IL
DESTINO E LA TECNOLOGIA LI HANNO DOTATI DI POTERI STRAORDINARI E, TRA MILLE
AVVERSITÀ E MILLE TRAGEDIE, LORO DIFENDONO IL MONDO INTERO DALLE FORZE DEL
MALE. SONO LA BANDIERA DEL CANADA, SONO IL SOGNO DI JAMES MCDONALD
HUDSON, GUARDIAN.
Numero 10
ATTACCO ALLA
NAZIONE | Capitolo 2
- LA NAZIONE ESIGE UN SACRIFICIO! -
di Andrea
Garagiola
Dipartimento H. Toronto, Ontario, Canada. Un'inquietante luce rossa
avvolge ogni stanza e ogni corridoio del Dipartimento H. Ogni allarme
all'interno della struttura pulsa inesorabilmente accompagnato da una spettrale
voce che recita come una cantilena senza fine: ALLARME CRITICO! STRUTTURA
COMPROMESSA! ALLARME CRITICO! STRUTTURA COMPROMESSA! Lo voce metallica
raggiunge ogni luogo possibile e si insinua nelle teste dei pochi che ancora
sono dentro l'edificio, rendendo ancora più arduo fare quello che stanno
facendo: salvare il salvabile.
Mr. Gentry è tra questi. Corre a perdifiato per il corridoio che lo porta alla
sala di comando centrale. Se può fare qualcosa, e ad ogni ripetizione della
voce metallica questo qualcosa si fa sempre più risibile, quello è il posto
giusto. Non sa cosa sia successo, tutto a un certo punto ha smesso di
funzionare, qualcosa si è insinuato nelle profondità del palazzo del
Dipartimento H e ha gettato in ginocchio tutti i sistemi di protezione che le
più brillanti menti del Canada hanno progettato nel corso degli anni. Questo
pensiero lo assilla mentre digita inesorabilmente una lunga sequenza di codici
sul terminale principale. Nulla da fare, tutto morto.
Mr. Gentry infila violentemente la mano sotto la camicia bianca, un bottone si
strappa per l'irruenza del gesto. Le sue dita si stringono intorno all'oggetto
che porta legato al collo: un piccolo rettangolo metallico e sottile con un
microchip che lo attraversa per il lato più lungo. L'ultima disperata
possibilità.
Sposta un piccolo pannello posto sulla consolle di comando e questo rivela una
piccola fessura della forma esatta dell'oggetto che ha nel palmo della mano.
Esita, fissa le scritte di errore illuminate di rosso che lampeggiano sul
monitor. Un respiro. Poi un secondo. Al terzo la voce elettronica ripete per
l'ultima volta la sua minacciosa cantilena. Mr. Gentry, prima della fine del
suo terzo respiro, infila la chiave metallica nella fessura e le fa compiere
uno scatto di 90 gradi.
La voce si interrompe di colpo, così come le luci rosse lampeggianti. In pochi
istanti il palazzo del Dipartimento H si spegne completamente, rimane solo un
gigante senza vita immerso nelle luci dei grattacieli di Toronto.
***
Dipartimento H. Toronto, Ontario, Canada. Nove ore prima. Gli occhi di
Heather si aprono di colpo. L'irruenza della luce al neon la investe e la
obbliga a socchiuderli. Il suo corpo non risponde, è ancora intorpidito da un
lungo periodo di inattività. Tenta in tutti i modi di mettersi a sedere, lei si
sente bene. È completamente guarita.
Tutti gli occhi sono puntati su di lei: Logan, Sciamano e uno strano ragazzo
dalla pelle dorata. Gli occhi del ragazzino sono spaventati, ma Heather nota
che, vedendola sveglia, si stanno lentamente rilassando. Lei sa che è stato
quel ragazzo a farle qualcosa, a trasmetterle una forza che l'ha svegliata dal
coma.
