L'UOMO SENZA PAURA

 

N° 36

 

GIUSTIZIA CIECA

 

(PARTE SESTA)

 

 

LA BILANCIA DELLA GIUSTIZIA

 

Di Carlo Monni

 

1.

 

 

            Ok, ho avuto giorni migliori, lo ammetto. Il mio nome è Matt Murdock e sono un avvocato. Nessuno dovrebbe saperlo (ma in realtà lo sa un sacco di gente, forse troppa), ma io sono anche segretamente il supereroe chiamato Devil, cosa che non mi aiuta molto in questo momento e nemmeno l’avere sensi sviluppati a livelli molto oltre l’umana capacità, direi.

            La situazione si può riassumere molto rapidamente. Un pazzoide che si fa chiamare il Tribuno ha presso in ostaggio il Tribunale Federale di Manhattan ed in particolare: tutti coloro che partecipano al processo contro i presunti responsabili dell’attentato al Radio City Music Hall. Ho già affrontato il Tribuno una volta,[1] sempre ammesso che dietro la maschera ci sia sempre lo stesso uomo. Ha un concetto della giustizia che farebbe apparire il Giudice Lynch come un paladino dei diritti degli imputati, non sarà soddisfatto, finché non scorrerà il sangue ed io non posso far niente, a meno di svelare la mia identità segreta e, se non succede qualcosa alla svelta, sarò proprio costretto a farlo, temo. Ma dove sono i Vendicatori quando hai bisogno di loro? A questo punto mi andrebbe bene anche il Ragno d’Acciaio.

 

            La zona del 42° Distretto di Polizia nel Bronx non ha mai goduto di una buona fama. La sede del Distretto era nota agli abitanti come Fort Apache, quasi a significare che i poliziotti erano come le Giacche Azzurre dell’omonimo avamposto dell’Arizona e che al di fuori stavano inquietanti presenze pericolose ed inafferrabili come gli Apaches. Ora i tempi dovrebbero essere cambiati ed il clima d’assedio dovrebbe essersi attenuato. Dovrebbe, ma Willie Lincoln non ne è sicuro. È cieco ed è ben consapevole che il ritmico rumore del suo bastone bianco non fa che annunciare il suo arrivo, ma non importa, non intende essere furtivo. Quando apre la porta di quel magazzino apparentemente abbandonato i suoi sensi percepiscono immediatamente la presenza del pericolo. Non ha bisogno della vista per questo: si tratta delle stesse sensazioni che ha sviluppato sin da quando era ancora una recluta e pattugliava strade simili a quella dove ora si trova; sensazioni che provava anche quando era nell’esercito, in territorio ostile. La presenza di un nemico vicino e pronto a colpirti da nascondigli che lui solo conosce. Oh sì, Willie conosce queste sensazioni ed istintivamente si irrigidisce in attesa di un attacco e non è sorpreso quando, mentre il suo cane ringhia, la fredda canna di una pistola viene appoggiata alla sua tempia.

-Ma cosa abbiamo qui?- la voce è sprezzante e giovane. Willie giudica che abbia a malapena 25 anni. –Non mi sembri uno sbirro, ma puzzi come uno di loro.-

-Sto cercando informazioni.- replica Willie con voce calma. Ricorda le parole del suo istruttore all’Accademia della Polizia: “Mantieni il sangue freddo, non far capire loro che sei spaventato o ti faranno a pezzi.” –Informazioni su…Ricky Stanton ed il suo assassino e sono pronto a pagarle bene.-

            Ha pronunciato le ultime parole con voce stentorea, per essere ben udito dagli altri presenti, è sicuro che sono almeno tre in tutto.

