriva: un flusso continuo di voci, rumori, sensazioni, che invadono il suo essere e rischiano di farlo precipitare nella follia. Kyle si porta le mani alle orecchie, trattenendo un grido di dolore, ma questo non interrompe la marea di sensazioni che sta ricevendo all' unisono. Infine, lentamente e con costanza, tutto svanisce. Rimane solo il silenzio. Ed il vuoto sotto di lui.
Kyle indietreggia: è accaduto di nuovo. Cos'è questa sorta di… radar che sta tentando di indicargli una nuova via? Come può essere in grado di padroneggiarlo? E, cosa più importante, lo vuole davvero? C'è una sola persona che può fornirgli una risposta.

Poco fuori Clairton.

"Chitauri?" esclama Klez "Non ne ho mai sentito parlare".
"Nemmeno noi fino a poco tempo fa" afferma L'lla "Ed il motivo è semplice: hanno tenuto nascosta la propria esistenza per secoli, così come abbiamo fatto noi".
"Ma è impossibile una cosa del genere".
"Ti sbagli: noi Quwrlln ne siamo la dimostrazione. Tuttavia questi Chitauri fanno i misteriosi anche con noi: abbiamo avuto pochi incontri con loro e si sono sempre tenuti in disparte, nell' ombra. Non sappiamo addirittura quale sia il loro vero aspetto e ci è stato impossibile leggere i loro schemi mentali. Ma ciò non toglie che si sono rivelati molto utili".
"In che modo?".
"Sapete che attorno a questo pianeta è stata recentemente costruita una griglia energetica capace di rilevare l' arrivo e la partenza dall' atmosfera di ogni essere vivente? Vi rendete conto, la tecnologia dei terrestri è giunta ad un punto tale che possono permettersi una politica di controllo dei traffici spaziali. Sono ormai divenuti troppo pericolosi: i Chitauri sono ben consapevoli di ciò e vogliono porvi rimedio".
"E loro come hanno fatto ad evitare questa griglia di cui parlate?".
"Nello stesso modo in cui la evitiamo noi: andiamo e veniamo continuamente da questo pianeta, in cerca di nuovi alleati per conto dei Chitauri. Voi siete perfetti".
"A questo punto" dice Jurt "C'è questa classica domanda: cosa ne ricaviamo da un' alleanza con voi e questi ignoti alieni?".
"Innanzitutto abbiamo un obiettivo comune: la conquista di questo pianeta. E questo non sarà che il primo di un luminoso sentiero di gloria. Ai Chitauri invece non interessano queste cose, vogliono solo che lo status quo dei rapporti spaziali venga ripristinato. Allora, ve la sentite?".
"Solo un' ultima domanda, L'lla: che è accaduto agli abitanti di Clairton?".
"Davvero non l' hai ancora intuito? Il vostro passaggio in questa città ha lasciato una cicatrice che non si rimarginerà mai. Dopo il vostro esilio, la popolazione lentamente emigrò, non volendo più avere a che fare con un passato che continuava a tormentarli. Rimasero alla fine solo gli anziani. Quando arrivammo noi attendemmo il momento propizio, che si manifestò durante quella invasione demoniaca di qualche tempo fa: forse non sapete che essa ha mandato in tilt anche alcuni sistemi informatici e dunque nessuno si è stupito più di tanto quando i computer dell' anagrafe concernenti questa città hanno perso tutti i loro dati. In realtà vi eravamo noi dietro ciò e siamo consapevoli che ben presto verremo scoperti: ma fino a quel momento continueremo i nostri esperimenti. Quello principale consiste, come avete potuto ammirare, nella creazione di perfetti simulacri umani che si sono integrati perfettamente con la popolazione locale. Nessuno si è posto troppe domande, del resto queste facce nuove li hanno aiutate a non precipitare ulteriormente nella loro solitudine. Ma ben presto questi simulacri adempieranno a compiti ben più importanti. Ed il vostro apporto potrebbe rivelarsi indispensabile".
"Anche perché ormai siamo venuti a conoscenza di troppe cose scottanti, vero?" domanda Klez.
"Sei molto perspicace".
"Che altro dire? Avete la vostra alleanza".

Reading.