D'istinto Heather porta le mani sul grembo, sente che il piccolo che porta
dentro di sé sta bene. Questa certezza, e ovviamente il potere infusole dal
ragazzo al suo capezzale, le danno la forza per mettersi a sedere.
- Heather... - Sciamano cerca di ipotizzare una qualsiasi soluzione scientifica
per il miracolo a cui ha appena assistito, ma la sua mente non riesce ad andare
oltre. Lui più di chiunque altro sa che nulla è impossibile, uomo di scienza e
al contempo maestro delle arti magiche, ma un evento tanto rapido e potente lo
lascia comunque senza parole.
- Ci avevi fatto preoccupare, rossa! - Logan riesce a mascherare meglio la
gioia e lo stupore. - Noi mutanti abbiamo sempre un asso nella manica! E pensa
che devi ringraziare il potere di questo mocciosetto qua, a guardarlo non gli
daresti un soldo bucato. - Con tutta la poca delicatezza che lo
contraddistingue, il mutante tira una gomitata a Josh.
- Grazie... - Heather abbozza un sorriso. È ancora un po' spaesata, tutto è
accaduto così in fretta che riesce a riconoscere a malapena il luogo in cui si
trova e le persone che sono lì con lei. Poi di colpo si ricorda cosa l'ha
portata in quel grosso guaio. - James! Dov'è mio marito? -
***
Appartamento di Eugene Milton Judd, Toronto, Ontario, Canada. Puck si
trova nel suo appartamento nella periferia di Toronto, un posto tranquillo per
leggersi un libro e godersi un bicchiere di whisky nei rarissimi momenti di
pausa.
Ravviva il fuoco nel camino e getta uno sguardo ad una vecchia foto di Alpha
Flight posta su di esso. Tutti sorridono. Lui, nella sua tuta aderente con la
grossa P sul petto, è al centro dell'inquadratura. Con un sorriso scaccia la
malinconia e torna a concentrarsi sul fuoco. Ora Puck non c'è più, c'è solo
Eugene Milton Judd e un amico da salvare per cui vale la pena perdere qualcosa
di così caro come il suo nome di battaglia, il suo costume e, probabilmente, la
libertà.
Con l'attizzatoio sposta un grosso ceppo che subito viene avvolto dalle fiamme.
Osserva come incantato il sinuoso movimento del fuoco e si perde nei ricordi.
Un movimento alle sue spalle lo ridesta dai suoi pensieri.
Guardian atterra delicatamente sulla terrazza dell'appartamento e Eugene gli va
incontro per aprire la porta-finestra che li separa.
- Madison! - Eugene fa un gesto all'amico per farlo accomodare all'interno. -
Sempre preciso al millesimo di secondo, eh? Accomodati... -
- Grazie, amico mio... - Guardian sfila il cappuccio dal volto e lo fa ricadere
sulle spalle. Il volto di Madison Jeffries tradisce l'entusiasmo per la notizia
che non vede l'ora di raccontare a Eugene.