-Hai pronunciato un nome pericoloso, cieco.- gli ribatte quello che lo minaccia con la pistola –Chi cerca informazioni su Ricky Stanton si mette in un sacco di guai. Chi mi impedisce di farti saltare il cervello e prendermi comunque i tuoi soldi?-

-Forse il fatto che la mia 354 Magnum è puntata sulla tua tempia e che se sparo non rimarrà abbastanza della tua testa da farci uno stecchino, che ne dici?-

            A parlare è stato un nero massiccio e calvo, che indossa un impermeabile ed una bombetta e mastica un sigaro appeso ad un angolo della bocca. La sua arma è, in effetti, appoggiata alla testa del ragazzo.

            Willie Lincoln sorride e dice:

-Ben arrivato Blackbyrd, mi stavo giusto chiedendo quando ti saresti fatto vivo

 

            Certi giorni sono decisamente peggio di altri e questo è cominciato davvero male. Sembrava il solito scontro tra fazioni dinanzi al Tribunale Federale di New York. Sapete come va no? Qualcuno grida degli slogan, qualcun altro risponde, gli animi si scaldano e le forze di polizia s’interpongono. Il più delle volte la rissa non scoppia, ma altre volte succede il peggio e stavolta ci sono messi di mezzo quei fanatici dei Figli del Serpente. Se non li conoscete, beh non vi siete persi molto. Sono razzisti della peggior specie, in confronto a loro, il Ku Klux Klan è un ritrovo parrocchiale. Ogni volta che qualche pazzoide li riforma proclamandosi il loro Serpente Supremo (un nome cretino, se lo chiedete a me, ma, del resto, io non sono nemmeno sicuro di capire cosa passa per la testa di chi si mette costumi attillati e va in giro combattere criminali altrettanto bizzarri e colorati) diventano sempre più determinati e pericolosi. Secondo loro, se l’America deve bruciare per diventare una nazione di bianchi, anglosassoni e protestanti, beh loro appiccheranno il fuoco volentieri. Il loro bersaglio attuale sono i musulmani e nel caso specifico gli imputati del processo per l’attentato al Radio City Music Hall.Io e la mia collega Candace Nelson eravamo appena arrivati davanti al palazzo del Tribunale, che è scoppiato l’inferno: i Figli del Serpente hanno cominciato a sparare sui manifestanti innocentisti ed è stato il caos. Ho perso di vista Candace, ho rischiato di essere calpestato dalla folla, pallottole e raggi d’energia mi passano attorno continuamente, ho una specie di fucile puntato dritto in faccia ed ho perso i mie occhiali. Oh, se qualcuno di voi distratti non se lo ricordasse, io sono Ben Urich, giornalista del Daily Bugle e tra non molto potrei essere morto. Di solito in questi casi, vengo salvato dal mio vecchio amico Devil o dall’Uomo Ragno, ma posso scordarmeli stavolta: da quanto ne so l’Uomo Ragno è in Europa[2] e Devil dovrebbe essere proprio in Tribunale, nei panni di Matt Murdock.

Ma ecco che l’arma del Figlio del Serpente davanti a me gli viene tolta dalle mani dal colpo deciso di uno scudo circolare bianco, rosso e blu, che poi torna nella mano di chi l’ha scagliato, mentre una voce stentorea dice:

-In nome dei Vendicatori, vi ordino di fermarvi!-

            Capitan America è appena entrato in scena.

 

 

2.

 

 

            Il Tribuno siede al posto del giudice, mentre il povero Giudice Lewis è stato messo a sedere non molto lontano.

-Dichiaro aperta la seduta.- dice –Quest’oggi il Popolo degli Stati Uniti giudicherà e condannerà dei pericolosi nemici della Nazione.-

-Questa è una buffonata!- esclama improvvisamente il mio vecchio amico Foggy –Tu non sei un giudice e la tua non è giustizia!-

-Le ordino di fare silenzio avvocato.- ribatte il Tribuno –Parlerà solo se interrogato.-

            Gli sgherri del Tribuno puntano le loro armi contro di lui ed il mio amico si calma. Io e Franklin Nelson, detto Foggy dagli amici, ci conosciamo da una vita ormai. Certo, siamo diversi sia fisicamente, che caratterialmente, ma la cosa non ci ha mai impedito di essere una bella squadra ed è per questo che, anche ora che lui ha l’incarico di Procuratore degli Stati Uniti, il suo nome è rimasto nella ragione sociale del mio studio legale. Ora spero che resti vivo, abbastanza a lungo da permettermi di trovare una soluzione al nostro problema, peccato che non riesca ancora a trovarne una decente.