Carol corre, col tutto il fiato che ha in corpo. Xemnu la tallona a breve distanza. Ha paura, dannazione se ne ha, ma non permetterà a quest' orsacchiotto troppo cresciuto di privarla delle conquiste recenti della sua vita. Ha appena terminato un nuovo libro e vuole godersi le reazioni del pubblico, anche quelle negative. Ha appena riscoperto l' amore e non vuole che esso vada perduto così presto. No, non si farà portare via tutto ciò!
Entra così nell' edificio, illuminato solo dalla luce della luna, sperando di trovare quello che fa al caso suo ed in breve tempo. Per una volta, la fortuna è dalla sua parte. Poco dopo irrompe qui dentro anche Xemnu:"Ora mi sono davvero stancato, Vattelaapigliareinculo. Facciamola finita e alla svelta".
"Ti prego, non farmi del male!" lo implora Carol da qualche parte davanti a lui.
Il Titano segue il suono della voce:"Non voglio fartene e, credimi, quei bambini verranno trattati meglio di come venivano trattati qui. Potranno giocare tutto il tempo che vogliono".
"Ti prego, lasciami andare, prometto di non dire nulla a nessuno!".
"Sai che non posso. Dopo essere stato liberato dalla mia prigionia da quegli strani esseri non devo concedermi alcun errore. Ma non preoccuparti: sul mio pianeta farò sì che tu non debba subire alcuna tortura".
"No, oh no, ti prego".
Xemnu svolta un angolo e vede Carol a circa trenta metri da lui.
"Lasciami stare!" urla la donna agitando le sue braccia.
Per tutta risposta l' alieno aumenta la sua andatura, lanciandosi infine contro Carol e… infrangendo uno specchio! E quel che è peggio dietro di esso vi è un generatore ad alto voltaggio! Ancora preda dello slancio, Xemnu va a sbatterci contro, scintille e scosse subito a propagarsi lungo tutto il suo corpo, procurandogli un intenso dolore da cui non è in grado di sottrarsi.
E ad osservare ciò Carol Danvers, che era alle sue spalle quando ha sfondato lo specchio:"Tsk, questi alieni ignoranti che non hanno mai guardato Jurassic Park…". Poi il suo volto diviene pieno d' ira:"Friggi, friggi e crepa, bastardo!".
Per alcuni secondi Xemnu la accontenta, finchè il generatore esplode, sbalzando il Titano ad alcuni metri di distanza e facendolo infine sbattere violentemente contro un muro. Ma aveva già da tempo perso i sensi. L' incertezza di Carol su cosa fare svanisce pochi istanti dopo grazie all' arrivo dei Difensori.
"Wow, ragazza" esclama la Valchiria "L' hai sconfitto tutta da sola? Sei davvero una potenza, anche così".
"Hai ragione, Brunhilde" annuisce Carol "Hai proprio ragione. Cosa ne facciamo di lui?".
"Io un' idea ce l' avrei" dice Rintrah. Ed apre un portale.

Il mattino dopo.

I bambini, finalmente liberi, possono riabbracciare i loro genitori, il volto tornato sereno dopo tanto tempo. Ma non per tutti è così: un ragazzo come Haley Mills, il primo scomparso, ha sul suo volto i segni di una lunga privazione di libertà. Sua padre e sua madre lo abbracciano, lo carezzano, ma lui pare non accorgersi di loro.
"Credete che tutto tornerà alla normalità?" chiede Mach-1 ai suoi compagni di squadra.
In loro vece risponde Rintrah:"Sì, deve: non possiamo lasciar vincere quel mostro". Lentamente si avvicina a Haley Mills e ai suoi genitori, che non tentano di allontanarlo. Rintrah allora compie dei rapidi gesti e, pochi secondi dopo, lo sguardo del ragazzo pare riacquistare calore, pare riacquistare vita. E stavolta sì che ricambia l' abbraccio dei suoi cari.
Il Mago Supremo torna poi dai Difensori, contenti e stupefatti.
"Ma come hai fatto?" chiede la Valchiria.
"Ho fatto sì che la sua mente dimenticasse il trauma" spiega Rintrah "Un piccolo sacrificio per un bene più grande".
"Sei davvero un perfetto successore di Strange" si complimenta il Cavaliere Nero.

Epilogo 1.