- Cos'è quel sorriso ebete? - Eugene richiude la porta-finestra e osserva
incuriosito il compagno. - Mi sono perso qualcosa, eh? -
- In effetti sì, piccolo Puck! - Dall'avambraccio del costume di Guardian
Madison estrae un piccolo dischetto che poggia sul tavolo e attiva grazie al
suo potere mutante. Dal dischetto parte un ologramma della prigione in cui è
rinchiuso James McDonald Hudson. - Mi ha appena chiamato Mr. Gentry... Ogni
tanto c'è qualche buona notizia... -
- Sputa il rospo... - Eugene intanto gira intorno all'ologramma sospeso sopra
il suo tavolo e osserva ogni anfratto della struttura. - Non tenermi sulle
spine... -
- Si tratta di Heather... - Madison fa una pausa e osserva il volto del suo
piccolo amico. - Sta bene, Eugene. Si è risvegliata dal coma e ora è come
nuova. È tornata la nostra vecchia e cara Heather... Nuova di pacca. -
- Oh... - Il volto raggiante di Eugene rivela a Madison quello che le sue
parole non riescono a fare. La notizia della salute di Heather ha spazzato via,
anche se solo per poco, la tristezza che oscurava il suo volto. - È... È una
notizia fantastica! Com'è stato possibile, eh? -
- Mr. Gentry non me l'ha saputo dire con esattezza... Ora Sciamano le sta facendo
dei test per sicurezza, ma è tutto nella norma... Da quel che è riuscito a
dirmi è stato grazie ad un mutante portato da Logan... -
- Logan... - Eugene ride di gusto. - Quel vecchiaccio irsuto fa tanto la voce
grossa, ma quando si tratta di Heather diventa un cucciolone... - D'un tratto
si fa serio, anche se il suo viso è di nuovo carico di speranza. - Diamoci da
fare, non vedo l'ora di dare a James la bella notizia. -
***
Aeroporto Internazionale di Montréal-Pierre Elliott Trudeau. Montréal, Quebec,
Canada. Il volo Air Canada AC749 New York - Montréal è in perfetto orario
nonostante gli attentati della mattina che hanno causato ritardi e caos in
tutto il paese. Whitman Knapp osserva la porta automatica che divide la sala
d'attesa dall'area ritiro bagagli. Ogni volta che le porte si aprono per
lasciar passare un passeggero in arrivo sul volto di Whitman si disegna un
sorriso di speranza. La speranza di rivedere una figura dalla carnagione
purpurea.
Il grosso dei passeggeri provenienti da New York ha già lasciato l'aeroporto e
gli ultimi si stanno affrettando a fare lo stesso. Il sorriso di Whitman si fa
sempre più debole, finché una figura si ferma davanti alle porte e si guarda
intorno sistemandosi una ciocca di capelli che non vuole stare al suo posto. È
bellissima come se la ricordava.
Whitman alza leggermente la mano e fa un cenno per attirare la sua attenzione.
Quando i loro sguardi si incrociano, il volto del ragazzo torna di nuovo
raggiante.
- Whitman... - La ragazza gli va incontro, ricambiando il sorriso. - Che bello
rivederti! -
- Kara! - Whitman abbraccia l'amica e dall'impeto la solleva qualche centimetro
da terra. Uno sforzo incredibile per un mingherlino come lui.
- Ti ringrazio per essermi venuto a prendere... Te l'ho chiesto all'ultimo, lo
so... Spero non sia stato un problema, è solo che non sapevo chi chiamare... -
Kara è dolce e timida come se la ricordava.
- Non è un problema... Mi fa piacere. - Whitman raccoglie il piccolo trolley
della ragazza e le fa un sorriso d'intesa. - Non potevo mica lasciarti andare
in giro tutta sola... -
- Sei un tesoro, Whitman! -
- Lo so, me lo dicono tutte... - Nascosto da un sorriso, sopraggiunge un velo
di malinconia. Il ricordo di ciò che c'è stato tra loro fa ancora un po' male.
- Non hai sentito più nessuno del Dipartimento H? È un periodaccio questo... -
- Lo so, ho sentito... Anche degli attacchi di questa mattina... Ho preferito
non disturbarli... -
- Ma figurati, secondo me se passi a salutarli non può che far loro piacere! -
Whitman si ferma e la guarda, i suoi occhi sono raggianti e tradiscono tutti i
suoi sentimenti. - E poi chi può resistere a quel tuo sorriso? Non può che
tirarli su di morale! -
- Ma smettila... - Kara gli dà un leggero pugno sulla spalla. - Non mi
tratterrò qui a lungo... Pensavo di passare qualche giorno da mia madre, è
parecchio che non ci vediamo... - Fa una pausa e si stiracchia, inspirando la
fresca brezza canadese. - Ma prima che ne dici di offrirmi un boccone da
qualche parte? -
***
Residenza del Primo Ministro. Toronto, Ontario, Canada. Il sole è già
basso in cielo e il rosso del tramonto lascia spazio al buio della sera. La
zona è tranquilla e i rumori della città sono lontani, per un attimo Holland
Gentry non pensa a tutto ciò che è successo durante la giornata. Per pochi
istanti tutto sembra normale, tutto sembra essere avvolto in una pace irreale.