            La situazione sembra essere improvvisamente degenerata. I miei super sensi captano dall’esterno i rumori di una battaglia. Ci sono scontri, feriti, morti. Avevo sperato nell’arrivo dei Vendicatori, ebbene eccoli. In tutta questa confusione, mi chiedo, si accorgeranno che il Tribunale Federale è preso in ostaggio da un pazzoide o dovrò cavarmela da solo?

 

            La violenza chiama violenza, è un vecchio detto sempre valido. Come accade con gli incendi in cui nessuno sa dire con precisione quando e dove è scoccata la prima scintilla, così nessuno saprà ricostruire con precisione chi o cosa ha dato inizio a tutto. Dal Palazzo della Corte Federale si propaga come un virus portato dal vento, come se d’improvviso odi repressi avessero trovato una valvola di sfogo. Bianco contro nero contro giallo; Ebreo contro Cristiano contro Musulmano. A Central Harlem alcuni capi della Nazione Nera incitano all’odio ed alla rivolta; a Washington Heights, il Reverendo Tolliver invita i suoi fedeli alla resistenza attiva contro chiunque dovesse mostrarsi ostile; a Brooklin il negozio di un immigrato italiano di seconda generazione viene devastato da un gruppo di ragazzi; nel Bronx i Cani da Guardia assalgono una libreria che vende le opere di un fotografo specializzato in nudi femminili; i Figli del Serpente innalzano croci serpentine in Times Square ed altrove. In breve è guerriglia urbana. Alla fine si scoprirà che tutto è durato meno di due ore, ma sembreranno due giorni.

 

            Quando affrontammo la crisi infernale potevo almeno dare la colpa a fattori esterni, stavolta, invece, devo accettare che quello che vedo accadere è solo colpa dell’uomo e della malvagità che alberga nel suo cuore. Quando esco sulla soglia della chiesa ci trovo Butch, uno dei Ciccioni, una delle bande giovanili del quartiere. Quelli che lo stanno assalendo sono membri di un’altra banda e Butch sarebbe ridotto molto peggio, se non avesse avuto indosso il casco che porta abitualmente quando va in skateboard.

-Fermi!- intimo loro e spero che la mia voce sia abbastanza autoritaria.

-Si tolga di mezzo Padre Gawaine o dovremo sistemare anche lei.- ribatte quello che deve essere il capo.

-È proprio quello che dovrai fare, ragazzo, perché non me ne andrò da qui.-

-Bada prete io non scherzo.-

                Sguaina il coltello. Per un attimo mi viene da sorridere. Ho visto questa scena per anni. Sono stato bambino in questo quartiere in tempi in cui si diceva che per uno di sangue irlandese c’erano solo tre scelte nella vita: poliziotto prete o criminale. Ero un tipo irrequieto e mi davo da fare, ho sostenuto molte risse di strada. Non avevo coltelli o pistole, ma solo i pugni. Una delle prime cose che ho imparato è come aver ragione di uno armato di coltello. A volte penso davvero che sarei diventato un piccolo criminale se da bambino non fossi andato a seguire gli allenamenti alla Palestra Fogwell giù all’angolo. Cosa il vecchio Pop Fenton vide in me, credo che non lo capirò mai, ma alla fine fu la boxe a salvarmi ed a portare  Sean Patrick Gawaine, settimo di sette figli di una tipica famiglia irlandese di Hell’s Kitchen, sino alle soglie del titolo mondiale dei pesi massimi. Curioso come, in fin dei conti, sia poi diventato un prete come da tradizione, no? Il che ci riporta al tizio col coltello. Il nostro è soprattutto un duello di sguardi Lui cerca di capire se sono davvero pronto ad affrontarlo  e comincia a chiedersi perché sono così spavaldo. Ora, se solo non cede alla tentazione di mostrare ai suoi amici quanto è coraggioso e che non si fa intimorire da un prete disarmato…