Xemnu riapre gli occhi. O forse non li ha mai chiusi. Dove si trova? Vede solo delle stelle sopra di lui, deve… non riesce a muoversi, come mai? Possibile che…
"Oh, rieccoti qui, credevo di averti perso".
"No, no" pensa il Titano.
"Sai che Enilwen ti vuole bene, sei il suo giocattolo preferito. Il mio caro orsacchiotto di peluche".
"Noooooooooo!!!!!".

Epilogo 2.

Patsy Walker osserva ripetutamente la scritta sull' insegna:"Agenzia di modelle Millie Collins". Inizia a salirne le scale, poi le scende, poi si dice:"Ma che diavolo" ed entra nell' edificio.
Una segretaria la accoglie:"Cosa posso fare per lei?".
"Vorrei parlare con Millie la Mode… Con Miss Collins, sono una sua cara amica. Mi chiamo Patricia Walker".
"Miss Collins è molto impegnata e non ha tempo da dedicarle. Le lascerò comunque detto che è passata a trovarla".
"Ma è molto importante…".
"Mi spiace".
"Tesoroooooo!" risuona in quel momento una voce alta e decisamente squillante. È quella di Millie, ovviamente, che corre ad abbracciare la sua amica. "Finalmente ti fai rivedere! Era una vita che non passavi da queste parti. Cosa hai fatto nel frattempo?".
"Sai, qualche avventura qui e là, sono morta e risorta…".
"Brava! Vieni a raccontarmi tutto nel mio ufficio".
Qui, però, Patsy fa qualcos'altro:"Millie, mi chiedevo se potevo entrare nel tuo staff di modelle".
Il sorriso a trentasei denti di Millie scompare:"Cara, certo che puoi. Ma come mai questa richiesta?":
"Beh, ecco, ti ricordi che avevo una… doppia vita, no? Ecco, mi sono presa un periodo di pausa e volevo esplorare altre strade, nuove… professioni. Ho già fatto la modella in passato, non da professionista certo, però…".
"Ma questo non è affatto un problema!" ribatte Millie riappropriandosi del suo smagliante sorriso "Ti insegnerò io tutto quello che devi sapere".
"Non ti ruberò troppo tempo?".
"Il tempo passato con te non è mai sprecato, Patricia. Ora purtroppo è tardi e ho degli impegni a cui non posso proprio mancare: però puoi passare domani mattina sul presto, se non ti dispiace".
Anche Patsy allora sorride:"Contaci, Millie. E grazie".
"Non ringraziare me. Ringrazia te stessa".
E dopo gli ultimi saluti e convenevoli, Patsy esce dall' edificio, piena di gioia. Ma essa verrebbe drasticamente smorzata se si accorgesse che, sul lato opposto della strada, qualcuno la sta osservando. Il nome di quel qualcuno è Robert "Buzz" Baxter. È l' ex marito di Patsy, nonché (poteva essere diversamente?) il supercriminale soprannominato Mad Dog. Titolo quanto mai appropriato.

Vicino all' orbita di Giove.

Qui, minuscolo e praticamente invisibile per chiunque, vi è un piccolo satellite, miracolosamente sopravvissuto a Tempeste nelle Galassie, Guerre dei Mondi e quant' altro. Per anni il suo compito è stato uno solo… e non ha mai avuto occasione di svolgerlo. Ma con pazienza ha aspettato che quel momento si presentasse e, alla fine, esso è arrivato. Il satellite rileva ciò per cui è stato progettato e, ad una velocità incredibile, trasmette i suoi dati ad un pianeta lontano. E quando essi vengono ricevuti creano un' unica sensazione: sgomento.

FINE

PROSSIMAMENTE

Il ritorno di un certo Cavaliere

Note dell' Autore: I Quwrlln, Marziani per amici e nemici, sono stati protagonisti della saga di Killraven e, nel nostro universo, del primo crossover generale, la Guerra dei Mondi. Siccome l' erba marcia è dura a morire, eccoli di nuovo, anche se sono rimasti davvero in pochi. Loro misteriosi alleati i Chitauri, nome inventato da un certo sceneggiatore scozzese su una certa testata definitiva (ma le analogie terminano qui). Il personaggio di L'lla era già apparso in WorldWatch: GDM (avete presente quel detto della Marvel e del maiale?).
Millie Collins è stata protagonista, al pari di Patsy Walker, di numerosi fumetti rosa degli anni '50, venendo poi incorporata nel normale Marvel Universe. Oltre che su queste pagine, la vedrete anche su Guardia dell' Infinito.