Poi un messaggio proveniente dal computer del Dipartimento H sul suo palmare lo
trascina violentemente alla realtà. Non esiste pace, ma solo guerra.
- No... - Mr. Gentry ritira il palmare nella giacca e socchiude gli occhi. Il
piede si ferma sul primo gradino della lussuosa scalinata che conduce al
portone d'ingresso. - Un altro attacco... -
- Di chi si tratta? - Cecilia Lengies lo guarda preoccupata.
- La sede della polizia a cavallo, a Ottawa. - Lui ricambia lo sguardo pieno di
sconforto. - Guardian e Sciamano sono appena partiti... -
- Si risolverà tutto... - I due ricominciano a salire le scale. - Il
Dipartimento H è in gamba... Tu sei in gamba... -
- Lo saremo anche, ma di certo non siamo numericamente all'altezza... Stanno
colpendo sistematicamente ogni forza armata e di protezione del paese, compresi
vigili del fuoco e organizzazioni mediche... E noi stiamo finendo le squadre...
Non voglio essere costretto a mandare le reclute in guerra, sono dei ragazzini
e sono già stati tirati in mezzo a una dura battaglia loro malgrado... [1]
-
- Non cedere almeno tu, Holland... - Cecilia lo fissa negli occhi e sorride. È
un sorriso triste, e si vede, ma spera possa bastare per sollevargli un po' il
morale. - Molti contano su di te. -
- Ci proverò... -
- E ora sistemati questa cravatta! - Dolcemente gli sistema la cravatta e
quando entrambi si guardano negli occhi, un po' di quella tristezza che
sporcava il suo sorriso si dissolve, lasciando spazio alla speranza. Alla
speranza di un futuro per la nazione e, perché no, a un futuro insieme a quel
timido e impacciato ometto davanti a lei. - Non vorrai certo presentarti così
davanti al Primo Ministro! -
La sala è gremita di ospiti, ma non c'è il vociare che ci si aspetterebbe ad
una festa di compleanno. Dai gruppetti di persone proviene solo un fioco brusio
di sottofondo, nessuno ha voglia di festeggiare. Il Primo Ministro è circondato
da una mezza dozzina di alti funzionari del governo, discutono di quanto è
successo e sono parecchio preoccupati.
Quando il Primo Ministro si accorge di Mr. Gentry e della sua compagna, fa un
cenno della mano per dir loro di avvicinarsi, poi torna a parlare con gli
uomini intorno a lui.
- Ehm... Auguri... - Mr. Gentry cerca di iniziare la conversazione in modo
naturale, ma fallisce miseramente. - Non pensavo volessi ancora festeggiare...
Intendo dopo tutto quello che è successo oggi... -
- Per un uomo nella mia posizione è semplice trasformare una festa di
compleanno in una riunione di lavoro... - Il Primo Ministro abbozza un sorriso
al cognato e compie un ampio gesto con la mano per indicare i presenti. - Alla
fine gli invitati sono gli stessi... Ah, grazie per gli auguri... -
Terminati i convenevoli, il gruppo riprende la discussione. Alcuni vanno a
parlare con altre persone nella stanza e di nuove se ne aggiungono. Bleep
- Scusate... - Mr. Gentry affonda prontamente la mano nella tasca per
recuperare il palmare.
- Holland... Che succede? - Cecilia le si fa vicino. - Qualche nuovo guaio? -
- No... Per ora no... - Mr. Gentry ritira lentamente il palmare mentre osserva
fuori dalle grosse finestre, come se stesse cercando qualcosa. - Non è nulla...