-Ma cosa abbiamo qui?-la voce di Suor Maggie eccheggia come una fucilata –Robert Fuller, non credevo che ti avrei mai visto picchiare i ragazzini e minacciare i sacerdoti. Certo quando una da piccolo ruba  dalle cassette dell’elemosina, non ci si può aspettare che venga su tanto bene, ma è un peccato lo stesso.-

                Quella donna non ha peli sulla lingua. Si direbbe che non abbia paura di nulla o che non le importi di quel che può accaderle.

-Togliti dai piedi, vecchio pinguino.- le ribatte il ragazzo.

-Non credo proprio che lo farò. Certo dovrai colpirmi  e diventerai molto famoso come quello che ha ammazzato la suora.-

                Il giovane rimane fermo per quel che rimane un lungo istante, poi…

-Bah… andiamo via, non ne vale la pena.-

                E se ne vanno, lasciandoci alla cura del ferito.

-Non so come ci sei riuscita, ma li hai convinti.- le dico.

                Suor Maggie sorride e risponde:

-In realtà mi sono intromessa per il loro bene: non sapevano di aver a che fare con Kid “Pugno Proibito” Gawaine, i cui pugni sono registrati come armi mortali.. Quei quattro ragazzi non avrebbero avuto scampo.-

                Confesso di non riuscire a capire se parla sul serio o mi sta prendendo in giro, anche se la seconda cosa è più probabile, ma ora non ha importanza, abbiamo un ferito di cui occuparci.

 

 

3.

 

 

         Sta succedendo qualcosa a questa città ed io non so cosa sia. Questo è intollerabile. Io sono il Gufo, sono al comando della criminalità dell’intera Costa Est e fin dai miei giorni come raider a Wall Street so che la conoscenza è uno dei migliori strumenti per esercitare il controllo ed il controllo significa potere.

-Gufo, abbiamo l’informazione che cercava.- a parlare è stato uno dei miei luogotenenti.

-Benissimo. Fate in modo che arrivi alle orecchie giuste. Non mi piace l’idea che qualcun altro porti il caos nel mio territorio, è ora di porvi rimedio.-

         Mi rivolgo al mio killer di fiducia, Lapide:

-Ti occuperai tu di tutta la faccenda. So che hai un interesse personale in questo e mi sta bene, ti renderà più attento. Se sorgono difficoltà, sai cosa fare.-

         Lapide sogghigna e poi annuisce.

-Può contarci Gufo.- è la sua risposta.

         Come ho detto, nessuno può far danni in questa città e passarla liscia se danneggia anche i miei affari e chi lo scorda sarà costretto a d impararlo nel modo più duro.

 

Il suo nome è Luke Cage ed è l’originale Eroe a Pagamento, il primo della sua specie, diciamo così. In questo momento, però, non pensa ad essere pagato, il suo solo interesse è per il gruppo di Figli del Serpente che sta di fronte a lui nel bel mezzo di Times Square. Se c’è una cosa che odia sono i razzisti e non è bello trovarsi sulla sua strada quando è arrabbiato. I figli del Serpente lo imparano nel modo più duro.

 

            Il Tribuno parla:

-Questi tre stranieri senza Dio hanno compiuto un vile attentato contro le nostre sacre istituzioni, causato la morte di innocenti cittadini americani. La pena per un tale crimine è la morte ed io mi assumo il compito di irrogarla in nome del popolo.-

            Si alza in piedi e punta il suo martelletto contro i tre imputati. Mi rendo conto di avere aspettato troppo. Al diavolo l’identità segreta, accada quello che accada, devo intervenire e… un momento… c’è qualcosa fuori dalla finestra, o meglio, qualcuno e non poteva arrivare in un momento migliore.