È solo una cosetta che mi ha installato Madison... -
- Tutto bene? - Il Primo Ministro osserva incuriosito Mr. Gentry che scruta il
buio della notte.
- Sì, sì... Non ti preoccupare. - Holland si appoggia a una finestra e usa una
mano per ripararsi dal riflesso delle luci della sala. - È tutto a posto... - Bleep.
La mano torna a stringersi rapidamente sul palmare.
- Insomma, si può sapere cosa sta accadendo? - Cecilia gli poggia la mano sulla
spalla mentre lui, noncurante, osserva una serie di dati e spie sul piccolo
schermo che ha in mano.
- Giù! - Mr. Gentry osserva tutta la sala che rimane immobile e ammutolita
davanti al suo ordine. - Dannazione, ho detto di stare giù! -
Cecilia Lengies osserva la scena immobile come gli altri e non capisce cosa sta
succedendo. Almeno finché il suo volto spaventato non viene colpito da alcune
gocce di sangue caldo.
***
Quartier generale della polizia a cavallo. Ottawa, Ontario, Canada. Le
fiamme hanno ormai invaso e distrutto l'ala est dell'edificio. L'area intorno
al palazzo negli ultimi dieci minuti si è trasformata in un campo di battaglia.
Il piazzale antistante il portone d'ingresso è costellato da tante, troppe
giubbe rosse a terra, prive di vita.
I superstiti si sono asserragliati all'interno del palazzo e difendono
strenuamente la posizione, ma i loro assalitori sono potenti e inarrestabili.
Vestono delle tute corazzate di colore rosso e sul petto risplende uno scudo
blu con al suo interno tre gigli dorati. L'Esercito della Nuova Francia. Con la
tecnologia rubata all'armatura di Guardian riescono a difendersi dai proiettili
grazie ad un campo elettromagnetico e con il medesimo potere tempestano i
poveri gendarmi sempre più stremati e feriti.
Sul tetto dell'ala ovest plana un gruppo di soldati in armatura, in mezzo a
loro si erge una figura più massiccia. Pierre Boucher, nella sua nuova e
scintillante armatura, osserva compiaciuto l'energia elettromagnetica che si
accumula nel suo guanto. Tende una mano verso il gruppetto di poliziotti che fa
capolino da un portone e fa fuoco. I poliziotti vengono investiti in pieno, tre
di loro rimangono a terra, morti sul colpo, gli altri quattro, feriti, riescono
a portarsi al riparo. Pierre Boucher ride di gusto dando l'ordine ai suoi
uomini di penetrare nell'edificio.
Il sergente Louis Sadler si asciuga il sangue che cola dalla sua fronte, è
inginocchiato a terra e sostiene con le braccia la testa del sergente maggiore
Rougeau mentre esala gli ultimi respiri. In meno di un interminabile minuto
Louis rimane l'unico ancora in vita in quella che fino a poco tempo prima era
una sala riunioni. Intorno a lui il corpo di una dozzina di suoi compagni e
quello di un terrorista in armatura, uno dei soldati dell'Esercito della Nuova
Francia.