 

           

4.

 

 

            Si fanno chiamare i Potenti Vendicatori e qualcuno li chiama i più potenti eroi della Terra.  Per alcuni sono la versione moderna degli dei mitologici e perché no? In fondo, almeno due dei hanno fatto parte dei loro ranghi in passato e forse vi torneranno in futuro, chi può dirlo? Capitan America, la Sentinella della Libertà, ha fatto loro da battistrada, ma ben presto alle sue spalle ecco arrivare: la Meravigliosa Wasp; lo Straordinario Ant Man; l’Invincibile Iron Man; War Machine; Occhio di Falco, il Tiratore Scelto; l’uomo chiamato Nova, Falcon, il Fante di Cuori; la Visione; Machine Man, Songbird; Photon; l’Uomo Sabbia. Chi può resistere ad una tale squadra? I Figli del Serpente ed altri come loro imparano presto l’amara risposta.

 

La finestra s’infrange di colpo e la Pantera Nera piomba nella stanza. Non parla, si muove rapido come un vero felino. Evita i colpi che gli scagnozzi del Tribuno gli sparano con incredibile facilità e, pur essendo disarmato, ne atterra un paio con notevole facilità, poi si rivolge a tutti noi ostaggi:

-Fuori tutti, adesso!- ordina con voce sicura.

-Ma… - obietta Richard Walton Flood, il Pubblico Ministero mandato dal Ministero di Giustizia per affiancare Foggy nel processo –La fuori ci sono…-

-La fuori non c’è nessuno!- replica T’Challa –Sbrigatevi adesso. Mi pare di sentire i suoi occhi addosso. Lui è un amico fidato, sa che sono Devil e mi sta dando un’opportunità di filarmela ed assumere le vesti del mio alter ego. Sento che Foggy mi prende per un braccio e mentre corriamo fuori mi urla in maniera sin troppo esagerata:

-Mettiti al sicuro Matt!-

            Sono letteralmente trascinato fuori dalla massa dei fuggiaschi. In effetti, non c’è nessuno fuori. Qualcuno ha sistemato le guardie e la lieve traccia di profumo che sento mi indica infallibilmente la responsabile. Il sospetto è confermato da una voce che mi sussurra:

-Seguimi Matt.-

            Chi altri, se non Natasha Romanov, la Vedova Nera, avrebbe potuto sistemare le guardie in maniera così efficiente e silenziosa?

Entriamo in una stanza vuota e qui rapidamente mi sbarazzo dei vestiti, rivelando la mia uniforme di Devil.

-Mmm in altri momenti mi faresti venire delle idee Mr. Murdock, ma immagino che non sia il caso adesso, vero?-

            Mentre mi sistemo la maschera rispondo seccamente:

-No, non lo è. Seguimi, c’è un lavoro da fare.-

 

            Bronx, la sola parte della città di New York che si trovi sulla terraferma. I membri di una gang locale decidono che è il momento opportuno di chiudere i conti con i loro rivali di sempre. Sulla loro strada si para un uomo, un giovane biondo dall’aria spavalda:

-Signori, io detesto la violenza. Che ne direste di piantarla qui… con le buone?-

-E se non ce ne andiamo, ci fermerai tu da solo?-

-Non pensavo di farlo da solo, infatti.- risponde l’uomo chiamato Robert Diamond.

            Alle sue spalle compaiono due uomini ed una donna. Il primo uomo è un nero coi capelli ricci ed i baffi e l’aria decisamente minacciosa; il secondo uomo è un cinese, non sembra particolarmente pericoloso a vedersi… almeno finché non lo guardi negli occhi, il suo nome è Lin Sun; la ragazza è anche lei orientale e non è il caso di sottovalutare le sue capacità, si chiama Lotus Shinkuko. Insieme questi quattro erano noti come i Figli della Tigre ed ai loro tempi si sono battuti perfino contro esseri cosmici, una banda di strada non li impressiona minimamente.