Assassini. Fanno irruzione da un momento all'altro. Louis chiude gli
occhi e rivive quegli attimi di sangue. È insieme al suo sergente maggiore
e diversi compagni, hanno appena appreso che anche altre forze armate sono
state prese d'assalto da uomini in armatura lungo tutto il paese. Louis
cerca di scacciare quelle immagini, ma con prepotenza si fanno ancora più
nitide e dolorose. L'uomo in tuta da combattimento sfonda la porta, scarica
il suo colpo energetico verso il gruppo e manda tutto all'aria. Non tutti si
rialzano, i pochi che lo fanno scaricano, con poco successo, le loro armi
contro l'assalitore. Il terrorista in armatura inizia a farli fuori uno dopo
l'altro, con metodica brutalità. L'ultimo raggio è diretto verso Louis, che
riesce a schivarlo per un soffio. Il giovane sergente si getta con foga contro
l'avversario, è l'ultimo ancora in piedi. Il soldato alza di colpo la mano e lo
afferra per la gola. Louis si asciuga ancora il sangue che gli inonda
mezzo viso e lo guarda incantato mentre disegna strane figure nelle pieghe del
palmo. Il criminale stringe la presa sul collo e quella di Louis sulla
pistola è sempre più debole. I rumori della battaglia che infuria tutt'intorno
a loro si fanno più deboli, sente che sta per svenire. Quando sente che il suo
corpo è al limite, incanala la poca energia rimasta nella sua mano che si
stringe sull'impugnatura della Smith & Wesson calibro 9 e tenta il tutto
per tutto. Forse il campo elettromagnetico che ha protetto il suo avversario
fino ad ora non è così efficace a distanza ravvicinata. BLAM. Un getto di
sangue caldo lo investe. Non aveva mai ucciso un uomo prima d'ora.
Al centro esatto della piazza principale ai piedi del quartier generale della
polizia a cavallo, a pochi passi di distanza dal pilone che sostiene la
bandiera canadese, l'aria si increspa e appare un portale magico. Le sagome di
Sciamano e Guardian si stagliano attraverso le scintille di energia purpurea.
Il portale silenziosamente si assorbe e dissolve, lasciando a destinazione i
due alfani.
Tutto è avvenuto in fretta e silenziosamente, i cinque terroristi in armatura
che assediano uno sparuto gruppo di poliziotti asserragliato nella hall del
palazzo non si sono accorti di nulla. Guardian tende una mano per usare il suo
potere per manipolare il metallo delle loro armature e quando il gruppo se ne
accorge per loro è troppo tardi, in un'istante le loro corazze
elettromagnetiche si trasformano in inespugnabili prigioni informi.
- Sciamano, occupati dell'interno. Io mi occupo di quei bastardi che ronzano
qui intorno. - Mentre il compagno gli fa un cenno di conferma con il capo,
Guardian spicca in volo.
***
Residenza del Primo Ministro. Toronto, Ontario, Canada. Mr. Gentry è a
terra, al suo fianco ci sono il Primo Ministro e Cecilia Lengies che gli
sorregge il capo. Sta bene, il proiettile lo ha ferito di striscio. Molti dei
politici sono stesi a terra per ripararsi dai colpi dei cecchini che stanno
falciando quelli che si sono attardati a seguire l'ordine di Mr. Gentry.
- Lo sapevi!? - Cecilia è agitata. I proiettili che fischiano per la stanza la
stanno terrorizzando, ma la paura maggiore è stata quella che Mr. Gentry fosse
stato colpito a morte. - Tu lo sapevi... Chi diavolo sono? -
- No... Non è che lo sapevo... - Mr. Gentry rimane concentrato sui dati del suo
palmare. - Si tratta di un giocattolino di Madison... Ha creato dei sensori
spia che ho piazzato intorno alla villa e che mi trasmettono in tempo reale
tutto ciò che accade intorno a noi... Una piccola precauzione... -
- E ora che si fa? - Il Primo Ministro cerca di sporgersi per guardare fuori
dalla finestra, ma un ennesimo proiettile che si infrange sul pavimento, poco
distante dalla sua gamba destra, lo fa desistere.
- Se i cecchini continuano a sparare vuol dire che le guardie fuori dalla casa
sono già state tutte uccise. - Cecilia cerca di chiamare rinforzi dal
cellulare, ma tutti i telefoni sono isolati. - Accidenti! Siamo in trappola...
-
- Su questo permettimi di dissentire... - Sullo schermo del dispositivo di Mr.