-Avete fatto un errore ragazzi…- è il commento di Abe Brown –Peccato… per voi.-

 

Quando io e Natasha rientriamo nell’aula, T’Challa dimostra di non avere affatto bisogno d’aiuto, anzi: sono gli scagnozzi del Tribuno che potrebbero aver bisogno d’aiuto contro di lui. Le sue mosse sono rapide ed eleganti e, come sempre, semplicemente efficienti. Sono sicuro che potrebbe benissimo accorgersi del figuro che lo sta prendendo di mira alle spalle, ma anch’io ho diritto di divertirmi, no? Potrei fermarlo in molti modi, ma opto per il più teatrale e lancio il mio fedele bastone e lo disarmo, poi, mentre il bastone torna nelle mie mani, gli dico:

-Non lo sai che le armi da fuoco sono pericolose?-

            Ho appena detto la mia battuta, che mi rendo conto che forse sarebbe meglio che tornassi allo stereotipo dell’eroe forte e silenzioso. Salto contro un altro scagnozzo abbattendolo con un calcio, poi io e la Pantera Nera ci ritroviamo schiena contro schiena.

-È un piacere rivederti Devil.- mi dice lui –La nostra comune amica era sicura che ti saresti unito volentieri a noi.-

            Allude alla Vedova Nera e cerca anche di fornirmi un alibi. C’è anche troppa gente che è al corrente di un legame tra Matt Murdock e Devil, non mi sembra il caso di aumentare i loro sospetti.

-Fermateli! Fermateli!- urla il Tribuno quasi istericamente

            Io salto verso di lui, evitando il raggio che fuoriesce dal suo martelletto.

-La Corte non è più in sessione, vostro onore.- gli grido, mentre gli salto addosso, trascinandolo giù dal seggio del Giudice.

-Maledetto, non ti permetterò di rovinare tutto!-

-Troppo tardi, ormai, qualunque fosse la tua intenzione, hai perso.- gli ribatto.

            Improvvisamente i miei supersensi sentono qualcosa di strano provenire dal costume del Tribuno: il sottile rumore di un circuito elettrico che si chiude, un ronzio sommesso che si fa sempre più forte. Cosa sta accadendo?

 

 

5.

 

 

            Si fanno chiamare New Warriors, un gruppo di adolescenti riunito per combattere per le cause giuste. Forse è solo ingenuità od entusiasmo giovanile, ma loro ci credono davvero ed è per questo che, quando scoppiano tumulti all’Empire State University, Speedball, Spirito Libero e Rictor non si tirano indietro nel compito di proteggere gli innocenti.

            Contemporaneamente, alla Midtown High School, Jolt e Rage fanno altrettanto con l’aiuto del misterioso Darkhawk

 

            Si sono attribuiti il nome di Difensori, in segreto si sono dedicati a proteggere l’umanità e mentre alcuni di loro, come la Valchiria od il Cavaliere Nero, combattono per le strade intrise di pazzia, il loro membro più strano Rintrah, lo Stregone Supremo, erede del ruolo che fu del Dottor Strange, la cui apparenza di toro antropomorfo verde è, probabilmente, la meno sconcertante delle cose che lo riguardano.

-Quest’ondata di violenza non è naturale.- dice a nessuno in particolare.

-Una nuova invasione demoniaca?- gli chiede il servitore Wong.

-No mio buon amico.- risponde Rintrah –Tutto questo è opera dell’uomo e sto cercando sia di trovarne la fonte, che di tessere un incantesimo che disfi quest’opera malvagia.-

 

            Ci sono anche eroi solitari a New York.

L’enigmatica Donna Ragno, ad esempio, che non vede motivo di intervenire in questa strana vicenda e pensa ai suoi affari personali.

Iron Fist la pensa diversamente, invece ed usa i suoi poteri contro coloro che minacciano l’incolumità degli innocenti.

            Lo stesso fa Night Trasher , taciturno eroe di colore.        

 

 

6.

 

 

            Agisco d’istinto, senza pensare e salto all’indietro una frazione di secondo prima che il corpo del Tribuno sia attraversato da una scarica elettrica ad alto voltaggio che lo uccide istantaneamente. L’odore di carne bruciata, misto a quello dell’ozono è insopportabile.

-Ma che…?- è la voce sorpresa di Natasha, mentre tutt’intorno a lei ed alla Pantera nera, gli sgherri del Tribuno cadono, stroncati anch’essi da scariche elettriche provenienti dai loro costumi.

Qualcuno ha potato i rami secchi.

 

Li chiamano mutanti, un ramo dell’evoluzione umana verso nuove ed inesplorate strade e come tutto ciò che è nuovo e diverso, si sono attirati l’odio di chi non riesce ad accettare nulla che sia differente dalla sua visione del mondo. Ma ci si potrebbe chiedere: ma davvero l’uomo ha bisogno di una ragione per odiare? Non è forse vero che basta solo un pretesto qualunque per scatenare i più bassi istinti che giacciono negli animi umani? Se fosse così gli sforzi di uomini e donne coraggiosi che si battono perché siano la tolleranza ed il buon senso a vincere sarebbe del tutto inutile.

            Loro sono gli Incredibili X Men e seguono il sogno del loro fondatore, il Professor Charles Francis Xavier, nonostante tutto. L’ondata di violenza che ha colpito New York non li trova impreparati, sebbene siano reduci dall’ultima di troppe battaglie. Mentre i suoi compagni cercano di fermare la folla con i loro peculiari poteri in terra come in cielo, l’X-Woman chiamata Tempesta si erge al di sopra del Chrysler Building e raccoglie tutte le sue forze per scatenare al massimo i suoi poteri.

            Pochi minuti dopo, un acquazzone come mai New York ne ha visti durante la sua esistenza si scatena sull’intera città.

 

.La pioggia sembra portar via gli ultimi residui di violenza, come se purificasse l’intera città. Sono 10 minuti intensi e quando il temporale termina, tutto è finito. O almeno così sembra..

 

 

7.

 

 

            Ero convinto che il Tribuno fosse a capo di tutto, ma a quanto pare, era anche lui un burattino nelle mani di qualcun altro, che ad un certo punto ha considerato sia lui che i suoi uomini sacrificabili. Ma chi e perché? Devo scoprirlo in un modo o nell’altro.

-Stai bene vecchio amico?- mi chiede la Pantera.

-Si.- rispondo –Per fortuna ho avvertito in tempo quel che stava per avvenire e non ho avuto danni. Avrei dovuto capirlo prima, però. I miei sensi dovevano avvertire quel meccanismo.-

-Non puoi pretendere di essere infallibile, Devil.-

-Si forse hai ragione.- mi rivolgo a lui e la Vedova Nera. –Devo ringraziarvi amici. Il vostro aiuto è stato…-

-Oh lascia perdere.- ribatte Natasha –Io mi sono divertita e scommetto che, in fondo, anche Sua Maestà direbbe lo stesso. Ora però, direi che è meglio filare.-

            Giusto. Per tacere d’altro, Matt Murdock deve fare al sua ricomparsa.

 

            Bagnati, ma vivi. Io e Candace Nelson possiamo dirci soddisfatti, in fondo, che sia finita così. Ci sarà molto da raccontare sul Daily Bugle domani. I Vendicatori e la Polizia sgomberano la zona ed io e la mia fedele assistente (Meglio non chiamarla così, apertamente però, potrebbe aver da dire la sua al riguardo) ci avviciniamo al Tribunale Federale in tempo per vedere gli imputati infilati in un furgone cellulare. Candace si avvicina al fratello Foggy e gli chiede:

-Tutto rimandato per oggi, fratellone?-

-Oh sei tu Candace? Si, il Giudice Lewis ha deciso che non era il caso di proseguire dopo quanto era accaduto. Riprenderemo domani e…-

            Nelson non riesce a proseguire la frase. Fatti pochi metri il cellulare esplode ed è subito avvolto da alte fiamme.