Gentry appare una scansione satellitare della zona con dei punti rossi
disseminati lungo tutto il perimetro dell'area che circonda la villa, si tratta
dei cecchini. Come per magia i puntini luminosi iniziano a sparire con un
intervallo di circa 30 secondi l'uno dall'altro. - Il giocattolo di Madison ha
fatto tutto per noi... -
Pochi istanti, quando sulla mappa è rimasto un solo punto luminoso, un flash
illumina la stanza e, quando questo svanisce, sul tavolo del grande salone
appare Talisman.
- Talisman! - Cecilia Lengies si gira di scatto.
- Signori... Primo Ministro... Signorina Lengies... - Talisman saluta i presenti
con un cenno del capo. - Mr. Gentry... Lei è ferito! -
- Non è niente, Talisman... - Mr. Gentry si alza in piedi, gli spari sono
cessati e l'ultimo puntino rosso si sta avvicinando lentamente alla villa. -
Qual è la situazione? -
- I soccorsi sono stati allertati, a minuti saranno qui... Nove cecchini sono
stati resi inoffensivi, ne manca solo uno... -
- Il segnale è in avvicinamento... Con chi abbiamo a che fare? -
- Si tratta di Wyre, signore... - Talisman si gira verso la vetrata principale,
una raffica di fucile d'assalto potenziato la infrange e si riversa sui
presenti. La ragazza alza una mano e i proiettili cadono a terra, inermi.
- Wyre?! - Cecilia è sempre più confusa. - Ma ha fatto anche parte di Alpha
Flight? -
- Già... - Mr. Gentry le rivolge un sorriso prima di tornare a trafficare sul
suo palmare. - È un gran bel casino... -
- Voi, stendetevi a terra... - Talisman scende dal tavolo e mentre si dirige
verso la vetrata dalla quale sono arrivati i colpi il suo corpo viene avvolto
da energie mistiche. - Di lui mi occuperò io... -
- Grazie, Talisman... - Mr. Gentry preme una serie di bottoni, poi il suo volto
sbianca. Qualcosa sullo schermo lo ha sconvolto. - No, no, no! -
- Holland, che succede ancora? - Cecilia sta raggiungendo il livello critico di
sopportazione dello stress, quando tutto questo sarà finito, se ci sarà mai una
fine, lei non sarà più la stessa.
- Non è possibile... Un messaggio dal computer centrale del Dipartimento H! -
Mr. Gentry alza la testa dallo schermo per rivolgersi alla giovane sarcee che
intanto sta scagliando dei raggi di energia contro il suo avversario. -
Talisman, avrei bisogno di un passaggio... -
***
Dipartimento H. Toronto, Ontario, Canada. Sasquatch osserva il Padrone
del Mondo attraverso la vetrata schermata che fa da parete alla speciale cella
blindata nella quale è ospitato all'interno del Dipartimento H. L'acerrimo
nemico del suo gruppo è calmo, ha gli occhi chiusi ed è seduto a gambe
incrociate al centro della stanza e non sembra nemmeno così pericoloso. Il
Padrone del Mondo sta morendo.
- Pensi che non mi sia accorto di te, brutto essere peloso? - Il Padrone del
Mondo parla. I suoi occhi sono ancora chiusi, i muscoli sono immobili, anche la
bocca si muove in maniera impercettibile. - Credi che quello stupido vetro
schermato ti celi alla mia vista? Comunque, è la tua puzza che ti tradisce. La
tensione si trasforma in sudore che si accumula sul tuo pelo, mi ricordi un
cane lercio e bagnato... Sono almeno venti minuti che mi osservi... Se hai
qualcosa da dire, parla, altrimenti lasciami in pace... -
La patina opaca della vetrata si dissolve e il Padrone del Mondo apre gli occhi
per guardare in faccia il suo carceriere. - Qualcosa ti turba, buffo scimmione?