-Mio Dio!- è la reazione di Candace.

            L’esplosione ha ucciso i tre imputati e gli agenti federali di scorta. Come la bomba ci sia finita è un mistero. A quanto pare il processo è finito.

-Sembra proprio che il mistero resterà irrisolto.- dico a Matt Murdock –Erano davvero loro i colpevoli o sono stati incastrati da qualcuno? Temo che ormai non interessi più a nessuno scoprire la verità.-

Ti sbagli Ben.- replica Matt –A me importa e non mi fermerò finché non l’avrò scoperta, puoi contarci.-

 

            Da un’altra parte, un gruppo di persone si sta congratulando con una che appare su uno schermo panoramico.

-I miei complimenti Seminatore d’Odio.- dice uno del gruppo –Il suo raggio dell’odio ha funzionato proprio come aveva detto.-

<<Mein Freund doveva pur sapere che la mia è una scienza superiore. Ho acconsentito di buon grado a fornirvi un prototipo adatto alla vostra… come vogliamo chiamarla?>>

-Possiamo chiamarla una dimostrazione nel reciproco interesse.-

<<Certo, certo. Sehr Gut. Vi auguro buona fortuna per i vostri piani signori, ora devo lasciarvi, affari più urgenti richiedono la mia attenzione..>>

            Non appena lo schermo si è spento, una voce maschile dice.

-Che arrogante figlio di…-

-Arrogante, forse…- risponde una donna -… ma grazie a lui abbiamo saputo quel che ci serviva sapere: possiamo modellare questa città a nostro piacimento perché, come ho sempre saputo, il potere dell’odio è sempre il più forte!-

 

 

FINE PARTE SESTA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Termina qui una sequenza narrativa che lascia molti punti irrisolti, ma ne parliamo subito nelle note.

1)       In quest’episodio compaiono in piccoli camei praticamente tutti i supereroi ed affini che abitano a New York e si trovano in città al momento del fatto. L’Uomo Ragno manca perché è in Scozia, come visto nel #49 della sua serie. I motivi dell’assenza di Moon Knight ed Elektra sono spiegati in Marvel Knights #36. Se ho dimenticato qualcuno fatemelo sapere.

2)       A livello di continuity, diciamo che: i Vendicatori appaiono qui tra il #44 ed il #45 della loro serie; i Difensori prima del loro #36, gli Incredibili X Men dopo il loro #19. Night Trasher e Iron Fist appaiono qui, ovviamente, prima della loro apparizione in abiti civili in Iron man #25.

3)       Per quanto riguarda la Pantera Nera, appare qui dopo gli eventi di Marvel Knights #35 e sarà nostro ospite per qualche altro episodio. Quanto alla Vedova Nera, beh… non si sa mai. -_^

4)        I tre imputati della strage al Radio City Music Hall sono morti. Uccisi… ma da chi? Erano innocenti usati come capri espiatori? Il complotto contro di loro era guidato dagli stessi che li hanno uccisi? E questi sono i mandanti del Tribuno? E questi mandanti sono gli stessi che vediamo nell’ultima scena parlare col Seminatore d’Odio? A questi ed altri quesiti risponderà la prossima saga: “La Bilancia della Giustizia”, a proposito della quale…

Nel prossimo episodio: mentre Matt Murdock persegue la verità su quanto è avvenuto in quest’episodio, il suo studio accetta il caso di un ragazzo mutante che vuol far causa la Governo degli Stati Uniti in merito all’Operazione Zero Tolerance. Tutto questo ed altro ancora vi aspetta se continuerete a leggere questa serie.

 

 

Carlo

 



[1] In Daredevil Vol 1° #70/71 (Devil, Corno, #68/69)

[2] Come visto in Uomo Ragno MIT #47/49