- Si alza in piedi ed è possente e fiero nonostante la malattia che lo sta
consumando. Con passo deciso si porta a pochi centimetri dal vetro e osserva
Sasquatch negli occhi. - Avanti, dimmi... Cosa ti affligge? -
- Il Canada è sotto attacco, oggi... -
- Arriva al dunque, so già tutto... Il tuo amico Guardian ha dotato la mia
cella di un televisore, la vostra ospitalità è encomiabile... -
- Siamo in inferiorità numerica... Qualcuno di sconosciuto sta tramando contro
la nazione e la sua potenza è di gran lunga superiore alla nostra... -
- Così sei venuto a implorare il mio aiuto... Alpha Flight implora il Padrone
del Mondo, se non fossi in fin di vita e e non fossi rinchiuso in una cella,
riderei di gusto... -
- Noi... - Sasquatch esita, l'idea che lui, Mr. Gentry e Madison hanno avuto di
chiedere aiuto al Padrone del Mondo ora sembra decisamente più stupida di
qualche ora prima. - Noi non ti stiamo implorando... -
- Mi potrei offendere! Voi volete rimettere in libertà il vostro più acerrimo
nemico per combattere questa sconosciuta minaccia! Pensate che sia più
pericoloso di me? Forse sperate che io possa redimermi e passare dalla parte
della vostra giustizia? Dammi solo una buona ragione, stupido umano! Dammene
solo una! -
- Se il Canada cadrà, pensi che ti lasceranno vivere? Cadrai insieme a noi... -
- Ormai sto morendo, cosa vuoi che me ne importi? -
- … Come può non importarti!? -
- Mio caro cervellone, se vuoi convincermi devi trovare argomenti più validi di
questi... Ti facevo più abile... - Le labbra del Padrone del Mondo si
trasformano in un sorriso meschino. - Ti devi impegnare parecchio se vuoi
portarmi dall'altra parte della barricata e farmi indossare uno dei vostri
stupidi costumini attillati. -
- Walt! Walt, ci sei? - Il comunicatore di Sasquatch trasmette la voce
spaventata di Mr. Gentry.
- Mr. Gentry? Pensavo fossi da tuo cognato... -
- Talisman mi ha teletrasportato qui... Ora ascoltami attentamente, siamo
compromessi... -
- Compromessi? Cosa intendi per compromessi? -
- Per “compromessi”, intendo compromessi! Ora non c'è tempo... Io vedrò di
fare qualcosa alla sala centrale di comando, tu attiva l'allarme e le procedure
di evacuazione... Voglio solo il personale essenziale, dobbiamo disattivare
tutto prima che sia troppo tardi. -
Sotto lo sguardo divertito del Padrone del Mondo, Sasquatch digita il suo
codice personale di accesso in uno dei terminali della stanza poi una calda e
minacciosa luce rossa intermittente avvolge ogni cosa.
***
Nello spazio, a parecchie centinaia di chilometri sopra il Canada. Dodici
satelliti compaiono di colpo nello spazio, posizionati esattamente sopra dei
punti strategici lungo tutta la nazione, alla stessa identica distanza l'uno
dall'altro. L'avanzatissimo sistema di occultamento è stato spento per poter
concentrare tutta l'energia necessaria nel nucleo custodito al loro interno. Su
ognuno di essi giganteggia spavaldo il logo della Am-Cam, ormai la segretezza
non ha più senso, il Dipartimento H è inerme e ciò che sta per accadere
richiede così poco tempo che è inutile nascondersi. Che il mondo sappia, il
Canada stanotte soccomberà.
I dodici satelliti, sempre perfettamente coordinati, si scompongono in quattro
sezioni ciascuno e rivelano al loro interno un nucleo di luce pulsante. La
sfera di energia cresce sempre più e le sfumature blu lasciano spazio a un
bianco più puro. In pochi istanti la luce raggiunge la sua intensità massima e
i dodici colossi spaziali rilasciano contemporaneamente i loro raggi di
distruzione.
[ CONTINUA SU ALPHA FLIGHT 11 - ATTACCO ALLA NAZIONE ]
// NOTE //
[1] -
Vedi Alpha Flight 7 e 8 - MarvelIT.